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Varie : Un fatto di cronaca
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 06/12/11 09:26
Notizia riferita al: 06/12/11
Letture: 1290

Un fatto di cronaca.

Il fatto
Un’insegnante elementare, Giancarla Mascherza, è stata condannata ad un mese di reclusione per abuso di mezzi di correzione nell’esercizio della propria attività. La maestra avrebbe costretto una sua alunna, Romina di 8 anni, a rimanere per sei mesi con il banco rivolto contro il muro. “La bambina era litigiosa con i compagni”, si sarebbe scusata la maestra; farla sedere sul ”banco della concentrazione” vicino alla cattedra era un modo per aiutarla, non per punirla. Secondo i genitori Romina avrebbe soltanto discusso con un compagno che non voleva restituirle il suo libro di fiabe.
Nonostante le loro ripetute richieste, la maestra sarebbe stata irremovibile nel mantenere la bambina in castigo. A detta di altri genitori, tuttavia, i bambini chiamavano il posto di Romina il “banco magico” e la consideravano la pupilla della maestra.
Ora alcune considerazioni:

LEALTA’. “Signora maestra, non la punisca, la colpa è anche mia. Le ho rubato il libro di fiabe per farle un dispetto, perché mi sta antipatica, lo confesso. Lei mi fa sempre i dispetti ed io volevo farle vedere cosa si prova a riceverli. Ma non può punire solo Romina. Mi ha picchiato, anche forte, ma solo per riavere il suo libro. Comunque glielo avrei restituito: non sono un ladro, chiedetelo alla mia mamma”. La confessione di Tommaso, ad essere “sinceri”, non servì e la maestra, dobbiamo ammetterlo, esagerò. E sei mesi con il banco contro la parete , per una bambina di 8 anni, sono troppi. I suoi compagni in “verità”, continuarono a prenderla in giro chiamandola “cocca della maestra”, ed il suo posto il “banco magico”. I genitori di Romina “a dirla tutta”, tentarono di convincere la maestra a perdonarla, poi la denunciarono. Ma forse, “in tutta onestà”, il pretore poteva essere più magnanimo. La condannò ad un mese di reclusione, dicendo che stava applicando “lealmente” la legge.
Però cosa sarebbe il mondo se fossimo tutti più aperti, sinceri e leali.

CORTESIA. Certo se Tommaso avesse detto: “Scusa, Romina, vorrei tenere il tuo libro di fiabe per un po’, ti dispiace ? Posso ? E’ così bello…..” E se Romina gli avesse risposto: “Ci tengo tanto, non me lo sciupare; se me lo rendi più presto che puoi sono contenta di prestartelo…” E se la maestra dopo il fattaccio avesse risposto così: “Quello che è successo è grave, Romina, ma so che sei una brava bambina e che, con l’impegno e la pazienza, saprai essere più gentile”. Anche i compagni potevano essere più gentili: “Ti possiamo aiutare ? Vuoi un cicles ? Stiamo insieme nell’intervallo ? Anche il pretore poteva giudicare diversamente: “La sua decisione signora Mascherza, è stata troppo severa: la condanniamo ad essere più cordiale con i suoi alunni”.
Invece Tommaso rubò, Romina picchiò, la maestra l’ha messa per sei mesi nel banco contro il muro, i compagni l’hanno schernita, i genitori hanno protestato e denunciato e il pretore ha incarcerato la maestra per un mese.
Per “cortesia” non parliamone più. In effetti meglio così, però cosa sarebbe il mondo con un po’ più di “cortesia”.

LA FIDUCIA: Le aveva promesso un libro di fiabe simile a quello strappatole da quel ragazzaccio, e glielo aveva portato puntualmente il giorno dopo. Arrivava sempre in orario all’appuntamento della merenda, in cortile. Quando diceva o raccontava qualcosa, ben difficilmente la si scopriva una bugia. Forse per tutto questo, di “Franco” Romina si fidava.
“Peccato non essere in classe con lui, invece che con quella banda di carogne e con quella Mascherza che mi ha sbattuto con il banco contro il muro” . Non l’aveva raccontata a nessuno quell’umiliazione quotidiana che si ripeteva oramai da sei mesi. La maestra la tartassava: “Una misura precauzionale”. I compagni la deridevano: “ E’ il banco magico”. Ed ora che i suoi genitori avevano fatto mettere la maestra in prigione per un mese, si sentiva ancora peggio. Decise che a “Franco” poteva chiedere consiglio. Non che le servisse qualcuno capace di sbloccare la situazione. Cercava una persona che l’ascoltasse, senza giudicarla o prenderla in giro. Gli passò un bigliettino all’entrata di scuola con un appuntamento per il pomeriggio. All’ora fissata “Franco” arrivò col suo solito sorriso. Però cosa sarebbe il mondo se ci ascoltassimo di più.

AMORE E RISPETTO PER LA NATURA. Era un bellissimo libro di fiabe, tutte ambientate nel bosco, con splendide illustrazioni a colori. Sul frontespizio un albero verde e giallo, molto alto, molto rassomigliante alla magnolia del giardino con le sue foglie lunghe e lucide e con i suoi frutti rossi, perle preziose incastonate su pigne scure. Il cielo, colorato a pastelli, ricordava le belle giornate d’inverno e la ricreazione a palle di neve. Le favole di Romina richiamavano l’aria profumata di primavera, la luce accecante del sole invernale, i tiepidi colori dell’autunno, le caldi estati. Per tutto questo Tommaso rubò, Romina picchiò e la maestra Mascherza la punì sbattendole per sei mesi il banco contro il muro, i genitori denunciarono la maestra che finì in prigione per un mese. Però cosa sarebbe il mondo se fossimo tutti più attenti al valore dell’ambiente.

UTILITA’, CONCRETEZZA, AIUTO DEGLI ALTRI. “Per me Romina soffre a non poterci guardare in faccia”. “Sei mesi con il banco contro il muro devono essere duri da morire”. “Non scherza mica, quando è arrabbiata, la maestra Mascherza”. I commenti di tre compagne avevano dato da pensare a Vito, un bambino di poche parole. Nessuno, però, sapeva più di lui trovare una soluzione semplice ad ogni problema, ci fosse da inventare un gioco o da recuperare un pallone. Con la colla attaccò uno specchietto rettangolare ad un supporto orientabile di plastica ed il giorno dopo, senza dire nulla, lo regalò a Romina. Da quel muro adesso si poteva vedere la classe meglio che dalla cattedra. Il posto di Romina divenne “il banco magico” e lei la pupilla della maestra.
Però cosa sarebbe il mondo se ci fosse più disponibilità all’aiuto reciproco.
Però….


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