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Un anello da Claviere al lago dei Sette Colori



Un anello da Claviere al lago dei Sette Colori

Località di partenza: Bivio sulla strada che da Claviere porta a Sagnalonga mt. 1930
Dislivello complessivo. mt. 650
Tempo di salita: 2 ore e 45 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone

L’incantevole, panoramico lago dei Sette Colori, posto in una magnifica posizione poco oltre il confine, è così chiamato per la sfumatura del colore delle sue acque. Ci si può arrivare in diversi modi utilizzando percorsi che partono da diverse località.
In questo itinerario s’è scelto di muoversi poco sopra Claviere, sulla strada che porta a Sagnalonga, nel punto in cui un’indicazione suggerisce come raggiungere la punta Rascià utilizzando il geniale sentiero costruito dagli alpini tra le due guerre, recentemente ripristinato e reso fruibile. Questo sentiero serpeggia sul fianco del monte sorretto a valle e protetto a monte da estesi muretti ancora in buono stato di conservazione. Passando poi vicini alla rocciosa vetta di questa cima un breve traverso pianeggiante porta al col Bercia raggiunto da una strada che salendo da Sagnalonga scende nella valle Gimont e da questa a Claviere. Utilizzando poi uno stradello, oppure facili sentieri, sempre proseguendo si perviene al col Saurel da dove si scende al lago dei Sette Colori transitando per ambienti aridi quasi lunari.
Per rientrare, dopo un tratto percorso nell’andata, si può decidere di scendere nel vallone Gimont percorrendo un sentiero a tratti poco visibile che transita non lontano dal rio e dai piloni di un impianto di risalita. Alla baita Gimont, posta nei pressi di un laghetto, parte la traccia lungamente pianeggiante che riporta al punto di partenza.
A parte l’incantevole lago dei Sette Colori, in questo itinerario si attraversano luoghi diversi tra loro tutti contrassegnati però da una straordinaria bellezza paesaggistica e panoramica, dominati dall’incombente mole del monte Chaberton.

25 Immagine(i), Inserita il 30/08/2022

Un anello per i monti Appenna e Barifreddo dalla valle Argentera



Un anello per i monti Appenna e Barifreddo dalla valle Argentera

Località di partenza: Parcheggio Montenero mt. 1912 nel punto in cui la valle Argentera si sdoppia.
Oppure slargo nei pressi dell’alpe Plane mt. 2100.
Dislivello complessivo: mt. 1240 dal parcheggio Montenero, meno dall’alpe Plane
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca, meno dall’alpe Plane
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone
Fraternali Editore

L’esteso crinale montuoso che separa la val Troncea, dove nasce il Chisone, dalla valle Lunga, dove nasce la Ripa che con la Dora di Bardonecchia a Oulx darà vita alla Dora Riparia, presenta uno sviluppo di cime di notevole altezza non tutte facili da raggiungere. Mentre la Rognosa, che domina l’abitato di Sestriere, è la più elevata, l’ultima della serie, il monte Barifreddo, certamente è la più impegnativa. Pochi colli permettono di attraversare: poco sotto uno di questi, il col Clapis, sorge un bivacco fruibile avendo la chiave d’accesso reperibile presso l’Ente Parco della val Troncea a Pragelato.
In questo itinerario si sale a questo colle dalla valle Argentera avendo da scegliere tra tre località di partenza: presso il ruderi delle grange Argentiera, (itinerario consigliato per il rientro), presso il parcheggio Montenero posto più a monte dove la valle si sdoppia, oppure direttamente dall’agriturismo dell’alpe Plane, scelta oggigiorno maggiormente seguita per via che si parte già in quota.
Raggiunto il col Clapis l’ascesa al monte Appenna non presenta alcuna difficoltà, mentre se si vuole proseguire per la successiva cima, il monte Barifreddo, questa vetta, per le difficoltà da superare, è riservata a escursionisti aventi una certa esperienza.
Poco sotto la vetta di quest’ultimo monte vi sono le sorgenti del Chisone raggiungibili per comodo sentiero dalla val Troncea. In alternativa alla salita dall’alpe Plane si può decidere di rientrare scendendo ai ruderi dell’alpe Argentiera, che dà nome alla valle, sviluppando così un anello anche se il sentiero che si prende, il 609, da sarebbe da tempo da ripulire e risegnare.
Dalla cima di questi monti panoramica ampissima sulle vette e sulle valli.

25 Immagine(i), Inserita il 19/07/2022

Una passeggiata in val Germanasca sino alla Rocca Galmount



Una passeggiata in val Germanasca sino alla Rocca Galmount. Eventuale proseguimento sino alla grangia Miando e esplorazione sino al vallone sotto il monte Selletta.

Località di partenza: Borgata Cugno poco prima di Prali mt. 1471
Dislivello: mt. 210
Tempo di salita: 1 ora e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 1ora e 15 minuti c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali
Editore

Le quattro valli del Germanasca, Prali, Rodoretto, Salza e Massello, esclusa la prima, sono in generale poco conosciute e frequentate dagli escursionisti. Eppure itinerari interessanti e notevoli cime le contraddistinguono e assai significativi per anelli e traversate sono i colli che permettono di comunicare con le attigue valli di Susa e del Chisone.
In questo itinerario, quasi una passeggiata, partendo dalla borgata Cugno, poco a monte della provinciale appena prima di Prali, si raggiunge con un lungo e assai piacevole traverso nel fitto del bosco, la panoramicissima Rocca Galmount, con bella vista su tutta la conca di Prali e sulle cime che la racchiudono. Di qui uno stradello conduce alla parallela valle di Rodoretto dove al fondo un colle con lo stesso nome permette di scendere in alta valle Susa, in valle Argentera.
Volendolo, data la brevità del percorso, si può proseguire salendo all’alpeggio della Miando e poi ancora sino al monte Selletta che anticipa di poco la assai più impegnativa vetta del monte Vergia.
Oppure, con una deviazione, raggiungere l’ampio, pascolativo vallone che si estende sotto il primo monte.
In tutto l’itinerario vista ampissima sulle valli e sulle cime: dalla Rocca Bianca, al Cappello d’Envie, alla Gran Guglia con dietro il Bric Bucie in val Germanasca, mentre all’opposto domina il lungo crinale che separando la valle di Roidoretto da quella di Salza termina in vetta al monte Pignerol.

20 Immagine(i), Inserita il 08/07/2022

Un anello in alta valle Argentera. Dalla valle Lunga alla valle della Gran Miol con salita alla Cima Roudel



Un anello in alta val Argentera. Dalla valle Lunga alla valle del Gran Miol con salita alla Cima Roudel.

Località di partenza: Pian della Milizia mt.2104
Dislivello: mt. 830
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta val Susa – Alta val Chisone Fraternali
Editore

Unendosi a Oulx i torrenti Ripa e Dora danno vita alla Dora Riparia. Nella parte alta la valle della Ripa, comunemente denominata Valle Argentera, si sdoppia in due estesi valloni: da una parte la valle Lunga, dall’altra la valle della Gran Miol. Dalla valle Lunga si scende nella valle di Rodoretto, una delle valli del Germanasca, attraverso il colle di Rodoretto, mentre dalla valle della Gran Miol si raggiunge Prali per i passi della Longia e Frappier.
In questo itinerario, giunti al pian della Milizia, ci si sposta nella valle Lunga, dove propriamente nasce la Ripa, e tutta la si percorre sino alla conca terminale dove alcuni impegnativi intagli laterali permettono di accedere all’attigua valle della Gran Miol. Da questi si guadagna facilmente la vicina Cima Roudel dove a levante il pendio precipita sul vallone della Longia. Percorsi gli estesi sfasciumi e le rocce rotte che contraddistinguono i ripidi pendii tra la Punta della Gran Miuol e la Cima Roudel, scesi agli estesi declivi pascolativi, facilmente i resti di una traccia militare conducono all’alpeggio della Gran Miol dal quale per la strada di servizio si scende al Pian della Milizia dove questo anello si chiude.
Per via dell’alpeggio, per le numerose cime che le fanno da corona e per i facili colli che permettono di scendere a Prali, la valle della Gran Miol è assai frequentata dagli escursionisti a differenza dell’attigua, solitaria valle Lunga non percorsa nella parte terminale da alcun sentiero.
Di più gli intagli di cresta che danno sulla valle della Gran Miol sono di difficile accesso e i ripidi pendii di discesa sono fatti di rocce rotte e sfasciumi percorrendo i quali occorre prestare la giusta attenzione. Nondimeno questo itinerario si addice agli amanti le escursioni inconsuete come questa che percorre nella prima parte la solitaria ed estesa valle Lunga.
Dalla cima Roudel si ha una vista ampissima sulle valli, sulle cime perdendosi lo sguardo sino alla pianura da una parte, sull’estesa cerchia di monti dall’altra.

25 Immagine(i), Inserita il 18/08/2021

Un anello tra Cesana e Claviere. Le gorge di S. Gervasio, la Rocca Clari, il sentiero degli alpini per la Punta Rascià



Un anello tra Cesana e Claviere. Le Gorge di S. Gervasio con il ponte tibetano, la Rocca Clari, il sentiero degli alpini per la Punta Rascià.

Località di partenza: Tornante sulla strada per il Monginevro allo sbocco delle gorge di S. Gervasio
mt. 1511
Dislivello complessivo: mt. 950
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta Val Susa – Alta Val Chisone
Fraternali editore

Questo itinerario percorre nella prima parte del suo percorso le gorge di S. Gervasio, tra Cesana e Claviere in alta valle Susa, scavate nel corso dei millenni dalla continua erosione prodotta dalle acque della Piccola Dora alle falde delle dolomie dello Chaberton. All’interno della stretta gola è stato realizzato un ardito ponte tibetano, attrazione turistica di notevole fattura di recente realizzazione. Fuori le gorge, presa la strada per Sagnalonga, una breve deviazione consente si accedere alla Rocca Clari, dove sorgono i ruderi di un ricovero a suo tempo fatto saltare. Ridiscesi alla strada un’indicazione appropriata individua in punto il cui inizia l’imperdibile sentiero degli alpini per la Punta Rascià, geniale traccia che serpeggia con infinite svolte alle pendici del monte di cui si guadagna infine la panoramica cima avendo di fronte l’incombente mole dello Chaberton. Percorsa la panoramica cresta che segue, una facile traccia consente di portarsi al col Bercia, modesto valico che immette nella valle Gimont dalla quale facilmente si scende verso Claviere ripetendo così l’itinerario d’ascesa nelle gorge. Altrimenti, con percorso diverso, si può tornare percorrendo l’interminabile, polveroso stradello che passando per Sagnalonga dolcemente scende a valle riportando nelle vicinanze del punto di partenza.
Spettacolare, soprattutto nella prima parte del suo svolgimento, questo itinerario attraversa luoghi straordinariamente paesaggistici per l’ampio orizzonte che s’apre verso ogni dove avendo sempre incombente la mole dello Chaberton che domina la scena.

25 Immagine(i), Inserita il 11/08/2021

Un anello per la cappella della Cotolivier da Chateau Beaulard



Un anello per la cappella della Cotolivier da Chateau Beaulard

Località di partenza: Chateau Beaulard mt. 1400
Dislivello: mt. 700
Tempo di salita: 2 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 1 ora e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

La cappella di Notre Dame de Lumiere, ovvero Nostra Signora della Luce, si trova sulla prima elevazione del lungo crinale separante a Oulx, in alta valle Susa, la valle della Dora da quella della Ripa. Vi si giunge percorrendo una strada e alcuni sentieri salgono a questo piccolo edificio sacro partendo dagli abitati di fondovalle. La vetta, facile da raggiungere da tutti i versanti, è meta degli escursionisti e degli amanti la mountain bike nella bella stagione, mentre d’inverno viene spesso raggiunta con le ciaspole o con gli sci. In questo itinerario si parte dall’abitato di Chateau Beaulard e sia per ascendere che per tornare si percorrono i pendii che degradano nella valle della Dora. Ricoperti da fitte foreste d’abeti e di larici, s’aprono di tanto in tanto ad amene radure pascolative, mentre quelli della valle della Ripa, più impervi e soleggiati, erano un tempo costellati di insediamenti e borgate oggi tutte disabitate.
Si sale a questa cappella per l’ampia e aperta visuale che s’apre ampissima sulla media e alta valle di Susa e sull’estesa cerchia di monti che la racchiudono a cominciare dall’incombente Chaberton.

27 Immagine(i), Inserita il 03/11/2020

Un anello nelle valli del Germanasca. Dalla borgata Fontane ai monti Fetulà e Truscera



Un anello nelle valli del Germanasca. Dalla borgata Fontane ai monti Fetulà e Truscera

Località di partenza: Borgata Fontane di Salza mt. 1412
Dislivello: mt. 800
Tempo di salita: 3 ore c.ca
Tempo di discesa: 1 ora e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone – Pinerolese Fraternali editore

L’esteso crinale separante la valle di Rodoretto da quella di Salza, laterali a quella principale che porta a Prali, termina al colle della Balma dal quale si può ascendere al monte Pignerol passando per il colle della Valletta o salendo direttamente i ripidi pendii che portano a questa vetta.
La soleggiata borgata di Fontane, adagiata sul versante principale di valle, appartiene però al comune di Salza. Da questo minuscolo centro abitato, oggi con pochissimi residenti, parte una strada che porta a Didiero, sede comunale, scavalcando al Colletto delle Fontane dove un mantenuto stradello scendendo a valle transita per un’estesa, chiusa ma incantevole foresta: l’abetina di Salza. Dovendo ascendere ai monti Fetulà e Truscera, cime poste sul crinale separante la valle di Rodoretto da quella di Salza, al colletto delle Fontane si prosegue invece sino al colle di Serrevecchio, raggiunto da un sentiero che sale direttamente da Rodoretto. Qui giunti una traccia s’inoltra lungamente nel bosco e guadagnando quota si porta al colle separante il monte Fetulà dal monte Truscera. Da questa ampia sella facilmente si ascende alle due vicine cime. Nel salire si percorre un tratto del sentiero “ Lou viol de Valter”, anello che partendo da Rodoretto riporta poi a questa località passando per altra via.
Dalla vetta del monte Truscera la visuale s’apre ampissima sui monti, sulle valli, sino alla pianura.
Spettacolare è l’arco di monti che s’estende dalla Punta Vergia al monte Pignerol con i vari colli che separano tra loro le cime.

25 Immagine(i), Inserita il 29/10/2020

Un anello da Bousson a Sauze di Cesana



Un anello da Bousson a Sauze di Cesana

Località di partenza: Bousson mt. 1450
Dislivello complessivo: mt. 170
Tempo complessivo: 3 ore c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta Val di Susa – Alta Val Chisone Fraternali Editore

A Oulx la valle di Susa si sdoppia: il ramo di destra è la valle di Bardonecchia, quello di sinistra la valle della Ripa con i centri abitati di Cesana, Bousson e Sauze di Cesana. A Bousson prende corpo la valle di Thuras, mentre la Ripa s’incunea verso la l’alta valle da tutti conosciuta come la valle Argentera. Alti monti cingono queste valli e due valichi permettono di comunicare con la vicina valle francese della Durance mediante il colle del Monginevro e con la valle del Chisone attraverso il colle del Sestriere.
Questo breve itinerario, quasi una passeggiata, congiunge l’abitato di Bousson con quello di Sauze di Cesana percorrendo da prima i soleggiati pendii dove prati e coltivi da tempo sono stati abbandonati vocandosi l’economia completamente al turismo, mentre nel ritorno, all’opposto, si costeggia lungamente il torrente Ripa alla base delle estese foreste di conifere proprie di questo versante.
L’attraversamento, sia andando che ritornando, dati i modesti dislivelli dell’itinerario, può definirsi una piacevole passeggiata per luoghi incantevoli, specie se fatto d’autunno per il contrasto cromatico dei colori: dal verde degli abeti al giallo aranciato dei larici e degli aceri, dal bianco delle prime nevi all’azzurro del cielo.

25 Immagine(i), Inserita il 09/10/2020

Salita al colle di Rodoretto da Prali



Salita al colle di Rodoretto da Prali

Località di partenza: Borgata Cugno presso Prali mt. 1470
Dislivello complessivo: mt. 1560
Tempo di salita dalla borgata Cugno: 5 ore e 45 minuti c.ca
Tempo di discesa sino alla borgata Cugno: 3 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Oltre Perrero le valli del Germanasca s’aprono a ventaglio presentando, oltre a quella principale, le valli di Rodoretto, Salza e Massello. Cinte da vette che s’avvicinano e superano di poco i tremila metri di altitudine, alcuni colli permettono di comunicare con le contigue valli Chisone e Susa. Attraversate dal GTA, all’escursionista offrono numerosi punti d’appoggio, ovvero posti tappa, che sorgono solitamente dove iniziano le vallate.
Il colle di Rodoretto, meta di questo itinerario, consente di scendere nella valle Lunga, una delle due valli terminali della valle Argentera, alle sorgenti della Ripa, corso d’acqua che con la Dora di Bardonecchia dà vita a Oulx alla Dora Riparia, mentre l’attiguo colle della Valletta permette l’accesso alla val Troncea dove nasce il Chisone.
La via più breve per raggiungere il colle di Rodoretto parte dalla borgata Ciai posta all’inizio della valle. Incontrando per via minuscole borgate oggi prive di residenti, giunti all’ultima, la Balma, ancora si prosegue per la Bergeria della Balma, detta l’Alp, dove prende vita una traccia militare, un’ampia mulattiera, che interminabile, lo raggiunge perché al colle vi sono ancora i ruderi di una casermetta.
In questo itinerario di proposito si parte dalla borgata Cugno di Prali da dove si sale alla Costa Galmount, che immette nella valle di Rodoretto. Questa scelta permette di attraversare e apprezzare l’incantevole abetaia che estesamente ammanta l’inverso della valle e di percorrere il “Sentiero dei Pastori” valdesi.
Dal colle di Rodoretto la vista s’apre ampissima sulla Valle Lunga, sulla valle Argentera, sulle cime, particolarmente sull’imponente catena montuosa Ripa – Thuras dove emerge la Punta Ramiere.

25 Immagine(i), Inserita il 02/10/2020

Un anello dal rifugio Levi-Molinari alle Casses Blanches passando per il monte Chabrière



Un anello dal rifugio Levi – Molinari alle Casses Blanches passando per il monte Chabrière

Località di partenza: Parcheggio prima del ponte sul rio di Galambra mt. 1770
Dislivello complessivo: mt. 1000
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta Valle Susa Fraternali Editore

Sul finire dell’ottocento, per esigenze militari, furono realizzati diversi percorsi per monti fatti di sentieri, mulattiere e strade che intersecandosi tra loro univano Giaglione ai forti in quota sino alla zona di Bardonecchia. Detta “Sentiero dei 2000” una di queste vie transita per il ricovero delle Casses Blanches (Bianche rotture) dove sul frontale dell’edificio, oggi ridotto a rudere, la data 1899 testimonia gli anni di costruzione della struttura. La cima delle Casses Blanches s’erge di poco a monte del ricovero.
Giunti per strada nell’ampio vallone di Galambra, dove sorge il rifugio Levi- Molinari, per sentiero si sale sul monte Chabrière, anch’esso fortificato, per poi intraprendere il lungo attraversamento su quella che doveva essere un’ampia mulattiera di servizio ai forti che transitando per l’esteso vallone detto Clot Cheval porta al ricovero delle Casses Blanches. La singolare traccia poi prosegue ardita portandosi nel vallone del rio Geronda e salendo a svolte raggiunge il colle dell’Argentera. Questo tratto, spettacolare e impegnativo, da percorrere con attenzione, è detto “Via Rusa”.
Per voler fare un anello e non ripercorrere per intero l’itinerario di salita, ritornando si può utilizzare l’interessante sentiero che aggirando il monte Chabrière con un lungo attraversamento nella parte meridionale del monte riporta al punto di partenza.
Dalla cime delle Casses Blanches vista ampissima sui monti e sull’intera valle di Susa, da fondovalle allo Chaberton.

30 Immagine(i), Inserita il 18/09/2020

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