Un anello per il monte Banchetta dalla val Troncea
Un anello per il monte Banchetta dalla val Troncea
Località di partenza: Parcheggio presso il ponte Daz Itrei mt. 1614 all’inizio della val Troncea Dislivello: mt. 1216 Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti Tempo di discesa: 3 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta val Susa – Alta Val Chisone Fraternali Editore
Visto dalla vicina Rognosa del Sestriere, il versante ovest del monte Banchetta presenta dei dolci declivi che degradano verso Sestriere e Borgata, solcati perciò da diversi impianti di risalita, uno dei quali giunge sin quasi sotto la vetta. Il versante nord e quello est, che danno sulla sottostante val Troncea, sono invece aspri e dirupati presentandoci un aspetto di questa montagna poco conosciuto. Dalla val Troncea si raggiunge senza difficoltà il crinale e poi la stazione d’arrivo degli impianti sciistici raggiungendo la superiore vetta del monte da dove si discende sul sentiero 315 che riporta a valle transitando per i passi Banchetta nord e sud. Se la parte alta e intermedia di questo sentiero scende per sfasciumi e detriti, la parte bassa invece presenta gole e dirupi e pertanto è necessario non perdere mai i riferimenti che aiutano non poco. Sia l’itinerario di salita che quello di discesa sono ben segnati e i numerosi riferimenti sono stati da poco rivisti posizionando, nel contempo, molti paletti con gli anelli e altro, senza i quali sarebbe quasi impossibile effettuare questo itinerario.
25 Immagine(i), Inserita il 24/08/2012
Un anello per la Rognosa del Sestriere
Un anello per la Rognosa del Sestriere
Località di partenza: slargo poco sopra l’abitato di Sestriere mt. 2120 Dislivello complessivo: mt. 1200 Tempo di salita: 3 ore e 45 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta val di Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
L’anello proposto con questo itinerario permette di salire sulla vetta della Rognosa del Sestriere, la cima più elevata della val Chisone. In occitano “rougnousa” significa pascolo tra le rocce e questo ambiente caratterizza le falde di questa montagna. La salita alla cima, superate le Rocce di S. Giacomo che richiedono qualche attenzione, è per il resto facile e elementare anche se lunga e faticosa. L’impegno però che comporta il raggiungimento della vetta è ampliamente ripagato dal vastissimo panorama che si gode di lassù. Sulla vetta vi è una croce metallica e una statuetta della Madonna posta su di un traliccio. Si ritorna poi a valle per altra via e, studiando bene il percorso, altre ancora sono le varianti che si possono praticare, sia per salire che per scendere come quella proposta al fondo.
25 Immagine(i), Inserita il 09/08/2012
Un anello per il monte Albergian
Un anello per il monte Albergian
Località di partenza: Slargo prima del ponte sul rio Mendie mt. 1541 Dislivello: 1500 mt. Tempo complessivo: 7 ore e 40 minuti c.ca Difficoltà: E Il tratto dalla cima dell’Albergian al colle dell’Albergian EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
Il monte Albergian è la cima più significativa della val Chisone; si arriva in punta seguendo il marcato sentiero che tutti percorrono che parte da Pragelato e che normalmente si fa anche per ritornare. C’è però la possibilità di scendere a valle con un percorso ad anello che da prima raggiunge il colle dell’Albergian e lo storico colle del Pis, per poi abbassarsi lungamente nel bel vallone di Mendie che riporta al punto in cui si è partiti. Questo itinerario alternativo di discesa è riservato però ad escursionisti più che esperti perché il transito dalla vetta del monte al colle dell’Albergian è assai impegnativo perché si affrontano tratti che richiedono esperienza e capacità di muoversi in ambienti particolari, assolutamente da non farsi in caso di nebbia, molto frequente su questi versanti. Si percorre prima un impegnativo tratto di cresta con numerosi saltini, poi una vecchia traccia militare, franata in più punti, attraversando ripidi pendii, per sfasciumi, detriti e rocce rotte, che richiedono, come detto, esperienza e capacità di destreggiarsi capendo come superare le varie difficoltà che si incontrano.
25 Immagine(i), Inserita il 04/08/2012
Un anello per il rifugio Vaccarone dal colle del Piccolo Moncenisio
Un anello per il rifugio Vaccarone dal colle del Piccolo Moncenisio
Località di partenza: Colle del Piccolo Moncenisio mt.2183 Dislivello: mt. 600 c.ca. considerando che ci sono alcune modeste risalite. Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Dopo molti anni di chiusura il rifugio Vaccarone, ampliato e ristrutturato, ha finalmente riaperto ed ora è a disposizione di quanti vogliano raggiungerlo per programmare un’escursione o una traversata nella zona. Per l’occasione mi è sembrato giusto proporre i tre itinerari che solitamente si fanno per salire sin lassù: dalla val Clarea, dalla Grange della Valle ed infine dal colle del Piccolo Moncenisio. Dei tre, quest’ultimo è certamente il meno faticoso, perché si parte già in quota, e di sicuro il più panoramico. Dal colle si percorre lungamente lo stupendo vallone de Savine, sino al grande lago. Raggiunto il col Clapier la vista s’apre sulla cerchia di monti che vanno dalla Punta Ferrand ai Denti d’Ambin con la magnifica, spettacolare sottostante ampissima conca che, salendo al rifugio Vaccarone e scendendo, si attraversa due volte, per sentieri diversi. Tornando, volendolo, si può passare per i laghi del Giaset e poi scendere al colle del Piccolo Moncenisio per i laghi Perrin. Anche questa zona è di una straordinaria bellezza paesaggistica e punto panoramico sui monti, aprendosi la vista sui valloni de Savine e d’Ambin e sulla impareggiabile cerchia di monti che fanno da corona a queste valli.
30 Immagine(i), Inserita il 31/07/2012
Un anello per i monti Rocciavrè e Robinet dal Gran Faetto
Un anello per i monti Rocciavrè e Robinet dalla val Chisone
Località di partenza: Borgata del Gran Faetto sopra Villaretto mt.1247 Dislivello complessivo: mt. 1575 Tempo di salita: 5 ore e 45 minuti c.ca Tempo di Discesa: 3 ore e 45 minuti c.ca Difficoltà: E/EE Riferimenti: carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Partendo dal Gran Faetto, borgata a monte di Villaretto in val Chisone, questo itinerario raggiunge alla fine di un lungo percorso di avvicinamento le vette dei monti Rocciavrè e Robinet percorrendo in ascesa il 341, sentiero poco conosciuto e frequentato, sistemato e ora reso fruibile. Inizia da Prato del Colle, piccolo nascosto gioiello tra i monti, per terminare al colletto Robinet, valico comunicante col vallone della Balma in val Sangone. I luoghi che si attraversano nella parte bassa dell’itinerario, aspri e dirupati, una volta superati consentono di raggiungere alla sommità l’ampia conca sottostante e poi le due cime dove la prospettiva s’apre sul vallone della Balma, sull’estesa pietraia della Cassafrera e sui monti del parco Orsiera-Rocciavrè. Scendendo a valle per altra via, si ritorna al Gran Faetto per l’ancora impegnativo sentiero che transita per la cascata del rio di Rouen, dove si trovano dei tatti attrezzati, superata che si ha si percorre lungamente una piacevole traccia a margine di una canaletta ora asciutta.
30 Immagine(i), Inserita il 28/07/2012
Un anello per il col Giulian e la Punta Chiarlea tornando per il vallone delle Miniere
Un anello per il col Giulian e la Punta Chiarlea tornando per vallone delle Miniere
Località di partenza: Prali. Slargo al termine della strada asfaltata oltre il parcheggio della seggiovia mt. 1500 Dislivello: mt. 1085 Tempo di salita: 3 ore e 15 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Partendo da Prali e stando sul Gta si sale al col Giulian, storico valico sullo spartiacque Germanasca-Pellice, dove ci si immette sulla traccia congiungente la conca dei tredici laghi al rifugio del lago Verde. Superato il passo il passo Dar Loup si raggiunge facilmente l’ometto di cima della Punta Chiarlea dalla quale si scende al colle di Brard. Lasciata poco oltre la traccia che prosegue per il lago Verde ci si abbassa ritornando a valle transitando per l’incantevole vallone delle miniere attraversando splendide radure collegate tra loro da tratti discendenti nel bosco così scoprendo questa poco conosciuta e nascosta valletta laterale della val Germanasca.
25 Immagine(i), Inserita il 24/07/2012
Un anello per il rifugio Vaccarone e il Gran Pertuso Colombano Romean dalle Grange della Valle
Un anello per il rifugio Vaccarone e il Gran Pertuso Colombano Romean dalle Grange della Valle
Località di partenza: Spiazzo poco prima del ponte sul rio di Galambra mt. 1780 Dislivello: 1000 mt. Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Al rifugio Vaccarone ci si può arrivare in vari modi. Partendo dalle Grange della Valle e percorrendo l’interminabile traccia transitante per il colle Clopacà, questo itinerario lo raggiunge dopo un lungo attraversamento. Scesi dal rifugio alle Grange Thuillie, proseguendo si risale ai Denti di Chiomonte ritornando al punto di partenza per il panoramico sentiero balcone dopo essere passati dal Gran Pertuso Colombano Romean. E’ un’escursione nel suo complesso abbastanza lunga, con spostamenti e molti tratti quasi in piano, sempre percorrendo luoghi di una straordinaria bellezza paesaggistica, con notevole vista su tutta la valle, sino alla lontana Torino, e sui monti qui particolarmente imponenti. Salendo la prospettiva si apre in ogni direzione: oltre il colle Clopacà si transita sotto il Niblè ed il Ferrand mentre, raggiunto il rifugio Vaccarone, spicca all’opposto il Giusalet, senza contare la dorsale che separa la valle Susa da quella del Chisone con i monti dell’alta valle.
34 Immagine(i), Inserita il 17/07/2012
Alla scoperta della Gran Gorgia. Dall'alpe le Combe al pilone Gran Taia sino all'alpe Cruvin
Alla scoperta della Gran Gorgia. Dall’Alpe Le Combe all’alpe Cruvin passando per il pilone Gran Taia
Località di partenza: Alpe Le Combe mt. 1596 Dislivello complessivo: 630 mt. Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca. Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle di Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore
In bassa val Susa, a monte di Chianocco, sotto le pendici della Grand Uia si estende la Gran Gorgia, spettacolare incisione a “V” dovuta a processi di erosione svoltisi nei secoli passati. Secondo una fonte storica si sarebbe formata nel corso di un evento alluvionale risalente al XV secolo. In quella occasione si generò una voragine che portò a valle l’equivalente di 1.500.000 metri cubi di materiale. La Gran Gorgia, grande gola, presenta uno squarcio lungo c.ca 600 mt, largo 140 e profondo 70 mt. La sua forma ricorda quello di una gigantesca penna d’oca con le nervature laterali molto marcate; si trova nella parte alta dell’alveo del torrente Prebec, a margine della riserva dell’Orrido di Chianocco. Questo itinerario ne aggira i margini e la supera dal di sotto risalendo poi all’alpe Colone e al vicino pilone della Gran Taia bisognoso di restauro oltre il quale si prosegue sino ai ruderi dell’alpe Cruvin.
20 Immagine(i), Inserita il 14/07/2012
Un anello sui monti di Cumiana per la Colletta, il Truc le Creste e altro.
Un anello sui monti di Cumiana per la Colletta, il Truc le Creste e altro
Località di partenza: Cumiana mt. 375 Dislivello complessivo: mt. 450 Tempo complessivo: 5 ore c.ca nella sua massima estensione Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore
Raggiungere borgate, chiesette e piloni posti su soleggiati poggi, percorrere sentieri nascosti, boscosi crinali fatti di continui saliscendi, salire a modeste, panoramiche cime, questo a due passi dalla città, ebbene tutto ciò ha un fascino particolare specie in questa stagione perché la visuale è priva d’ostacoli e la neve poco si ferma sugli assolati pendii ancora attraversati da numerosi sentieri, oggi poco o per nulla percorsi, e da numerose piste forestali. Tutto ciò è possibile. Da Cumiana, per sentiero, si sale da prima alla Colletta di Cumiana, sella che comunica con la val Sangone, e poi sul panoramico, boscoso rilievo del Truc le Creste. Scesi da questa cima subito si può ritornare a valle, oppure, meglio ancora, proseguire raggiungendo infine il sentiero DB, David Bertrand, che si segue per un tratto, per poi rientrare percorrendo una interminabile, piacevolissima traccia, che attraversa lungamente in piano, raggiungendo al termine delle minuscole borgate sui colli dalle quali si scende a Cumiana dove l’anello si chiude.
21 Immagine(i), Inserita il 21/12/2017
Un anello per la Punta Cerisira, la campana presso la Gran Guglia ed il rifugio del lago Verde
Un anello per la Punta Cerisira, la Campana presso la Gran Guglia ed il rifugio del lago Verde
Località di partenza: Bout du Col mt. 1730 Dislivello complessivo: mt. 1150 Tempo complessivo: 6 ore c.ca. Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
La Punta Cerisira è una bella, panoramica cima a cavallo tra la val Germanasca e la val Pellice e può essere facilmente raggiunta da entrambi i versanti. In questo caso, lasciata l’auto a Bout du Col sopra Prali, si prende l’ampia e frequentata traccia per il rifugio del lago Verde che più su si abbandona per quella militare che collega la caserma di Pian Littorio (Freibougio) con il ricovero costruito appunto sulla cima della Punta Cerisira, oggi tutti e due ridotti in ruderi. Ridiscesi ci si immette sul sentiero che collega la conca dei 13 laghi al rifugio del lago Verde salendo al traliccio che regge la campana posta a ricordo dei caduti della montagna raggiungendo in breve il colletto della Gran Guglia da dove si scende al rifugio posto accanto al lago. Si ritorna infine a Bout du Col stando sulla traccia che normalmente si percorre per salire al rifugio, oppure praticando la variante di cui al fondo.