PROLOGO Sabato 20 giugno, h.22:30, Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Alessandria. Intorno a me un ammasso caotico di barelle e lettini con le ruote, qualcuna ferma con persone distese, altre spinte freneticamente verso chissà quali corridoi, cliniche, ambulatori...Anch'io da circa 5 minuti sono sistemato su uno di questi lettini, non ho un filo di voce, la botta rimediata nel pomeriggio mi ha schiacciato la parte sinistra dal costato al collo del piede! Una banale corsa discendendo il vallone della Meris in Val Gesso, inciampo, volo in avanti e faccio appena in tempo a proteggermi istintivamente il viso con le braccia...plano direttamente su uno spuntone di gneiss...sento scrosciare le costole all'altezza del cuore, sbatto il ginocchio sinistro sul duro, escoriazioni sulle mani, sul ginocchio e sulla coscia sinistri...quando mi rialzo respiro a fatica, come se fossi stato colpito da un pugno al ventre, passa solo un filo d'aria nell’affanno del bisogno di ossigeno per la corsa e la voce è roca e affannata...riprendo a camminare in discesa, alzando le braccia per aiutare la cassa toracica a dilatarsi un po’ per riprendere la respirazione. Sanguino abbondantemente dal ginocchio e dalla mano...in un ruscello riesco a ripulire le escoriazioni e mentre compio questo istintivo gesto di allontanamento del tetano, sento il respiro in ripresa ... Sulla barella del pronto soccorso non posso che stare seduto, appoggiando i gomiti sulle gambe per sorreggermi! Qualsiasi altra posizione mi procura fitte crudeli al costato, mentre il ginocchio va assumendo sempre più la forma di una palla! Vorrei tossire, sbadigliare, poter inspirare profondamente ma al minimo accenno devo desistere per evitare altre lance dirette al costato!!! Per fortuna ho sempre con me delle caramelle, le stesse che porto con me quando salgo in quota in quanto è l’unica cosa commestibile che il mio stomaco non rifiuta! Ora sono preziose per ammorbidire la gola e scongiurare eventuali dolorosi colpi di tosse...Il mio piccolo zaino che prudenzialmente ho sempre al mio seguito contiene anche la pila frontale e un libro, l’unica possibilità di distrazione e di compagnia sino a che sarà il mio turno di visita. Che lentamente avviene intorno alle h.3:30, quando una voce femminile scandisce finalmente il mio nome! Si susseguono rapidamente ma con ordine preciso, da protocollo, domande, visite alle parti ferite, 4 prelievi di sangue, flebo con antidolorifico, medicazioni e fasciature, radiografie al costato e al ginocchio sinistro, ecografie all’addome...Passano altre due ore in attesa del referto, durante le quali l’effetto dell’antidolorifico endovena mi permette di assumere la posizione orizzontale, senza peraltro chiudere occhio. H.6:30: la dottoressa Rossana U. esce dall'ambulatorio e mi legge il referto della diagnosi: Contusione costale sx, e ginocchio sx. Escoriazioni multiple. Stop. Il che significa che non ci sono fratture! Senza dire nulla mi alzo dal lettino, mi rivesto e mi dirigo verso l'uscita, dove un’assonnata Ros, dovrà recuperarmi per ritornare a casa! ... ATTESA E’ in questa condizione fisica e psico-fisica che trascorro i successivi 14 giorni prima dell’ascensione al Pic Coolidge, tra "esperimenti" empirici per tastare la condizione del ginocchio e soprattutto la respirazione e senza mai fermarmi nelle normali attività quotidiane di lavoro…Alla fine di questo periodo considero che affrontare l’ascensione (che non presenta, almeno dalle descrizioni e informazioni prese da tempo, particolari difficoltà di arrampicata -difficoltà mai superiori al III-, attraversamenti su ghiacciai nella norma, canalini eventualmente con presenza di sfasciumi e/o ghiacciati, creste aeree ma sempre e comunque ben protette…), costituisca il mio primo esperimento di ascensione in condizioni fisiche NON perfette! Diciamo che sto per apprestarmi a trascorrere due giorni in quota al 75% delle mie normali condizioni!!!
... AZIONE Lascio ora alle immagini e ai loro commenti il “racconto” di questi due splendidi giorni vissuti nella gioia più totale e nella condivisione di quella passione devastante che ci accomuna, la Montagna!
(Voglio dedicare queste mie personali considerazioni di questa "piccola" impresa alpinistica a Marco Conti e a Mirella Becciu -per gli amici Mark&Mire- citando direttamente una riflessione di Marco di due giorni fa': “...obiettività...è autocritica, riconoscere i propri limiti...raccontare molto semplicemente la verità...”! Essì, l’Alpinismo e in generale, la Montagna non ti permettono di barare (come invece accade troppo spesso nella vita quotidiana, una volta scesi a valle!!!). Chi è salito almeno una volta in quota, qualsiasi essa sia e in qualunque parte della Terra, sa che "le montagne non ti vogliono strappare lacrime o sorrisi, non ti chiedono scusa nè tendono tranelli. LE MONTAGNE SONO COME GLI SPECCHI: TI CI VEDI DENTRO, NUDO, COSI' COME SEI"...Kilian Jornet).
Anna soddisfatta all'uscita del canalino!
...stessa espressione per Mire!
Io e Mary tra i ruderi di un vecchio bivacco!
Ancora una veduta sul ghiacciao pensile
Al Col de la Temple!
Si attacca la fascia rocciosa a nord, lungo una cengia!
All'uscita dalla cengia obliqua, cresta e canaloni...si fa' più facile!
Si parte per l'ultimo tratto sino alla spalla che conduce alla vetta!
Sull'ultimo pendio ghiacciato!
Io che arranco sull'ultima crestina prima dell'anticima!
Mark, Anna, Vassili e Mire verso la vetta!
Sergio a Mary sull'anticima!
Il gruppo sulla vetta del Pic Coolidge!
Io appollaiato sull'anticima!
La Barre dalla cima!
Eterna discesa, tra passaggi e sfasciumi!
Si scende!
Facciamo anche una discesa in doppia, per evitare il canalino...