Località di partenza: Slargo sulla strada per il colle del Moncenisio si poco a monte dello sbarramento artificiale mt. 2000 Dislivello complessivo: mt. 300 Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Il lago del Moncenisio è un bacino artificiale situato poco prima del colle del Moncenisio sullo spartiacque tra la valle italiana di Susa e la valle francese della Maurienne. A seguito del trattato di pace di Parigi del 1947 questo territorio è passato sotto la sovranità francese. Sul luogo, ad inizio novecento, erano presenti due piccoli laghi collegati tra loro da cascatelle. La crescente richiesta di energia determinò la costruzione delle prime tre dighe, mentre negli anni sessanta del secolo scorso fu realizzato l’attuale invaso, una struttura mista di terra e pietrame, rivoluzionando completamente l’intero paesaggio. Il vecchio villaggio, la strada napoleonica, gli alberghi e quant’altro furono inghiottiti dal lago che ha più che decuplicato la sua portata passando da 30 a 320 milioni di metri cubi che alimentano due centrali idroelettriche. Partendo di poco a monte dello sbarramento uno stradello porta al forte Roncia punto più elevato dell’anello. Tutt’oggi in un discreto stato di conservazione, al suo interno sono stati posizionati pannelli esplicativi, pertanto è visitabile. Riprendendo, all’opposto lo stradello scende a valle e superando l’incantevole pianoro delle tre Fontane lo si abbandona per il sentiero dei Duemila che lungamente traversa quasi in piano di poco a monte del lago. Prima dei casolari di la Buffa, che anticipano il colle del Moncenisio, per prati si scende a valle e superando la strada ci si immette su quella che porta al colle del Piccolo Moncenisio sulla quale si rimane per un lungo tratto sin poco oltre la cappella di S. Barthélemy. Attraversato il torrente si percorre appresso e lungamente lo stradello pianeggiante che si snoda sulla sponda occidentale del lago. Passando di sotto il forte di Varisello si giunge infine allo sbarramento che interminabile tutto si percorre giungendo al termine sull’opposta sponda. Una breve risalita riporta alla strada dove questo anello si chiude. Si attraversano nel procedere luoghi incantevoli, di grande valore paesaggistico, per il lago in sé e per i monti che a questo fanno corona.
25 Immagine(i), Inserita il 13/07/2020
Un particolare anello per la Conca del Pra
Un particolare anello per la Conca del Pra
Località di partenza: Borgata Villanova mt. 1230 Dislivello: mt. 975 Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n ° 7 Val Pellice Fraternali Editore
La Conca del Pra, parte terminale della valle del Pellice, è uno dei più estesi pianori delle alpi occidentali. Può essere raggiunta a piedi o con un mezzo tramite uno stradello che percorre il lato sinistro orografico della valle. L’accesso è a pagamento con orari di salita e discesa regolamentati. Sull’opposto versante, con percorso più alpinistico, si snoda un sentiero che costeggiando inizialmente pozze e cascate del torrente si addentra poi in ascesa tra gli ammassi di rocce emergenti e le pietraie che contraddistinguono questa selvaggia parte della valle. Sempre evidente e ben segnato si utilizzerà per tornare a Villanova scendendo dalla conca del Pra. Da questo, poco sopra Villanova, si stacca il semisconosciuto sentiero per il Castelluzzo e la zona del Barant . Raggiunto l’aspro, dirupato e assai panoramico poggio, la serpeggiante traccia confluisce sul sentiero dell’Autagna proveniente da fondo valle, dal ponte della Biava. Passando per l’imponente Gugliassa si guadagna in ripida ascesa la Colletta dove transita la strada che dalla Conca del Pra sale al col Barant per poi portarsi al rifugio Barbara Lowrie nel vallone dei Carbonieri. Dalla Colletta si scende al grande piano dove sorge il rifugio Jervis e da questo si torna a Villanova utilizzando lo stradello, meglio ancora il sentiero che si snoda sull’opposta sponda del Pellice. L’alternativo sentiero Quiotta, che si stacca dal sentiero dell’Autagna poco sopra il punto in cui su questo s’immette il sentiero del Castelluzzo, traccia che doveva portare alla Conca del Pra senza dover salire sino alla Colletta e poi discendere, non si è potuto utilizzare in quanto a tutt’oggi risulta impercorribile per l’erba alta, le felci e i rododendri che lo invadono. Dalla Colletta bella vista sui monti, particolarmente sul Palavas e sull’incantevole grande Conca del Pra.
30 Immagine(i), Inserita il 25/06/2020
Un anello sui monti sopra Fenestrelle rasentando il forte
Un anello sui monti sopra Fenestrelle rasentando il Forte
Località di partenza: Fenestrelle mt. 1150 Dislivello complessivo: mt. 685 Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
A Fenestrelle, nell’alta valle del Chisone, tra il settecento e l’ottocento è stato edificato un forte, meglio una fortezza, con lo scopo di proteggere il confine da un’ipotetica azione militare proveniente da oltralpe. Questo manufatto si sviluppa per circa cinque chilometri sul fianco della valle coprendo un dislivello di quasi 700 metri. Posto all’interno del Parco Naturale Orsiera – Rocciavrè, dal 1999 è diventato il simbolo della Provincia di Torino. Nel suo sviluppo iniziale questo itinerario rasenta l’imponente struttura salendo a monte sulla traccia esterna, quella che i visitatori normalmente utilizzano per scendere a valle. E’ un percorso naturalistico autoguidato con undici bacheche esplicative. Raggiunta alla sommità la parte alta della costruzione militare, il Forte delle Valli, ci s’immette sulla strada dell’Assietta percorrendo appresso l’ampia conca sottostante i monti Pelvo e Orsiera sino al bivio per Pequerel dove lasciata l’importante arteria si scende all’abitato, oggi privo di residenti, dove un sentiero nella pineta riporta a Fenestrelle. Come cessa nella conca la copertura arborea, la visuale s’apre all’opposto sull’esteso vallone dell’Albergian, sull’alta valle del Chisone, sulle cime, mentre scendendo di lato primeggia il crinale sul quale si sviluppano le costruzioni facenti parte della struttura del forte di Fenestrelle. Il forte, con la spettacolare scalinata interna coperta, è visitabile rispettando gli orari di accesso. La prenotazione per visitare la struttura è obbligatoria.
25 Immagine(i), Inserita il 24/06/2020
Un anello nel vallone di Rodoretto sul sentiero Lou viol de Valter
Un anello nel vallone di Rodoretto sul sentiero “ Lou viol dë Valter”
Località di partenza: Borgata Ciai di Rodoretto mt. 1430 Dislivello: mt. 626 Tempo di salita: 2 ore c.ca alla vetta del monte Fetulà Tempo di discesa: 1 ora e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Quando nel luglio del 2012 è mancato prematuramente Valter, i parenti e gli amici hanno sentito l’esigenza di dedicargli qualcosa che lo rappresentasse. Hanno scelto il sentiero perché esprime l’attaccamento a questi luoghi a cui si è sempre dedicato in forma attiva. Non si tratta di un nuovo sentiero perché si è voluto continuare un lavoro che gli era particolarmente caro: quello della cura del paese e di tutto quello che lo circonda. Ripristinare a mantenere attivi questi sentieri era per Valter anche un modo per valorizzare e ricordare l’impegno e la fatica di quanti ci hanno preceduto. Quelli di Rodoretto, Salza e Massello sono valloni laterali della valle del Germanasca. Cinti da imponenti cime dal primo si scende nella valle Argentera, della Ripa, per il colle di Rodoretto, in val Troncea, del Chisone, per il colle della Valletta. Partendo da questa borgata un ripido sentiero sale al crinale che lo separa dal vallone di Salza e percorrendolo per un lungo tratto si giunge così alla boscosa cima del monte Fetulà. Il ritorno a Rodoretto si fa per un altrettanto ripido sentiero, parallelo al primo, però più a monte. Sia il percorso d’ascesa che quello di ritorno sono evidenti e ben segnati. Peccato però che la numerosa segnaletica identificante i punti significativi del tracciato sia scritta solo in lingua occitana. Dalla vetta del monte Fetulà, notevole punto panoramico, vista ampissima sui monti e sulle valli del Germanasca e del Chisone.
25 Immagine(i), Inserita il 06/06/2020
Un anello sui monti di S. Giorio. Da Viglietti a Garda, alla Punta Cantalupa, alla Certosa di Banda
Un anello sui monti di S. Giorio. Da Viglietti a Garda, alla Punta Cantalupa, alla Certosa di Banda.
Località di partenza: Borgata Viglietti mt. 580 Dislivello complessivo: mt. 320 Tempo complessivo: 4 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore
Partendo da da S. Giorio, comune della bassa valle di Susa, una strada sale verso monte e toccando per via alcune borgate all’Inverso termina a quelle poste al limitare del Parco Orsiera – Rocciavrè. Le borgate più vicine al fondovalle sono tuttora abitate, quelle più montane si animano solo nei fine settimana o durante il periodo estivo. Partendo dalla borgata Viglietti uno stradello ed un sentiero salgono alla borgata Garda dove sul finire dell’anno 1943 i partigiani giurarono di federarsi per cacciare i nazifascisti e dove ogni anno l’evento viene ancor oggi commemorato. Per sentiero o sempre per pista forestale si traversa poi lungamente nel bosco sino alla panoramica Punta Cantalupa poco oltre la quale ci si immette sul sentiero 512 discendendo prima all’alveo del torrente Gravio poi alla Certosa di Banda abitata per un certo tempo dai monaci certosini. Di questa loro presenza poco rimane. Un interminabile ma assai piacevole traverso sul versante di valle riporta infine alla borgata Viglietti dove l’anello si chiude. Questo itinerario può considerarsi a tutti gli effetti una piacevole passeggiata sui monti. Se si esclude il tratto che dalla borgata Viglietti sale alla borgata Garda e quello discendente dalla Punta Cantalupa alla Certosa di Banda, si percorrono piacevolmente lunghi tratti in piano traversando per boschi o stando al limitare dei prati. Per come è configurato ben si presta ad essere effettuato d’autunno o all’inizio della primavera mai superando di quota i mille metri d’altitudine. Nel percorso ampia visuale sui monti, sulla valle di Susa, sulle borgate di fondovalle e quelle sperse sui pendii.
35 Immagine(i), Inserita il 08/03/2020
Un anello sui monti di Inverso Pinasca sino alla Costa Rauta sul sentiero Paolo Diena
Un anello sui monti di Inverso Pinasca sino alla Costa Rauta sul sentiero Paolo Diena
Località di partenza: Borgata Enfous mt. 815 Dislivello: mt. 455 Tempo di salita: 2 ore c.ca Tempo di discesa: 1 ora e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
I ripidi a tratti dirupati pendii che sovrastano le borgate montane di Inverso Pinasca, in bassa valle del Chisone, nascondono tuttora piccoli insediamenti circondati da coltivi e prati oggi abbandonati. Utilizzati a suo tempo solamente nella bella stagione, sono ornati ad essere bosco. Uno di questi, forse il più elevato, è Costa Rauta, Coto Rauto in patois. Tradotto significa costa ripida. Da Combavilla, borgata in parte ancora abitata, parte un sentiero, che ripido come i pendii che affronta, sale ampio nella faggeta raggiungendo alla sommità i ruderi di Costa Rauta . Il sentiero, che porta il nome di Paolo Diena, è stato recentemente segnalato e ripristinato grazie all’intervento di volontari dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Paolo Diena, come esplicitato chiaramente nella bacheca posta nei pressi della fontana dove perse la vita, era un giovane studente in Medicina, il dottore dai capelli rossi “ salito in montagna” per far parte, con il fratello, della Divisione Autonoma Val Chisone. Sorpreso da una pattuglia tedesca cercò la fuga, ma qui fu colpito a morte da una raffica che gli tolse la vita. Il sentiero che da Combavilla sale alla Costa Rauta passando per Clos Beiran sebbene ampio e sempre evidente, presenta tratti assai ripidi ed il percorrerlo richiede impegno e fatica. Si torna poi a valle per un sentiero diverso sviluppando quindi un anello. Questo itinerario, data la brevità complessiva del percorso, ha come punto di partenza e d’arrivo la borgata Enfous a monte di Pomaretto: scelta che nel complesso allunga un poco l’itinerario differentemente dalla scelta di partire da Combavilla.
25 Immagine(i), Inserita il 27/02/2020
Un anello da Trana al monte Pietraborga per i sentieri del Malpaset e dei Torrioni
Un anello da Trana al monte Pietraborga per i sentieri del Malpaset e dei Torrioni
Località di partenza: Trana mt. 390 Dislivello: mt. 536 Tempo di salita: 2 ore c.ca Tempo di discesa: 1 ora c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore
Il monte Pietraborga è l’ultima elevazione dello spartiacque Sangone – Chisola. Molte facili vie portano a questa modesta ma assai panoramica vetta a due passi da Torino. In questo itinerario si sceglie di raggiungerne la cima inizialmente per il sentiero del Malpaset, poi per quello dei Torrioni entrambi poco conosciuti e frequentati. Il primo, partendo direttamente dalla rotonda di Trana, sale nel bosco raggiungendo al termine di una ripida ascesa il colletto che immette sul versante ovest della montagna. Qui giunti lasciata la traccia per la borgata Pratovigero, che poi si percorrerà tornando, si rimane su quella che passando sul versante settentrionale raggiunge al termine dell’attraversamento il sentiero 450 che sale da Sangano. A metà di questo percorso si stacca il sentiero dei Torrioni che percorso porta direttamente in vetta. Questi torrioni si aggirano, ma volendolo si possono scalare per più vie con divertenti arrampicate con passaggi di varia difficoltà. Tra i vari torrioni il più interessante è il primo, alto, che presenta una bella parete, mentre un altro pure in principio, ma sulla destra è chiamato Torrione Garelli. Quello più alto ha due punte e si dice abbia dato il nome alla montagna perché in dialetto “borca” significa forcella di legno usata per sostenere i rami degli alberi. Dalla cima di questa montagna la vista s’apre ampissima in ogni direzione portandosi lo sguardo dalle Marittime al Rosa e ancora oltre, mentre sull’immediato primeggiano i vicini solchi vallivi e l’arco di cime dal Monviso al Musinè con i due gioielli dei laghi di Avigliana. Una cima da raggiungere in una tersa e limpida giornata per quanto di lassù si vede.
25 Immagine(i), Inserita il 15/02/2020
Un anello per i monti Sapei e Rocca Sella dalla borgata Celle di Caprie. Rientro sul sentiero Tramontana
Un anello per i monti Sapei e Rocca Sella da Celle di Caprie. Rientro sul sentiero Tramontana.
Località di partenza: Borgata Celle di Caprie mt. Dislivello complessivo: mt. 745 Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca Difficoltà: E/EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore
L’estesa dorsale montuosa che da fondo valle Susa s’estende verso il massiccio del Civrari presenta come cime intermedie il Rocca Sella e il monte Sapei tutte e due raggiunti in questo itinerario. Partendo già da in quota, da Celle, borgata montana di Caprie comune della bassa valle di Susa, si percorre nella prima parte il sentiero 571 che passando per la fontana Barale transita più avanti per il colle della Bassa, detto anche Pra su Col, dal quale si sale alla prima cima, il monte Sapei. Percorso poi lungamente il facile crinale che divide la valle del Messa da quella del Sessi, scesi al colle Arponetto si guadagna infine la seconda cima, il dirupato Rocca Sella, dal quale alcune alternative consentono di scendere a valle. In questo caso si sceglie l’impegnativo sentiero Tramontana. Essendo un poggio prospiciente la valle, il monte Rocca Sella consente un imponente visuale sulla bassa e media valle di Susa, sui monti e sui corsi vallivi sino alla non lontana città di Torino e sulla collina. In vetta è presente una minuscola cappella che può offrire riparo in caso di bisogno. Alcuni tratti del percorso, come quello che congiunge la fontana Barale al colle della Bassa e la discesa a valle per il sentiero Tramontana, pur non presentando particolari difficoltà o esposizione, per sono configurati sono riservati ad escursionisti con un minimo di esperienza.
35 Immagine(i), Inserita il 08/02/2020
Un anello per il monte Tre Denti Dalla borgata Scrivanda di Cantalupa. Rientro per il rifugio Melano - Casa Canada
Un anello per il monte Tre Denti dalla borgata Scrivanda di Cantalupa. Rientro per il rifugio Melano – Casa Canada
Località di partenza: Borgata Scrivanda mt. 590 Dislivello complessivo: mt. 800 Tempo di salita: 3 ore c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 45 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore
Nell’arco di monti compreso tra le valli Sangone e Chisone nel basso pinerolese vi sono suo interno le brevi valli della Chisola, del Noce e del Lemina racchiuse da una cerchia di monti di non elevata altitudine però aspri, selvaggi e dirupati dove sono presenti estese pareti rocciose con numerose vie d’arrampicata. Dalla Rocca Due Denti, sopra Tavernette, al monte Freidour si staglia un profilo di monti assai frastagliato dove primeggiano gli spuntoni rocciosi del Monte Tre Denti con la cappella su quello orientale e la Madonnina su quello occidentale. La salita a queste cime, di suo già impegnativa, è ora resa ancor più difficoltosa a seguito del fuoco che ha percorso questi versanti recentemente, con alberi carbonizzati caduti che ostacolano non poco nel procedere. Non di meno salire a queste vicine vette presenta un fascino particolare, che possono solo comprendere coloro che fin lassù ci sono andati, specie in una tersa giornata invernale quando il profilo dei monti si staglia ampissimo dalle Marittime al Rosa e ancora oltre. Partendo dalla borgata Scrivanda di Cantalupa, nella valle del Noce, percorso un tratto della “Camminata del Sorriso”, ci si addentra di seguito in una valletta sulla pista forestale che conduce al colle Castellar che si lascia per il sentiero che per il colle della Bessa conduce in vetta agli spuntoni orientale e occidentale del monte Tre Denti. Al colle Aragno est si scende al colle Castellar, successivamente un lungo traverso conduce alla singolare costruzione del rifugio Melano Casa Canada dal quale si ritorna infine alla borgata Scrivanda. Il percorso è fattibile quasi in ogni stagione perché la neve poco si ferma sui soleggiati versanti che si percorrono.
35 Immagine(i), Inserita il 01/02/2020
Un anello sui monti tra Bussoleno e Chianocco sino al Colletto. Eventuale proseguimento sino all'alpe Pianfè Superiore
Un anello sui monti tra Bussoleno e Chianocco sino al Colletto. Eventuale proseguimento sino All’alpe Pianfè Superiore
Località di partenza: Borgata Richettera mt. 640 Dislivello: mt. 612 Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 1 ora e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Le soleggiate borgate poste all’Indiritto sui monti di tra Chianocco e Bussoleno in bassa valle di Susa un tempo erano assai popolate mentre ora sono abitate da pochi residenti fissi. La strade costruite per facilitare gli spostamenti hanno invece solo favorito l’esodo massiccio verso le nascenti industrie di fondovalle che assicuravano al montanaro un reddito costante e dignitoso. Così coltivi, vigne pascoli lasciati all’abbandono sono tornati ad essere bosco. Partendo dalle borgate Richettera e Argiassera di Bussoleno un desueto sentiero si porta verso monte terminando più sopra sul Sentiero degli Orridi che si percorre sino a Pietrabianca dove lo si lascia per la labile traccia che incuneandosi nella Comba delle Foglie porta al Colletto modesta sella che immette nel vallone del rio Prebec. Percorrendo appresso una pista forestale di servizio agli alpeggi si torna poi alle borgate di partenza per altro sentiero. Una facile escursione questa per sentieri oggi dimenticati avente anche lo scopo di visionare il loco le condizioni della selvaggia Comba delle Foglie dopo gli immani disastri che hanno colpito la frazione S. Lorenzo di Bussoleno poco meno di due anni fa. Dal Colletto ampia vista sulla bassa e media valle di Susa e sui monti di entrambi i versanti di questa valle.