Quella vissuta sabato è stata una giornata davvero straordinaria, che sicuramente corona ad una stagione speciale, vissuta con un entusiasmo a dir poco irrefrenabile. Ho sempre affrontato con passione tutto ciò che riguarda la montagna, oserei dire a 360°…dalle prime camminate su sentiero, alle prime cime, alle prime ricerche delle difficoltà. Ad esempio mai avrei pensato che mi sarei lasciato coinvolgere nell'arrampicata in falesia o in montagna su vie di più tiri, figuriamoci nel provare a salire su massi (attività che reputavo senza senso ), eppure ho passato buona parte dell'autunno scorso in valle Ellero…intervallando qualche via in Sbarua ed in Perti…e chi l'avrebbe mai detto!!!!…
Ma è arrivato il freddo, l'inverno…quello vero.
Stop quindi all'arrampicata…già mi vedevo proiettato su pendii nevosi intonsi, alla ricerca di quella libertà che solo l'andar per monti in inverno, è in grado di farti provare… Poi manco fossi stato sulla via di Damasco, ecco l'invito ad aggregarmi a Paolo, per quella che sarebbe stata la mia prima cascata di ghiaccio. E' stato amore a prima vista…assolutamente inatteso al quale è difficile dare una spiegazione.
Sicuramente mi piace vedere il lato romantico della cosa… Sentire l'aria ghiacciata che ti sferza il viso durante un avvicinamento, trovarti in un ambiente che molti potrebbero reputare ostile, magari sotto una fitta nevicata, pensare con apprensione alla salita che ti aspetta, cercare con lo sguardo ed il naso rivolto all'insù la colata, la goulotte, il canale…e poi ecco…rimanere affascinati dal suo colore, dalla sua linea, dalla sua forma… E quando ci sei sotto...non so, forse è capitato solo a me, ma mi è quasi parso che il legame che ti lega al tuo compagno pare più stretto, si rafforza, diventa assoluto. La salita è libera, magari è già stata individuata e delineata da altri, ma sei tu che segui la tua linea, sei tu che decidi dove chiodare, sei tu che imposti il tuo ritmo, il tuo disegno…e poi è davvero fantastico come in un intero inverno tu non possa mai trovare le stesse condizioni, mai lo stesso ghiaccio… Tutti i sensi sono all'erta, vivi il mondo che ti circonda, l'ambiente unico in cui ti trovi, ma sei concentrato su dove appoggiare le punte dei ramponi, senti il loro lo stridere e cogli il loro morso…odi la vibrazione che la picca produce ad ogni colpo, vedi il ghiaccio che si crepa e vieni investito da migliaia di cristalli freddi…senti la presa farsi sicura o ricerchi l'equilibrio migliore...un passo dopo l'altro…verso l'alto, al freddo… Tutto questo non oso immaginare quanto potrebbe essere accentuato dal salire da primo, dove anche la paura, l'apprensione, il desiderio di riuscita si mescolano per un turbinio di sentimenti unici.
Da buon amante dei libri, soprattutto quelli a tema, l'acquisto del libro 'Cascate' (Scotto-Ghibaudo) è stata veramente una piacevole sorpresa perché, oltre ad un elenco dettagliato delle cascate note e meno note, effimere o di formazione sicura della zona, vi è, in introduzione, la storia dell'arrampicata su ghiaccio, con riferimenti anche alla situazione locale. Un lungo capitolo da leggere, che già di per se rende il libro interessante agli occhi di chiunque. Si ricordano così le imprese di Cecchinel e Jager i quali sperimentarono per la prima volta nelle Alpi la tecnica del 'Piolet Traction', usando non una, ma due piccozze conficcate con forza in alto, trazionandosi ad esse con le braccia, aiutandosi con i ramponi piantati anch'essi frontalmente nel ghiaccio. Ma è ciò che accadde nel nostre basse vallate che ha il risvolto che più mi affascina, le prime salite su cascate formatesi per il congelamento di piccoli rivi d'acqua alle rigide temperature invernali. Verso la fine degli anni '70 infatti Romeo Isaia e Piero Marchisio salgono, proprio grazie a questa tecnica, la prima cascata di ghiaccio in Italia. E' il 18 dicembre 1977!! Si tratta della Ciucchinel, nome datole proprio in onore del grande 'ghiacciatore' francese, forse modificato dai fumi dell'alcool, che si forma in pieno nord , in una stretta gola poco sopra l'abitato di Celle di Bellino. Grazie a questi precursori, l' iceclimbing prende il volo ed anche grazie a nomi assoluti quali Grassi, Comino giusto per citarne alcuni, si è arrivati ai giorni nostri.
Dopo aver salito con Paolo il 'Paretone' e Martinet via di dx, ricevo il messaggio da parte di Lorenzo che propone, qualora il freddo fosse tornato a farci visita, un'ultima salita stagionale, proprio su questa cascata.
Sono da poco passate le 8 del mattino…Il termometro dell'auto, parcheggiata al sole, segna -8°…è incredibile, fino ad un giorno prima si sentiva quasi odore di primavera…ed ora faccio quasi difficoltà a vestirmi, le mani insensibili non permettono di preparare lo zaino in maniera rapida.
Affrontiamo la salita che porta all'attacco alternandoci nella battitura della traccia, si intravede ancora il segno dei precedenti numerosi passaggi, ma le ultime nevicate hanno quasi cancellato tutto, come a sancire la fine naturale della stagione.
Mi sento un po' a disagio, è la prima volta assoluta che affronto una salita con Lorenz, lui è bravo ed io sono alle prime esperienze, la paura di non essere all'altezza mi mette un po' d'ansia. Ma lui è tranquillo e questa sua tranquillità è incoraggiante. I movimenti di preparazione sono comunque sempre gli stessi, ed in lui traspare la stessa passione che ci accomuna…è contento di esserci, rimane piacevolmente impressionato dalla colata larga, gonfia…sapeva che il suo intuito e la sua esperienza non gli avrebbero fatto prendere una cantonata, ma forse è ancora meglio di ciò che si aspettava.
Il primo tiro è piuttosto incassato a 60/70°, su ghiaccio buono, forse persino troppo morbido, almeno all'inizio, solo in pochi punti è presente un po' di crosta dovuta all'effetto del gelo e rigelo. Probabilmente me la sarei sentita di salirla da primo, come mi aveva incoraggiato a fare Lorenz, ma credo che una dovuta dose di riverenza non guasti, sia per quanto concerne il socio odierno, sia per quanto riguarda l'attività in se. Mi sono appena avvicinato, quindi per quest'anno è andata bene così, magari il prossimo inverno….. Il secondo tiro è un canale nevoso a 60/65°, mi viene da ridere a pensare come su una simile inclinazione, quasi non me ne accorgo…tutto perché è il tratto più pianeggiante dell'intera via!!!. Arriviamo così alla base del terzo tiro, quello chiave dell'intera salita. Un muro di ghiaccio di quasi 50 metri che in uscita arriva a quasi 85°…è impressionante, ma ancor di più immaginare nel lontano '77 cosa abbia voluto dire salire tale lunghezza. Lorenz parte con assoluta calma, ci siamo solo noi, possiamo goderci appieno tutto questo. Grossi frammenti di ghiaccio precipitano lungo il colatoio, una vite, due, tre, lo vedo ragionare sulla logicità della linea da seguire, le condizioni del ghiaccio, molto duro e spaccoso, rendono il tiro assolutamente non banale, ma lui trasmette tutt'altro, tanto che quando è il mio turno mi sorprendo di come sia salito in così nonchalance. Lo raggiungo così in sosta dove, dopo l'immancabile foto di 'vetta' optiamo per una più veloce e sicura discesa in doppia. Per completare la cascata rimarrebbe ancora un tiro su neve e con un risalto ghiacciato a 65°, che però imporrebbe una discesa dall'altro versante della montagna, senza permetterci il veloce recupero degli zaini alla base della Ciucchinel.
Con due doppie ci troviamo così in breve, alla base della cascata, per recuperare gli zaini… Mi hanno concesso di salire anche la Ciucchinel…sono vie che non posso sentire pienamente mie perché salite da II, ma personalmente essendo consapevole di questo, me le godo ugualmente per quello che mi hanno lasciato… Il rinnovato amore per la montagna nella sua veste invernale, la forte passione per questi nastri ghiacciati, la consapevolezza di avere amici davvero straordinari con i quali non è solo bello poter condividere le difficoltà e le gioie di una salita, ma anche tutto il contorno della giornata.
E' stata una gran giornata di ghiaccio, condivisa con un socio con il quale spero di condividere altre giornate insieme e con il quale non solo condividiamo la passione per la montagna, ma anche e soprattutto paese di residenza (Vicoforte) e la data di nascita (31 maggio 1976). Due giovani ragazzi, che hanno fatto un salto nella storia…
Data: 16/03/2013 Quota max: 2110 Partenza da: Celle di Bellino Quota partenza: 1675 Dislivello: 435 Zona: Val Varaita Difficoltà: D+ (III/3+/D1)