La mia prima stagione alla ricerca di cascate era passata ed ero in valle per compiere una classica salita sul Becco della Pazienza. Forse suggestionato dall'esperienza invernale,durante la marcia al rifugio scoprivo un numero incalcolabile di cascate e vivevo nella bellissima dimensione della scoperta,accentuata dalla frenesia di fare progetti,fantasticando sulle ali dell'immaginazione,già tutto nell'azione futura ancor prima che questa fosse iniziata. Al ritorno della salita, con i piedi cotti bei pesanti scarponi,forse per la stanchezza e per non so che,giù verso il fondo valle vidi in una gola incassata e senza luce una gigantesca stalattite di ghiaccio alta un centinaio di metri. Mi parve di non capire bene,ma sicuramente non era una visione provocata da un qualunque allucinogeno…… giugno esplodeva con tutta la sua forza vitale e il suo calore.Fu come un FLASH nella mia mente,non so spiegarvi altro. (Gian Carlo Grassi)
La valle in questione, di cui parla Gian Carlo è la Valnontey,amata da tutti gli specialisti di questa disciplina alpinistica e la colonna di ghiaccio che lui vide nei primi anni '80 molto probabilmente è la cascata che sono andato a scalare ieri. Dopo averla salita per la prima volta con P.Marchisio il 13 marzo del 1985 la battezzò 'Flash Estivo'. Con Radu e due suoi amici,Alfredo e Claudio,facciamo il viaggio in piena notte e prima che faccia giorno siamo già al parcheggio di Valnontey. Di recente ho letto che a qualsiasi ora parti non sei mai il primo ma forse oggi lo saremo. Lasciamo la macchina che è ancora buio e con i frontalini ci incamminiamo verso il fondo valle,la nostra cascata è una delle più lontane,ci aspettano oltre due ore di avvicinamento. Non è stata una bella salita,il ghiaccio spaccoso e la relativa caduta di pezzi di ghiaccio provocati dalle piccozzate ci ha accompagnato per tutti i quattro tiri con la relativa tensione di non fare danni a chi ci seguiva. Inoltre ho attrezzato tutte le soste su ghiaccio dal momento che le soste a chiodi non le ho proprio viste. Anche chi ci ha preceduto nei giorni scorsi avrà avuto i nostri stessi problemi,quattro abalakof sono la testimonianza che le calate in doppia non sono state fatte dalle soste fisse sulla roccia. Invece,Alfredo e Claudio tenendosi più a sinistra durante la salita riescono ad approdare alla penultima sosta a spit, la sosta dove pochi minuti dopo……… Quando Radu esce dall'ultimo tiro intravede una fettuccia nella neve e scavando trova la sosta fissa,mi recupera velocemente e ci prepariamo per le quattro doppie che ci riporteranno agli zaini lasciati alla base. Mentre il mio socio si cala,Alfredo mi raggiunge e si prepara a recuperare Claudio ma per non intrecciare le corde aspetta che mi cali. Mi calo,raggiungo Radu e Claudio,mi assicuro ai chiodi di sosta e sentiamo un CRACK,un forte boato. D'istinto lo sguardo va verso l'alto e intravedo una cosa bianca gigantesca che al rallentatore cade nella nostra direzione. Il tutto si è svolto in una frazione di secondo; il rumore,i nostri sguardi verso l'alto e il terrore nel vedere la grossa stalattite cadere a piombo verso di noi. Ci ritroviamo appiattito contro la roccia e siamo salvi,una sporgenza di mezzo metro della roccia al di sopra delle nostre teste ha evitato la tragedia. La stalattite battendo al di sopra delle nostre teste esplode in mille pezzi di giaccio che procedono verso il fondo della cascata con un gran boato. Quante cose si pensano in un secondo. Ricordo perfettamente che mentre mi spalmavo contro la parete rocciosa ho detto;'di qui non usciamo vivi'. Il tempo di un sospiro e sentiamo Alfredo che spaventatissimo e a gran voce si sincera della nostra incolumità. Di rimando gli urlo'Tutto bene!!!' Ma subito dopo lo sguardo corre in giù dove,due ragazzi che hanno salito una variante a sinistra della cascata si stanno calando in doppia,uno si trova in posizione supina ancorato alle rocce e l'altro ……. Momenti di paura,di terrore, di urla concitate nel sincerarsi dell'incolumità di quel povero Cristo laggiù appiattito contro le rocce e forse anche centrato da qualche blocco di ghiaccio. Ma oggi la 'dea bendata' è stata magnanima con tutti quanti. Il ragazzo alla sosta fortunatamente non è stato colpito,il suo compagno nel momento del crollo aveva già finito la doppia e si trovava al riparo di un promontorio roccioso. Velocemente e con lo sguardo all'insù ci siamo calati alla base dove ormai rilassati abbiamo anche potuto fare qualche battuta scherzosa. Chi si accinge a fare una salita su ghiaccio sa che si trova in un ambiente ostile per l'uomo meno tempo sta nel pericolo e meglio é. La velocità è un fattore determinante per la sicurezza,prima si finisce la scalata e prima ci si mette fuori da possibili pericoli e ora mentre scrivo mi arrabbio con me stesso;per il tempo perso nella marcia di avvicinamento,per il tempo perso alla base della cascata prima di salire,per la lentezza durante la salita. Invece noi a mezzogiorno,quando il sole stava già scaldando la parte alta della cascata,avevamo appena iniziato a scendere. Troppo tardi!! A quell'ora dovevamo già essere alla base. Ringraziamo la 'Dea fortuna',poteva essere una tragedia.
Data: 12/02/2011 Quota max: 2200 Partenza da: Valnontey Quota partenza: 1666 Zona: Valle di Cogne Difficoltà: Cascata Flesh Estivo D+ III/3