Come descrivere qualche cosa che fino a poco tempo prima potevo solo lontanamente immaginare? Non credo che troverò le parole giuste per raccontare questa esperienza forse perché certi sentimenti che ti nascono dentro non si possono esprimere, li puoi solo assaporare per un fugace attimo, e senza che te ne accorgi sono già diventati ricordi...ricordi che però sono ormai scolpiti nella mente, e niente potrà cancellarli. Per me e la mia Emi il nostro viaggio di nozze in Patagonia ha rappresentato questo, un susseguirsi di emozioni via via più intense che, almeno per me, ha trovato il culmine al cospetto di due miti: il Fitz Roy e il Cerro Torre
Le premesse prima della partenza non erano delle migliori...'Ok la Patagonia, ma niente trekking!' era il diktat della mia allora fidanzata Da un lato la capivo, per lei doleva essere completo relax, ma dall'altro...come si fa a fare 13000 km e non andare a dare un occhiata alla 'montagna impossibile'? Dopo aver consultato un po' di guide riesco a strappare il consenso per almeno una escursione di mezza giornata. Certo mi rendo conto che è come lanciare i dadi e tentare un doppio sei...le montagne della Patagonia sono famose per il clima perennemente tempestoso, quante possibilità abbiamo oggettivamente di vederle con un solo giorno a disposizione, o poco più? Poche, maledettamente poche Ma non voglio darmi per vinto in partenza!
E così, nella nostra seconda settimana in Patagonia, eccoci in viaggio in autobus da El Calafate a El Chalten, 220 km, 3 ore di inquieta attesa per capire se il sogno potrà realizzarsi. Una prima speranza mi viene regalata quando ancora mancano quasi 100 km, siamo appena in vista del lago Viedma quando il tormentato orizzonte della cordigliera andina viene d'un tratto sconvolto da un insensato profilo che pare tracciato come provocazione da una mano invisibile. Questa è stata la prima sensazione alla vista, la prima, del Cerro Chaltén, meglio conosciuto come Fitz Roy. Sono confuso, dall'idea (sbagliata) che mi ero fatto: credevo che mi aspettasse un lungo cammino per poterne godere della veduta, e invece mentre sono ancora comodamente affondato nella poltrona di un autobus granturismo, la sua vista improvvisa mi incute in misto di esaltazione, stupore e forse anche un pizzico di delusione...come se una donna tanto desiderata e sognata si concedesse troppo velocemente...
Al nostro arrivo a El Chalten, dopo una tappa alla sede delle guardie del parco che ci informano minuziosamente sulle possibilità di escursione in zona (compreso l'atteggiamento da tenere in caso di incontro con un puma! ) ci sistemiamo velocemente nella nostra 'Posada' e nel primo pomeriggio siamo in marcia verso la Laguna Capri. Dovrebbe essere una escursione relativamente breve, circa 1h e 45min, con un dislivello di circa 300 m. Il sentiero si rivela subito facile, e così sarà per tutto il percorso che per la verità dura un'ora soltanto...sarà forse che, come in tutte le cose, gli Argentini se la prendono comoda, sarà forse per la nostra smania di VEDERE...anche Emi, resasi conto della facilità del percorso rispetto a quelli che erano i timori iniziali, complice un clima straordinariamente favorevole e forte dell'esperienza delle escursioni sulle nostre belle Alpi Marittime, è esaltatissima Al primo bivio optiamo per il più vicino 'mirador', una sorta di terrazzo panoramico alla fine di un tratto di bosco di lenga (una pianta simile al faggio). Qui la panoramica sul Fitz Roy è mozzafiato non riesco a staccarvi gli occhi di dosso e a smettere di scattare freneticamente foto che risulteranno tutte uguali, ma poco importa. Credo di provare le stesse sensazioni che un appassionato d'arte proverebbe di fronte ad un capolavoro di un maestro. Ci spostiamo un poco, scatto, un altro poco, scatto, scatto e scatto ancora. Ritorniamo poi per un tratto sui nostri passi per raggiungere il bivio che in breve ci porta alla Laguna Capri (chissà poi perché 'Lago' Argentino, 'Lago' Viedma, ma 'Laguna' Capri...? ). Anche qui il colpo d'occhio non è da meno: una distesa d'acqua cristallina riempie lo spazio che prima era occupata da chiome di alberi ancora spoglie. Il primo giorno si conclude così nel migliore dei modi: l'escursione verso il Fitz Roy è stata facile e le condizioni straordinariamente favorevoli Domani ci dirigeremo verso quello che per me è il vero mito della Patagonia: il Cerro Torre. Avremo di nuovo la stessa fortuna? Secondo quanto ho letto il Torre è perennemente tormentato da tempeste, le sue vertiginose pareti sono costantemente avvolte nelle nebbie, le giornate di cielo sereno sono veramente poche lungo l'anno Riguardando meglio le foto del primo giorno e confrontandole con i poster appesi un po' ovunque realizzo che nelle prime foto fatte da lontano il Torre dovrebbe vedersi...ma in realtà non c'è. In una giornata particolarmente limpida per ammirare il Fitz Roy il Cerro Torre se ne stava ben nascosto: questo ci lascia non molte speranze
L'indomani mattina mentre andiamo a fare colazione butto l'occhio dalla finestra, avevo avevo già notato che si vedeva spuntare la cima del Fitz Roy oltre i primi bastioni a ridosso del paese, ma ancora una volta sono colto di sorpresa: la giornata è di nuovo stranamente limpida e le vertiginose pareti di roccia del Fitz Roy sembrano infiammate tanto il sole dell'alba le tinge di un caldo arancione. Che cretino sono stato... avrei potuto scendere un po' prima e uscire armato di fotocamera...pazienza, lancio nuovamente i dadi, ci proverò domani mattina, all'alba del nostro ultimo giorno a El Chaltén. Ci mettiamo quindi in marcia nella fresca mattina Patagonica, la temperatura è di circa 4°C, il vento per ora quasi assente, ma sappiamo che le condizioni possono cambiare anche molto velocemente. Superato il primo salto su comodo sentiero, il percorso verso la Laguna Torre si rivela solo un lungo spostamento alternato da qualche saliscendi. Il sentiero è sempre ampio e ben battuto, le tracce di neve sono ormai quasi inesistenti. In poco più di un'ora siamo al primo 'mirador'...se ieri la vista era eccezionale, quello che ci si para ora davanti è così grandioso da mandare in estasi il Fitz Roy riappare in tutta la sua maestosità, ma questa volta insieme al Mito: il Cerro Torre! Siamo ancora lontani ma le sue pareti vertiginose appaiono talmente severe che si ha quasi soggezione a guardarle. Proseguiamo ancora attraverso il bosco di scheletriche lenga e dopo circa 2h e 40min dalla partenza superiamo l'ultimo risalto di detriti morenici che contiene la Laguna Torre, un bellissimo lago glaciale, ancora parzialmente ghiacciato, dal quale la vista sul Torre è assolutamente grandiosa Ogni definizione, ogni aggettivo dato a questa montagna 'impossibile' sembra non essere sufficiente a descrivere questa lama di granito che si proietta per 2000 m al di sopra del ghiacciaio, con le sue pareti costantemente verticali, i poderosi strapiombi incrostati di ghiaccio e il curioso 'fungo' che sembra messo lì come ultimo dispetto ai pochi eroi capaci di affrontarlo. Non mi sembra vero di essere a 'due passi' da un luogo in cui leggende di ieri e di oggi hanno scritto la storia dell'alpinismo (o meglio 'andinismo' in questo caso)...Ferrari, Salvaterra, Egger, Maestri, Bonatti, solo per citarne alcuni Incantati davanti a tanta bellezza ed eleganza non ci accorgiamo dello scorrere del tempo, a ridestarci ci pensa un gelido venticello che ci sprona a metterci sulla via del ritorno, ma è impossibile non voltarsi indietro, ancora e ancora. Ci consola il fatto che in poco più di mezz'ora il mitico Cerro Torre comincia a celarsi dietro un velo di foschia che in poco tempo diventeranno nubi più dense...dunque è questa la sua solita veste... Ci sentiamo dei privilegiati per aver goduto di uno spettacolo così raro, e ce lo confermano tutti quelli del luogo: abbiamo avuto 'mucha suerte' ad aver trovato 2 giorni di tempo così bello e stabile La nostra fortuna non finirà qui.
Il mattino dopo mi metto la sveglia prima dell'alba, nel silenzio assoluto dell'albergo esco nell'aria gelida della nostra ultima mattina patagonica che si annuncia nuovamente serena. A passo svelto mi dirigo fuori dal paese, in direzione opposta alle montagne. Quando mi sono allontanato a sufficienza scopro con immensa gioia che i due giganti sono quasi sgombri dalle nubi e potrò nuovamente godere della loro vista, questa volta nella calda luce dell'alba. Qunando ancora El Chaltén è immerso nella penombra le cime del Fitz Roy e del Cerro Torre si colorano di un arancione così intenso che paiono infiammarsi, e questo fuoco scende piano piano, perdendo via via di intensità, fino a lasciare spazio ad un'esplosione di luce più bianca che ben presto inonderà tutta la vallata. E' questa l'ultima immagine che voglio conservare di queste fantastiche montagne, non mi volterò più indietro, se non per un fugace sguardo attraverso il finestrino dell'autobus che dopo poche ore ci riporta verso El Calafate, sguardo che tuttavia incontrerà solo una spessa coltre di nubi...meglio così, penso tra me e me. Adios
Data: 25-26-27/09/2010 Partenza da: El Chalten - Santa Cruz - Patagonia - ARGENTINA Quota partenza: 400 Zona: Patagonia Argentina, Santa Cruz Difficoltà: T/E