La salita alla cima del monte Ribè, è pur sempre una piacevole e gratificante escursione, e se ad essa ci aggiungi l'accoglienza di un amico nella sua baita splendidamente ristrutturata nella borgata di famiglia, la giornata assume toni entusiastici.
Per il monte Ribè si lascia l'auto a Frise, una delle frazioni di Monterosso Grana che si raggiunge percorrendo la valle Grana, svoltando a sinistra subito dopo l'uscita di Monterosso. Dopodiché si transita a San Pietro e poco dopo, a Saretto, si abbandona la strada che prosegue verso Santo Lucio de Coumboscuro e si prosegue a destra nella stradina che, in poco più di 4 chilometri, raggiunge la ridente località di Frise. dove abbiamo appuntamento con l'amico Secondo, cui lasciamo indumenti e bottiglie indispensabili per la pausa pranzo.
Da Frise ( 1220 m), il cui toponimo pare certo derivi dalla italianizzazione del sostantivo provenzale 'fràisse', frassino, a conferma del territorio boscoso caratterizzante l'omonimo vallone, zaino in spalla, imbocchiamo il sentiero che in breve ci porta all’uscita della borgata dove ci soffermiamo a visitare il bel cimitero esposto a sud con davanti tutte le cime innevate, dalla Rocca Radevil, ai monti Grum e Bram fino alla Punta dell’Omo, monti che dalla pianura vediamo quotidianamente in lontananza e che ora sono lì di fronte a noi illuminati dal sole in questa splendida mattinata.
Proseguiamo poi fino alla successiva borgata di Ruera le cui case sono state ben ristrutturate e dove in mezzo alla scalinata di pietra è sbocciato un bel cespo di primule, il sentiero prosegue al limitare del bosco fino a raggiungere un bivio che a destra porta verso il vallone delle cave di lose, mentre noi proseguiamo a sinistra inoltrandoci nel bosco su sentiero ben segnalato che ci permette di raggiungere un piccolo colle da cui, al dritto, si scende verso Riosecco e Pradleves mentre noi, deviando a destra, raggiungiamo in breve tempo la croce del Monte Ruera (1360 m).
Ritornati al colle iniziamo a salire nel bosco di faggi diretti verso Il Monte Ribè e cominciamo a calpestare neve resa ormai ben calpestabile da passaggi precedenti, raggiungiamo così il crinale verso Frise nuovamente baciati dal sole caldo con sempre di fronte lo spettacolo delle cime innevate e, superato il bivio che scende verso Comba iniziamo a salire verso la cima Ribè che scorgiamo in alto. Nel bosco fitto di faggi il sentiero si fa via via più ripido, sempre su neve ben calpestata e con numerose tacche che indicano in modo chiaro il percorso fino al tratto finale che aggira un grosso masso dietro il quale compare la croce di cima del Monte Ribè (1576 m). Lo spettacolo si amplia sulla dorsale alla sinistra idrografica della Valle Grana con i monti Cauri e Chialmo, la Rocca Cernauda e la Punta Tempesta, aldilà dei quali c'è la Valle Maira. Ci concediamo una sosta in cima per le foto di rito e per continuare ad ammirare il panorama offerto da questo balcone privilegiato.
Ora non ci rimane che scendere lungo la crestina denominata Costa Boli sprofondando nella neve ormai molle e non ancora calpestata e, prima della faggeta, imbocchiamo sulla sinistra una traccia che costeggia il versante Sud-Est del Monte Ribè e poi scendiamo dritti lungo una ripida pista con relativi ruzzoloni fino a raggiungere la Borgata Sarasin, sicuramente una delle più popolate e attive per la produzione di latte da destinare alla caseificazione del Castelmagno DOP. Ci troviamo infatti in un'area dove la particolare varietà e la fragranza delle erbe presenti nei pascoli costituiscono il presupposto fondamentale per i caratteri distintivi di qualità, sapore e profumo di questo eccellente formaggio
C'è anche da dire che nella borgata Sarasin si trova un affresco, datato 1809, raffigurante la Madonna e gli angeli, di cui due con la faccia nera che qualcuno collega come riferimento all'invasione della vallata da parte dei saraceni.
E qui occorre dire qualcosa sull'etimologia delle borgate Sarasin e della vicina Crosasso (Crousas) che, secondo la leggenda, pare abbiano il significato derivante rispettivamente dai saraceni e dai crociati, con i primi sconfitti da una legione di crociati provenienti dalla Provenza (come descritto nel blog "leggende della Valle Grana").
A Sarasin l'amico Secondo ci ha preceduto e con la moglie Ida ci attende con una sontuosa polenta, arricchita con l'inimitabile Castelmagno, e altre specialità da acquolina in bocca.
Concluso il lauto pranzo accompagnato da copiose libagioni, autisti esclusi, riprendiamo la strada fino a concludere l’anello odierno a Frise soffermandoci ad ammirare il lavoro di potatura dei frassini di cui il nostro mentore ci descrive la tecnica di ardite arrampicate di ramo in ramo per permettere al fusto dell’albero di crescere dritto in previsione di poterlo utilizzare in futuro come trave del colmo del tetto e scopriamo anche che i rami e le foglie dei frassini costituiscono delle vere e proprie leccornie per mucche e capre che ne sono ghiotte.
Escursione effettuata il 20 Marzo 2025
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, José, Maria Teresa, Osvaldo con la cortese compagnia di Caterina, Antonietta e di ben due Giuseppe che aggiunti a José ne fanno la “smana di 3 Beppe”
Località di partenza: Frise di Monterosso Grana 1220 m
Punto più elevato raggiunto: Monte Ribè 1576m
Dislivello cumulato in ascesa: 442 m
Sviluppo complessivo del percorso: 6,3 km
Tempo in movimento: 2h 30'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc