Un anello sui monti di Mompantero. Dalla Madonna dell’Ecova al monte Molaras
Località di Partenza: Madonna dell’Ecova mt. 710 Dislivello complessivo: 690 mt. Tempo di salita: 2 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
La seicentesca chiesetta della Madonna dell’Ecova si trova sulla strada che da Susa sale verso il Rocciamelone poco sopra l’abitato di Urbiano nel comune di Mompantero. Da qui parte una traccia che alla borgata Braida, posta poco più su dell’edifico sacro, si sdoppia. Quella più a monte raggiunge Chiamberlando, quella più a valle traversando si porta in direzione della valle del rio Rocciamelone confluendo tutte e due a quote diverse sul sentiero 560 che salendo da fondovalle, da Foresto, raggiunge al termine di una lunga ascesa il colle della Croce di Ferro dal quale si scende nella valle di Viù. In questo itinerario si percorre la prima in ascesa, la seconda tornando raccordandosi le tracce con il sentiero 560 sul quale si sta per un tratto nel percorso discendente dal monte Molaras meta ultima di questo anello. Sostanzialmente si percorrono due sentieri quasi paralleli attraversando nel procedere il soleggiato versante di valle sopra la precipitante Rocca del Chiodo, per ambienti aridi e siccitosi, rocciosi, pesantemente percorsi di recente dal fuoco come altri di questa parte della valle di Susa. I piccoli insediamenti che si incontrano, tutti oggi privi di residenti fissi, gli estesi muretti dei terrazzamenti, i sentieri che li attraversano stanno a testimoniare come nel passato questi luoghi fossero fortemente antropizzati ricavando il montanaro sussistenza con la pastorizia e i coltivi che meglio si adattavano agli aridi pendii di questi versanti. Qui veniva coltivata la vite, i cereali, gli alberi da frutto, anche si fienava. Con l’abbandono si sono sostituiti ai coltivi via via le specie arboree come la roverella ed il pino silvestre di cui ora ci rimangono i resti carbonizzati. Oltre la salita al panoramicissimo monte Molaras, deturpato da un enorme traliccio, si spera tra poco demolito, in questo itinerario è assai interessante la parte in cui si discende per un tratto sul versante nord del monte nella valle del rio Rocciamelone ed il successivo attraversamento sotto le dirupate pareti meridionali. Itinerario che ben si presta ad essere effettuato dall’autunno inoltrato all’inizio della primavera poco fermandosi la neve sui soleggiati versanti che si attraversano.