Escursione dedicata all'esplorazione di un vecchio sentiero che aggira Rocca Patanua. Tutto è iniziato l'anno scorso quando dalla Punta dell'Adois avevo visto la traccia di un sentiero che attraversava le rocce alla base di Rocca Patanua e permetteva di risalire verso il vallone sotto la Lunella senza dover salire fino alla Patanua. Un tempo le montagne erano piene di sentieri del genere che permettevano agli abitanti di spostarsi senza troppa fatica. Il sentiero parte dall'Alpe Tulivit e porta fino al pianoro alla base della Rocca del Prete. Lasciata l'auto alla cappella di Prarotto siamo saliti lungo il sentiero per Rocca Patanua fino a poco sopra l'Alpe Formica. Da qui un sentiero devia verso destra e porta all'Alpe Tulivit: oltre l'Alpe troviamo traccia del sentiero che ci interessa, che parte leggermente in salita. In effetti all'inizio la traccia non è molto visibile: la cosa migliore è seguire il tubo dell'acqua di plastica che scende fino all'Alpe Formica e che è utilizzato per abbeverare le mucche. Scopriremo che il tubo segue il nostro sentiero fino al vallone immediatamente sotto Rocca Patanua, dove poi risale fino a trovare evidentemente una sorgente. Decisamente la zona deve essere ben povera d'acqua, se i margari hanno posato più di due Km di tubo. Dopo i primi metri il sentiero diventa più visibile e, fortunatamente, è anche aperto: rododendri e altre forme di vegetazione sono stati eliminati lungo il suo percorso, non so se da uomini o animali. La traccia si segue facilmente fino a quando si raggiunge l'ultima cresta prima del vallone che sale alla Rocca del Prete. Qui sembra che la traccia scenda fino ad una spalla più in basso prima di cambiare versante. Abbiamo scoperto a nostre spese che non bisogna scendere ma proseguire in piano fino alla cresta: da qui si riesce ad intravvedere la traccia che si addentra nel vallone in leggera salita. Raggiunto il vallone lo si risale spostandosi progressivamente verso destra fino a raggiungere il bel pianoro sotto la Rocca del Prete, dove c'è anche un bel ruscello alimentato da un'ottima sorgente. Da qui non resta che risalire i prati fino al colle dove la cresta che sale da Rocca Patanua si unisce allo spartiacque con la valle di Viù. L'idea originale era di tornare indietro, poi abbiamo pensato che visto che eravamo arrivati fin lì tanto valeva salire in cima a qualcosa, così siamo saliti fino alla Punta Cruvin. Si tratta della cima immediatamente ad ovest della Lunella, così chiamata sulla carta IGC e senza nome nelle carte militari. In cima bel panorama e vento molto freddo. Scendendo abbiamo curiosato nelle pietraie e nelle tracce di vecchi scavi, trovando abbondanti quantità di fibre di amianto. Sembra che la pioggia le dilavi e che si raccolgano tutte in alcuni punti dove il terreno sottostante fa da filtro: il risultato è uno stato compatto di fibre che è meglio non respirare. Meno male che in valle non c'era amianto. Al ritorno abbiamo seguito il sentiero normale, passando per Rocca Patanua.
Data: 05/10/2008 Quota max: 2690 Partenza da: Prarotto Quota partenza: 1437 Dislivello: 1300 Zona: Valle di Susa Difficoltà: EE