Località di partenza: Ciampiano mt. 780 Dislivello complessivo: mt. 350 Tempo complessivo: 2 ore e 15 minuti c.ca il percorso breve a cui occorre aggiungere 1 ora e 15 minuti qualora si volesse raggiungere l’alveo del rio Albona Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore
Dall’esteso crinale che congiunge il colle del Besso al colle della Roussa separando la valle del Chisone da quella del Sangone, scendono incassati valloni, detti Combe, tutti duramenti colpiti dall’evento alluvionale del novembre 2016. Dalle soleggiate borgate di fondovalle Chisone partono i sentieri per gli alpeggi montani passando per le minuscole praterie intermedie che sorgono dove il pendio s’addolcisce e il bosco s’apre a radure pianeggianti. Pure numerose sono le piste forestali che attraversano questi boscosi versanti oggi finalizzate esclusivamente all’esbosco. Partendo da Ciampiano, borgata montana di Perosa Argentina in bassa val Chisone, questo itinerario s’addentra all’interno di un profondo vallone, la Comba di Ciampiano dove scorre il rio Albona, percorrendo lungamente uno stradello-pista forestale che al fondo raggiunge l’alveo del corso d’acqua dove termina. Guadato il rio dalla parte opposta una traccia si porta verso monte portandosi di sotto la Rocca Nalais, mentre un’altra, quasi impercorribile per via di un incendio boschivo che a suo tempo ha attraversato questi pendii lasciando molti alberi caduti, scende a valle. Volendo sviluppare un anello si torna poi alla borgata di Ciampiano passando per le estese praterie che attorniano l’insediamento abbandonato delle Prese dove i ruderi di numerose abitazioni testimoniano un diverso passato. Per via dei modesti dislivelli che si superano, per la brevità e per l’esposizione, questo itinerario ben si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono.
25 Immagine(i), Inserita il 31/01/2018
Un anello sui monti di Villar Perosa. Dal colle di Pra Martino al monte Parpaiola
Un anello sui monti di Villar Perosa. Dal colle di Pra Martino al monte Parpaiola
Località di partenza: Colle di Pra Martino mt. 917 Dislivello: 370 mt. Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 1 ora e 15 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore
Lo sviluppo industriale iniziato nel dopoguerra, con la ricerca di migliori condizioni di vita, ha determinato lo spopolamento e l’abbandono dei piccoli insediamenti e delle borgate più montane di Villar Perosa grosso centro all’inizio della valle del Chisone. Non più sottoposto ai periodici tagli il bosco misto di latifoglie e pini silvestri s’è sviluppato a dismisura al punto che i numerosi stradelli che percorrono questi soleggiati versanti sono oggi finalizzati quasi esclusivamente all’esbosco. Ammantati di fitti boschi, così si presentano i pendii degradanti dal crinale che separa la valle del Lemina da quella del Chisone dove cime intermedie e colli sono toccati da uno stradello che partendo dalla chiesetta di S. Benedetto termina al colle di Cro. Il percorso inizia dal colle di Pra Martino, dove transita la strada che collega le due valli. Si qui uno stradello traversando per i boschi sul versante della val Chisone raggiunge per via il rifugio Fraita e poi l’ampia depressione di Pian Granetta dalla quale si sale in vetta al modesto, chiuso monte Parpaiola, uno dei rilievi più significativi della lunga dorsale che separa le due valli. Stando poi sullo stradello che lungamente la percorre, portandosi alternativamente su entrambi i versanti, si torna al colle di Pra Martino passando per gli estesi piani di S. Giuliardo. Salvo il breve tratto che dal colletto sul crinale a Pian Granetta conduce in cima al monte Parpaiola, questo itinerario è interamente ciclabile trovando gli appassionati le più diverse alternative che consentono di scendere a fondo nelle valli del Lemina o del Chisone. Altrimenti, per i tempi e per i modesti dislivelli che si affrontano, questo itinerario si può considerare a tutti gli effetti una piacevole passeggiata nei boschi.
24 Immagine(i), Inserita il 28/01/2018
Un anello per il Musinè da Milanere
Un anello per il Musinè da Milanere
Località di partenza: Parcheggio nei pressi delle ville a schiera dei “Pioppi” mt. 376 Dislivello: mt. 770 Tempo di salita: 2 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta del sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore
Il monte Musinè è primo rilievo significativo che s’incontra entrando in valle di Susa. Lo si raggiunge facilmente da Caselette per la frequentatissima dorsale di sudest oppure da Morsino traversando lungamente sul crinale occidentale del monte. L’esteso versante meridionale è anche percorso da altri sentieri in linea di massima poco conosciuti e frequentati, alcuni proposti in questo itinerario. Partendo molto in basso, da Milanere borgata di Almese, si sale quasi direttamente in vetta al monte su sentieri poco segnalati e segnati comunque sempre evidenti e percorribili. Nel ritorno, presa la traccia che scende a Caselette, a c.ca metà del percorso la si abbandona utilizzando un altro sentiero alternativo che lungamente traversando alle pendici meridionali del monte raggiunge la tagliafuoco dalla quale si rientra a Milanere, sviluppando così un anello. L’esteso versante meridionale del monte, presentando pendii aspri e rocciosi, soleggiati con lunghi tratti aperti quasi privi di copertura arborea, ben si presta ad escursioni da effettuarsi dall’autunno inoltrato alla primavera perché la neve poco si ferma sugli assolati pendii che si attraversano. Dalla cima di questo monte, di non rilevante altezza ma di facile accesso, vista ampissima sui monti, sulla bassa e media valle di Susa da una parte, verso la pianura e sulla collina torinese dall’altra.
25 Immagine(i), Inserita il 01/01/2018
Un anello sui soleggiati pendii tra Foresto e Susa
Un anello sui soleggiati pendii tra Foresto e Susa
Località di partenza: Borgata Braide mt. 468 Dislivello complessivo: mt. 580 Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Gli incendi che hanno devastato nello scorso autunno i boschi della nostra regione hanno duramente colpito i versanti all’Indiritto della bassa valle di Susa. Il fuoco ha avuto vita facile ad incunearsi tra le pareti rocciose, i dirupi, gli anfratti e le gole spesso inaccessibili che contraddistinguono questi soleggiati, aridi versanti. Anche i pendii attraversati da questo itinerario, tra Foresto e Susa, sono stati ampiamente colpiti e devastati. In particolar modo il fuoco ha danneggiato irrimediabilmente gli arbusti bassi e le conifere come i pini propri di questi luoghi. Partendo da una minuscola borgata poco prima di Susa, traversando per coltivi e boschi oggi lasciati al completo abbandono, raggiunto l’acquedotto romano in frazione Urbiano si sale alla chiesetta della Madonna dell’Ecova da questa alla borgata Braida dove inizia il lungo, interminabile assai piacevole attraversamento in moderata ascesa sopra l’assolata e arida Rocca del Chiodo sotto il monte Molaras che porta al vallone dove scorre il rio Rocciamelone sulla montagna di Foresto. Giunti agli abbandonati insediamenti montani, una lunga diagonale ancora piacevolmente traversando sempre scendendo moderatamente riporta al punto dal quale si era partiti. Sugli assolati, aridi pendii che lungamente si attraversano, a tratti quasi privi di vegetazione arborea se si escludono arbusti spinosi, rare roverelle e pini, molti ginepri coccoloni, terrazzati a fatica nel corso dei secoli, prosperavano un tempo non molto lontano coltivi, spesso la vite e veniva praticata la pastorizia. Oggi di quel mondo non esiste più nulla.
30 Immagine(i), Inserita il 25/12/2017
Un anello da Caselette al Truc Randulera traversando alle pendici del Musinè
Un anello da Caselette al Truc Randolera traversando alle pendici del Musinè
Località di partenza: Parcheggio presso il campo sportivo di Caselette mt. 380 o nei pressi. Dislivello complessivo: mt. 300 Tempo complessivo: 3 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa val di Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore
Al parcheggio presso il campo sportivo di Caselette, dove parte la normale per il Musinè, inizia la pista tagliafuoco che tagliando le pendici meridionali del monte, con lunghi tratti pianeggianti alternati ad altri dove si sale o si scende, ma sempre di poco, raggiunge al termine l’area di sosta di Pra Saboe di poco sotto l’ammasso roccioso del Truc Randolera. Percorso inizialmente un primo tratto della tagliafuoco, giunti alle rovine della Torre della Vigna la si lascia per il sentiero che sempre traversando in moderata ascesa le pendici meridionali del Musinè sale in direzione del punto panoramico dove transita il sentiero per questa cima che parte da Morsino borgata di Almese. Lasciata ad un bivio questa traccia, si scende alla tagliafuoco percorrendola tutta sino all’area di sosta di Pra Saboe di poco sotto il rilievo roccioso del Truc Randolera. Volendo effettuare un anello, tornando si può prendere il sentiero sottostante questa pista passante di poco a monte della borgata Milanere, poco conosciuto e dal suo stato poco frequentato, che riporta sulla tagliafuoco raggiungendola nel punto in cui su di essa termina il sentiero percorso nella prima parte dell’itinerario. Stando fedelmente su di essa, piacevolmente di poco scendendo e sempre lungamente traversando, si torna al punto dal quale si era partiti. Per i modesti dislivelli che si affrontano, per l’assolata esposizione dell’intero percorso, per gli accettabili tempi che comporta, questa piacevole passeggiata ben si presta ad essere effettuata dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono.
30 Immagine(i), Inserita il 11/12/2017
Un anello per Pian Gorai e i colli Bè Mulè e Bione nel vallone del Sangonetto
Un anello per Pian Gorai e i colli Bè Mulè e Bione nel vallone del Sangonetto
Località di partenza: Tornante sulla strada che da Tonda sale a Merlo mt. 1150 Dislivello: mt. 507 Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore
L’incantevole vallone del Sangonetto è il primo che s’incontra salendo da Giaveno in direzione dei monti. Chiuso da una parte da cime non elevate, dall’altra dall’esteso crinale che lo separa dalla valle di Susa, ricco di borgate un tempo assai popolate perché poste sull’assolato Indiritto, oggi ha pochi residenti animandosi queste solo nei fine settimana o durante il periodo estivo. Data la vicinanza alla città di Torino vi si arriva rapidamente prestandosi ad escursioni da effettuarsi per lo più ad inizio stagione, oppure in autunno o in inverno perché la neve poco si ferma sui soleggiati pendii che si percorrono. Partendo già in quota, poco oltre la borgata Tonda, con percorso quasi pianeggiante ci si spinge verso il fondo del vallone raggiungendo l’incantevole Pian Gorai, dove a margine sorge l’alpe Palè sotto i Picchi del Pagliaio, la Rocca Rossa, la nascosta mole del monte Pian Real e l’elegante piramide della Punta Costabruna. Saliti sul crinale separante le valli, al colle Bè Mulè, si percorre molto piacevolmente il lungo traverso tutto nella valle del Sangonetto che moderatamente scende alla chiesetta del col Bione, piccola sella che immette in val di Susa, dal quale si torna alla borgata Tonda. Questo itinerario, per via dei modesti dislivelli che si affrontano, per i lunghi tratti pianeggianti e per la sua durata, si può considerare a tutti gli effetti, più che un’escursione, una piacevole passeggiata in questa incantevole valle a due passi dalla città.
25 Immagine(i), Inserita il 02/12/2017
Un anello sul Sentiero delle Borgate montane tra Oulx e Desertes
Un anello sul Sentiero delle Borgate montane tra Oulx e Desertes
Località di partenza: Borgata Pierremenaud mt.1474 Dislivello complessivo: mt. 500 Tempo complessivo: 4 ore e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta Val Chisone Fraternali Editore
A Oulx la valle di Susa si divide in due rami: in quello di sinistra scorre la Ripa che scende da Cesana, in quello di destra la Dora di Bardonecchia. Questi corsi d’acqua unendosi danno vita alla Dora Riparia. Nella prima valle, sui soleggiati pendii tra Oulx e Desertes sono presenti alcune incantevoli borgate che meritano essere viste e conosciute: oggi praticamente prive di residenti fissi, un tempo non molto lontano densamente popolate al punto che Desertes era un comune autonomo. La felice posizione, l’esposizione, i dolci declivi consentivano agli abitanti un’economia di sussistenza legata alla coltivazione dei cereali e della patata non che all’allevamento del bestiame. Partendo da Pierremenaud, poche case sulla strada per la cappella della Cotolivier, con percorso ad anello questo itinerario detto “Sentiero delle Borgate” le incontra quasi tutte prima di raggiungere l’ultima, Vazon, dov’è presente un piccolo rifugio. Percorrendo piacevolmente lunghi tratti pianeggianti su stradelli e sentieri, lungamente traversando si incontrano per via nella prima parte quelle più a valle. Giunti a Desertes si sale a quelle più a monte dove per alcune, come Lauzet e Autagnas, l’abbandono è più evidente. Accanto a tanta rovina alcune baite sono state già ristrutturate, mentre per altre è stato avviata una procedura di recupero nel pieno rispetto della tradizione facendo così rinascere un pezzo di montagna per molto tempo dimenticato. Sviluppandosi, l’itinerario consente alla vista di aprirsi sull’alta valle della Ripa, sui boscosi versanti dell’Inverso, sui monti dove spicca in lontananza il Pic de Rochebrune, mentre su tutto incombe la possente mole dello Chaberton.
30 Immagine(i), Inserita il 26/11/2017
Un anello sui soleggiati pendii tra Salbertrand e Oulx sino al rio Seguret e alla cava di gesso
Un anello sui soleggiati pendii tra Salbertrand e Oulx sino al rio Seguret e alla cava di gesso
Località di partenza: Oulme mt. 1040 Dislivello complessivo: mt. 500 Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore
L’esteso versante all’Indiritto, che da Salbertrand in alta valle Susa s’estende sino al rio Seguret, ruscello sfociante nella Dora presso Oulx, è ricoperto da una fitta foresta di pini silvestri, specie che predilige i pendii soleggiati dove, data la conformazione del suolo e l’aridità, pochi sono gli insediamenti e gli alpeggi. Le Grange Champillon, Pinet e Auberge oggi sono pressoché abbandonate e questo itinerario nell’attraversare incontra per via solo quest’ultime prima di addentrarsi nella gola dove scorre il rio Seguret oltre il quale esisteva una cava di gesso abbandonata da tempo. Si parte da Oulme borgata di Salbertrand che sorge poco oltre l’alveo del rio Geronda. Lungamente traversando, guadagnato il bivio per i ruderi delle Case Pinet sul sentiero che sale alla strada per il Pramand e di seguito i tre insediamenti sovrapposti di Auberge posti in una soleggiata e panoramica posizione a monte di Oulx, volendolo si può ancora proseguire sino all’incassato alveo del rio Seguret, dove è presente una geniale canaletta, tuttora funzionante. Il percorso termina alla galleria dove si estraeva il materiale che veniva poi trasportato a valle per essere macinato e cotto prima del suo utilizzo nell’edilizia. Questo itinerario si può suddividere in tre parti: un percorso breve e turistico detto “Percorso Natura Renato Casse” di c.ca un paio d’ore, uno intermedio sino alle borgate Auberge, ed infine quello descritto che raggiunge l’alveo del rio Seguret proseguendo poi sino alla cava di gesso. Tornando si percorre piacevolmente, dal rio Seguret a Oulme, un lungo tratto del “Sentiero Balcone” che unisce l’alta valle Susa quasi alla pianura, sempre ottimamente segnato e segnalato e assai panoramico per l’ampia vista che si ha sui monti e sulle valli.
30 Immagine(i), Inserita il 19/11/2017
Da Bardonecchia a Oulx seguendo il corso della Dora
Da Bardonecchia a Oulx seguendo il corso della Dora
Località di partenza: Bardonecchia mt. 1260 Dislivello: 180 mt. da Bardonecchia al forte Bramafan Tempo complessivo: 4 ore c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore
Il “Percorso Natura” è un itinerario escursionistico che unisce Bardonecchia a Oulx costeggiando la destra orografica della Dora. Privo di difficoltà e dal dislivello minimo, partendo di poco fuori Bardonecchia, presso la fontana Giolitti, in c.ca 11 km. raggiunge al termine la riserva naturale speciale dello stagno poco prima dell’abitato di Oulx. Salvo il tratto iniziale che dalla fontana Giolitti sale al forte di Bramafan, dal quale si scende in riva alla Dora, tutto il resto del tracciato è totalmente pianeggiante attraversando uno stradello piacevolmente per via estese foreste di larici e abeti, dove predomina il pino silvestre, ampie praterie, rii, bivi che portano alle borgate montane e a metà del percorso l’abitato di Beaulard. Ogni cinquecento metri un cartello indica quanto è stato percorso e quanto manca alla meta avendo nel contempo la possibilità di abbreviarlo a piacimento. D’inverno utilizzato come pista per sci di fondo, nella bella stagione questo itinerario può essere percorso a piedi essendo, nel contempo, totalmente ciclabile. Viene data la descrizione dell’itinerario partendo da Bardonecchia, ma può essere agevolmente percorso anche in senso inverso necessitando, se non si hanno altre alternative, di un adeguato mezzo che riporti al punto di partenza. In questo caso è stato utilizzato il treno che transita per Oulx all’incirca alla mezz’ora di ogni ora.
35 Immagine(i), Inserita il 06/11/2017
Un anello per il Gran Truc dal vallone di Pramollo
Un anello per il Gran Truc dal vallone di Pramollo
Località di partenza: Bivio per l’alpeggio dell’Eiretta sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà mt. 1416 Dislivello: mt. 950 Tempo di salita: 4 ore e 15 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
All’inizio della valle del Chisone, a S. Germano, prende corpo il vallone laterale di Pramollo bagnato dal rio Risagliardo. Incassato nella parte bassa, con le soleggiate borgate che s’adagiano su ripidi pendii, nella parte alta s’apre a ventaglio ai numerosi insediamenti, oggi quasi privi di residenti fissi, molti in rovina, chiuso da una parte dai dolci declivi degradanti dal colle e dall’estesa Costa Laz Arà, dall’altra dal lungo crinale che lo separa dalla valle d’Angrogna. Centralmente il vallone è dominato dal monte Gran Truc che si raggiunge in questo itinerario. Partendo già in quota, dal bivio per l’alpeggio dell’Eiretta sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà, con un lungo traverso ascendente si perviene sul crinale che dà sulla valle d’Angrogna raggiungendolo all’alpe del Colletto. Percorrendo appresso l’assolata, ripida e rocciosa dorsale sudest del monte, faticosamente si guadagna la vetta del Gran Truc assai panoramica sui monti e sulle valli. Scesa poi la dorsale di nordest separante questo vallone da quelli delle valli del Germanasca, percorso un lunghissimo tratto discendente per gli aperti spazi sul crinale in direzione dello storico colle Laz Arà, non lo si raggiunge perché, poco prima, si prende la traccia che passando per il Pilone Bianco Gardetta porta all’alpeggio dell’Eiretta e da questo al bivio sulla strada che da Ruata sale al colle Laz Arà. Per gli aperti e soleggiati spazi che si percorrono, sia salendo che nel tratto discendente, questo assai panoramico itinerario sui monti, sulle valli, sino alla pianura, si presta ad essere effettuato ad inizio stagione, oppure in autunno per il contrasto cromatico dei colori proprio della stagione che accentua la piacevole sensazione di camminare liberamente in ampi spazi aperti, quelli che dai piedi del Gran Truc portano al colle Laz Arà e ancora oltre passando per il Piano di Friera.