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Album Foto > Album personali > Beppe46 11381 immagini in 420 albums visti 1076967 volte
Un anello da Sauze d'Oulx ai monti Blegier e Gran Costa passando per il lago di Laune. Rientro sulla strada dei Cannoni



Un anello da Sauze d’Oulx ai monti Blegier e Gran Costa passando dal lago di Laune. Rientro sulla Strada dei Cannoni.

Località di partenza: Istituto Zootecnico mt. 1865
Dislivello complessivo: mt. 950
Tempo complessivo: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il lungo crinale che dal colle delle Finestre si porta al colle del Sestriere separando l’alta valle di Susa da quella del Chisone di norma presenta colli e cime facilmente accessibili da entrambi le parti. Numerosi sentieri e stradelli percorrono i due versanti come l’importante “Strada dell’Assietta” che da fondovalle Chisone poco prima di Fenestrelle raggiunge al termine il colle del Sestriere.
Partendo dalla valle Susa, a monte di Sauze d’Oulx, in questo itinerario si guadagna da prima l’alpe Laune, con l’incantevole vicino lago, poi su stradello militare ancora in buone condizioni il col Blegier salendo poi i facili pendii erbosi che conducono alla cima che porta questo nome. Percorso il lungo crinale si scende al col Lauson da cui si sale in vetta alla piatta cima del monte Gran Costa raggiunta da uno stradello militare che disceso conduce all’innominato colletto anticipante la Testa di Mottas e quella dell’Assietta. Sempre presenti, le indicazioni e le rassicuranti segnature permettono infine di tornare al lago di Laune percorrendo l’interminabile, ma imperdibile, “Strada dei cannoni” che con lo stradello che in ascesa porta al col Blegier rappresentano i due tratti più significativi dell’intero percorso.
Si tenga presente che i sentieri e le strade che percorrono i due versanti sono stati a suo tempo realizzati al fine raggiungere e presidiare militarmente colli e cime ritenute strategiche per bloccare un’eventuale minaccia proveniente da oltralpe. Ne fanno fede i manufatti militari ancora presenti in loco e il vicino cippo all’Assietta dove a metà del Settecento avvenne una storica battaglia decisiva per le sorti del piccolo Piemonte.
Dalle vette dei monti Blegier e Gran Costa vista superba sui monti delle valli Susa e Chisone sino ai lontani quattromila francesi.

40 Immagine(i), Inserita il 21/10/2018

Un anello per il col de la Vallée Etroite ed il rifugio du Mont Thabor dalle Grange di Valle Stretta



Un anello per il col de la Vallée Etroite ed il rifugio du Mont Thabor dalle Grange di Valle Stretta

Località di partenza: Grange di Valle Stretta mt. 1765
Dislivello complessivo: mt. 1011
Tempo complessivo: 7 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta Valle Susa Fraternali Editore

Dalla conca di Bardonecchia s’aprono a ventaglio alcune valli tra le quali la Valle Stretta la cui parte alta si trova attualmente in territorio francese a seguito delle rettifiche di confine imposteci dopo la fine dell’ultimo conflitto mondiale.
Certamente una delle più affascinanti valli dell’arco alpino piemontese, la Valle Stretta deve la sua fama alla straordinaria bellezza dei luoghi: vette, pinnacoli, guglie, ruscelli e numerosi laghi costellano la valle mentre vari sentieri la percorrono. Il più frequentato è quello che conduce in vetta al Thabor la montagna che identifica la valle.
Dalle Grange di Valle Stretta, raggiunto il Pian della Fonderia, la valle di divide in due. Superata la balza di sinistra, una serie di estesi pianori e diversi risalti portano alla valle del Desinare dalla quale si accede a numerosi laghi, colli e cime tra le quali quella del Thabor, mentre sulla destra il vallone di Tavernette conduce al colle di Valle Stretta (col de la Vallée Etroite) dal quale si scende a Modane.
In questo itinerario si raggiunge da prima questo colle dal quale si accede al vicino rifugio du Mont Thabor. Un lungo traverso conduce poi all’esteso vallone dove sorge il lago Peyron oltre il quale, passando a nord dei Séru, si guadagna il col du Méandes, nel punto in cui transita il sentiero per il Thabor, per il quale si torna alle Grange di Valle stretta scendendo la valle del Desinare.
Alle Grange di Valle Stretta non si può far a meno di notare come la valle sia dominata dall’ammasso roccioso dolomitico dei Séru e questo itinerario aggirandoli completamente si può definire altrimenti l’anello dei Séru di Valle Stretta.
Per gli accettabili dislivelli che si superano, per gli spostamenti che mutano di continuo il paesaggio, soprattutto per la straordinaria bellezza dei luoghi che si attraversano, questo itinerario è consigliabile a quanti amano camminare liberamente in montagna pur non raggiungendo alcuna cima significativa.

45 Immagine(i), Inserita il 08/10/2018

Un anello per il monte Giusalet da Barcenisio passando per il rifugio Avanzà ed il Bivacco Vacca



Un anello per il monte Giusalet da Barcenisio passando per il rifugio Avanzà ed il bivacco Vacca

Località di partenza: Barcenisio mt. 1480
Dislivello: mt. 1832
Tempo di salita: 6 ore c.ca
Tempo di discesa: 4 ore c.ca
Difficoltà: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia Fraternali Editore

La possente mole del monte Giusalet, la cui piatta cima supera di poco i 3300 mt di altitudine, separa l’ampia sella del colle del Moncenisio dal vallone di Savine. Vi si accede normalmente dal rifugio Avanzà partendo da Barcenisio, ultima borgata sulla strada per il colle del Moncenisio, o da Pra Piano per il sentiero che dagli alpeggi traversa sulle alte pendici della val Clarea passando sotto le Punte Mulatera e Toasso Bianco.
La salita a questo monte dal rifugio Avanzà e la discesa al bivacco Vacca passando per la Cima di Bard per il dislivello complessivo da superare e per come è strutturato il percorso è riservata a escursionisti esperti. Ci si muove in ambienti severi da affrontare con attenzione in quanto si percorrono lunghi e ripidi tratti spesso su instabili pietraie e sfasciumi. Fortunatamente segnature rosse ravvicinate indicano la faticosa progressione di salita al monte dal rifugio Avanzà mentre, quelle biancorosse, nell’estesissima impegnativa pietraia discendente dalla Cima di Bard al bivacco Vacca, sono continuamente da ricercare perché molto sbiadite sconsigliando pertanto di percorrere questo anello in caso di nebbia. Presa poi l’interminabile traccia che dal bivacco Vacca scende a valle, giunti all’incantevole lago d’Arpon si torna a Barcenisio utilizzando non la strada ma la geniale traccia che ripida, ma priva di difficoltà, supera la rocciosa balza che chiude la grande conca erbosa costellata di case alpine e villette.
Dalla croce di vetta del monte Giusalet vista impareggiabile in ogni direzione, sulle valli e sui monti sia sul versante italiano che su quello francese aprendosi la visuale sino al Gran Paradiso.

40 Immagine(i), Inserita il 03/10/2018

Un anello per il monte Terra Nera da Rhuilles



Un anello per il monte Terra Nera da Rhuilles

Località di partenza: Rhuilles mt. 1665
Dislivello complessivo: mt. 1500
Tempo di salita: 4 ore c.ca
Tempo di discesa: 4 ore c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

Il monte Terra Nera s’eleva salendo sulla destra orografica della valle di Thuras in alta valle di Susa. Posto in posizione mediana alla sommità di una valletta laterale, si trova sulla linea di confine con l’opposta valle francese della Cerveyrette.
Classica cima scialpinistica, normalmente vi si accede dai casolari di Thuras nei pressi del nuovo ponte sul torrente dove sorge la lapide dei partigiani. Volendo sviluppare un anello, che lungamente percorrerà il crinale di confine, è opportuno in questo caso lasciare l’auto all’ultimo abitato della valle di Thuras, Rhuilles.
Tutto l’itinerario non è segnalato, neppure segnato. Il punto chiave, dove si stacca il sentiero dalla strada poco prima della Grangia di Thuras Superiore, non è evidente così come il primo tratto tra i pascoli. Raggiunto l’esteso vallone di Clausis l’ascesa al monte la si fa liberamente prima per praterie, poi su pietraia, infine per gli sfasciumi che contraddistinguono i pendii che portano in vetta. Tornando si percorrerà un lungo tratto del crinale di confine passando per il monte Viradantour e la cima Dormilleuse prima di affrontare ancora le pietraie e i ripidi sfasciumi che portano al lac du Fond dove si scende di balza in balza prima di intraprendere la geniale traccia militare costruita a suo tempo di servizio ai bunker che tenevano sotto tiro il vallone Chabaud. Pur non presentando difficoltà di sorta, come tratti esposti, questo itinerario è riservato a escursionisti esperti a muoversi in ambienti così configurati.
Dalla modesta croce di vetta del monte Terra Nera ampissima vista sulle valli e sui monti che separano la valle di Thuras dalla valle della Ripa, mentre all’opposto primeggia il Pic de Rochebrune.

45 Immagine(i), Inserita il 20/09/2018

Un anello per il monte Tete Pierre Muret



Un anello per il monte Tete Pierre Muret

Località di partenza: Grange Mouchecuite mt. 1804
Dislivello: mt. 1229
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti
Tempo di discesa: 2 ore c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Dall’estesa, incantevole valle di Rochemolles, che da Bardonecchia s’incunea tra i monti terminando all’ampia conca chiusa dal colle e dalla Punta Sommeiller, si dipartono sulla destra orografica due valloni: quello di Valfredda ed il vallone d’Almiane. La prima cima che s’eleva separandoli è il monte Tete Pierre Muret la cui altitudine supera di poco i tremila metri.
La via normale per raggiungerlo parte dalle Grange Mouchecuite, piccolo insediamento di poco a monte dell’abitato di Rochemolles, all’inizio della Valfredda, sulla strada che da Bardonecchia porta al colle del Sommeiller passando per il rifugio Scarfiotti. Salvo il tratto iniziale, dove una modesta traccia traversa nel lariceto, fuori dal bosco la via normale per salire al monte è ripida, diretta e faticosa. Si sta lungamente su un assolato e ripido pendio fatto di rocce rotte, infine sugli instabili sfasciumi che precedono il breve percorso che porta in vetta. Questa sarà la traccia che si prenderà per tornare. Usciti dalla copertura arborea, per ascendere al monte e sviluppare un anello, si possono percorrere facilmente le più agibili vallette laterali erbose-detritiche che con percorso aggirante, più lungo ma meno ripido, portano alla base delle rocce sulle quali s’eleva la cima precipitante all’opposto sul vallone d’Almiane.
Da questa poco frequentata vetta vista ampissima in ogni direzione sui monti che cingono la conca di Bardonecchia e oltre. Niente acqua per tutto il percorso.

25 Immagine(i), Inserita il 31/08/2018

Un anello per la Punta Quattro Sorelle da Melezet



Un anello per la Punta Quattro Sorelle da Melezet

Località di partenza: Parcheggio presso gli impianti di risalita di Melezet mt. 1400
Dislivello: mt.1300
Tempo di salita: 4 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta Valle Susa Fraternali Editore

La prima cima che s’eleva dividendo il solco vallivo della valle Stretta da quello del vallone della Rho è la Punta Quattro Sorelle incombente sulla conca di Bardonecchia.
Normalmente ci si arriva percorrendo l’interminabile stradello militare, oggi ancora in discrete condizioni, che partendo da fondo valle raggiunge la conca della Quiete, alla base della montagna, rasentando il Poggio Tre Croci. Sarà la traccia che si utilizzerà per tornare. Volendo sviluppare un anello si può, salendo, percorrere il sentiero che parte all’inizio del Pian del Colle, sulla strada che da Melezet si porta in valle Stretta. Molto ripido, diretto, faticoso, quando si esce dalla pineta si raggiunge la grande conca alla base della montagna raggiungendo la cima tramite il sentiero diretto che sale a svolte nella pietraia oppure, volendolo, percorrendo la non elementare cresta di sud est. Alcuni tratti un tantino esposti sotto la cima sono stati attrezzati con funi d’acciaio corrimano inguainate che assicurano l’ascesa, mentre sulla cima una ringhiera di protezione protegge sullo strapiombo che dà su Bardonecchia.
Dalla vetta della Punta Quattro Sorelle, non elevatissima, la vista s’apre ampissima sulle valli, sulle cime e sulla conca di Bardonecchia. Interessanti da vedere sono le fortificazioni realizzate a suo tempo nella grande conca alla base della montagna dalle quali si tenevano sott’occhio tutti colli di confine.
Per tornare, lasciato lo stradello militare, si percorre l’imperdibile sentiero detto “Paradiso”, pianeggiante e assai panoramico che lungamente traversando riporta a Melezet.

35 Immagine(i), Inserita il 11/08/2018

Un anello per la Punta Moncrons e il monte Genevris da Sauze d'Oulx



Un anello per la Punta Moncrons ed il monte Genevris da Sauze d’Oulx

Località di partenza: Poco prima del rifugio Ciao Pais mt. 1850
Dislivello complessivo: mt. 870
Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

I versanti a monte dell’abitato di Sauze d’Oulx, in alta valle Susa, boscosi nella parte bassa, s’aprono in quella alta a dolci pendii alla sommità dei quali si raggiungono cime e colli di modesta altitudine ben prestandosi alla pratica dello sci da discesa testimoniato da molteplici impianti di risalita. Percorsi da innumerevoli stradelli che raggiungono facilmente amene località turistiche, tutti i colli che danno sulla val Chisone sono attraversati dalla “Strada dell’Assietta”. Da questi si sale facilmente sulle cime che sopra s’elevano.
In questo itinerario, partendo già in quota, nei pressi del rifugio “Ciao Pais”, si percorre lungamente uno stradello sempre ben tenuto e sempre salendo si giunge al Pian della Rocca da dove ci si porta decisamente in direzione del crinale guadagnandolo al col Bourget dal quale si sale facilmente in vetta alla prima cima, la Punta Moncrons. Una ripida discesa conduce al sottostante colle di Costa Piana, storico perché fu utilizzato a suo tempo dai valdesi per rientrare nelle loro valli nel corso del Glorioso Rimpatrio. Senza difficoltà alcuna, stando sull’ampia traccia che percorre il crinale tra le due valli, si sale poi in vetta alla seconda cima, il monte Genevris, sul quale è posto il faro degli alpini. Tornati per la stessa via al colle di Costa Piana si scende poi in direzione di Sauze d’Oulx percorrendo la ripida traccia, ancora uno stradello che discende, d’inverno pista da sci, che riporta nei pressi del rifugio “Ciao Pais” dove questo anello si chiude.
Assai panoramico in ogni direzione, in questo itinerario la vista s’apre ampissima prima sui monti delle valli della Dora e della Ripa, giunti sul crinale anche su quelli dell’alta valle del Chisone, sulla val Troncea, e su tutte le cime che attorniano queste valli. Mentre sulla Punta Moncrons una croce ricorda il sacrificio di un giovane partigiano che a diciott’anni qui perse la vita, sul monte Genevris a suo tempo è stato predisposto dagli alpini un faro.

30 Immagine(i), Inserita il 26/07/2018

Un anello dalle Grange della Valle al passo Clopacà passando per il Gran Pertuso e la Cima del Vallone



Un anello dalle Grange della valle al passo Clopacà passando per il Gran Pertuso e la Cima del Vallone

Località di partenza: Spiazzo poco prima del ponte sul rio Galambra mt. 1780
Dislivello: mt. 964
Tempo complessivo: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia - Rocciamelone - Val Chisone Fraternali Editore

La sempre maggiore necessità di averne a disposizione grandi quantità ha fatto dell’acqua potabile un bene prezioso ed indispensabile al punto che tale risorsa oggi viene chiamata “Oro blu”. Non si spiegano altrimenti gli ingenti interventi di captazione che al presente stanno interessando due località toccate da questo itinerario: la grande conca del rio Galambra ed il rio fuoriuscente dal Gran Pertuso Colombano Romean. Sembra che con questi interventi si possano coprire le sempre maggiori richieste provenienti dalla valle Susa dopo aver prodotto queste acque l’energia elettrica derivante dal salto a cui saranno sottoposte.
In questo mutevole, sempre vario ed interessante itinerario non si raggiunge alcuna vetta significativa. Partendo dalle Grange della valle, gruppo di case ai piedi della grande conca di Galambra nel comune di Exilles in valle di Susa, raggiunto il Gran Pertuso Colombano Romean e i vicini Denti di Chiomonte, percorso il lungo crinale separante la valle principale dalla val Clarea, superati per via i resti del forte S. Ruggero in vetta alla Cima del Vallone, si raggiunge alla sommità del percorso il passo Clopacà da dove si torna a valle per l’ingegnosa traccia realizzata a suo tempo dai nostri militari.
Assai panoramico sulla valle, sull’incombente Niblè, sui monti all’opposto compresi quelli d’oltralpe, la vista s’apre ampissima anche sino alla lontana Torino avendo nel contempo la possibilità di vedere da vicino il frutto del lavoro che impegnò secoli fa Colombano Romean: il Gran Pertuso che porta il suo nome.

35 Immagine(i), Inserita il 21/07/2018

L'anello dei larici e dei pini cembri alle pendici dell'Albergian



L’anello dei larici e dei pini cembri alle pendici dell’Albergian

Località di partenza: Pourrieres mt. 1394
Dislivello: mt. 750
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Altra val Chisone Fraternali Editore

I versanti di nord ovest del monte Albergian, in alta val Chisone, sono ammantati da una fitta foresta di conifere: larici e pini cembri coesistono ad alta quota mentre più in basso è notevole la presenza del maggiociondolo. Questi boscosi pendii sono attraversati da piste forestali e sentieri che salgono dalle borgate di fondovalle a servizio degli alpeggi collegandoli tra loro.
La più rilevante traccia che percorre questi versanti è l’anello larici- cembreta che partendo da fondovalle, da Pourrieres, lungamente traversando raggiunge l’estesissima conca compresa tra i
monti Ciabertas e Albergian. Percorrendo da prima uno stradello, poi una ripida traccia, al termine dell’ascesa si raggiunge la base della conca dove sorge la “Capanna di Ambrogio” con vicina la fontana Zalaveja punto di partenza per salire al monte Ciabertas. Rimanendo fedelmente su questo significativo sentiero, sempre lungamente traversando, poi scendendo, si giunge ai pascoli a monte di Pragelato che non si raggiunge. Fatta inversione e rasentate le case Soucheres Basses si torna a Pourrieres per l’imperdibile traccia che passando per l’abitato di Fraisse si tiene lungamente vicina al torrente Chisone.
Dall’ampissima conca raggiunta, punto di partenza per ascendere al monte Ciabertas, la vista s’apre sull’imponente mole del monte Albergian, qui incombente, e sul lungo crinale di monti e colli all’opposto della valle dove transita la strada dell’Assietta.

32 Immagine(i), Inserita il 16/07/2018

Un anello da Prali alla conca dei Tredici Laghi rientrando per il col Giulian



Un anello da Prali alla conca dei Tredici Laghi rientrando per il Col Giulian

Località di partenza: Stazione d’arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond mt. 2480.
Dislivello complessivo: mt. 150
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca.
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

All’incantevole conca dei Tredici Laghi, nella parte terminale della Val Germanasca, la valle di Prali, giungono alcuni sentieri e diverse tracce militari risalenti alla fine dell’ottocento quando sul posto furono edificati dei notevoli ricoveri militari intitolati al gen. Perrucchetti il fondatore degli alpini. A questa conca, tra le altre, ne giunge una proveniente dalla Rocca Bianca passando per l’incantevole lago d’Envie che poi prosegue, con alterni alti e bassi, sino al rifugio del lago Verde.
Questa importante arteria, ampia, sorretta a valle e protetta a monte da muretti di sostegno e contenimento tuttora in buono strato di conservazione, è un tragitto tra i più interessanti delle alpi occidentali: sicuramente merita di essere conosciuto e percorso per intero.
Per completare il giro scendendo poi a Prali, data la lunghezza complessiva dell’itinerario, è conveniente utilizzare i due tratti di seggiovia terminanti al Bric Rond. Altrimenti si può pernottare, alla fine del primo giorno, al rifugio del lago Verde o al bivacco Soardi sotto il Bric Bucie riservandosi di salire su una vetta il giorno successivo prima di scendere a valle.
Data la presenza di un bambino si è pensato bene di interrompere il percorso un po’ prima di metà strada, allo storico col Giulian, per la lunghezza complessiva e per sviluppate lingue di neve compattata che ancora ricoprono i versanti a nord dei monti, impegnative da attraversare. Tornando è guardando indietro non si può che rimanere meravigliati per la bellezza dei posti raggiunti in questo itinerario.

25 Immagine(i), Inserita il 12/07/2018

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