Un anello da Frassinere alla cappella di Prarotto in val Gravio
Un anello da Frassinere alla cappella di Prarotto in val Gravio
Località di partenza: Frassinere mt. 984 Dislivello: mt. 450 Tempo di salita: 2 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore
Nell’ottocento i comuni montani di Mocchie e Frassinere avevano nel complesso una popolazione che superava di gran lunga quella di Condove in bassa valle di Susa. Oggi sono pressoché spopolati animandosi i numerosissimi centri della valle del Gravio solo nei fine settimana e durante la bella stagione. La strada, costruita negli anni trenta del secolo scorso, anziché dar nuova vita alla borgate all’opposto ha facilitato l’esodo massiccio verso i centri di fondovalle che assicuravano una vita più dignitosa grazie al fiorire di nuove industrie manifatturiere. Così quelli che erano terrazzamenti ben tenuti, prati e coltivi, vigne e pascoli, abbandonati sono tornati ad essere bosco. La Fede, radicata profondamente nell’animo dei montanari di questa valle, è ampliamente testimoniata dalle chiese, dalle cappelle e dai piloni votivi che numerosissimi s’incontrano per via come la cappella di Prarotto meta di questo itinerario. Partendo dalla borgata di Frassinere un piacevolissimo, ampio sentiero percorre l’estesa dorsale che separa la valle principale da quella del Gravio raggiungendo al termine dell’attraversamento la cappella di Prarotto dedicata alla Madonna della Neve. Percorso poi un breve tratto del Sentiero Balcone della bassa valle, giunti alle case di Grange lo si lascia scendendo alla borgata Cugno e da questa a Mogliassi terminando al fondo presso l’alveo del torrente Gravio. Presa la strada che scende a valle la si abbandona superando il corso d’acqua ai ruderi del vecchio mulino oltre il quale rasentando ancora piccoli insediamenti tuttora abitati si torna a Frassinere dove questo anello si conclude. Lungo il percorso ampissima la vista che si apre a semicerchio sui monti della Val Gravio, dalla Rocca Patanua alla Punta Lunella sino alla Punta Sbaron, mentre di lato primeggia il Palon, più dietro il Rocciamelone, all’opposto il lungo crinale separante la valle di Susa dalle valli del Sangone e del Chisone.
25 Immagine(i), Inserita il 10/01/2020
Un anello per il Poggio Pini da S. Germano Chisone
Un anello per il Poggio Pini da S. Germano Chisone
Località di partenza: Bivio per la borgata Rua e altre sulla strada che da S. Germano Chisone sale nel vallone di Pramollo mt. 560 Dislivello complessivo: mt. 800 Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Il Poggio Pini è il primo rilievo dell’esteso crinale separante la valle del Chisone dal vallone di Pramollo. La salita alla vetta partendo dalle borgate di poco a monte di G. Germano Chisone è ripida e diretta dovendo affrontare nell’ascesa poco più di settecento metri di dislivello, mentre la via più breve per arrivarci parte dalla borgata Ribetti una volta giunti a Ruata centro principale dell’alto vallone di Pramollo. Questa escursione, da farsi preferibilmente dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono, affronta in ascesa e nel discendere sentieri abbandonati da tempo subito intuendo, per come appaiono, quanto oggi siano poco frequentati dato che la strada, oramai giungendo dappertutto, li ha resi inservibili. Sebbene siano sempre ben segnati con vari colori, sommariamente segnalati, questi sentieri meriterebbero interventi migliorativi snodandosi il percorso spesso tra alberi e rami caduti e tra i rovi che invadono la traccia specie nella parte bassa del percorso salendo. In ascesa a tratti di spostamento quasi in piano se ne alternano altri assai ripidi da percorrere, cosa che rende la salita faticosa e stancante. Il panorama che si gode dal Poggio Pini, meglio da un vicino più aperto poggio, si estende ampissima su tutta la bassa e la media valle del Chisone, sui monti e sulle borgate di fondovalle e su quelle sparse sui soleggiati pendii.
25 Immagine(i), Inserita il 14/12/2019
Un anello per il colle, il rifugio e la Punta Barant sul sentiero dell'Autagna
Un anello per il colle, il rifugio e la Punta Barant sul sentiero dell’Autagna
Località di partenza: Ponte della Biava sul Pellice mt. 1023 Dislivello: mt. 1403 Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore
Al ponte della Biava, sulla via che da Bobbio Pellice porta a Villanova, parte la traccia dell’Autagna, un ampio sentiero che tutto percorso termina alla Colletta, all’ultimo tornate sulla strada che dalla Conca del Pra sale al col Barant. Certamente antecedente a questa, il sentiero dell’Autagna è una vecchia mulattiera militare realizzata a suo tempo per collegare rapidamente il fondovalle Pellice con l’attiguo vallone dei Carbonieri dove sorge il rifugio Barbara. Progettato e realizzato ingegnosamente con cura dai nostri soldati sul finire dell’ottocento, questo sentiero è stato per anni lasciato all’abbandono prima del suo ripristino che l’ha reso nuovamente fruibile. Partendo da fondovalle, dal ponte della Biava, senza mai cessare di salire, con ripetute svolte e lunghe diagonali ascendenti la traccia transita più su nei pressi del panoramico Castellus. Rasentando poi per via l’imponente Agugliassa, questo sentiero termina alla Colletta poco prima del giardino botanico Peyronel sulla via per il col Barant. Ampio, sempre visibile, segnato, presenta tratti di muretto a secco tutt’oggi ancora ben conservati che lo proteggono a monte e lo sorreggono a valle, trovando sempre la via d’ascesa prima nel chiuso della faggeta, poi nel lariceto. Alla Colletta, dove termina, s’immette sulla strada che dalla Conca del Pra sale al Col Barant, dove una vecchia costruzione militare è stata trasformata in rifugio. Senza alcuna difficoltà si sale infine alla assai panoramica Punta Barant dove la visuale s’apre ampissima sui monti sino alla pianura. Volendo sviluppare un anello si torna a valle percorrendo l’interminabile pista militare che a svolte scende alla Conca del Pra dove si può decidere di raggiungere Villanova per strada, meglio ancora per il tortuoso sentiero che si snoda sulla sponda destra del Pellice. Per strada, utilizzando per via tratti di sentiero, da Villanova si scende infine al ponte della Biava. Il sentiero militare dell’Autagna è assai frequentato dai bikers esperti che lo utilizzano appropriamente per scendere a valle raggiunto che hanno il col Barant dalla Conca del Pra o dal vallone dei Carbonieri.
39 Immagine(i), Inserita il 14/10/2019
Un anello per pinete e alpeggi sui monti tra Savoulx e Bardonecchia
Un anello per pinete e alpeggi sui monti tra Savoulx e Bardonecchia
Località di partenza: Borgata Gleise mt. 1556 Dislivello: mt. 680 Tempo complessivo: 5 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°1 Alta Valle Susa Fraternali Editore
Data l’esposizione gli estesi pendii all’Indiritto tra Savoulx e Bardonecchia sono ricoperti da una fitta foresta di larici, soprattutto di pini silvestri, mentre nella parte alta, dove cessa la copertura arborea, prosperano tuttora estese praterie vocate al pascolo dei bovini con gli alpeggi dei pastori. Partendo dalla borgata Gleise, sulla via che da Bardonecchia sale ai bacini, si percorrono lungamente due tracce parallele poste a diversa altezza. Raggiunti con la prima gli alpeggi di La Roche attorno alla chiesetta della Madonna delle Nevi passando per le Grange Suppas e Foens, si prosegue verso monte sullo stradello che sale da Savoulx raggiungendo alla sommità il Sentiero Balcone dell’alta valle. In senso opposto si percorre poi la seconda traccia, che in breve raggiunge i resti del Forte Foens. Qui giunti, lasciato il Sentiero Balcone che prosegue verso i bacini, si scende a valle tornando a Gleise sull’incantevole sentiero militare che prima di raggiungere la borgata incontra per via la cappella di Maria Ausiliatrice a picco sullo scavato vallone del rio Perilleux. Soprattutto nella parte alta del percorso la visuale s’apre libera in ogni direzione, sui monti delle alti valli Chisone e Susa, spaziando lo sguardo dal monte Ciantiplagna alla Punta Nera, che domina Bardonecchia, mentre di fronte primeggia il crinale dalla che dallo Chaberton va alla Punta Charrà con la Punta Clotesse, la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour. Se non fosse per il faticoso tratto in ascesa che passando per gli alpeggi unisce tra loro le due tracce, questo itinerario si potrebbe definire una piacevole passeggiata nelle pinete che ammantano i pendii tra Savoulx e Bardonecchia.
30 Immagine(i), Inserita il 04/10/2019
Un anello tra la Valle Stretta e la Valle della Clarée
Un anello tra la valle Stretta e la valle della Clarée.
Località di partenza: Grange di Valle stretta mt. 1765 Dislivello: Complessivamente mt. 1480 Tempo complessivo: 8 ore e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore
Partendo dalle Grange di Valle stretta, ora territorio francese, guadagnato il col du Vallon si scende percorrendo l’interminabile sentiero che porta a Névache nella valle della Clarée. Si torna poi alle Grange di Valle Stretta per l’incantevole sentiero che transitando per il vallone di Roubion sale al col di Thures. Con questo anello, lungo ma non impegnativo, per buoni camminatori, pur non raggiungendo alcuna cima significativa si sconfina lungamente in territorio francese raggiungendo, al termine di un’interminabile discesa, Névache nell’incantevole valle della Clarée. Usciti dall’abitato, prima uno stradello, poi un ben mantenuto sentiero sale a svolte all’estesissimo pianoro terminante al col di Thures transitando nei pressi dell’omonimo laghetto. Si attraversano luoghi di grande valore paesaggistico, propri di entrambe le valli, per sentieri sempre evidenti, ben segnati e ben segnalati come il sentiero che da Névache sale al col di Thures per il vallone di Roubion incontrando per via un Camino delle Fate.
30 Immagine(i), Inserita il 28/09/2019
Un anello in alta valle Argentera. Dal passo della Longia al col Mayt con salita al Gran Queyron
Un anello in alta valle Argentera. Dal passo della Longia al col Mayt con salita al Gran Queyron
Località di partenza: Pian della Milizia mt. 2104 Dislivello complessivo: mt. 1100 Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca Difficolta: E Dal Gran Queyron al col Mayt EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta Val Chisone Fraternali Editore
L’incantevole valle Argentera, dove nasce il torrente Ripa, tutta percorsa al fondo si sdoppia: sulla sinistra la valle Lunga conduce al colle di Rodoretto, sulla destra il vallone della Gran Miol porta al passo della Longia. Per entrambi questi colli si scende nelle valli del Germanasca. Il vallone della Gran Miol, che si percorre in questo itinerario, è dominato sulla sinistra dalla cima Frappier, sulla destra dal Gran Queyron. Tutte e due queste vette, pur superando i tremila metri di altitudine, sono facilmente raggiungibili. Percorsa per intero tutta la valle Argentera, al fondo, nel punto in cui si sdoppia, si prosegue sulla destra e sempre restando su uno stradello in discrete condizioni, si prende a salire nel bosco raggiungendo più sopra il Pian della Milizia, dove sorgono i ruderi del ricovero Gravier. Presso il ponte sul torrente si può lasciare l’auto. Preso lo sterrato che lascia questo incantevole pianoro lo si percorre sino al termine, sino alla bergeria della Gran Miol, praticando le svolte e i lunghi traversi che facendo guadagnare quota la raggiungono. Oltre l’alpeggio si prosegue facilmente, per vaghe tracce, e andando di conca in conca, superate per via modeste balze, si giunge al fondo nella valletta dove ci s’immette sul sentiero 607, segnato, che in ripida ascesa porta a raggiungere più sopra il passo della Longia dove all’opposto fondovalle si vede l’abitato di Prali. Di qui, volendolo, si può salire alla modesta vetta della Cima Frappier, mt. 3004. Altrimenti un evidente sentiero traversando porta al successivo passo Frappier, poi ai ruderi di un ricovero dove sul retro parte la traccia che ripida sale guadagnando alla sommità la croce di vetta del Gran Queyron, mt. 3060 con vista ampissima sulle valli e sui monti. Volendo sviluppare un anello si può percorrere l’esteso crinale che da questa cima porta allo storico col Mayt subito dicendo che questo tratto, per come è configurato, è riservato ad escursionisti aventi una certa esperienza. Giunti a questa depressione che permette di comunicare con il Queyras francese, superata la casermetta XXIII dove è stato allestito un ricovero, si scende al fondo praticando di seguito l’interminabile, piacevole traccia che stando si poco sopra il torrente riporta al Pian della Milizia superando per via l’incantevole cascata discendente dalla sovrastante Punta Ramiere.
40 Immagine(i), Inserita il 03/08/2019
Salita al monte Terra Nera
Salita al monte Terra Nera
Località di partenza: Borgata Rhuilles mt. 1665 Dislivello: 1435 mt. Tempo di salita: 4 ore c.ca Tempo di discesa: 3 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
L’esteso crinale separante la valle di Thuras dalla valle francese della Serveyrette in alta valle Susa termina al colle di Thuras comunicante con le valli francesi del Queyras. Assai frastagliato dalla parte italiana, facilmente percorribile per cresta dalla parte francese, presenta colli e cime intermedie una delle quali è il monte Terra Nera così chiamato per i detriti di colore scuro che coprono i suoi versanti. Normalmente vi si accede dalle grange Thuras superando il torrente sul nuovo ponte presso la lapide che ricorda alcuni caduti che qui persero la vita durante la lotta partigiana. Saliti nel bel bosco di conifere al colletto che immette nel vallone Clausis tutto lo si percorre per pietraie e sfasciumi raggiungendo al termine di una faticosa salita la vetta del monte Terra Nera dove la visuale s’apre ampissima sulle valli e sui monti particolarmente sulla serie dei tremila che separano la valle di Thuras dalla valle Argentera.
20 Immagine(i), Inserita il 11/07/2019
Un anello da S. Colombano al Gran Pertus, ai Denti di Chiomonte
Un anello da S. Colombano al Gran Pertus, ai Denti di Chiomonte
Località di partenza: S. Colombano mt. 1286 Dislivello complessivo: mt. 840 Tempo di salita: 3 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Situata di poco a margine dell’imponente vallone di Galambra, nella media valle di Susa, la frazione di S. Colombano è raggiunta e attraversata dal GTA, che per un lungo tratto coincide con il Sentiero Balcone, SB, ed è punto di partenza degli stradelli che salgono da qui alle Grange della Valle e a quella di Clot di Brun sulla via per i Denti di Chiomonte passando dal Gran Pertuso Colombano Romean. Servita da una strada asfaltata che si dipana dalla statale, un tempo abitata da più di cinquecento persone, in questa soleggiata e aperta frazione del comune di Exilles vi sono oggi solo alcuni residenti fissi non incrementandosi la popolazione neppure durante la bella stagione posta com’è in posizione marginale nella valle. Poco prima dell’ampio piazzale posto all’inizio dell’abitato, si supera il corposo e spumeggiante rio di Galambra, oggi oggetto di imponenti opere di presa funzionali, si presume, alla produzione di energia e per rifornire di acqua potabile un’assetata valle. Da rilevare infine che al Gran Pertuso Colombano Romean alcune tubazioni da poco interrate hanno messo in sicurezza il primo tratto del rio fuoriuscente dal tunnel in direzione Exilles. Dai calcarei Denti di Chiomonte vista ampissima sui monti e su tutta la media e bassa valle di Susa sino allo sbocco alla pianura dove emerge Torino.
30 Immagine(i), Inserita il 20/06/2019
Sul Sentiero dei Franchi da Salbertrand al Frais. Discesa su Chiomonte
Sul Sentiero dei Franchi da Salbertrand al Frais. Discesa su Chiomonte.
Località di Partenza: Salbertrand mt. 1010 Dislivello complessivo: 640 mt. Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone. Fraternali Editore
Il Sentiero dei Franchi ripercorre un ipotetico cammino di avvicinamento dell’esercito di Carlo Magno alle Chiuse all’inizio della valle Susa presidiate dai Longobardi. Ha rappresentato per secoli un percorso privilegiato per pellegrini e viandanti in transito nella valle. Questo sentiero, che si snoda sul versante all’Inverso, inizia a Oulx per terminare alla Sacra di S. Michele – Sant’ Ambrogio dopo aver toccato per via insediamenti religiosi un tempo assai importanti. Oggi lo si può definire un ampio tracciato escursionistico che offre a chi lo percorre l’opportunità di attraversare aree di notevole valore naturalistico come il parco del Gran Bosco di Salbertrand e quello dell’Orsiera – Rocciavrè. Normalmente si sviluppa in quattro tappe. In questo itinerario s’è scelto di percorrere una lunga parte della prima, da Salbertrand al Frais con discesa su Chiomonte. Si attraversano nel percorso fitte foreste d’abeti e faggi incontrando per via alpeggi e piccoli insediamenti oggi normalmente disabitati dove la visuale s’apre sulla valle, sui monti e sulle borgate all’opposto. Nel tratto intermedio dalle Grange Coudissard a Clot Vacher, lungo e alquanto stancante, si superano scavati corsi d’acqua e alcuni passaggi sono stati attrezzati pur non essendoci alcun pericolo e tratti esposti. A questo proposito cartelli ne sconsigliano il percorso da novembre a aprile. Presso tutti gli abbandonati insediamenti che s’incontrano sempre un traccia sale da valle per proseguire poi verso gli alpeggi posti a monte, ai colli e alle cime. Guadagnata infine una pista forestale
25 Immagine(i), Inserita il 07/06/2019
Un anello tra la valle Germanasca e il vallone di Pramollo. Dal Truc Laouza al colle Laz Arà
Un anello tra la valle Germanasca e il vallone di Pramollo. Dal Truc Laouza al colle Laz Arà
Località di partenza: Borgata di Clot di Boulard mt. 807 Dislivello complessivo: mt. 875 Tempo complessivo: 6 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
L’esteso crinale a semicerchio separante le valli del Chisone e del Germanasca dall’ampio vallone di Pramollo a monte dell’abitato di S. Germano Chisone termina in vetta al Gran Truc a cui si accede percorrendo la lunga Costa Laz Arà che si dipana oltre il colle che porta questo nome servito da uno sterrato che percorre entrambi i versanti. Partendo da una ormai disabitata borgata montana di Pomaretto, Clot di Boulard, all’inizio della valle Germanasca, un’interminabile pista forestale sale verso monte e dove termina inizia un sentiero che lungamente percorso porta sul crinale separante le valli al Piano Bruciato (Plan Quermà) dal quale si guadagna in breve la modesta ma assai panoramica cima del Truc Laouza. Scesi da questa in breve allo storico colle Laz Arà, legato ai fatti che sconvolsero il Piemonte con l’assedio di Torino del 1706, uno sterrato – pista forestale scende il vallone di Riclaretto portandosi verso fondo valle che non si raggiunge perché una deviazione riporta al punto di partenza. Oltre alle due piste forestali utilizzate in ascesa e per scendere, si percorrono sentieri non segnati tantomeno segnalati, poco frequentati oggi lasciati all’incuria e all’abbandono arrivando oramai la strada dappertutto. Dalla modesta, piatta cima del Truc Laouza vista ampissima sul vallone di Pramollo, su tutte le valli del Germanasca e sui monti stagliandosi all’orizzonte l’ampia sella del colle del Pis che riporta in val Chisone.