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Escursionismo : Un anello tra la valle Germanasca e il vallone di Pramollo. Dal Truc Laouza al colle Laz Arà
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 29/05/19 12:27
Notizia riferita al: 23/05/19
Letture: 527

Un anello tra la valle Germanasca e il vallone di Pramollo. Dal Truc Laouza al colle Laz Arà

Località di partenza: Borgata di Clot di Boulard mt. 807
Dislivello complessivo: mt. 875
Tempo complessivo: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

L’esteso crinale a semicerchio separante le valli del Chisone e del Germanasca dall’ampio vallone di Pramollo a monte dell’abitato di S. Germano Chisone termina in vetta al Gran Truc a cui si accede percorrendo la lunga Costa Laz Arà che si dipana oltre il colle che porta questo nome servito da uno sterrato che percorre entrambi i versanti.
Partendo da una ormai disabitata borgata montana di Pomaretto, Clot di Boulard, all’inizio della valle Germanasca, un’interminabile pista forestale sale verso monte e dove termina inizia un sentiero che lungamente percorso porta sul crinale separante le valli al Piano Bruciato (Plan Quermà) dal quale si guadagna in breve la modesta ma assai panoramica cima del Truc Laouza.
Scesi da questa in breve allo storico colle Laz Arà, legato ai fatti che sconvolsero il Piemonte con l’assedio di Torino del 1706, uno sterrato – pista forestale scende il vallone di Riclaretto portandosi verso fondo valle che non si raggiunge perché una deviazione riporta al punto di partenza.
Oltre alle due piste forestali utilizzate in ascesa e per scendere, si percorrono sentieri non segnati tantomeno segnalati, poco frequentati oggi lasciati all’incuria e all’abbandono arrivando oramai la strada dappertutto.
Dalla modesta, piatta cima del Truc Laouza vista ampissima sul vallone di Pramollo, su tutte le valli del Germanasca e sui monti stagliandosi all’orizzonte l’ampia sella del colle del Pis che riporta in val Chisone.

Giunti alla rotonda dei monoliti sulla super strada della val Chisone si prosegue in direzione di Prali e delle valli del Germanasca sorpassando per via le borgate di fondo valle di Inverso Pinasca. Giunti poco prima di Pomaretto si devia a sinistra seguendo l’indicazione per il Clot di Boulard e Fort Louis prendendo la strada che da subito sale ripida a svolte lasciando per via la borgata Gilli prima di raggiungere il bivio dove si piega a sinistra per il Clot perché da destra, per quella che sale a Fort Louis, si tornerà. Un breve traverso incontrante per via isolate abitazioni porta all’abitato di Clot di Boulard dove la strada termina. All’ampio slargo che anticipa le case si può parcheggiare.
Tornando di poco sui propri passi parte sulla sinistra uno stradello – pista forestale, interdetto ai mezzi privati. Lungamente traversando per monti raggiunge alcuni insediamenti montani di Inverso Pinasca: lo si percorrerà però solo in parte. Sale da subito ripido, a svolte, guadagnando una dorsale superata che si ha s’appiana. Poco oltre un’asciutta valletta, giunti ad un ampio slargo si trascurano sulla sinistra lo stradello per Enfous e un altro che termina di poco più avanti nel bosco per quello che s’inoltra di fronte che da subito si porta verso monte. Il punto in cui parte non è segnalato e tantomeno si troveranno segnature per via. Dal fondo in discreto stato, finalizzato all’esbosco, interminabile, a tratti piacevole, per nulla stancante, prende a salire con pendenza regolare e costante praticando per via una serie interminabile di svolte che consentono alla traccia di guadagnare progressivamente quota passando dall’ambiente delle latifoglie a quello delle conifere. Di molto più su, incrociata la traccia che sale da Girbaud appena superato un muraglione fatto di ciottoli ingabbiati, si abbandona lo stradello che di poco più avanti termina per il sentierino che s’inoltra verso monte, appena visibile alla partenza, che diventerà più evidente come si entra nel fitto del bosco. Percorrendolo s’intuisce come sia praticato dai bikers che lo utilizzano per scendere una volta saliti al Piano Bruciato dal vallone di Pramollo passando per il colle Laz Arà. I segni lasciato dai copertoni delle bici sono una prova tangibile di quanto detto: questo in fondo non è male perché transitando evidenziano la traccia che s’intuisce oggi poco escursionisti percorrono. Faticosamente, a tratti per la linea di massima pendenza, il sentiero si porta in direzione del crinale separante le valli, dove nel tratto terminale alcune opportune svolte mitigano la salita, raggiungendolo al pianoro denominato Piano Bruciato o Plan Quermà dove transita l’estesissima traccia che dal Poggio Pini sale al Gran Truc passando per il colle e la costa Laz Arà. Qui giunti, rimanendo sul sentierino che quasi fedelmente si mantiene sul filo di cresta, facilmente si raggiungono le roccette che identificano la cima del Truc Laouza, mt. 1682, punto più elevato dell’itinerario, assai panoramica sui monti e sulle valli.
3 ore c.ca da Clot Boulard.
Nel tratto che segue discendente al colle Laz Arà, assai piacevole da percorrere, perché aperto e perdente di poco quota, si hanno modo di notare i resti dei trinceramenti costruiti dai francesi per impedire ai piemontesi di prendere il colle durante la guerra di successione al trono di Spagna, tuttora evidenti sebbene siano passati più di trecento anni. Degli aperti pendii, oggi vocati al pascolo, portano a raggiungere l’ampia sella del colle Laz Arà dove transita uno stradello che consente alle valli di comunicare.
Una mezz’oretta scarsa da Truc Laouza.
Abbandonata la traccia che prosegue per il Gran Truc passando per la Costa Laz Arà ed il Piano di Friera, giunti al colle si scende in Val Germanasca stando lungamente sullo stradello – pista forestale che raggiungerà per via le borgate di Riclaretto. Alle ravvicinate svolte iniziali seguono interminabili diagonali discendenti nella faggeta che ammanta questi pendii tagliati da numerose piste forestali finalizzate all’esbosco. Lungamente continuando sempre rimanendo sulla traccia principale, superati piccoli insediamenti e utilizzando volendolo opportune scorciatoie si raggiunge infine Combagarino dove spicca una grande chiesa cattolica. Piegando a destra per strada si raggiunge prima l’abitato di Olivieri, proseguendo quello di Albarea dove parte il sentiero che scende a Fort Louis. Esiste però un’alternativa migliore: scendendo dal colle Laz Arà occorre prendere la quarta pista forestale che si stacca sulla destra, un piacevole stradello piano che lungamente percorso porta agli aperti pendii dove sorge l’insediamento ristrutturato di S. Tommaso. Di sotto le case e la fontana una traccia scende a valle. Al bivio che segue ci si mantiene sulla destra su quella che prima traversa quasi in piano, poi scende repentinamente in direzione di un pianoro erboso al centro del quale sorge una casa, Miande. Al fondo del piano un’ampia traccia s’abbassa ad un successivo ancora più grande pianoro. Qui ci s’immette su quella proveniente da Albarea e piegando a destra si raggiunge l’alveo di un incassato rigagnolo. Scesi di sotto, oltre il corso d’acqua, parte il sentiero 233/CM7 all’inizio appena visibile per Fort Louis che diventerà molto più evidente man mano si prosegue. Lastroni di pietra lo reggono nel punto in cui si attraversa una pineta. Fatte un paio di svolte un lungo traverso discendente nella faggeta porta a rasentare il grande traliccio posto poco sopra i prati di Fort Louis raggiungendo poi le case oltre le quali si prende lo sterrato che scende a valle. Alcuni tornanti a cui segue un lungo tratto in piano portano al bivio dove si prosegue sino all’abitato di Clot di Boulard dove questo anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dal colle Laz Arà.

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