Partiamo da casa che qualche fiocco di neve danza in cielo.. Le previsioni meteo sono contrastanti, comuni nel dare nevicate più intense dal pomeriggio, ma al mattino ognuno dice la sua. Fiduciosi ci incamminiamo, tanto a meno che non sia in corso una copiosa nevicata, poco importa se fa freddo o se qualche fiocco fa la sua comparsa, anzi tutto ciò, renderebbe l'ambiente ancora più fiabesco.
La strada scorre veloce almeno sino all'inizio della vallata. I pendii più alti paio imbiancati di recente, gli alberi assumo forme uniche, sembrano tanti piccoli batuffoli di cotone, il cielo è grigio sopra di noi (sono lontani i tempi in cui era azzurro sopra Berlino) e mi pare persino strano sperare che possa rimanere tutto così..non ho voglia di vedere il sole..fondamentalmente credo che rovinerebbe, e non poco, l'atmosfera.
Mi rendo conto quanto sia assurdo…io adoro la stagione invernale, mi è sempre piaciuta la neve, apprezzo da sempre la montagna più nella sua veste bianca che non in piena estate..eppure è una delle primissime volte che mi ritrovo a risalire la strada che porta nel cuore della Val Varaita. Mi appare come sconosciuta, non riconosco cime lontane, non riconosco paesi, tutto è bicolore come in una fotografia d'altri tempi.
Poi ecco, appare ai nostri occhi la prima colata significativa al di là della valle..e che colata!!!! Gli occhi di Paolo brillano, la Gàstock è davvero impressionante, il suo colore azzurro rompe la monotonia di colori e la fa brillare ancor di più in mezzo a tutto quel bianco… Ne rimaniamo per un attimo ipnotizzati, ma sappiamo bene che non fa per noi o meglio, non per me di sicuro!!!. Man mano che ci avviciniamo a Pontechianale sento crescere in me la stessa sensazione magica provata una settimana fa'. Da un lato un po' di preoccupazione ed ansia da prestazione, dall'altro una gran voglia di esserci, di sentire il rumore del ghiaccio superficiale che si crepa quando la becca della picca lo penetra, dello stridere dei ramponi sulla superficie ghiacciata, il dolore che si prova ad ogni bollitura. E' assurdo, com'è possibile che si possa desiderare di essere a -10°, sotto una nevicata, a cercare di salire effimere linee di ghiaccio, infreddoliti, a mala pena riscaldati da un sorso di thè caldo custodito gelosamente nello zaino, quando la maggior parte della gente è a casa, al riparo dalle intemperie, magari riscaldata da un bel fuoco. Eppure è così…non me lo so spiegare...
G. Grassi, pioniere delle arrampicate su giaccio negli anni '80, a tal proposito diceva: ''...avventurosa ricerca del richiamo del freddo. Arte recentissima, fine e paziente, di arrampicare sul volto gelido della montagna, là dove il ghiaccio vive e propone un gioco diverso....ricerca di un modo di essere particolare, un'apparente filo conduttore capace di proiettarsi nelle ombre delle vallate alpine dove l'acqua si arresta, per un tempo indeterminato, in un affascinante cammino verticale...Una sfida permanente ad una logica fatta di sottili equilibri......il piacere della capacità tecnica, che si affina e si perfeziona da un'ascensione all'altra. Un mondo nel quale arrampicare assume il significato di un rito'.
Mi viene da ridere pensando al mutare dei tempi…chissà cosa avrebbero realizzato certe persone, se avessero avuto a disposizione tutto ciò che il progresso ha dato a noi…eppure forse è proprio il risvolto romantico della cosa che affascina di più…pensare a questi grandi alpinisti, a questi grandi uomini che si muovevano con mezzi antidiluviani, che affrontavano l'ignoto, non spinti da sponsor, non spinti dalla brama di notorietà, ma dalla voglia di realizzare loro stessi attraverso le proprie fatiche, attraverso i propri successi. Fantastico…
Oltrepassata la diga di Pontechianale buttiamo uno sguardo alla zona dove è allestita la festa del ghiaccio, mentre noi proseguiamo verso la nostra meta, c'è chi è già al lavoro da un pezzo..grandi!!
Le colate, molto evidenti, si susseguono come giostre al parco giochi, la Bonvin, il Paretone, la zona della Pineta, ed eccoci arrivare in prossimità di Gallina Galli, variante di sx e di dx…tutte vengono analizzate da Paolo con la precisione di un certosino. Lui vorrebbe salire una linea nuova e queste ultime due sarebbero interessanti, non fosse che l'idea di attrezzare una sosta su ghiaccio per entrambe le cordate non lo esalta più di tanto…Io sono come spaesato, mi fido di lui, quindi non ho preferenze, so che ovunque ricada la scelta sarà azzeccata. Alla fine optiamo per andare a vedere quanta gente può aver optato per l'anfiteatro della Pineta…a detta di Paolo è impossibile trovare poche cordate, ma la speranza ci accompagna. Arriviamo al parcheggio dove due ragazzi si stanno preparando…ci sono solo loro…ragazzi questo si che è c**lo…ehm, fortuna!!
Pochi metri di avvicinamento e siamo alla base dell'estetica goulotte che dà accesso all'anfiteatro soprastante. Il ghiaccio è ottimo ed abbondante. E questo non è altro che un piccolo antipasto, si tratta infatti di due tiri con pendenze moderate tra i 60° ed i 65°…ma è all'uscita che si presenta ai miei occhi è uno spettacolo della natura assoluto. Radi alberi innevati alla sommità di un vero e proprio anfiteatro roccioso, dove splendide cattedrali di ghiaccio bianco e blu paiono riversarsi dall'alto come una pioggia di cristalli. Sono vere e proprio sculture naturali, stalattiti di ghiaccio enormi dove come sempre l'uomo appare minuscolo al confronto. La cordata che ci precede è alle prese con l'ultimo risalto di Pineta Nord Classica. Siamo solo noi…nel frattempo la neve inizia a scendere più copiosa, ma non da fastidio, ti fa sentire ancora più inserito nell'ambiente. La cascata è di due tiri, il primo è sicuramente il più impegnativo, un risalto a 85° porta ad successivo muro stalattitico a 85/90° e quindi alla sosta; il secondo è semplicemente il proseguo naturale della cascata, si è sui 60°, che porta ai pendii superiori, dai quali è possibile, a piedi, scendere e tornare alla base. Che dire…sarà che salendo da secondo si ha una spensieratezza maggiore, sarà la tranquillità che ti viene infusa dai soci di cordata, sarà che è così bello esserci che vuoi assaporare ogni singolo istante, ma è come se non avessi mai fatto niente di più bello e completo. La sensazione che ti trasmette il controllo degli attrezzi, la pace che ti deriva da una maggior concentrazione sono impagabili. Non esiste freddo, non esiste gelo, non esiste bollitura delle mani, non esiste nulla di negativo, vedi solo il bello di quello che fai.
Una volta tornati alla base, ci spostiamo sulla linea di Bella d'estate…stupenda d'inverno. Già il nome dice tutto di lei… Una cordata ci precede, ma decidono di non affrontare il muro verticale di uscita ed arrivati alla sosta si calano. Paolo invece affronta tutto con un unico tiro, cosa che ti viene permessa con corde da 60 mt. La salita è davvero in plasir, sarà perché comunque più facile rispetto alla precedente, sarà perché come in tutte le cose della vita, più fai pratica e più migliora il tuo approccio, fatto sta che in un attimo risolviamo anche questa linea.
Una settimana fa ero rimasto estasiato dalla prima cascata…ma è niente se paragonato alla giornata odierna…mette male mettere su carta la moltitudine di emozioni che mi accompagnano mentre scendiamo il sentiero che ci riporta alle macchine…sono carico come un mulo, le viti appese all'imbrago quasi me lo tolgono d' in vita, la corda sulle spalle, le picche che sballonzolano e rompono un po' i maroni, ma è come non avessi nulla…mi sento leggero ed un ampio sorriso si apre al mondo.
Lo so, per chi è un abituè o se solo ne parlassi qualche km più a valle (alla festa del ghiaccio), molti riderebbero leggendo queste mie parole o sentendomi parlare, ma mi interessa poco, ciò che è veramente importante è ciò che mi rimane dentro dopo una giornata vissuta come quella di oggi!
Alla base di tutto c'è poi la costante di avere la fortuna di poter sempre condividere queste emozioni con buoni amici, che non ti giudicano, che sanno capirti e che sanno darti spensieratezza anche quando manca un po' di tranquillità interiore. Forse siamo quasi alla fine della stagione, e non so se si riuscirà a fare altro, ma purtroppo o per fortuna, tornerà presto il nuovo inverno.
D'obbligo il ringraziamento a Paolo e Manu, ed al mio capocordata odierno Alex, alla sua seconda e terza cascata da primo (e non è un gioco di parole!). ..così pure le scuse a Lorenzo per non essere passato a festeggiare una giornata fantastica con un buon bicchiere di brulè..