Questa volta si cambia valle,si và il val Stura,essendo domenica,chissà se ci sarà meno gente,ma arrivati alle Grange di Argentera,Glab! Occorre salire un tornante per poter parcheggiare. L’Enchiastrye,la rocca tre Vescovi e il passo di Goretta sono presi d’assalto,ma ciò non mi preoccupa, noi siamo diretti alla Tete Piè de Juin ,a chi mai verrà in mente di salire questa cima secondaria con questo nome impossibile da pronunciare? Nessuno penso ma…

Al parcheggio incontro un mio vecchio amico, che si aggrega a noi, ne sono felice,quante cose abbiamo da raccontaci,durante la salita con la lingua saliamo montagne e discendiamo canaloni. Ma non parliamo a vanveva,ma attingiamo queste” imprese” al pozzo dei ricordi. Nadia ascolta,impara e assimila,i nostri ricordi le fanno aumentare ancora di più la voglia fare “gitoni”tanto che arrivata in cima chiede a Vanni,quand’è che facciamo un bel canale? Beata gioventù.
Tuttavia noi anziani anche un pò arrugginiti riusciamo a tenere il passo a questi giovani.Si è vero quando entriamo nel vallone all’ombra dove c’è un bella farina troviamo già un traccia quindi si va in carrozza. Qualcuno il giorno prima ha avuto la stessa nostra idea ma per fortuna pochi,c’è molto spazio per scendere,ma mai paghi,vediamo sulla destra un ripidissimo pendio canale dove non c’è ancora sceso nessuno,e ci facciamo un pensierino.

Arriviamo al colletto dove ci appare una vetta totalmente nascosta,è un' anticima dell’Enchiastraye,un meraviglia che non è sfuggita all’occhio esploratore di qualche sci-alp di chi come me non sta nel gregge, non posso che complimentarmi con questi ignoti sci-alpinisti per l’eleganza della traccia di salita e soprattutto dei disegni fatti in discesa ,non è più un pendio innevato,ma un’opera d’arte!

Ormai ci appare la vetta,mamma mia com’è ripida,ed è difesa da qualche roccetta. Nadia e Vanni portano gli sci in vetta mentre io e il mio amico li posiamo pochi metri sotto in un posto tranquillo,ed abbiamo fatto bene!,perché l’ultimo tratto oltre essere ostacolato da qualche roccia,il pendio e molto ripido e la neve durissima.

In breve siamo in vetta, ci sono due o tre persone,nulla a confronto delle vette che ci circondando. Che giornata,una calma totale, un paio di bottiglie e qualche fetta di salame fanno da ornamento alla punta oltre a deliziarci il palato. Un’oretta poi giù,io scendo con molta cautela d’”arculun” fino agli sci,poi con gli assi ai piedi mi trasformo. Ma dove scendere? Avevamo puntato un vallone interno,c’è già una traccia di un giovane che è sceso un momento prima, ciò ci toglie un po’ di avventura ma non questa fantastica farina. Arriviamo sulla spalla del vallone ed eccoci aprirci il pendio ripido visto da sotto,la partenza sarà 40 gradi,tutta farina,poi è bello ampio basta chiudere gli oggi e giù!

Un sogno! Si perchè sul fondo appena finita la neve farinosa si passa al sole ed è subito primaverile,un cosa da impazzire. Praticamente arriviamo a pochi metri dalla macchina sci ai piedi. Che bella gita!che bella giornata e che bella compagnia! Si! abbiamo rivangano tutto il giorno nel bel tempo passato,ma anche oggi e stato un “bel tempo”presente!


data:27-novembre-2011
località partenza:Grange di Argentera
quota partenza:1769 mt.
quota:vetta:2717 mt.
dislivello:950 mt.
difficoltà BSA- per la variante di discesa OS
tempo di salita:3 ore

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