Domenica scorsa con lo Skipper e i ragazzi del 'gruppo alpinismo' di Chieri siamo andati al 'Paretone' di Machaby, bella giornata con …..il solito vento. Lasciamo le macchine al parcheggio e ci dirigiamo verso le vie chiedendoci se al ritorno troveremo i finestrini rotti, purtroppo in terra ci sono parecchi vetri rotti, evidenti segni degli scassi che continuano ad esserci da queste parti. 'Io per quest'anno ho già dato ( furto nel finalese ); ragazzi adesso tocca a voi!' Quando rientriamo a fine scalata è tutto a posto, almeno per noi, ma si sono aggiunti altri vetri in frantumi….qualcun altro ha finito male la giornata! Risaliamo il facile e breve sentiero ed arriviamo alla base della parete dove ci sono già diverse cordate impegnate sulle vie o in attesa di iniziare. Oggi la più gettonata sembra che sia la 'via delle bucce d'arancia', oltre alle due cordate impegnate ci sono altri ragazzi alla base e……infatti, si apprestano anche loro a voler fare questa salita. Una parte del nostro gruppo si dirige nel settore di destra a fare 'dolce luna', itinerario ancora libero,Lorenzo ha la geniale idea di mettersi in coda sulla 'bucce d'arancia' per poi lamentarsi per tutto il viaggio di ritorno….. 'Dai, Lurens,vieni via!' Io con Beppe, Walter e Paolino andiamo nel settore sinistro a fare la 'Diretta al banano', via storica dove per il momento non c'è ancora nessuno. Inizia Walter che si lega con Paolino, io li seguo con il mio 'socio' Beppe,'lo Skipper' che oggi si sente in piena forma,vuole iniziare lui…..ma non sa che il passo più duro è proprio qui all'nizio! Ravanando e imprecando, insultandomi e promettendomi 'vendetta, tremenda vendetta' arriva alla sosta dove lo raggiungo e proseguo per il tiro successivo. Così a tiri alterni, divertendoci e facendo salotto con le cordate impegnate sulle vie vicine arriviamo in punta al paretone. Dopo aver fatto salotto con altri 'climbers' ci riportiamo sul banano per discenderlo in doppia. Non ci resta che chiudere la giornata con il solito rito del panino e birra, questa volta con qualcuno imbronciato perché ha fatto troppa coda alla partenza, troppa attesa alle soste e…..non si è divertita. Ma te l'avevamo detto, Lurens vieni via!!
Adesso un pò di 'COME ERAVAMO' e un pò di storia del 'Banano'. Adesso chi và ai Monti dei Cappuccini può visitare il Museo della Montagna, ci sono ampi locali ben illuminati ed accoglienti,un luogo che si può definire accogliente. Ma tornado indietro nel tempo, diciamo fine anni '70, c'erano solamente dei locali bui e fatiscenti usati come sede dalla sottosezione U.E.T., locali che potevano essere usati anche da altri gruppi non necessariamente legati all'ambito della montagna. Per esempio, durante il periodo di carnevale il gruppo goliardico universitario organizzava il ballo il maschera al piano superiore e in quella serata poteva succedere di tutto….. Per accedere ai locali del C.AI. bisognava attraversare un giardino e transitare dalla 'Piola', punto di aggregazione degli 'alpinisti'. Il mercoledì sera e soprattutto il venerdì sera era il punto d'incontro di decine di persone legate da un comun denominatore;LA MONTAGNA. Un mondo variegato frequentava in estate il 'giardino' ed in inverno 'la piola' ma in tutti i due luoghi c'erano sempre bottiglie di birra e di vino….a volontà! Quando andavi ai 'Cappuccini' potevi incontrare l'operaio che prendeva accordi per una scalata con il libero professionista, c'era lo studente sbarbatello che organizzava l'uscita con il 'prufessur', c'erano i rivoluzionari e i baciapile, ragazze e ragazzi che uscivano da storie 'amorose' andate male, ma si rifacevano subito, alpinisti navigati e chi si avvicinava per la prima volta all'ambiente. Ubriaconi e astemi, ma questi ultimi duravano poco… Nascevano nuove amicizie e nuove cordate, gli istruttori della 'Gerva' venivano letteralmente soffocati dalle domande dei neofiti, sempre curiosi di sapere delle nuove vie appena aperte. Altri tempi, un altro mondo,un'altra epoca….l'epoca a cavallo tra l'alpinismo vecchia maniera con l'inizio dell'epoca dell'arrampicata fine a se stessa, il free climber. C'era il 'NANO maledetto',ottimo scalatore, piccolo di statura ma grande istrione. Quando Silvio V. era in vena, sempre, ti divertivi di sicuro. Grandi racconti di scalate e gran divertimento…era ottimo nel prendere in mezzo tutti quanti! Aveva arrampicato con Giorgio Bertone, arrampicava con Lorenzino Cosson; Alta Montagna, Montagna con la M maiuscola. Montagna dura, vie difficili in invernale, invernali di trenta o quarant'anni fa, cose da duri, ma non disdegnava le palestre di fondo valle, infatti in Val Di Susa ha legato il suo nome a diverse vie, forse la più bella è il 'Pilastro della San Marco'. Era intimo amico di 'Calimero' e quando una sera entra in piola con Gian Carlo…..che serata ragazzi!! Vi dicevo che si dilettava a prendere in giro i ragazzotti, a sfottere…… Una venerdì sera,il gruppo dei ragazzi più giovani, ci vantavamo delle nostre arrampicate; eravamo gasati e forse bevuti più del dovuto così 'il nano' ci tappò la bocca dicendoci più o meno così: ' Invece d'andare sempre su vie come la Cinquetti ( Via poco più impegnativa che la normale alla Sbarua) andate ad 'Arnaz' dove non ci sono chiodi, così vediamo se avete le palle…..e non dimenticatevi di portarvi la tendina da bivacco perché su da lì bivaccherete di sicuro. Ci disse il tutto con sarcasmo e come sempre in piemontese…penso che l'italiano non lo abbia mai imparato. ARNAZ ? E dov'è Arnaz? Quella fu la prima volta che sentimmo parlare di Arnaz, ci raccontò di una nuova palestra d'arrampicata sulla quale stavano aprendo delle vie, rigorosamente dal basso, dure e poco protette. L'anno successivo su 'Monti e Valli', organo della sezione torinese del CAI, uscì una monografia della 'Corma di Machaby', la descrizione di due vie che diventeranno storiche, la 'Via delle bucce d'arancia' e la 'Via le mani dal banano', rispettivamente un TD- e un TD sostenuto con attacco diretto. I due istruttori della Gerva che hanno curato l'articolo scrivevano:' …occorre sottolineare che la progressione è tipica dell'arrampicata su placca: leggera, delicata e molto tecnica, caratteristiche queste che sono acuite dalla difficoltà di aggiungere rinvii oltre a quelli già in loco. Queste particolarità impongono una preparazione adeguata: infatti, anche se le difficoltà non sono eccessive, è molto difficile (una volta che ci si è impegnati su un passaggio) riuscire a risolvere una situazione precaria affidandosi ai chiodi. Minkia!! ( Forse nel 1980 non si diceva.) Natale del 1981. Gesù Bambino mi porta in regalo il talmud degli arrampicatori, Cento Nuovi Mattini di Alessandro Gogna dove si relaziona la 'Diretta del Banano' con la variante del Galion e si parla delle 'Bucce d'arancia'. Nella primavera del 1982 con Cecco M. andiamo a Machaby a fare la 'Bucce d'Arancia'. Mi ricordo che alle soste leggevamo la fotocopia della relazione per capire dove si doveva salire, chiodi solamente uno o due per tiro; scalare da queste parti era veramente come era stato descritto sul bollettino del CAI. Natale del 1983. Gesù Bambino mi porta per regalo un altro bel libro sempre di Alessandro Gogna, Rock Story, dove si parla sempre della via 'Giù le mani dal Banano', variante Galion al Banano e delle varianti dirette al Banano. E poi? Poi sono ritornato altre volte a Machaby ma non ho mai fatto il Banano, altre vie e altri nomi. Adesso si dice 'andiamo al Paretone', hanno modificato, oltre ai nomi anche i percorsi delle salite. Ora c'è il 'Canale del Banano'( ma penso che non centri nulla) e la 'Diretta del Banano' con a pochi metri l'attacco di 'Anchorage'; non è che l'attacco di questa via fosse l'attacco originale della via storica 'Via le mani dal banano'?. Adesso le vie si incrociano, si sovrappongono, qualche sosta è stata anche spostata; a testimonianza della via storica rimangono due vecchi chiodi (che non si usano più) e qualche chiodo a pressione tagliato a fil di roccia. Altra testimonianza delle modifiche alle vie è l'attacco delle 'Bucce d'arancia', ora possiamo vedere la targhetta riportante il nome della via posizionata molto più a sinistra della scritta originale in vernice rossa che indicava l'attacco. Tutto ciò per 'raddrizzare' i percorsi e renderli più 'addomesticati' e far spazio ad altre vie nuove. Ora il 'Paretone' è conosciuto anche fuori dai confini Italici, domenica scorsa oltre a Torinesi, Genovesi e Bolognesi, c'erano degli Svizzeri, dei Francesi e anche degli Austiaci. Morale della favola: Ma la 'Diretta al Banano' è la stessa cosa della 'Via le mani dal Banano'???? Che domanda del Banano!!!!
Data: 04/10/2009 Difficoltà: D+ 5C Obbl.5B Sviluppo: 9 tiri per 280 metri circa