Un anello dalle parti della Rocca Patanua alla ricerca....
Un anello dalle parti della Rocca Patanua alla ricerca…..
Questa mattina dovevo andare a fare un giro in val Pellice, ma con un giorno così grigio il Monviso non lo vedi. Cosa faccio ? Mi giro dall’altra parte e continuo a sognare oppure trovo una soluzione alternativa ? “Ma si, ti ricordi, ci sono tre cose che devi verificare dalle parti della Rocca Patanua, e poi è vicina, ci arrivi in un attimo”, mi dice il mio io. E così mi ritrovo nella pineta sopra Prarotto e velocemente arrivo all’alpe Formica. Cosa devo verificare? La traccia per la miniera di Cobalto e per l’alpe Cruvin che non ho mai trovato. Ma oggi con tutto questo grigiume e le nebbie che si alzano è meglio rimandare ad altra data. Mi rimangono ancora due cose che voglio vedere con i miei occhi. Salgo un po’ oltre l’alpe Formica, poi lascio la traccia che prosegue per la Rocca Patanua per prendere a destra presto superando l’Alpe Tuluit, diroccata da tempo. Ancora un lungo traverso sulla modesta traccia che a fatica si vede nell’erba alta, ed ecco la successiva alpe Tulivit, assai notevole posta sotto le prime barriere rocciose della Patanua. Di qui dovrebbe partire un sentiero che l’aggira da est per terminare all’ampio piano nei pressi della Rocca del Prete. Se non sbaglio, sia Andrea 81 che Senore l’hanno fatto; perché non dovrei riuscirci pure io? Mi ricordo una cosa: devo seguire il tubo dell’acqua. Al di sopra delle case effettivamente si vede una debole traccia che traversa per portarsi verso le rocce di un modesto colletto che raggiungo con qualche difficoltà. Se si percorre questa traccia in autunno è una cosa, adesso, a luglio, l’erba alta e distese di ortiche qualche difficoltà in più te la danno perché spesso non vedi dove mettere i piedi. E poi sono solo. Comunque, superato il colletto, l’evanescente traccia prosegue portandosi verso la dorsale che anticipa il primo canalino discendente dalla Patanua popolato da un incredibile gregge di pecore e capre che pascolano beatamente in un posto …da capre. Sbuffi continui di nebbia si alzano dal piano lambendo i ripidi crinali. Mi sa tanto che per oggi smetto qui. Una bella giornata tersa quest’autunno e sarà un’altra cosa. Mica mi arrendo, ci riproverò. Torno all’alpe Tulivit. Ora devo trovare la traccia che scende sino al sottostante alpeggio di Praburet all’inizio del vallone della Lunella. Attorno all’alpe, più che erbe, ci sono ortiche e non ci sono tracce di sentiero, figurarsi segni rossi. Guardo bene la carta che mi dice che la traccia scende sotto le case prima di intraprendere il lungo traverso discendente. Così faccio; esco dal pascolo per infilarmi tra gli ontani nani, micidiali e i rododendri. Guardando bene riesco a riconoscere delle pennellate di vernice su una roccia e, poco più in là, una debole traccia che s’insinua tra la bassa vegetazione. Lascio lo zaino e vado ad esplorare; effettivamente la traccia c’è seminascosta dagli ontani. Che fare ? Proseguire, e come ? Riuscirò a scendere al fondo ? Guardo l’orologio che mi dice che di tempo ne ho. Da tempo oramai porto sempre con me nello zaino un paio di forbici da potare che possono essere sempre utili. E così, a cominciare dall’inizio sino in fondo, passo le successive due ore a pulire per intero la traccia, soprattutto dagli ontani nani. Piano, piano scendo sino alle prime pietraie dove il mio lavoro non è più necessario. Giunto al fondo oltrepasso il modesto rio che scende dal vallone della Lunella e salgo all’alpeggio di Praburet. Poi percorro la dorsale che scende ai sottostanti alpeggi, traverso a sinistra e mi ritrovo sulla strada per l’alpe del Ghet nei pressi di una casetta senza tetto. Dall’alpe Praburet a valle sono disceso diverse volte, sempre in autunno. Vi garantisco che a luglio, con l’erba alta, e tutta un’altra cosa. Percorro ora la dorsale che scende a valle. Il percorso è stato ripulito a dovere e dappertutto ci sono segnalazioni MTB. Superato un alpeggio abbandonato, si raggiunge il fondo e si oltrepassa il ruscello. Qui inizia un tratto del bellissimo sentiero balcone che lungamente s’inoltra in piano, incontrando la fonte Naitolera, ricca d’acqua che io ho trovato sempre asciutta e che raggiunge infine di case di Crosatto e Grange. Un noioso tratto d’asfalto ti porta al piazzale di Prarotto. Dove sono andato oggi, cosa ho visto di interessante tra le nebbie ? Però in cuor mio mi sento contento. La prossima volta tornerò con un barattolo di vernice rossa.
17 Immagine(i), Inserita il 09/07/2011
Un anello per il rifugio del lago Verde. Eventuale salita alla Gran Guglia
Un anello per il Lago Verde Eventuale salita alla Gran Guglia
Località di partenza: Bout du Col mt. 1730. Dislivello: 860 mt. Tempo di salita: 2 ore e 45 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca Difficoltà: E Salita alla cima della Gran Guglia: EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Il Rifugio Severino Bessone è situato a 2590 mt. presso il lago Verde e vi si accede da Bout du Col, sopra Prali in valle Germanasca percorrendo lungamente l’ampia traccia che lo raggiunge. Gli fanno da corona, da sinistra a destra, la Gran Guglia, la punta Baraccone di S. Giacomo e la punta Fournas che nasconde parzialmente il Bric Bucie di cui si scorge appena la cima. Più oltre la cima Frappier, il Gran Queiron, la Punta Vergia. Dal rifugio del lago Verde si può salire, volendolo, sino in vetta della Gran Guglia, ascesa piuttosto impegnativa. Per scendere a valle, oltre a quello percorso in ascesa, si può scegliere il sentiero alternativo al di là del torrente Germanasca, traccia un po’ più lunga, diversa e assai più varia e panoramica rispetto a quella fatta in salita. Sempre ben segnata e segnalata, offre tratti interessanti come l’ampia cengia strapiombante sul fondovalle.
27 Immagine(i), Inserita il 06/07/2011
Un anello aggirante la Punta Nera e le Grand Argentier
Un anello aggirante la Punta Nera e Le Grand Argentier
Località di partenza: Bivio sulla strada per le Grange della Rho mt. 1475. Oppure le Grange della Rho mt. 1682 Dislivello complessivo: 1400 mt. Tempo di complessivo: 8 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti : Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta Valle Susa Fraternali Editore
Percorso lungo, però vario, interessante e assai panoramico, che permette di oltrepassare il confine al colle della Rho guadagnando l’ampia conca del Frejus francese raggiunta aggirando la Punta Nera, montagna che con i suoi 3047 mt. domina la conca di Bardonecchia, e la vicina Le Grand Argentier. L’anello proposto non presenta alcun tipo di difficoltà se non dato dalla sua lunghezza e dal tempo occorrente per portarlo a termine. Si affrontano tre colli ed un’ultima breve salita per ritornare alle Grange della Rho dove l’anello termina.
36 Immagine(i), Inserita il 01/07/2011
Un anello per il Malamot passando dal lago Bianco
Un anello per il Malamot passando dal lago Bianco
Località di partenza: Baite presso il lago d’Arpon mt. 1818 Dislivello: mt. 1100 Tempo di salita: 4 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti:Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone - Val Chisone Fraternali Editore
L’anello proposto in questo itinerario porta in cima al forte del Malamot mt. 2914 percorrendo in salita la traccia che transita dal lago Bianco. Di qui si prosegue sino ai notevoli baraccamenti di valle raggiungendo poi la vetta dove verso la fine dell’ottocento fu edificata una fortezza che poteva ospitare un presidio di 200 militari. La montagna si colloca nell’area che l’Italia ha dovuto cedere alla Francia con il trattato di pace del 1947. Si ritorna a valle lungo la strada costruita per accedere al forte rimessa in sesto nel luglio 2010. In alternativa si propone anche il tragitto che transita per il forte Pattacroce (Pattacreuse). L’anello percorre sentieri e strade militari in un ambiente di grande bellezza e valore paesaggistico, con sempre in vista il grande lago del Moncenisio e tutte le cime che gli fanno da corona.
24 Immagine(i), Inserita il 29/06/2011
Un lungo anello nel parco dell'Orsiera
Un lungo anello nel parco dell’Orsiera
Località di partenza: Slargo prima di Pra la Grangia mt. 1328 Dislivello complessivo: mt. 1100 c.ca comprese alcune modeste risalite. Tempo complessivo: 7 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val di Susa – Val Cenischia - Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
L’anello proposto si svolge per intero all’interno del parco Orsiera – Rocciavrè, area protetta a cavallo delle valli di Susa, Chisone e Sangone e pur non contemplando la salita ad alcuna cima (si sfiorano i 2300 mt di altitudine) è comunque vario ed interessante perché tocca, nel procedere, ambienti sempre diversi e mutevoli. Questo itinerario si sviluppa nella prima parte in altezza, guadagnando l’incantevole conca dov’è posto il bivacco nei pressi delle bergerie dell’Orsiera, a cui segue un suggestivo tratto che raggiunge un primo colle oltre il quale un lungo traverso quasi in piano in quota ne tocca uno successivo. Quindi si scende rapidamente verso fondo valle percorrendo poi una zona compresa tra due rifugi situati in un ambiente di rara bellezza paesaggistica, per ritornare infine, sempre con un lungo traverso in piano, al punto di partenza. Questo itinerario è alla portata di tutti, anche lungo; occorre solo porre una certa attenzione nel tratto discendente dalla Porta del Chiot verso il rifugio Toesca in quanto in sentiero cala a valle rapidamente ed è sovente nascosto dall’invadente vegetazione, soprattutto nella parte alta. E’ comunque sempre ben segnato con le solite tacche biancorosse sempre presenti recentemente rifatte.
23 Immagine(i), Inserita il 27/06/2011
Un anello per l'alpe Pian delle Stelle e la Punta Melmise Eventuale salita al passo e alla Punta Roccia Verde
Un anello per l’alpe Pian delle Stelle e la Punta Melmise. Eventuale salita al passo e alla Punta di Roccia Verde
Località di partenza: Slargo dopo il ponte sul torrente Merdovine nei pressi della cappella della Madonna delle Grazie mt. 1350 Dislivello: mt. 960 Tempo di salita : 3 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°1 Alta Valle Susa Fraternali Editore
Di posti incantevoli, meravigliosi per localizzazione e l’ampio panorama, la conca di Bardonecchia ne offre molti; uno di questi è certamente l’aperto alpeggio di Pian delle Stelle posto sulla sinistra orografica del vallone del Frejus che si raggiunge dopo aver percorso lungamente uno sterrato che parte da fondovalle. Le cime che circondano gli estesi, ampissimi pascoli a monte dell’alpeggio terminano nella Punta Melmise, modesta per altezza ma assai panoramica sulla sottostante conca di Bardonecchia, sulle cime e sulla valle di Rochemolles. Si scende poi a valle percorrendo un lungo tratto della geniale strada militare, a tratti ancora in discrete condizioni. Volendolo si potrà salire al passo e alla Punta di Roccia Verde e proseguire per cresta sino alla Punta Melmise. Questo tratto è riservato ad escursionisti esperti, mentre l’anello Bardonecchia, alpe Pian delle Stelle, Punta Melmise, è alla portata di tutti.
33 Immagine(i), Inserita il 26/06/2011
Un anello per il rifugio del Gravio e l'alpe Mustione
Un anello per il rifugio del Gravio e l’alpe Mustione
Località di partenza: Cortavetto mt. 1259 Dislivello: mt. 400 c.ca Tempo complessivo: 3 ore e 45 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°4 Basse Valle di Susa – Musinè Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali editore
Il lungo tratto che unisce Cortavetto al rifugio del Gravio più che un’escursione è una piacevole passeggiata in montagna. Si cammina per c.ca un’ora quasi in piano percorrendo l’ampia traccia che nel bosco incrocia borgate da tempo abbandonate. Giunti alle case Passet ci si immette nel sentiero 512 che sale da valle e, sempre proseguendo, si raggiunge infine il rifugio del Gravio, posto in prossimità del torrente, quasi nascosto in mezzo ai larici e punto di partenza per numerose escursioni nella zona. Attraversato il torrente, si sale all’alpe Mustione per il sentiero dall’altra parte della valle, di solito poco battuto se non dalla valanga che sovente scende dalla sovrastante Punta del Villano. La discesa dall’alpeggio si effettua per il sentiero che scende sulla sinistra idrografica, quello che normalmente tutti percorrono, incrociando per via la ripida traccia discendente dal monte Cormetto passando per il colle Aciano.
14 Immagine(i), Inserita il 18/06/2011
Un panoramico anello per la conca del Prà
Un panoramico anello per la conca del Pra - Eventuale salita sino al Fontanone e al colle dell’Urina
Località di partenza: parcheggio subito dopo la cascata del rio Pissoi mt. 1337 Dislivello: 730 mt. Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°7 Val Pellice Fraternali Editore
Il rifugio Jervis alla conca del Prà si trova all’inizio di uno dei più estesi pianori delle alpi occidentali e sino a non molto tempo fa vi si accedeva unicamente tramite una comoda mulattiera o per il sentiero alternativo che sale dall’altra parte del Pellice. Da diversi anni è stata realizzata una strada e l’accesso al piano, normalmente interdetto ai mezzi motorizzati privati, ora è stato regolamentato. L’itinerario proposto permette di raggiungere il rifugio e la conca tramite un panoramico sentiero transitante più in quota passando per l’alpe di Crosenna, alternativo alla strada che comunque si percorrerà nel ritornare per chiudere l’anello. Il percorso è accessibile a tutti perché non si coprono rilevanti dislivelli permettendo di transitare per posti incantevoli godendo della vista di suggestivi paesaggi sui monti della valle Pellice. Avendo un po’ più di tempo a disposizione si potrà fare una puntatina sino al Fontanone risalendo il vallone dell’Urina e poco più su sino al colle con bella vista sull’incombente mole del Palavas e sui monti del vicino Queyras.
25 Immagine(i), Inserita il 15/06/2011
L'abete bianco di Pratovigero
Inserito alla voce VARIE
3 Immagine(i), Inserita il 13/06/2011
Un anello fallito all'alpe del Colletto Alla ricerca di un passaggio che non c'è
Un anello fallito all’alpe del Colletto Alla ricerca di un passaggio che non c’è
Località di partenza: Maffiotto Dislivello: mt. 440 c.ca Tempo di salita: 1 ora e 45 minuti c.ca Tempo di discesa: 1 ora e 15 minuti c.ca. Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°4 Bassa valle di Susa Fraternali Editore
Lasciata l’auto a Maffiotto era mia intenzione raggiungere l’alpe del Colletto e l’alpe Prato Ferodo poste nella grande conca ad ovest della Rocca Patanua per poi scendere sino alla lapide Giorgis a monte di Pavaglione. Con un lungo traverso di ritorno mi sarei poi portato verso Combette, Seinera e la Madonna della Neve proseguendo per la Comba e Lunere a monte di Bigiardi e di qui ritornare a Maffiotto chiudendo l’anello. Sono giunto all’alpe del Colletto, abbandonata da tempo con le case fatiscenti, senza particolari difficoltà. Di qui in avanti il sentiero, cerca cerca, non c’è più, forse una volta c’era. E così, raggiungo l’alpeggio, sono ritornato indietro. Non mi sono fidato a cercare un possibile passaggio per l’ambiente severo, scosceso e dirupato che avrei dovuto attraversare.