Gita esplorativa sulla montagna di Foresto, dove non ero mai stato. Da Foresto ho preso la mulattiera che parte dal lato ovest dell'Orrido e sale verso il Rocciamelone. Faceva un caldo da squagliarsi: sicuramente queste non sono zone da percorrere in estate. Ho scoperto che nella zona molti sentieri sono ben segnalati con dei segnavia e paline agli incroci: si tratta di un ottimo lavoro che aiuta non poco chi non conosce la zona. Io non ne sapevo niente ma ho presto scoperto che il percorso che intendevo seguire era segnalato da un cerchio rosso: altri percorsi hanno triangoli e altre figure. In ogni caso per orientarsi bene è sicuramente consigliabile la cartina al 25000 pubblicata dal parco Orsiera-Rocciavrè: il solito 50000 dell'IGC non è sufficiente. Salendo si incontra un primo sentiero sulla destra che scende verso il rio Rocciamelone per risalire verso il Truc S. Martino: non molto dopo, a quota 800 circa, un sentiero pianeggiante si dirige verso destra: il cartello indica “Armita”. Dopo un lungo percorso pianeggiante si arriva al torrente, da cui si vede una strana “caverna” prodotta dall'erosione. Attraversato il torrente il sentiero riprende a salire ed è abbastanza ripido. Poco dopo si arriva al bivio per Meisonasse, dove io ho continuato a salire verso l'Armita. Il sentiero guadagna circa 500 metri di dislivello con uno spostamento minimo: risale una parete molto ripida passando in luoghi che dal basso sembrerebbero impossibili, ed è sempre molto largo. Chi ha costruito questi sentieri, molto tempo fa, ha fatto un lavoro incredibile. Poco prima dell'Armita ci sono molti cespugli da agrifoglio, qualcuno ha perfino le bacche rosse. Al termine della salita sono arrivato all'Armita, che risulta essere la deformazione della parola “Eremita”. In effetti il posto è molto adatto ad un eremitaggio: si tratta di un balcone naturale che guarda sulla vallata. Un tempo c'erano prati pianeggianti, ora purtroppo le case sono diroccate e i prati sono infestati da piccoli pruni selvatici. Dall'Armita il sentiero si dirige verso est attraversando il vallone su un percorso pianeggiante. Una gradita sorpresa è Fontana Beneita: si tratta di un vero e proprio ruscello che esce dalla montagna, molto gradito dato che la salita, con quel caldo, mi aveva quasi sciolto. Nel frattempo ha iniziato ad alzarsi il vento, con raffiche anche forti. Appena oltre la fontana un sentiero, segnato con macchie rosse di vernice, sale verso la Fugera (almeno credo), io ho continuato a seguire il sentiero pianeggiante che va verso Cà Teissard. Dopo un po' il sentiero ha iniziato a salire: la cosa era anche segnata sulla carta così non mi sono preoccupato, ma devo essermi distratto perché sono finito su un sentiero segnato solo con macchie rosse che continuava a salire. Dopo un po' mi sono reso conto e ho visto il sentiero “giusto” attraversare un pendio ripido abbastanza più in basso. Probabilmente lo ho perso nei dintorni di un airal (piazzale) dove ho trascurato la regola d'oro: “per ogni airal c'è sempre un sentiero”. Comunque ho visto che il sentiero su cui mi trovavo puntava verso la cresta che sale da Cà Teissard e che avrebbe incrociato il sentiero che sale verso La Fugera, così ho continuato a salire: tento valeva finire di ammazzarmi di fatica. Raggiunta la cresta ho trovato il sentiero che scende dalla Fugera. Poco sotto ci sono due curiosi torrioni di roccia, poi sono arrivato a Cà Teissard dove ho ritrovato il sentiero che avevo perso. Seguendo il sentiero si scende rapidamente verso il Truc S. Martino e poi fino a Foresto. In definitiva si tratta di una gita interessante che attraversa zone quasi selvagge. L'esposizione la rende ideale per il periodo invernale, dato che la neve dura molto poco. Se posso terminare con un consiglio, direi di non sottovalutare il percorso. Guardandolo sulla cartina e basandomi sul dislivello mi sarei aspettato una gita non particolarmente faticosa. Invece, forse a causa del caldo, forse perché il sentiero è sempre molto ripido, o forse per chissà quale motivo, il percorso mi ha stancato molto più del previsto.