Ciao a tutti, ormai non mi capita più molto sovente di trovare il tempo per raccontare le mie gite, ma a volte vale proprio la pena. Con il fido socio e grande amico Omar abbiamo pianificato da tempo il tentativo per il Viso domenica 15 e lunedì 16, sia per questioni lavorative, sia nella speranza, salendo da Castello, di trovare il bivacco Boarelli poco affollato... Per entrambi è la prima volta che affrontiamo il Monviso da questo lato. Non resta quindi che sperare nella clemenza del meteo. Lunedì 16 sembra buono, domenica 15 decisamente meno, ma in fondo ci basterebbe arrivare al bivacco senza bagnarci, o almeno non troppo.
Ci incamminiamo quindi verso le 16.00 di domenica sotto nuvole, nebbia e lo sguardo incuriosito di chi scende dal Vallanta in giacca a vento...noi in pantaloncini e maglietta Del resto 15 kg di zaino aiutano a scaldarsi in fretta... Oggi non ci corre dietro nessuno, la meta non è lontanissima e basta arrivare prima che faccia buio...ma la 'tranquillità' dura poco. Imbocchiamo la deviazione per il vallone delle Forciolline e dopo poco scorgiamo un gruppo di 5-6 persone davanti a noi, avranno almeno mezz'ora di vantaggio. 'Dove vuoi che vadano a quest'ora? Magari fanno il giro alto del Viso e sono diretti alle Sagnette per scendere al Sella....' Mentre lo dico non ci credo nemmeno io. Vanno sicuramente al Boarelli. Con l'ansia di passare la notte 'sotto lo zerbino' proviamo il forcing per raggiungerli, il percorso ce li nasconde per un po', ma quando riappaiono tutte le nostre velleità svaniscono, il distacco sembra immutato se non cresciuto...non li raggiungeremo mai!! Ci mettiamo il cuore in pace e proseguiamo a passo più tranquillo, prendendoci tutto il tempo per coprirci quando inizia a scendere una leggera pioggerellina, sempre con qualche dubbio su come sarà il nostro alloggio.
Arriviamo a destinazione e scopriamo subito che i nostri timori sono ben fondati: il bivacco è già bello pieno, compresi noi siamo una ventina, di trovare un letto manco se ne parla. Gli occupanti sono però gentili e brillanti, in breve ci fanno spazio nello stanzino (sarebbe meglio dire rispostiglio) in fondo al rifugio, troviamo anche 2 stuoiette da stendere sul pavimento, tutto sommato non ci possiamo lamentare. La serata scorre veloce tra chiacchiere, scambio di digestivi e una lunga partita a Trivial Pursuit nella soffitta con un gruppo di ragazzi della Valle Varaita, tra qualche lamentela di chi è andato a letto presto So già che andare a letto presto per me è inutile, già credo non chiuderò occhio, ma se mi coricassi alle 20 diventerebbe una notte eterna. Non ce ne vogliano i nostri coinquilini... Alle 23.30 tutti a nanna. Fuori nel frattempo, dopo qualche scroscio e qualche fiocco di neve gelata è arrivato il sereno. Puntiamo la sveglia alle 5.00, inutile partire troppo presto: sappiamo che le condizioni non saranno delle migliori, meglio lasciare che il sole faccia il suo lavoro nel pulire la via, almeno per la discesa...Credo che col senno di poi la scelta sia stata quella giusta.
Con la dovuta calma facciamo colazione e ci mettiamo in cammino verso le 5.45 alla luce delle frontali. La traccia è ben segnalata, arriviamo al grande ometto di pietre dove si ricongiunge la traccia che arriva al passo delle Sagnette che albeggia. Il cielo non è limpidissimo, ma il panorama verso le luci della pianura ancora avvolta nell'oscurità è terso. Breve sosta e riprendiamo verso l'Andreotti, verso il quale si sale agevolmente visto il fondo ancora gelato. Qui iniziano le prime tracce di neve fresca, caduta 2 notti fa. Sono circa le 6.15. Proseguiamo sul nevaio ben scalinato e reso ancora più facile dal leggero strato di fresca che 'tiene' bene. Arriviamo all'inizio del tratto 'alpinistico' e capiamo subito che oggi non sarà un passeggiata. La leggera spolverata di neve che copre le rocce nasconde tratti di insidioso verglas. Procediamo 'sulle uova' per un tratto per saggiare la via... bisogna fare mooolta attenzione, ma nel complesso si va. Andiamo avanti, sempre con il tacito intento di 'vedere si più su peggiora'. Davanti a noi c'è un gruppo di Bergamaschi partiti dallo stesso bivacco più di un'ora prima, li vediamo e sentiamo sempre più vicini. Sono già stato due volte prima di oggi sul Monviso, sempre in condizioni ideali, per Omar è la seconda salita. Oggi il pensiero di dover tornare indietro si fa strada come un tarlo che rosicchia sempre più forte. Uno scambio di battute, i dubbi non sono tanto per la salita, quanto per la discesa, che in queste condizioni è tutt'altro che banale (per noi almeno...). Conveniamo che, anche volendo tornare indietro, converrebbe comunque aspettare che il sole cominciasse a 'lavorare' e pulire un po' la via... per star fermi qui ad aspettare tanto vale salire: il tempo è buono, saliamo bene e in tempi accettabili, ci possiamo permettere di prenderci tutto il tempo che servirà per la discesa, abbiamo imbraghi e corda, e la presenza di altre persone sul percorso ci dà un po' di tranquillità. Proseguiamo. Raggiungiamo il gruppo davanti a noi, ci lasciano passare: ora siamo noi a lasciare per per primi le impronte sulla neve vergine. Che spettacolo! In queste condizioni il 'Re' appare ancora più severo, e conquistarlo avrebbe un sapore speciale... Personalmente, ma è un'opinione del tutto soggettiva, trovo che le difficoltà maggiori si concentrino nella parte bassa della salita, sarà magari solo una questione mentale, ma quando passiamo i fatidici 'fornelli' che sappiamo essere l'ultimo scoglio, che potrebbe dare qualche problema, la sensazione è di avercela fatta. Si susseguono passi che tornano via via alla mente. Sono passati 3 anni per me dalla mia ultima volta qui... allora festeggiavo il mio addio al celibato, oggi sono papà da qualche mese...questo pensiero da un lato mi scalda il cuore, dall'altro mi impone di stare concentrato fino all'ultimo passo. Oggi basterebbe scivolare con un piede per trovarsi nei guai seri
Finalmente siamo in cima...sono da poco passate le 8.30, siamo i primi. Con Omar una stretta di mano vale più di mille parole. Essere quassù è sempre un'emozione magica, anche se non è la prima volta. Aggiungi il fatto che oggi non era proprio banale, ecco che un pizzico di soddisfazione si fa spazio in mezzo alla tensione per la discesa, la vera difficoltà di oggi. Arrivano altri, prima il 'mitico' Ralph, tedesco che da inizio Agosto soggiorna al Boarelli e sale qui quasi tutti i giorni (è già oltre la 20esima salita quest'anno ), poi i nostri amici Bergamaschi. Vorremmo goderci a lungo questo momento, ma troppa è la voglia di toglierci dalle difficoltà, tanto più che il sole oggi è velato, non possiamo contare sul fatto che sciolga la neve in fretta. Iniziamo a scendere con passo lento ma costante, Omar sembra più a suo agio, lui sulla roccia va forte, io preferisco la neve, ma non quella di oggi, quella da affrontare con sci, picca e ramponi... Incrociamo i nostri compagni di giochi della sera prima, loro da bravi sky-runners salgono in scarpette, 2 zainetti in 5... io non mi sentirei tranquillo in queste condizioni, preferisco portami dietro tutto l'occorrente, specie in queste condizioni. Si vede che loro ne hanno più di noi, come hanno dimostrato ieri salendo al Bivacco (erano loro il gruppetto con cui abbiamo ingaggiato la competizione a distanza... ) Via via che scendiamo i dubbi cominciano a svanire, il 'lavoro' che ci aspettavamo dal sole appare evidente, tanto che la parte bassa dove per noi le difficoltà sono maggiori è quasi pulita. Giunti al nevaio ho la sensazione di essere arrivato...certo, manca ancora molta discesa, ma la parte 'tosta' è passata. Una breve sosta all'Andreotti, poi la 'picchiata' verso il Boarelli in poco meno di un'ora, dove ci aspettano due belle birre fresche che abbiamo messo in fresco nel lago prima di partire
Diamo fondo ai viveri, anche per alleggerirci per la discesa finale. Non ci resta che la parte più 'noiosa', la discesa a Castello, che riserva però ancora qualche insidia... una leggera pioggerellina rende le rocce viscide, non è ancora il momento di rilassarsi definitivamente... Da qui in poi sarà solo un esercizio mentale per mantenere quel minimo di concentrazione che ci permetterà di riportare le gambe intere a casa.
Tirando le somme una grande giornata, meteo non proprio splendido, ma una bella soddisfazione, sia per le condizioni, sia per aver essere saliti per la prima volta dalla via 'storica' della prima ascesa. Un GRAZIE al mio compagno di avventure!