Il fondatore dell’ordine certosino è Bruno di Colonia nato intorno all’anno 1030 da una famiglia benestante. Intrapresi in Francia gli studi a Reims divenne professore di teologia. Scontento, nella sua mente si rafforzò la vocazione per un altro genere di vita, più appartata dal mondo, quasi eremitica, fondando in una valle poco accessibile nel massiccio della Chartreuse vicino a Grenoble la prima Certosa. L’ordine certosino si trova nella necessità di opporsi a tutto quanto di terreno e materiale distoglie l’uomo dalla ricerca di Dio. Il fine dichiarato e proprio quello di “cercare Dio con più ardore nel proprio intimo attraverso la preghiera e una vita di solitudine e di silenzio”. A capo di ogni comunità vi è il Priore, mentre il Procuratore si occupa dei fratelli conversi, monaci laici che si occupano dei lavori artigianali, dell’agricoltura, dell’allevamento e di tutte le occupazioni pratiche del monastero. Dopo essere stati per un breve periodo alla Losa, i certosini in valle di Susa si trasferirono nella zona di Monte Benedetto a monte di Villar Focchiardo ricevendo in dote donazioni di terre, somme di denaro, prodotti in natura e decime, che con acquisizioni fatte dagli stessi certosini costituirono un esteso patrimonio fondiario concentrato nella bassa valle di Susa. Contemporaneamente da una economia basata quasi esclusivamente sulla pastorizia si passa ad una più agricola, con diverse colture. Il luogo scelto per la Certosa è il tipico “deserto” analogo a quello in cui S. Bruno fondò la prima Certosa: una conca che non si intuisce da fondo valle protetta dai valloni del Gravio e del rio Buggia. Inizialmente vi era una parte alta, dove risiedevano i monaci, e una parte bassa detta Correria dove vivevano i fratelli conversi, quelli ai quali erano riservati i lavori manuali. I monaci certosini vissero a Monte Benedetto per c.ca trecento anni. Poi decisero di scendere più in basso a Banda e poi ad Avigliana prima del trasferimento definitivo alla Certosa Reale di Collegno dove andarono alla metà del Seicento conoscendo un nuovo periodo di splendore spirituale e economico. A Collegno i monaci restarono sino a metà Ottocento quando una legge soppresse gli ordini religiosi con l’alienazione di tutti i beni Come è fatta e come è organizzata una Certosa. L’arredamento è essenziale perché nulla deve distogliere il monaco dalla preghiera e dalla comunione con Dio. Lungo le pareti della chiesa si trovano gli stalli dove si siedono e si appoggiano i monaci durante le funzioni. Anche l’altare è spoglio, fatto da una sola pietra, mentre la campana scandisce le funzioni e quindi anche la vita del monaco certosino. Altro elemento è il grande chiostro sul quale si affacciano le celle dei monaci collegate tra loro e con la chiesa da un camminamento coperto. Le celle dei monaci sono piccole casette con letto, tavolino, stufa e libreria, mentre i pasti sono confezionati da una cucina comunitaria. Altro elemento importante è il giardinetto dove il monaco può sostare all’aperto, ma sempre in solitudine. Così si viveva alla Certosa di Monte Benedetto.
Uno sguardo d'insieme alla Certosa
Guardando al frontale della chiesa
I pannelli esplicativi
L'interno della chiesa della Certosa
L'edificio dell'attuale foresteria
All'interno di quello che un tempo era il chiostro