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Album Foto > Album personali > Beppe46 11451 immagini in 423 albums visti 1095453 volte
Un anello sui soleggiati pendii tra Salbertrand e Oulx sino al rio Seguret e alla cava di gesso



Un anello sui soleggiati pendii tra Salbertrand e Oulx sino al rio Seguret e alla cava di gesso

Località di partenza: Oulme mt. 1040
Dislivello complessivo: mt. 500
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

L’esteso versante all’Indiritto, che da Salbertrand in alta valle Susa s’estende sino al rio Seguret, ruscello sfociante nella Dora presso Oulx, è ricoperto da una fitta foresta di pini silvestri, specie che predilige i pendii soleggiati dove, data la conformazione del suolo e l’aridità, pochi sono gli insediamenti e gli alpeggi. Le Grange Champillon, Pinet e Auberge oggi sono pressoché abbandonate e questo itinerario nell’attraversare incontra per via solo quest’ultime prima di addentrarsi nella gola dove scorre il rio Seguret oltre il quale esisteva una cava di gesso abbandonata da tempo.
Si parte da Oulme borgata di Salbertrand che sorge poco oltre l’alveo del rio Geronda. Lungamente traversando, guadagnato il bivio per i ruderi delle Case Pinet sul sentiero che sale alla strada per il Pramand e di seguito i tre insediamenti sovrapposti di Auberge posti in una soleggiata e panoramica posizione a monte di Oulx, volendolo si può ancora proseguire sino all’incassato alveo del rio Seguret, dove è presente una geniale canaletta, tuttora funzionante. Il percorso termina alla galleria dove si estraeva il materiale che veniva poi trasportato a valle per essere macinato e cotto prima del suo utilizzo nell’edilizia.
Questo itinerario si può suddividere in tre parti: un percorso breve e turistico detto “Percorso Natura Renato Casse” di c.ca un paio d’ore, uno intermedio sino alle borgate Auberge, ed infine quello descritto che raggiunge l’alveo del rio Seguret proseguendo poi sino alla cava di gesso.
Tornando si percorre piacevolmente, dal rio Seguret a Oulme, un lungo tratto del “Sentiero Balcone” che unisce l’alta valle Susa quasi alla pianura, sempre ottimamente segnato e segnalato e assai panoramico per l’ampia vista che si ha sui monti e sulle valli.

30 Immagine(i), Inserita il 19/11/2017

Da Bardonecchia a Oulx seguendo il corso della Dora



Da Bardonecchia a Oulx seguendo il corso della Dora

Località di partenza: Bardonecchia mt. 1260
Dislivello: 180 mt. da Bardonecchia al forte Bramafan
Tempo complessivo: 4 ore c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il “Percorso Natura” è un itinerario escursionistico che unisce Bardonecchia a Oulx costeggiando la destra orografica della Dora. Privo di difficoltà e dal dislivello minimo, partendo di poco fuori Bardonecchia, presso la fontana Giolitti, in c.ca 11 km. raggiunge al termine la riserva naturale speciale dello stagno poco prima dell’abitato di Oulx. Salvo il tratto iniziale che dalla fontana Giolitti sale al forte di Bramafan, dal quale si scende in riva alla Dora, tutto il resto del tracciato è totalmente pianeggiante attraversando uno stradello piacevolmente per via estese foreste di larici e abeti, dove predomina il pino silvestre, ampie praterie, rii, bivi che portano alle borgate montane e a metà del percorso l’abitato di Beaulard. Ogni cinquecento metri un cartello indica quanto è stato percorso e quanto manca alla meta avendo nel contempo la possibilità di abbreviarlo a piacimento.
D’inverno utilizzato come pista per sci di fondo, nella bella stagione questo itinerario può essere percorso a piedi essendo, nel contempo, totalmente ciclabile. Viene data la descrizione dell’itinerario partendo da Bardonecchia, ma può essere agevolmente percorso anche in senso inverso necessitando, se non si hanno altre alternative, di un adeguato mezzo che riporti al punto di partenza. In questo caso è stato utilizzato il treno che transita per Oulx all’incirca alla mezz’ora di ogni ora.

35 Immagine(i), Inserita il 06/11/2017

Un anello per il Gran Truc dal vallone di Pramollo



Un anello per il Gran Truc dal vallone di Pramollo

Località di partenza: Bivio per l’alpeggio dell’Eiretta sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà mt. 1416
Dislivello: mt. 950
Tempo di salita: 4 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

All’inizio della valle del Chisone, a S. Germano, prende corpo il vallone laterale di Pramollo bagnato dal rio Risagliardo. Incassato nella parte bassa, con le soleggiate borgate che s’adagiano su ripidi pendii, nella parte alta s’apre a ventaglio ai numerosi insediamenti, oggi quasi privi di residenti fissi, molti in rovina, chiuso da una parte dai dolci declivi degradanti dal colle e dall’estesa Costa Laz Arà, dall’altra dal lungo crinale che lo separa dalla valle d’Angrogna. Centralmente il vallone è dominato dal monte Gran Truc che si raggiunge in questo itinerario.
Partendo già in quota, dal bivio per l’alpeggio dell’Eiretta sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà, con un lungo traverso ascendente si perviene sul crinale che dà sulla valle d’Angrogna raggiungendolo all’alpe del Colletto. Percorrendo appresso l’assolata, ripida e rocciosa dorsale sudest del monte, faticosamente si guadagna la vetta del Gran Truc assai panoramica sui monti e sulle valli. Scesa poi la dorsale di nordest separante questo vallone da quelli delle valli del Germanasca, percorso un lunghissimo tratto discendente per gli aperti spazi sul crinale in direzione dello storico colle Laz Arà, non lo si raggiunge perché, poco prima, si prende la traccia che passando per il Pilone Bianco Gardetta porta all’alpeggio dell’Eiretta e da questo al bivio sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà.
Per gli aperti e soleggiati spazi che si percorrono, sia salendo che nel tratto discendente, questo assai panoramico itinerario sui monti, sulle valli, sino alla pianura, si presta ad essere effettuato ad inizio stagione, oppure in autunno per il contrasto cromatico dei colori proprio della stagione che accentua la piacevole sensazione di camminare liberamente in ampi spazi aperti, quelli che dai piedi del Gran Truc portano al colle Laz Arà e ancora oltre passando per il Piano di Friera.

25 Immagine(i), Inserita il 31/10/2017

Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal colle delle Vallette al colle dell'Assietta



Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal colle delle Vallette al colle dell’Assietta

Località di partenza: Balboutet mt. 1600
Dislivello complessivo: mt. 1370
Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei Sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

L’estesa dorsale montuosa che dal colle delle Finestre s’estende sino al colle del Sestriere, separando la valle di Susa da quella del Chisone, presenta tutta una serie di cime e colli facilmente accessibili da entrambi i versanti. Sul finire dell’ottocento è stata ampiamente fortificata con lo scopo di bloccare un’eventuale azione militare proveniente da oltralpe.
Partendo da fondovalle Chisone, da Balboutet, frazione di Usseaux, il sentiero 332 raggiunge il colle delle Vallette attraversando in ascesa la strada dell’Assietta. Non più accatastato, non riportato dalle carte Fraternali, poco percorso, questo sentiero sarebbe da pulire e da risegnare perché consente di sviluppare un interessante anello, quello proposto in questo itinerario. Usciti dal bosco e superata la strada dell’Assietta si fa più visibile e evidente quando, affrontata una balza, raggiunge una prima grande conca vocata al pascolo. Superata quella superiore e giunti al colle delle Vallette, seguendo una labile traccia si sale in vetta alla Cima delle Vallette, la più elevata del percorso, dalla quale si scende al sottostante, innominato colle, per poi salire sulla successiva cima, il monte Gran Pelà. Scesi ancora all’ampia depressione posta alla sommità del vallone dei Morti, dove sorgono i ruderi della gran caserma del Gran Serin, per sentiero o per strada ci si porta a ciò che resta del forte eretto in cima alla Punta del Gran Serin scendendo poi definitivamente al sottostante ultimo colle, quello dell’Assietta, dove s’intraprende l’interminabile, a tratti assai piacevole tratto di discesa nel vallone di Cerogne, che lungamente percorso riporta a Balboutet.
Un tantino stancante per via dei continui saliscendi, l’impegno profuso è ampiamente ripagato dalla visuale che s’apre sul crinale separante le due valli, sui corsi vallivi e sulle cime che li attorniano.

35 Immagine(i), Inserita il 10/10/2017

Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles



Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles

Località di partenza: Grange Mouchecuite mt. 1804
Dislivello: mt. 1011
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il massiccio del monte Jafferau divide la conca di Bardonecchia dalla Valfredda. Sulla sua sommità sul finire dell’ottocento è stato costruito un forte, oggi ridotto ad un rudere, raggiunto da una strada militare che traversando in quota unisce tra loro altri forti edificati per proteggere la valle. Sul versante che dà su Bardonecchia uno stradello di servizio a degli impianti di risalita scende verso valle terminando ai “Bacini” grossi serbatoi dove viene accumulata l’acqua proveniente dall’invaso di Rochemolles prima che una condotta forzata scenda ad alimentare una centrale idroelettrica. Sarà la traccia che si percorrerà per tornare prima di immettersi sulla decauville che lungamente percorsa riporta alle Grange Mouchecuite. La salita al monte Jafferau la si fa invece dalla Valfredda stando da prima sullo stradello di servizio all’alpeggio, poi sul sentiero che salendo un boscoso versante raggiunge alla sommità il forte di valle sul crinale dove transita la strada che porta al forte.
Dalla sommità del monte Jafferau la vista s’apre ampissima su tutto il solco vallivo dell’estesa Valfredda cinta dalle cime che dal Sommeiller vanno al Seguret passando per il Vallonetto, mentre dalla parte opposta emergono quelle della conca di Bardonecchia sino ai bianchi quattromila francesi che spiccano di lontano.
Dato che si percorrono per buona parte dell’itinerario stradelli per gli alpeggi, strade militari e altre di servizio agli impianti di risalita, conviene effettuare questo anello ad inizio stagione o dopo una pioggia essendo le tracce percorse assai polverose in caso di prolungate assenze di precipitazioni.

30 Immagine(i), Inserita il 30/09/2017

Un anello per il monte Palon per i colli delle Coupe e della Croce di Ferro ritornando per l'alpe Balmafol



Un anello per il monte Palon per i colli delle Coupe e della Croce di Ferro ritornando per l’alpe Balmafol

Località di Partenza: Slargo tra l’alpe Le Druge e l’alpe Le Combe mt. 1580
Dislivello complessivo: mt. 1420
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E Dal colle della Croce di Ferro all’alpe Balmafol EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia Fraternali
Editore

L’estesa catena montuosa che dal Musinè si propende sino al Rocciamelone presenta una serie di vette e colli sempre più elevati man mano ci si avvicina alla seconda cima. L’ultima di questo esteso crinale è il monte Palon, montagna che sfiora i tremila metri. Questa cima è raggiunta in questo itinerario.
Una strada stretta, ma quasi tutta asfaltata, da Chianocco, in bassa val di Susa, sale un assolato versante e superando in progressione più di mille metri di dislivello raggiunge l’alpe Le Combe dove termina. Qui giunti ci s’immette sul sentiero 565 che sale da fondovalle e che con una lunga serie di diagonali ascendenti e svolte guadagna il colle delle Coupe che dà sulla valle di Viù. Percorso per un tratto il crinale, passati sotto lo Costa Fenera si scende al colle che porta questo nome dove lungamente si prosegue traversando quasi in piano a monte di precipitanti e spettacolari pareti rocciose al termine delle quali si raggiunge l’ampia sella del colle della Croce di Ferro dove sorge un rifugio, la Capanna Sociale Aurelio Ravetto dominata dall’incombente mole del monte Palon. Proseguendo per un breve tratto sul sentiero che lascia il colle si raggiunge la base del piano inclinato, un’estesa dorsale che lungamente salita consente di guadagnarne convenientemente la cima. Scesi dal monte ci si abbassa nella valletta sottostante il colle della Croce di Ferro dove inizia l’impegnativo sentiero che lungamente percorso raggiunge l’alpe Balmafol da dove si torna all’alpe le Combe sull’ampia traccia di servizio all’alpeggio.
Dalla cima del monte Palon vista ampissima sulle valli, sui monti sino alla pianura dove emerge Torino.

40 Immagine(i), Inserita il 23/09/2017

Un anello tra la val Troncea e la valle Argentera. Salita al monte Apenna



Un anello tra la val Troncea e la valle Argentera. Salita al monte Apenna

Località di partenza: Borgata Pattemouche mt. 1600
Dislivello complessivo: mt. 1455
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa Alta - val Chisone Fraternali Editore

Le parallele val Troncea, dove nasce il Chisone, e Argentera, dove nasce la Ripa, s’incuneano profondamente nella catena alpina divise e chiuse da alte pareti rocciose e cime elevate pur disponendo di numerosi colli che consentono tra loro di comunicare come il col Clapis toccato in questo itinerario. Tutte e due incantevoli, la prima è diventata un parco naturale fruibile, mentre la seconda è percorsa da una polverosa strada lungamente pianeggiante che portandosi verso il fondo raggiunge il punto in cui si divide in due: la valle Lunga con il colle di Rodoretto e la valle del Gran Miol con i passi Frappier e della Longia che consentono di scendere nelle valli del Germanasca.
Partendo da Pattemouche, turistica borgata all’inizio della val Troncea, questo itinerario percorre lungamente l’interminabile stradello interdetto ai mezzi motorizzati di servizio ad un alpeggio dove inizia il faticoso tratto ascendente che porta al bivacco Clapis e poi al colle che porta questo nome dal quale si sale facilmente in vetta al monte Apenna. Scesi dalla parte opposta in valle Argentera, non si raggiunge il fondo perché ci s’immette sul sentiero balcone che percorrendo lungamente a mezza costa il fianco destro della valle conduce prima al nuovo bivacco Ratazzo in località Sette Fontane, poi alla borgata di Bessen Haut stando lungamente sulla Strada della Lombarda. Per chiudere l’anello occorre proseguire su strada sin l’abitato del Sestriere dal quale si scende a Borgata dove si prende lo stradello che lungamente percorso riporta a Pattemouche.
Lungo, interminabile, però assai appagante, questo panoramico itinerario pur non presentando alcuna difficoltà è riservato a buoni camminatori prestandosi ad essere effettuato di norma a fine stagione quando si è dotati di sicuro allenamento. Dalla cima del monte Apenna ampia veduta sui monti delle due valli e ancora oltre perdendosi la vista sino alla pianura.

48 Immagine(i), Inserita il 16/09/2017

Un anello per la Punta Nera tornando per il colle e la valle del Frejus



Un anello per la Punta Nera tornando per il colle e la valle del Frejus

Località di partenza: Borgata Les Granges mt. 1589
Dislivello complessivo: mt. 1520
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E. EE l’attraversamento della Comba Gautier sulla via del ritorno
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Due ravvicinate cime, separate tra loro da una breve tratto di crinale, identificano la Punta Nera, la montagna che domina Bardonecchia in alta valle di Susa. Sulla prima, da dove si scorge di sotto l’abitato, sorge una croce metallica, mentre sulla seconda, più spostata sul versante francese, è presente un ometto di pietre.
Partendo dalla borgata Les Granges, l’ultimo insediamento sulla strada per il fondovalle Frejus, percorso il sentiero “Sotto la Roccia” che porta sulla strada per le Grange della Rho, raggiunta questa borgata da tempo priva di residenti, si sale all’ex caserma al Piano dei Morti utilizzando due tracce profondamente diverse, tra loro in alternativa. Sulla via per il colle della Rho si stacca il sentiero, poco segnato, sempre evidente, che lungamente percorso conduce sul crinale e poi sulle due cime che si raggiungono al termine di un faticoso tratto ascendente. Per tornare, volendo sviluppare un anello, si può decidere di scendere alla strada che riporta alle Grange della Rho e poi a quelle del Frejus per il facile vallone Rebour in territorio italiano. Una valida alternativa, che allunga però non di poco il percorso, utilizzata in questo itinerario, è rappresentata dalla discesa nel vallone francese del Frejus. Giunti al colle, che porta questo nome, una ripida traccia fatta di innumerevoli svolte s’abbassa in direzione di Bardonecchia. Lungamente sempre scendendo e traversando, superata quasi a valle l’impegnativa Comba Gautier discendente dalla Punta Nera, una piacevole traccia riconduce a Granges dove questo lungo anello si chiude.
Se si esclude l’attraversamento della Comba Gautier, questo itinerario non presenta alcuna difficoltà se non data dalla sua lunghezza presentando al termine del percorso tratti assai piacevoli da percorrere.
Salendo veduta incomparabile sulle dolomitiche cime che separano il vallone della Rho da quello della valle Stretta. Dalla Punta Nera vista ampissima sulle valli e sui monti di entrambi i paesi confinanti.

40 Immagine(i), Inserita il 23/08/2017

Un anello nella valle di Rochemolles. Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde passando per la Cima Gardiola e la Cima del Gran Vallone



Un anello nella valle di Rochemolles. Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde passando per la Cima Gardiola e la Cima del Gran Vallone

Località di partenza: Rochemolles mt.1610
Dislivello complessivo: mt. 1600
Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E Dal colle della Pelouse al passo di Roccia Verde EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta val Susa Fraternali Editore

La destra orografica del lungo vallone di Rochemolles che va dal colle del Sommeiller al colle del Frejus, separante il territorio italiano da quello francese, presenta tutta una serie di cime intermedie e colli a cui si accede partendo da fondovalle. Il versante italiano è precipitante, aspro e dirupato: pertanto, una volta raggiunti i colli, alle cime ci si arriva traversando normalmente in territorio francese, l’unico accessibile.
Partendo da Rochemolles e raggiunto lo sbarramento della diga, una faticosa traccia sale con innumerevoli svolte al colle della Pelouse dal quale si guadagna per sfasciumi e rocce rotte il crinale che dà sul vallone di Paumort dove inizia il lungo attraversamento, per lo più in territorio francese, toccando per via alcune cime innominate, poi la Punta Gardiola, infine la Cima del Gran Vallone. Tornati indietro di poco, individuato il punto, si scende il ripido pendio che dà sul vallone di Paumont raggiungendo così il passo di Roccia Verde dove parte l’imperdibile un tempo mulattiera militare che ardita ed interminabile scende direttamente all’abitato di Rochemolles.
Mentre la salita al colle della Pelouse e la discesa dal passo di Roccia Verde a Rochemolles non presentano alcuna difficoltà se si rimane sulla traccia, l’attraversamento dal colle della Pelouse al Passo di Roccia Verde, toccando le cime, richiede una certa esperienza e dimestichezza a muoversi in ambienti dove non esiste traccia in quanto si attraversano ripidi pendii per lo più fatti a sfasciumi dove conta molto prestanza fisica e esperienza.
Da queste cime vista imponente sui monti e sulle valli spingendosi lo sguardo assai lontano sino a quattromila francesi che spiccano all’orizzonte.

40 Immagine(i), Inserita il 23/08/2017

Un anello tra la Conca dei Tredici Laghi e la Conca Cialancia. Salita alla Punta Founset e alla Rocca Bianca



Un anello tra la Conca dei Tredici Laghi e la Conca Cialancia. Salita alla Punta Founset e alla Rocca Bianca

Località di Partenza: Arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond mt. 2477
Dislivello complessivo: mt. 1060.
Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Salendo la valle Germanasca in direzione di Prali, poco prima dell’abitato di Perrero si stacca sulla sinistra una strada che dopo aver toccato alcune borgate dell’Inverso prosegue verso l’alta valle del rio della Balma. E’ la strada militare della Conca Cialancia. Partendo da 750 mt. di fondovalle, con uno sviluppo complessivo di c.ca 25 km. questa strada, tuttora in ottime condizioni di esercizio, raggiunge i 2450 mt. terminando nei pressi dei laghetti sottostanti il passo della Cialancia, colle che immette nella conca dei Tredici Laghi.
Per sviluppare convenientemente questo anello, assai lungo, conviene utilizzare, sia per scendere che per salire, i due tratti di seggiovia che da Prali consentono di raggiungere il Bric Rond. Passati di poco sotto il Cappello d’Envie, raggiunto il lago Ramella o dei Cannoni, saliti al passo di Cialancia si guadagna la cima che lo domina, la Punta Founset. Ritornati al passo si scende nell’incantevole parte alta del vallone della Balma, nel parco naturale provinciale della Conca Cialancia, e toccando la strada di cui s’è detto si percorre in senso inverso la parte terminale dell’interminabile sentiero 201 che partendo dalla borgata Linsard si conclude appunto al passo di Cialancia. Giunti nei pressi dell’alpe Cialancia si prosegue su altro sentiero che percorso porta in vetta alla Rocca Bianca passando per gli alpeggi della Balma Inferiore e Superiore. Stando lungamente infine sulla panoramica pianeggiante traccia costruita dagli alpini sul finire dell’ottocento, raggiunto il lago d’Envie, si torna su questa al Bric Rond dove l’anello si chiude.
Anomalo come percorso, infatti ad un primo tratto dove si sale, ne segue un secondo dove si perdono poco meno di 900 mt. di dislivello recuperandone poi con un terzo poco più di 700 mt. che consentono prima si salire in vetta alla Rocca Bianca, poi di raggiungere la stazione d’arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond.
Spettacolare nella prima parte per la veduta che si ha sui monti che cingono la valle Germanasca e sull’incantevole conca dei Tredici Laghi, questo itinerario percorre poi la parte alta del vallone della Balma entrando nel Parco Naturale Provinciale della Conca Cialancia dove si attraversano ambienti aspri, selvaggi e dirupati.

35 Immagine(i), Inserita il 11/08/2017

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