Per passare una notte al “fresco” non c’è bisogno di combinarne qualcuna,ma semplicemente avere quel eccitante desiderio di passare una notte su una vetta,sopra le nuvole in un grazioso bivacco che per arrivarci occorre salire oltre quattro ore per un ripido canalone di sfasciumi,petraie instabili,grandiose morene glaciali,ancora spinte prepotentemente da sotterranei ghiacciai preistorici,divincolarsi tra massi ciclopici,il tutto contornato da altissime e vertiginose pareti e guglie aguzze...
Vi chiederete dove si trova questo luogo dimenticato dall’uomo,semplice, per fare la gita più diretta basta andare a Fouillouse nella vallèe dell’Ubaye,ma si può anche salire da Chiappera,per chi desidera fare più dislivello e consumare meno benzina...
Fouillouse è un ridente villaggio isolato dal mondo,in Ubaye, dire Fouillouse o dire Bourillon è la stessa cosa,perché da tempo questo piccolo villaggio è solo più abitato da una sola famiglia,i Bourrillon.
Essa è composta dal “gran pére”dalla “grande mére”,che da tempo immemorabile conducono un piccolo ristorante dove si puo trovare di tutto,a vederlo sembra una cartolina di inizio novecento. Poi c’è il figlio la nuora è una nipotina...essi conducono un’ avviato gite d’etape,frequentato per lo più dai “randonneurs”che animano questi bellissimi sentieri della vallèe dell’Ubaye.
Grazie alla loro attaccamento alla propria terra,hanno fatto si che questo villaggio non rimanesse abbandonato e continuasse a vivere...
Come ho detto questo luogo è il paradiso dei “randonneurs”,ma non solo,esso e anche meta di rocciatori che salgono al Brec de Chambeyron e la sua catena,ma c’è un luogo dove è molto difficile trovare qualcuno,
un luogo dimenticato da dio,tanto inaccessibile quanto attraente,cui pare di entrare nella preistoria,dove si trovano imponenti pietraie con massi e sassi maculati di rosa,che dovrebbero essere la gioia dei geologi, a confronto la pietraia del lago delle Forcioline sembra un piano asfaltato,solo sulla vicina Pic della Foncte Sante si può trovare qualcosa di simile e imponente...
Questo è il mio paradiso! Lascio il villaggio superando code di turisti,
quanta gente! ma per poco,presto abbandono questo mondo popolato per entrare nel mio mondo solitario,attacco il ripidissimo canalone,naturalmente non c’è traccia di sentiero,ma solo di camosci. Salgo alla meglio evitando il più possibile gli sfasciumi. Verso quota 2800 metri il vallone,se apre mostra tutta la sua bellezza,una grandiosa morena pare sbarrarmi il passo,
la supero sulla sinistra salendo quella petraia mobile che ogni passo può rivelarsi una trappola,ma devo vedere dove metto i piedi perché ci dovessi farmi male da queste parti,nessuno mi troverebbe,e tornerei a far parte in maniera discreta e silenziosa del ciclo naturale delle cose...
L’arrivo in vetta è quantomeno entusiasmante,sono sulla cresta della catena dello Chambeyron,il bivacco è lì comodo ed accogliente che mi aspetta,poco più avanti la vetta con una rudimentale croce ricavata da due pezzi di ramo,la più bella croce che abbia mai visto,povera e semplice,in tema con il messaggio che dovrebbe portare.
Oltre si scaglia contro il cielo il Peiras Coupà;quante fantasie mi ha prodotto quel nome quando da piccolo guardavo la cartina...infatti è proprio un'enorme pietrone tagliato.
Passo il pomeriggio a godermi questi fantastici panorami,ma non sono solo ,ogni tanto,un’ aliante mi sfiora passandomi sulla testa con suo caratteristico sibilo che fa mentre solca il cielo. Trovo anche un “punto telefonico”grande più o meno un metro quadro,proprio sotto la vetta,ne approfitto per trasmettere a Carla tutto il mio entusiasmo,ma lei dall’altro capo del “filo”mi gela,con un lapidario:”ariva peui a cà prest!,a l’uma da ‘n dè a fe la speisa!...”
In questo momento io e lei siamo distanti mille anni luce,io sono sulla mia nuvola dei sogni,lei è alle prese con le sue miserie quotidiane...
Faccio un’ispezione nel bivacco,è tanto piccolo quanto grazioso,ha una peculiarità;è senza confini,perché essendo posto sulla linea di confine,si può dormire con i piedi in Italia e la testa in Francia o viceversa,ma occorre non essere alti di statura altrimenti la testa o i piedi devono rimanere fuori...
Poi alla sera,che tramonto! tutte le vette e le nubi sotto di me si tingono di rosa.
Sdraiato nel bivacco con la porta aperta ammiro incantato i mutevoli disegni di una nuvola mentre cala il sole. Prima pare un drago, poi un serpente,poi ancora un signore con la barba,infine un viso di donna,e mi viene in mente la frase che Kant ha fatto scrivere sulla sua tomba:”...e il cielo stellato sopra di me”e..mi addormento...
Ma per poco,come si può sprecare ore di sonno con una notte così!
Ogni tanto esco, sono felice e fuori dal mondo quassù sopra le nuvole,mentre laggiù tra mille luci ci sono gli uomini con le loro preoccupazione e i loro affanni,molti non sono capaci di alzare la testa e guardare in alto...Poi verso le due vedo dei bagliori temporaleschi in lontananza nella zona di Gap,
ma il “gap” presto si restringe fino ad annullarsi,si alza il vento, sono avvolto nella nebbia che non mi abbandonerà più,comincia a nevischiare,entro nel bivacco e aspetto l’alba,sperando che sia radiosa.
ma...la perturbazione aumenta di intensità,forti raffiche di vento fanno scuotere questo guscio che mi ripara. Sorge l’aurora,si fa per dire...c’è una nebbia che si taglia col coltello,il terreno è completamente ghiacciato,per fortuna è calato il vento.
Che distratto! mi ero dimenticato che oggi 5 agosto è “dì ‘d marca” è la festività della Madonna della Neve. Si narra che in tempi lontani in questo giorno arrivò un perturbazione molto fredda e nevicò in abbondanza fino a bassa quota,allora la devozione popolare aggiunse un'altra madonna alle tante che già adorava e incominciò a festeggiare lo straordinario evento come una cosa sopranaturale,togliendo alla natura ciò che è di sua competenza...
Ho il dubbio Amletico,scendere o non scendere: “è molto meglio scendere,tra rocce e ghiacci, su pendii insidiosi, accecati dalla nebbia per poi forse vagare senza meta tra orribile pietraie e abissi profondi? Oppure rimanere quassù al sicuro nel mio bivacco e aspettare che passi la perturbazione?
Non ho dubbio,scendo! Jolie mi fa da guida,dove lei e passata in salita passa anche in discesa,certo il pendio e ghiacciato e devo scendere un sfasciume di 40 gradi,ci metto una vita,ma ci riesco,poi sempre seguendo la mia guida raggiungo la morena e meno male che si schiarisce un po’,
il tempo necessario per non perdere tempo,e verso mezzogiorno arrivo alla tanto agognata Fouillouse.
Entrando nel villaggio davanti al suo esercizio vedo monsieur Bourrillon, si regge malapena in piedi,è sostenuto dalla moglie.
Che tenerezza vedere anche questo tramonto della vita! Mi riconosce,e molto che non ci vediamo...mi fa delle feste e mi parla col il suo francese mischiato al patois e al piemontese,
chiedo loro se posso fargli una una foto ricordo, accettano volentieri e posano fieri di fronte al loro negozio. Poi con una vigorosa stretta di mano ci congediamo con un “arveisse!!!”ma in cuor mio so che questa sarà l’ultima volta...
Data:04-05 agosto 2010
località partenza:Fouillouse
quota partenza:1880 mt
quota vetta:3219 mt.
dislivello 1339 mt.
difficoltà:F.
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