Home | Foto | Video | Notizie | Agenda | GPS | Articoli | Meteo | WebCams | Contattaci | Aiuto

Menu principale

Album foto

Foto a caso

Sci ripido : Tutta colpa del Paradiso
Autore: L'alchimista (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 17/06/09 17:38
Notizia riferita al: 17/06/09
Letture: 1634
Sci ripido

E' strano trovarsi a raccontare di discese a metà giugno, ma questo è un anno strano, sotto molti aspetti. La passione che scaldava i cuori di molti di noi è diventata una 'passione triste'che vivo con indifferenza, in solitudine.
Il tempo si dilata, la molla che ti faceva saltare dal letto all'alba con la voglia di ritrovarti con la tua passione non scatta più, tutto ti sembra inutile privo di significato.
Poi un giorno di primavera parti, non sai perché, scopri che il distacco da casa ti pesa, allora non è una fuga…scopri che il sole scalda il viso, che la natura è lì ad aspettarti così come gli amici, pazienti nei tuoi confronti, nei tuoi modi bruschi di voler staccare da tutto e tutti.
Potresti ritrovarti solo, invece sono lì a darti fiducia e comprensione. Allora rimetti in moto le tue gambe ma soprattutto la tua testa,e in due w.e. cominci a ritrovare la tua passione, il tuo piccolo ma intenso mondo.
Tutta colpa del Paradiso, grande o piccolo che sia, questo angolo di mondo per me così pieno di significati e che fino ad oggi non mi ha mai tradito. Qui la mia prima salita alpinistica ad un 4.000, qui alcuni dei momenti più intensi dell'andar per monti, qui la salita con mio figlio di 9 anni e mio padre di 67 uniti in una unica cordata. Qui una discesa con Federico, Andrea e Luca in un clima surreale ad inizio ottobre 2005, qui ancora la nord con Enrico,Paolo e Walter Rivoira che sistemò al volo un locale invernale in costruzione.
Qui torno per il couloir Aurora con Dario e Giorgio il 2 giugno di quest'anno e qui ritroviamo Andrea,Rocco e Diego che scendono la est del Grampa.
Nasce l'idea di scendere la nord est del Piccolo Paradiso, grazie anche alle dritte di Andrea, che tra l'altro probabilmente non più stata ripetuta dopo la prima discesa di Federico,Ugo e Marco nel 1986.
Torna la voglia, la decisione, il gusto alla fatica per un obiettivo di ripido, mancano ancora le gambe, l'abitudine all'esposizione, alla sciata sul ripido, ma tant'è queste crescono solo andando…allora si và!
Sabato 13 giugno.
Saluto mia moglie, nel giorno in cui 30 anni prima ci eravamo conosciuti e 'messi insieme' ormai è abituata a convivere con 'l'altra' che mi porta lontano e gli crea qualche patema d'animo, forse oggi non c'è nemmeno gelosia, magari addirittura sollievo nel vedermi nuovamente attratto 'dall'altra' meglio però non chiedere.
Siamo in quattro Giorgio e la sua tavola, Dario e la sua calma, Fabio e la sua curiosità, io e i miei pensieri.
Salire al rifugio Chabod in pantaloncini corti e maglietta con gli scarponi e gli sci è spettacolare, in un tardo pomeriggio ventilato e soleggiato, mentre Giorgio con il suo tavolone e la musica dell'I-Pod a palla 'corre' verso il rifugio, noi tre chiacchieriamo tutto il tempo e così nelle canoniche 2 ore e 15 arriviamo al rifugio ancora ben al sole a con lo splendido versante nord ovest del Grampa ad accoglierci. Anche Tiziana la gestrice dello Chabod ci accoglie, ormai siamo di casa, il rifugio è abbastanza pieno, ci sono sia la Scuola Gervasutti che il mitico Alberto Paleari, peccato non ho dietro uno dei suoi libri,lo farei autografare, visto che il suo stile letterario mi piace.
Ci sono anche Clement Pernet di Grenoble ed i suoi amici, veri talentuosi dello sci ripido francese.
Ci siamo scritti via mail ma non ci si conosce di persona, Tiziana ci presenta e subito si crea un buon clima, gli amici mi prendono bonariamente per il culo, vista la mia immeritata fama dovuta a Ripido! ci penserà il mio stile in discesa a riportare tutto nella norma!
Abbiamo la stessa meta per due itinerari diversi, ci incontreremo in cima al Piccolo Paradiso, noi partiremo molto prima, ma almeno saliremo le pareti da scendere. Già perché in realtà le pareti sono due, prima i 450 metri del Colle di Montandaynè e poi i 300 metri della nord est del Piccolo.
Sveglia alle 2, colazione alle 2 e 30 perché solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora dice Don Chisciotte, più che altro guardo Giorgio mangiare come fossero le otto del mattino! Praticamente non abbiamo dormito nulla, chi disturbato dalla motosega da rifugio, chi turbato da alcune bellezze da rifugio.
'le stelle sono tante milioni di milioni…' il rigelo è buono saliamo abbastanza velocemente verso la base del pendio nord del colle di Montandaynè sci ai piedi.
Arrivati a quota 3250 circa calziamo i ramponi e ci leghiamo….che ambiente, seracchi inquietanti e neve dura ci accompagnano, Giorgio litiga con la terminale e in breve siamo al pendione di 300 metri circa che conduce al colle. La glace n'est pas loin, una striscia di neve spessa pochi centimetri poggia su ghiaccio, la sciata al ritorno sarà problematica.
Arrivati al colle il primo sole ci accoglie scendiamo, dopo lavoro di demolizione cornice di Dario, quello che il Bum Bum ci aveva descritto come un canalozzo di 150 metri. In realtà oltre ad essere lungo 220, e ciò credetemi non è indifferente, sia nella discesa che nella successiva risalita, ha una cornice/seracco che incombe minacciosa sulla nostra testolina.
Posiamo i ramponi sul ghiacciaio della Tribolazione e …stà minchia…espressione delicata adatta al luogo, appare la parete nord est del Piccolo…ma quanto è dritta? Sarà la prospettiva!
Mentre Giorgio e Dario partono belli carichi verso la terminale io e Fabio iniziamo una surreale conversazione sotto il sole caldo lungo il vasto ghiacciaio.
'Mì… ma io di lì non scendo'
'Io sono scoppiato, fa troppo caldo'
'Magari la prospettiva inganna'
'Ma se ci siamo sotto!'
'Magari proviamo a salirlo'
'Si ma io sono cremato'
Sembriamo due dispersi in un deserto, ciondolanti sotto il sole.
Poi Dario che ha oltrepassato la terminale lancia un urlo: Farinaaaa!
'Allora andiamo'
'Bhe si andiamo, non è poi così ripido'
'Si può fare'
Rincuorati al momento giusto attacchiamo il pendio, la prospettiva non cambia,anzi sembra sempre più dritto,gli amici davanti sembrano sul verticale, alla fine del pendio anche un bel bombamento, fortuna sono solo 300 metri,ma credo che sotto i 50° vada ben poco.
Rencontre au sommet: sul colletto troviamo i francesi belli riposati dalla salita dal colle del Piccolo Paradiso, all'ombra. Ma noi abbiamo risalito la parete e sappiamo cosa ci aspetta!
Lo spazio è ampio ci si può rilassare, rispetto alla prima discesa di Federico,Marco e Ugo siamo saliti più centralmente perché a destra vi erano fasce di rocce scoperte.
Qualche scambio di battute e poi Giorgio sparisce dietro i primi metri soft,seguito a ruota da Dario.
Io studio la strategia con Fabio ed i francesi, scenderemo non per la max pendenza ,ma tagliando verso sinistra dove salendo ho visto che il pendio era più dolce, se così si può dire.
Parto poco dopo Fabio anche lui impaziente, non vi nascondo una certa emozione, non sono più abituato, la prospettiva è mozzafiato, la neve per fortuna è buona, ma ho gli sci vecchi, e non sono i più adatti. Prime curve in neve profonda che parte in colate anche consistenti, vedo che Giorgio e Dario sono già alla terminale??!?? e anche Fabio scende spedito. Devo dosare le energie il poco allenamento e la salita mi hanno stancato, poche curve e un riposino, ma su queste pendenze non è il massimo fermarsi. Partono i francesi e partono anche alcune colate di neve pesante per fortuna fuori traiettoria, si scende su uno strato di farina un po' cotta su fondo duro, le tracce di passaggio danno un po' fastidio perché scoprono il fondo duro e a metà parete dopo una curva la lamina a valle non morde facendomi prendere velocità, per fortuna la parete è ampia lascio andare gli sci appoggiandomi con la spalla alla parete per frenare un po', qualche secondo e via controcurva dinamica che mi riporta in assetto, Clement mi chiede :ça va? Certo che va, un po' fatiguè, ma va!
Si scende insieme, la parete è molto ampia e si arriva alla terminale dove si lasciano andare gli sci verso il canale della Montandaynè. Mi giro a guardare la parete, con le tracce del nostro passaggio è una bella emozione, la passione non è più triste ed è condivisa con sei amici, nel ricordo di chi non c'è più.
La risalita è penible sotto il sole, sotto il seracco, e sotto le lavatrici che sono appoggiate alla parete della Montandaynè, ma piano piano si arriva al colle pensando amorevolmente ad Andrea ed ai suoi 150 metri mal contati. Al colle cambia tutto, vento gelido che ti stende, ennesimo cambio ramponi/sci e si inizia a scendere, sono solo, gli amici mi precedono, anche se Giorgio e poco avanti, qui la neve è dura,pochi centimetri appena ammollati sopra il ghiaccio,dopo il passaggio di Giorgio con la tavola di neve ne rimane poca, ma ho i miei vecchi sci e adesso sono ok per la neve dura che è la mia preferita, infatti scendo tranquillo e mi diverto anche a scaricare le code con le lamine che mordono bene, Giorgio si sposta troppo a sinistra e finisce sul ghiaccio quasi vivo, senza affanno ne esce alla grande, è impressionante la padronanza che ha della sua tavola, l'esperienza che ha accumulato in questi anni. Ad un certo punto finisco a pochi cm da un chiodo da ghiaccio piantato con un cordino all'occhiello, forse è di qualche cordata salita a piedi, cavolo allora è proprio dura sta neve, tra l'altro Fabio ha pure provato a toglierlo, ma non veniva via!.
Alla fine tra un seracco ed una terminale arriviamo in fondo al pendio, altri 450 metri di ripido non banali che giornata! Non ci resta che lasciarci andare verso il rifugio su un firn perfetto, ci siamo riuniti tutti e sette e via…verso le birre, la pasta, il genepy, i discorsi in francese maccheronico, i pantaloni corti, la discesa verso l'auto e poi ancora una birra… quasi a non voler far finire questo perfect day.


Piccolo Paradiso parete nord est
300 metri 5.2/E3 50°
Colle di Montandaynè versante nord
450 metri 4.3/E3 max 45°
Dislivello complessivo
dal rifugio Chabod: 1600 circa.

Album Foto


Stampa la pagina Manda la notizia a qualcuno Crea un PDF con questa notizia
Commenti
Visualizzazione:
I commenti sono proprietà dei rispettivi autori.
Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.

Autore Commento
emilio
Inviato: 19/6/2009 10:42  Aggiornato: 19/6/2009 10:42
Guru
Iscritto: 25/7/2005
Da: Rivoli
Inviati: 324
 Re: Tutta colpa del Paradiso
ma che è,
ci metti l'olio nei tuoi racconti?
per quanto lunghi siano ti scivolano via veloci come...sci

Autore Commento
tala
Inviato: 18/6/2009 15:02  Aggiornato: 18/6/2009 15:02
Guru
Iscritto: 7/3/2005
Da: Torino
Inviati: 789
 Re: Tutta colpa del Paradiso
Che racconto!

Autore Commento
roberto55
Inviato: 18/6/2009 8:17  Aggiornato: 18/6/2009 8:17
Guru
Iscritto: 28/12/2007
Da:
Inviati: 3570
 Re: Tutta colpa del Paradiso
"......dove i vecchi sentieri sono perduti,APPARE UN NUOVO PAESE MERAVIGLIOSO"

( Rabin Dranath TAGORE )

Autore Commento
gbona
Inviato: 17/6/2009 20:53  Aggiornato: 17/6/2009 20:53
Guru
Iscritto: 22/11/2006
Da: Sant'Olcese (GE)
Inviati: 237
 Re: Tutta colpa del Paradiso
Evviva! Il Re è tornato!
Lunga vita a Le Roi!!

Grazie dei pensieri che hai condiviso!
Mentre leggevo, mi sembrava di essere sul ghiacciaio con voi!
Accesso
Nome utente:

Password:


Registrati

Hai perso la password?

Condividi

Cerca
Google


Ricerca avanzata


Installa motore di ricerca

Utenti connessi
416 utenti sono connessi

Iscritti: 0
Visitatori: 416

altri...

Pubblicità

   


Google
LaFiocaVenMola.it - info@lafiocavenmola.it