Bella escursione in quella che probabilmente è stata l'ultima bella giornata prima delle nevicate autunnali. La settimana scorsa eravamo saliti alla Capanna Vacca nella nebbia più totale: non avevamo visto nulla ma ci siamo resi conto che il rifugio è molto accogliente quindi abbiamo pensato di dormirci per salire al Giusalet il giorno dopo. Detto fatto, questa settimana le previsioni per la domenica erano buone, così sabato pomeriggio siamo partiti sotto un bel cielo coperto, confidando nel buon Mercalli. La salita fino al Vacca si svolge su una ex mulattiera militare, quindi il percorso è comodo. Questa volta ci vediamo anche intorno, quindi possiamo notare le devastazioni causate dall'alluvione di questa primavera, veramente impressionanti. Alla Capanna accendiamo la stufa, prepariamo cena e cerchiamo di far passare il tempo. Per fortuna intorno alle dieci di sera il cielo diventa improvvisamente sereno e si vede una quantità impressionante di stelle: speriamo in bene per domani. Il giorno dopo la giornata è splendida e partiamo per la salita. Basandoci sul dislivello pensavamo di fare abbastanza in fretta, invece scopriamo ben presto che il percorso si svolge interamente attraverso interminabili pietraie, con macchie di vernice e ometti a suggerire la direzione. Fortunatamente appena sopra il vacca si raggiunge la cresta ed il panorama è subito bellissimo. Raggiunta la Cima di Bard la pendenza diminuisce ed il percorso diventa una lunga passeggiata in quota, in un ambiente bellissimo e già in parte coperto di neve, che a volte cede rallentandoci ulteriormente. Tra la Cima di Bard ed il Giusalet avvistiamo alcune pernici talmente grasse da volare a fatica, ed alcuni stambecchi altrettanto grassi: tutti sono pronti per l'inverno. I nevai sono letteralmente coperti di impronte di animali e non capiamo bene cosa trovino da mangiare adesso a questa quota, però evidentemente qualcosa trovano. Raggiunta la vetta percorriamo tutta la lunga cresta verso l'estremità nord-ovest, poi torniamo un po' indietro ed iniziamo la discesa verso la Cima di Bard e le interminabili pietraie che ci attendono. La giornata è stata stupenda, limpida e calda come sono a volte le ultime giornate autunnali in quota. Il percorso per raggiungere il Giusalet dalla Capanna Vacca è decisamente più lungo ed impegnativo di quello che passa dal Rifugio Avanzà, ma dal punto di vista panoramico è decisamente migliore perché il tratto tra la Cima di Bard e la vetta si svolge in quota con visibilità in tutte le direzioni. Al ritorno alla Capanna troviamo parecchia gente, tra cui alcuni soci del CAI di Susa che collaborano alla gestione del locale. Ci raccontano che “una volta” si poteva anche salire alla cima passando direttamente sul ghiacciaio che arrivava quasi al Vacca, risparmiando tre quarti d'ora di tempo. Chi ci racconta non è mica un centenario, quindi parla di tempi relativamente recenti: ora invece il ghiacciaio è quasi scomparso: rimangono piccole lingue di giaccio che fanno quasi pena. Mi sa che la prossima generazione non vedrà nemmeno più quelle.
Data: 25-26/10/2008 Quota max: 3312 Partenza da: Lago d'Arpon Quota partenza: 1821 Dislivello: 1491 Zona: Moncenisio Difficoltà: EE
Prima dell'alba
La prima luce del sole
Il Forte Varisello
Signal du Petit Mont-Cenis
Il percorso di salita
Le caserme sotto il Malamot
Il lago del Moncenisio
Denti d'Ambin
Dalla Cima di Bard
I pianori alla Cima di Bard
Laghetto giacciato
Il gruppo dell'Orsiera
Gli ultimi metri prima della vetta
Dalla cima verso la valle di Susa
La cresta nord-ovest e la Cima di Bard
Denti d'Ambin e Pierre Menue
Lago della Vecchia e Rifugio Avanzà
Lago Savina
Orme di pernice
Dall'estremità nord-ovest, lago del Moncenisio e Cima di Bard