Il Rio Meinardo è un affluente di destra del Sangone che si origina al confine con la val Chisone e sfocia poco a monte di Forno di Coazze. Ormai molti anni fa ste67 ha pubblicato delle relazioni sulla zona chi mi avevano incuriosito, e finalmente oggi riesco ad andarci. Lasciata l’auto nel piazzale vicino ad un campeggio ho seguito la strada che guada il Sangone e sale sul versante opposto fino alla partenza degli impianti sciistici abbandonati della Pisi. Continuando a salire lungo la strada si arriva alle Case Pisi dove si incontra la traccia di salita dell’impianto. Da qui sono salito nel bosco tenendomi un po’ a destra della traccia fino ad individuare il sentiero che sale spostandosi verso il vallone del Rio Meinardo. Il sentiero porta ai ruderi dell’Alpe Nuova, ormai completamente in rovina. Poco lontano c’è una bella sorgente da cui il sentiero prosegue in leggera discesa: guardando con attenzione si capisce che si tratta di una vecchia canalina per l’acqua. In un paio di punti la canalina scorre su muretti a secco per mantenere la pendenza: si tratta di opere che non ho mai visto altrove e che lasciano veramente stupiti. Adesso non si riesce a capire a cosa potesse servire tanto lavoro, forse ai tempi c’erano pascoli da irrigare. Dopo un po’ la canalina termina e il sentiero ricomincia a salire riportandosi verso un canalone con i fianchi ripidi in cui scorre il rio. Qui, intorno a quota 1500, una traccia attraversa il canalone per portarsi sull’altro lato: io la ho seguita e sull’altro lato ho trovato il sentiero(segnato su qualche mappa) che sale sull’altro versante del Rio Meinardo. Il sentiero è ben segnato da ometti quindi ho deciso che lo avrei seguito in discesa. Nel frattempo ho continuato a salire fino ad un punto in cui la traccia sembra quasi sparire: poco più in alto si trova una struttura molto particolare. Sembra una grande tavola rettangolare circondata da una panchina continua per sedersi, ma guardando meglio ci sono delle cose strane. Prima di tutto le tavole non sporgono dai basamenti, quindi se ci si sedesse si batterebbero le ginocchia. Poi la zona sembra attraversata da una canalina che portava acqua da una sorgente poco distante, e a metà della tavola c’è un passaggio in cui probabilmente scorreva l’acqua. Viene il dubbio che tutta la tavola fosse circondata dall’acqua. Il tutto è circondato da muretti a secco e a pochi metri c’è una profonda cantina o qualcosa di simile. L’acqua poi proseguiva lungo una canalina di cui è ancora visibile un tratto su un muretto a secco. Insomma si tratta di una struttura molto particolare e sarei curioso di sapere a cosa potesse servire. Dopo aver ispezionato il posto ho seguito la vecchia canalina che poco dopo è diventata una traccia di sentiero che progressivamente sale verso la zona dell’Uja. Ho continuato a salire sperando di riuscire a raggiungere la cima: il sentiero sale lungo una morena creata da un temporale in tempi passati, poi si perde nei rododendri ma si riesce a capirne la direzione e ogni tanto se ne ritrova una debole traccia. Terminati i rododendri non ho più trovato tracce mentre il pendio diventava erboso e sempre più ripido. L’erba, lunga e secca, era molto scivolosa ed il pendio sempre più ripido: sarei riuscito a salire ma poi sarei dovuto ridiscendere per la stessa strada e ho preferito evitare rischi con l’erba così scivolosa. Così mi sono arreso poco sopra ai 1900 metri di quota, peccato perché mancava poco. Probabilmente passando quando l’erba è ancora verde ci sarebbero meno problemi. Sono ridisceso fino al punto in cui avevo attraversato il canalone e ho continuato la discesa lungo la sinistra idrografica del rio fino a raggiungere la fine della strada sterrata che avevo lasciato alle Case Pisi: questo percorso è molto più diretto di quello di salita. Allego la traccia GPS del percorso e ringrazio ste67 per le ottime relazioni che descrivono il percorso di salita.
Data: 24/10/2018 Quota max: 1910 Partenza da: Forno di Coazze Quota partenza: 1050 Dislivello: 860 Zona: Val Sangone Difficoltà: EE