Giovedì 23 giugno: giornata storica per la Compagnia dell'Anello, che si presenta, non al completo – assenti la new entry Jose per problemi personali, e Alberto che (beato lui) ha deciso di trasferire i “cabasisi” al caldo e suadente sole di Sicilia! - con le nuove sfavillanti magliette-divise, coadiuvate da relativo berretto, sulle quali spicca in bella evidenza il logo, a suo tempo confezionato dal nostro funambolico e geniale Comaante Adriano!
Non tutti, però... come quasi sempre succede in ogni sacrosanta famiglia, comunità o qualsivoglia aggregazione umana, deve distinguersi il solito dissenziente, la classica “pecora nera” (o mosca bianca, Bastian cuntrari, rompiballe, rovinafeste, ecc. ecc....); non facciamo nomi, ma vi rimandiamo ai vari reportage fotografici per l'individuazione! A propria attenuante, si può affermare che un povero cristo costretto per trenta anni ad indossare la solita divisa quasi tutti i giorni, possa averne anche le tasche piene (“e non solo i c.......”, come dice il mitico Francesco Guccini) di tutti i formalismi obbligatori, una volta raggiunta l'agognata libertà (dicasi “pensione”).
Ed ora subito all'odierna escursione; due sono stati i fattori dominanti e condizionanti: i margari della Val d'Arma ed il gran caldo.
Il progetto – molto ambizioso - era un bellissimo anello con partenza ed arrivo al Gias Serour, con scavalcamento del Monte Omo, Colle Salè, Rocca dal Mes, i Doi Omi (per i più coraggiosi), Monte Salè, Colle Serour, Quota m 2490 IGM o la Moura e Monte Savi; la realtà ci ha invece ricordato che in prossimità della ricorrenza di San Giovanni Battista le strade di montagna possono essere impegnate per la transumanza estiva...
Decidiamo quindi di ripiegare su un più modesto percorso a Y, con partenza dalla borgata Neraissa Superiore di Vinadio, posta nell'omonimo vallone ad una quota di 1520 m s.l.m.. E qui entra in scena il secondo fattore condizionante: il gran caldo! Dopo una primavera prettamente invernale, come ormai sta succedendo in questi ultimi decenni, siamo improvvisamente piombati a temperature di oltre 30°, causando a qualche elemento effetti allucinanti (dopo i fantasmi del Becco Rosso!): c'è chi sostiene di aver visto (8!) grifoni volteggiare sopra la sua testa (per carità, Osvaldo, lo sai che noi tutti ti crediamo ciecamente!), e chi a fine giornata crede di sentire il soffio di qualche misterioso mostro (Adriano, Antonio e ancora il buon Osvaldo), prodotto dalla fuoriuscita di acqua da un semplice tubo di gomma! Tant'è... .
Ed ora i dettagli tecnici; da Neraissa Superiore si segue un breve tratto della strada che termina ai Tetti, tralasciando a sinistra il Rifugio Nebius (noi subito abbiamo sbagliato), si prosegue verso destra lungo un sentiero (paline segnaletiche) che guada il rio Combalet e subito dopo si nerpica con terribile salita inoltrandosi nel vallone Nebius, caratterizzato nella parte inferiore da estesi e profondi fenomeni erosivi che hanno originato, in alcuni punti, delle particolari conformazioni assimilabili, più che ai “Ciciu” del Villar, a delle “Piramidi” di Segonzano in miniatura. A metà circa del vallone, si attraversa un “gias”, ove la nuova graziosa casetta costruita ad utilizzo del margaro, risulta essere stata quasi completamente scoperchiata da una recente valanga (mah, forse bisognerebbe istruire questi odierni progettatori sulle probabili traiettorie solitamente utilizzate dalle slavine!).
Dopo le ultime faticosissime “vinche”, si arriva finalmente al Colle Moura delle Vinche m 2434; ora il sentiero, proseguendo verso destra, scavalca la Quota m 2490 IGM o la Moura (quindi, per gli amanti delle statistiche, le cime raggiunte oggi saranno 3) e si inerpica (ora ridotto ad una labile traccia) lungo il crestone SO del Monte Savi, la cui facile cima culmina a m 2615. Ripercorrendo a ritroso lo stesso itinerario, dopo la discesa da la Moura, il sentiero si biforca verso destra per raggiungere il Colle Serour m 2432; verso sinistra, in leggera salita, si sviluppa ora una evidente traccia (segnalata dai classici “ciaperet”) che ci porta all'inizio del tratto “alpinistico” del Monte Salè: da qui si sale al meglio (tracce e ometti) la ripida china pietrosa del versante SO, adducente ad un canalino, terminato il quale, con traversata verso sinistra su facili rocce, si perviene alla cima (m 2630) sormontata da una croce in legno.
La vista panoramica spazia sul vicino M. Savi (appena raggiunto), l'irraggiungibile (per i comuni mortali!) Rocca Salè, il Monte Omo e, più lontani, il M. la Bianca, il Becco Grande e l'inconfondibile e gettonatissima Rocca la Meja.
Ritorno faticosissimo spaccagambe, con caldo afoso (per fortuna c'era acqua abbondante e refrigerante al gias). Ho finito l'inchiostro... spero di non avervi annoiato troppo! Arrivederci alle Saline!

Escursione effettuata il 23 giugno 2016
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio, Franco, Gianni e Osvaldo
Località di partenza: Neraissa Superiore di Vinadio – Valle Stura di Demonte (CN)
Punto più elevato raggiunto: Monte Salé 2630m
Dislivello cumulato in ascesa: 1352m
Sviluppo complessivo del percorso: 13 km
Tempo in movimento: 5h
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
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Tracciato gps
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