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Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal colle delle Vallette al colle dell'Assietta



Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal colle delle Vallette al colle dell’Assietta

Località di partenza: Balboutet mt. 1600
Dislivello complessivo: mt. 1370
Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei Sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

L’estesa dorsale montuosa che dal colle delle Finestre s’estende sino al colle del Sestriere, separando la valle di Susa da quella del Chisone, presenta tutta una serie di cime e colli facilmente accessibili da entrambi i versanti. Sul finire dell’ottocento è stata ampiamente fortificata con lo scopo di bloccare un’eventuale azione militare proveniente da oltralpe.
Partendo da fondovalle Chisone, da Balboutet, frazione di Usseaux, il sentiero 332 raggiunge il colle delle Vallette attraversando in ascesa la strada dell’Assietta. Non più accatastato, non riportato dalle carte Fraternali, poco percorso, questo sentiero sarebbe da pulire e da risegnare perché consente di sviluppare un interessante anello, quello proposto in questo itinerario. Usciti dal bosco e superata la strada dell’Assietta si fa più visibile e evidente quando, affrontata una balza, raggiunge una prima grande conca vocata al pascolo. Superata quella superiore e giunti al colle delle Vallette, seguendo una labile traccia si sale in vetta alla Cima delle Vallette, la più elevata del percorso, dalla quale si scende al sottostante, innominato colle, per poi salire sulla successiva cima, il monte Gran Pelà. Scesi ancora all’ampia depressione posta alla sommità del vallone dei Morti, dove sorgono i ruderi della gran caserma del Gran Serin, per sentiero o per strada ci si porta a ciò che resta del forte eretto in cima alla Punta del Gran Serin scendendo poi definitivamente al sottostante ultimo colle, quello dell’Assietta, dove s’intraprende l’interminabile, a tratti assai piacevole tratto di discesa nel vallone di Cerogne, che lungamente percorso riporta a Balboutet.
Un tantino stancante per via dei continui saliscendi, l’impegno profuso è ampiamente ripagato dalla visuale che s’apre sul crinale separante le due valli, sui corsi vallivi e sulle cime che li attorniano.

35 Immagine(i), Inserita il 10/10/2017

Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles



Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles

Località di partenza: Grange Mouchecuite mt. 1804
Dislivello: mt. 1011
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il massiccio del monte Jafferau divide la conca di Bardonecchia dalla Valfredda. Sulla sua sommità sul finire dell’ottocento è stato costruito un forte, oggi ridotto ad un rudere, raggiunto da una strada militare che traversando in quota unisce tra loro altri forti edificati per proteggere la valle. Sul versante che dà su Bardonecchia uno stradello di servizio a degli impianti di risalita scende verso valle terminando ai “Bacini” grossi serbatoi dove viene accumulata l’acqua proveniente dall’invaso di Rochemolles prima che una condotta forzata scenda ad alimentare una centrale idroelettrica. Sarà la traccia che si percorrerà per tornare prima di immettersi sulla decauville che lungamente percorsa riporta alle Grange Mouchecuite. La salita al monte Jafferau la si fa invece dalla Valfredda stando da prima sullo stradello di servizio all’alpeggio, poi sul sentiero che salendo un boscoso versante raggiunge alla sommità il forte di valle sul crinale dove transita la strada che porta al forte.
Dalla sommità del monte Jafferau la vista s’apre ampissima su tutto il solco vallivo dell’estesa Valfredda cinta dalle cime che dal Sommeiller vanno al Seguret passando per il Vallonetto, mentre dalla parte opposta emergono quelle della conca di Bardonecchia sino ai bianchi quattromila francesi che spiccano di lontano.
Dato che si percorrono per buona parte dell’itinerario stradelli per gli alpeggi, strade militari e altre di servizio agli impianti di risalita, conviene effettuare questo anello ad inizio stagione o dopo una pioggia essendo le tracce percorse assai polverose in caso di prolungate assenze di precipitazioni.

30 Immagine(i), Inserita il 30/09/2017

Un anello per il monte Palon per i colli delle Coupe e della Croce di Ferro ritornando per l'alpe Balmafol



Un anello per il monte Palon per i colli delle Coupe e della Croce di Ferro ritornando per l’alpe Balmafol

Località di Partenza: Slargo tra l’alpe Le Druge e l’alpe Le Combe mt. 1580
Dislivello complessivo: mt. 1420
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E Dal colle della Croce di Ferro all’alpe Balmafol EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia Fraternali
Editore

L’estesa catena montuosa che dal Musinè si propende sino al Rocciamelone presenta una serie di vette e colli sempre più elevati man mano ci si avvicina alla seconda cima. L’ultima di questo esteso crinale è il monte Palon, montagna che sfiora i tremila metri. Questa cima è raggiunta in questo itinerario.
Una strada stretta, ma quasi tutta asfaltata, da Chianocco, in bassa val di Susa, sale un assolato versante e superando in progressione più di mille metri di dislivello raggiunge l’alpe Le Combe dove termina. Qui giunti ci s’immette sul sentiero 565 che sale da fondovalle e che con una lunga serie di diagonali ascendenti e svolte guadagna il colle delle Coupe che dà sulla valle di Viù. Percorso per un tratto il crinale, passati sotto lo Costa Fenera si scende al colle che porta questo nome dove lungamente si prosegue traversando quasi in piano a monte di precipitanti e spettacolari pareti rocciose al termine delle quali si raggiunge l’ampia sella del colle della Croce di Ferro dove sorge un rifugio, la Capanna Sociale Aurelio Ravetto dominata dall’incombente mole del monte Palon. Proseguendo per un breve tratto sul sentiero che lascia il colle si raggiunge la base del piano inclinato, un’estesa dorsale che lungamente salita consente di guadagnarne convenientemente la cima. Scesi dal monte ci si abbassa nella valletta sottostante il colle della Croce di Ferro dove inizia l’impegnativo sentiero che lungamente percorso raggiunge l’alpe Balmafol da dove si torna all’alpe le Combe sull’ampia traccia di servizio all’alpeggio.
Dalla cima del monte Palon vista ampissima sulle valli, sui monti sino alla pianura dove emerge Torino.

40 Immagine(i), Inserita il 23/09/2017

Un anello tra la val Troncea e la valle Argentera. Salita al monte Apenna



Un anello tra la val Troncea e la valle Argentera. Salita al monte Apenna

Località di partenza: Borgata Pattemouche mt. 1600
Dislivello complessivo: mt. 1455
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa Alta - val Chisone Fraternali Editore

Le parallele val Troncea, dove nasce il Chisone, e Argentera, dove nasce la Ripa, s’incuneano profondamente nella catena alpina divise e chiuse da alte pareti rocciose e cime elevate pur disponendo di numerosi colli che consentono tra loro di comunicare come il col Clapis toccato in questo itinerario. Tutte e due incantevoli, la prima è diventata un parco naturale fruibile, mentre la seconda è percorsa da una polverosa strada lungamente pianeggiante che portandosi verso il fondo raggiunge il punto in cui si divide in due: la valle Lunga con il colle di Rodoretto e la valle del Gran Miol con i passi Frappier e della Longia che consentono di scendere nelle valli del Germanasca.
Partendo da Pattemouche, turistica borgata all’inizio della val Troncea, questo itinerario percorre lungamente l’interminabile stradello interdetto ai mezzi motorizzati di servizio ad un alpeggio dove inizia il faticoso tratto ascendente che porta al bivacco Clapis e poi al colle che porta questo nome dal quale si sale facilmente in vetta al monte Apenna. Scesi dalla parte opposta in valle Argentera, non si raggiunge il fondo perché ci s’immette sul sentiero balcone che percorrendo lungamente a mezza costa il fianco destro della valle conduce prima al nuovo bivacco Ratazzo in località Sette Fontane, poi alla borgata di Bessen Haut stando lungamente sulla Strada della Lombarda. Per chiudere l’anello occorre proseguire su strada sin l’abitato del Sestriere dal quale si scende a Borgata dove si prende lo stradello che lungamente percorso riporta a Pattemouche.
Lungo, interminabile, però assai appagante, questo panoramico itinerario pur non presentando alcuna difficoltà è riservato a buoni camminatori prestandosi ad essere effettuato di norma a fine stagione quando si è dotati di sicuro allenamento. Dalla cima del monte Apenna ampia veduta sui monti delle due valli e ancora oltre perdendosi la vista sino alla pianura.

48 Immagine(i), Inserita il 16/09/2017

Un anello per la Punta Nera tornando per il colle e la valle del Frejus



Un anello per la Punta Nera tornando per il colle e la valle del Frejus

Località di partenza: Borgata Les Granges mt. 1589
Dislivello complessivo: mt. 1520
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E. EE l’attraversamento della Comba Gautier sulla via del ritorno
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Due ravvicinate cime, separate tra loro da una breve tratto di crinale, identificano la Punta Nera, la montagna che domina Bardonecchia in alta valle di Susa. Sulla prima, da dove si scorge di sotto l’abitato, sorge una croce metallica, mentre sulla seconda, più spostata sul versante francese, è presente un ometto di pietre.
Partendo dalla borgata Les Granges, l’ultimo insediamento sulla strada per il fondovalle Frejus, percorso il sentiero “Sotto la Roccia” che porta sulla strada per le Grange della Rho, raggiunta questa borgata da tempo priva di residenti, si sale all’ex caserma al Piano dei Morti utilizzando due tracce profondamente diverse, tra loro in alternativa. Sulla via per il colle della Rho si stacca il sentiero, poco segnato, sempre evidente, che lungamente percorso conduce sul crinale e poi sulle due cime che si raggiungono al termine di un faticoso tratto ascendente. Per tornare, volendo sviluppare un anello, si può decidere di scendere alla strada che riporta alle Grange della Rho e poi a quelle del Frejus per il facile vallone Rebour in territorio italiano. Una valida alternativa, che allunga però non di poco il percorso, utilizzata in questo itinerario, è rappresentata dalla discesa nel vallone francese del Frejus. Giunti al colle, che porta questo nome, una ripida traccia fatta di innumerevoli svolte s’abbassa in direzione di Bardonecchia. Lungamente sempre scendendo e traversando, superata quasi a valle l’impegnativa Comba Gautier discendente dalla Punta Nera, una piacevole traccia riconduce a Granges dove questo lungo anello si chiude.
Se si esclude l’attraversamento della Comba Gautier, questo itinerario non presenta alcuna difficoltà se non data dalla sua lunghezza presentando al termine del percorso tratti assai piacevoli da percorrere.
Salendo veduta incomparabile sulle dolomitiche cime che separano il vallone della Rho da quello della valle Stretta. Dalla Punta Nera vista ampissima sulle valli e sui monti di entrambi i paesi confinanti.

40 Immagine(i), Inserita il 23/08/2017

Un anello nella valle di Rochemolles. Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde passando per la Cima Gardiola e la Cima del Gran Vallone



Un anello nella valle di Rochemolles. Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde passando per la Cima Gardiola e la Cima del Gran Vallone

Località di partenza: Rochemolles mt.1610
Dislivello complessivo: mt. 1600
Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta val Susa Fraternali Editore

La destra orografica del lungo vallone di Rochemolles che va dal colle del Sommeiller al colle del Frejus, separante il territorio italiano da quello francese, presenta tutta una serie di cime intermedie e colli a cui si accede partendo da fondovalle. Il versante italiano è precipitante, aspro e dirupato: pertanto, una volta raggiunti i colli, alle cime ci si arriva traversando normalmente in territorio francese, l’unico accessibile.
Partendo da Rochemolles e raggiunto lo sbarramento della diga, una faticosa traccia sale con innumerevoli svolte al colle della Pelouse dal quale si guadagna per sfasciumi e rocce rotte il crinale che dà sul vallone di Paumort dove inizia il lungo attraversamento, per lo più in territorio francese, toccando per via alcune cime innominate, poi la Punta Gardiola, infine la Cima del Gran Vallone. Tornati indietro di poco, individuato il punto, si scende il ripido pendio che dà sul vallone di Paumont raggiungendo così il passo di Roccia Verde dove parte l’imperdibile un tempo mulattiera militare che ardita ed interminabile scende direttamente all’abitato di Rochemolles.
Mentre la salita al colle della Pelouse e la discesa dal passo di Roccia Verde a Rochemolles non presentano alcuna difficoltà se si rimane sulla traccia, l’attraversamento dal colle della Pelouse al Passo di Roccia Verde, toccando le cime, richiede una certa esperienza e dimestichezza a muoversi in ambienti dove non esiste traccia in quanto si attraversano ripidi pendii per lo più fatti a sfasciumi dove conta molto prestanza fisica e esperienza.
Da queste cime vista imponente sui monti e sulle valli spingendosi lo sguardo assai lontano sino a quattromila francesi che spiccano all’orizzonte.

40 Immagine(i), Inserita il 23/08/2017

Un anello tra la Conca dei Tredici Laghi e la Conca Cialancia. Salita alla Punta Founset e alla Rocca Bianca



Un anello tra la Conca dei Tredici Laghi e la Conca Cialancia. Salita alla Punta Founset e alla Rocca Bianca

Località di Partenza: Arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond mt. 2477
Dislivello complessivo: mt. 1060.
Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Salendo la valle Germanasca in direzione di Prali, poco prima dell’abitato di Perrero si stacca sulla sinistra una strada che dopo aver toccato alcune borgate dell’Inverso prosegue verso l’alta valle del rio della Balma. E’ la strada militare della Conca Cialancia. Partendo da 750 mt. di fondovalle, con uno sviluppo complessivo di c.ca 25 km. questa strada, tuttora in ottime condizioni di esercizio, raggiunge i 2450 mt. terminando nei pressi dei laghetti sottostanti il passo della Cialancia, colle che immette nella conca dei Tredici Laghi.
Per sviluppare convenientemente questo anello, assai lungo, conviene utilizzare, sia per scendere che per salire, i due tratti di seggiovia che da Prali consentono di raggiungere il Bric Rond. Passati di poco sotto il Cappello d’Envie, raggiunto il lago Ramella o dei Cannoni, saliti al passo di Cialancia si guadagna la cima che lo domina, la Punta Founset. Ritornati al passo si scende nell’incantevole parte alta del vallone della Balma, nel parco naturale provinciale della Conca Cialancia, e toccando la strada di cui s’è detto si percorre in senso inverso la parte terminale dell’interminabile sentiero 201 che partendo dalla borgata Linsard si conclude appunto al passo di Cialancia. Giunti nei pressi dell’alpe Cialancia si prosegue su altro sentiero che percorso porta in vetta alla Rocca Bianca passando per gli alpeggi della Balma Inferiore e Superiore. Stando lungamente infine sulla panoramica pianeggiante traccia costruita dagli alpini sul finire dell’ottocento, raggiunto il lago d’Envie, si torna su questa al Bric Rond dove l’anello si chiude.
Anomalo come percorso, infatti ad un primo tratto dove si sale, ne segue un secondo dove si perdono poco meno di 900 mt. di dislivello recuperandone poi con un terzo poco più di 700 mt. che consentono prima si salire in vetta alla Rocca Bianca, poi di raggiungere la stazione d’arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond.
Spettacolare nella prima parte per la veduta che si ha sui monti che cingono la valle Germanasca e sull’incantevole conca dei Tredici Laghi, questo itinerario percorre poi la parte alta del vallone della Balma entrando nel Parco Naturale Provinciale della Conca Cialancia dove si attraversano ambienti aspri, selvaggi e dirupati.

35 Immagine(i), Inserita il 11/08/2017

Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal col delle Finestre al colle delle Vallette



Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal colle delle Finestre al colle delle Vallette

Località di partenza: Bivio a Pian dell’Alpe dove inizia la strada dell’Assietta mt. 1911
Dislivello complessivo: mt. 1158
Tempo complessivo: 6 ore e 45 minuti c.ca salendo a tutte le cime
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

La strada dell’Assietta parte da pian dell’Alpe, sopra Usseaux il alta val Chisone, per terminare al col Basset nei pressi del Sestriere. Molto amata dai bikers e dai motociclisti, traversando lungamente incontra per via numeroso colli e cime. Vi è però un’altra strada, di più antica origine, che transita ancora più a monte di questa. A suo tempo genialmente realizzata, da tempo abbandonata e lasciata all’incuria, partendo dal colle delle Finestre termina sulla prima al colle dell’Assietta passando di poco sotto la Cima Ciantiplagna, il colle delle Vallette ed il Gran Serin. Questo itinerario ne percorre un tratto: dal colle delle Finestre al colle delle Vallette.
Partendo dal Pian dell’Alpe, raggiunto il forte al colle delle Finestre, ci s’immette su questo stradello che lungamente traversando si porta al colle della Vecchia transitando nello splendido vallon Barbier dove si sale ad alcune cime laterali e poi su quella più significativa, la Cima Ciantiplagna. Si scende poi da questa al colle delle Vallette dove ci si abbassa nel sottostante vallone terminando sulla strada dell’Assietta che percorsa lungamente riporta al Piano dell’Alpe.
A suo tempo magistralmente realizzato, sempre in discrete condizioni, giunti al colle della Vecchia lo stradello percorre l’alto crinale che divide la valle del Chisone da quella di Susa, attraversando ambienti di alta qualità paesaggistica incuneandosi con svolte e diagonali tra colli e cime tra le quali spicca la Cima Ciantiplagna la più alta del lungo crinale che dal colle delle Finestre va al colle del Sestriere. Da questa cima, come dalla altre raggiunte da questo itinerario, la visuale s’apre ampissima sulle due valli e sulle cime che le attorniano.

40 Immagine(i), Inserita il 30/07/2017

Un anello per la Punta d'Almiane dal vallone di Rochemolles rientrando per la Valfredda



Un anello per la Punta d’Almiane dal vallone di Rochemolles rientrando per la Valfredda

Località di partenza: Slargo nel punto in cui la decauville incrocia la strada per il rifugio Scarfiotti
ed il colle Sommeiller mt. 1927
Dislivello: mt. 1092
Tempo di salita: 3 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca tornando dalla Valfredda
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il vallone d’Almiane, laterale a quello principale di Rochemolles a monte di Bardonecchia in alta valle Susa, si stacca sulla destra, poco prima della grande diga, terminando al fondo con la punta che porta il nome della valle. Isolato, solitario, poco frequentato dagli escursionisti, la salita alla vetta di questo monte non presenta particolari difficoltà.
Poco dopo aver attraversato il rio della valle, una traccia, evidente e segnalata alla partenza, s’inoltra all’interno del vallone toccando in successione tre alpeggi da tempo abbandonati, anche se i pascoli sono tutt’ora utilizzati, superati i quali sparisce. Seguendo prima lungamente il corso del rio, risalendo poi i ripidi ed estesi pendii fatti di rocce rotte e instabili sfasciumi, si raggiungono al termine di una faticosa salita i ruderi del piccolo ricovero in vetta alla Punta d’Almiane assai panoramica sui monti della valle di Rochemolles e su quelli che attorniano la Valfredda. Percorso un tratto del crinale e individuato il canalino di discesa, ripido, ma percorribile, si scende poi dalla parte opposta in Valfredda che lungamente si percorre passando per il grande piano dove sorgono le Grange. Continuando a scendere sull’interminabile stradello di valle si finisce sulla decauville, sulla quale ci s’immette, che si percorre per un buon tratto così tornando allo slargo sulla strada per il colle Sommellier dal quale si era partiti.
Dalla cima di questo solitario monte, la Punta d’Almiane, vista ampissima sui monti delle due valli: dalla spettacolare Rognosa d’Etiache, al Sommellier, alla Cima del Vallonetto che domina la Valfredda, e su molte altre cime ancora perdendosi lo sguardo sino ai lontani quattromila francesi.

35 Immagine(i), Inserita il 27/07/2017

Un anello per la Grand Hoche e la Guglia d'Arbour con aggiramento della Punta Clotesse



Un anello per la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour con aggiramento della Punta Clotesse

Località di partenza: Chateau Beaulard mt. 1400
Dislivello complessivo: mt. 1700
Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

La dolomitica catena montuosa che contraddistingue la destra orografica della valle della Dora, dalla Punta Charrà alla Punta Clotesse, presenta una serie di cime e colli intermedi tra cui la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour raggiunte in questo itinerario.
Spettacolari viste da fondovalle, apparentemente inaccessibili dalla parte italiana per le ripide pareti nord strapiombanti, la salita a queste vette risulta impegnativa per alcuni tratti esposti che avrebbero bisogno di essere messi in sicurezza così come è stato fatto per la ferrata degli alpini della vicina Punta Charrà. Ci si riferisce alle svolte e al traverso terminale sotto la Punta Clotesse che permettono di accedere al passo dell’Orso dove sorge il bivacco Blanchetti.
Questo itinerario, partendo da Chateau Beaulard e passando per il rifugio Rey, superato il Rocher de la Garde con ripetute svolte ascendenti si porta al punto in cui inizia il traverso di cui s’è detto, da affrontare con la dovuta attenzione, che consente di raggiungere un colletto dal quale si scende al Passo dell’Orso. La salita alla Grand Hoche e alla vicina guglia d’Arbour a questo punto non presentano alcuna difficoltà se non data dall’erta e faticosa dorsale che occorre percorrere per raggiungere queste cime vicine tra loro. Volendo sviluppare un anello, tornati al Passo dell’Orso si scende nel vallone francese Des Acles per poi risalirlo sino al Passo di Desertes che riporta in territorio italiano. Appresso si percorrono le diagonali discendenti ricolme di detriti che portano la traccia sin sotto la croce di S. Giuseppe dove inizia il lungo traverso che si conclude al colletto Pourachet. Lasciato lo stradello che scende a Oulx passando per Vazon e Pierremenaud, rasentata la cappella della Madonna della Cotolivier, per sentiero traversante gli ameni pendii che danno sul versante della Dora si torna a Chateau Beaulard.
Lungo, impegnativo, stancante per la risalita che porta al Passo du Desertes, questo anello percorre ambienti di rara bellezza paesaggistica aprendosi la vista dalle cime conquistate, sulle catene di monti, sulle valli sino ai quattromila francesi che spiccano di lontano.

45 Immagine(i), Inserita il 20/07/2017

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