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Ancora un anello per il monte Pietraborga. Rientro sul sentiero Chiantore



Ancora un anello per il monte Pietraborga. Rientro sul sentiero Chiantore

Località di partenza: Casa di cura Villa Patrizia mt. 300
Dislivello: mt. 626
Tempo di salita: 2 ore c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Il promontorio montuoso che dal colle della Colletta s’incunea verso la pianura presenta come massima elevazione il monte Pietraborga, mentre di poco più in là il monte S. Giorgio domina l’abitato di Piossasco. Ricoperto su tutti i versanti da fitti boschi, al monte Pietraborga si può salire utilizzando i sentieri che salgono da fondovalle sia dal versante di Cumiana, della Chisola, sia da quello della val Sangone.
Questo itinerario partendo non lontano dalla Borgata Allivellatori di Cumiana, passando per il colle della Frascà raggiunge la borgata Pratovigero di Trana salendo poi in vetta su una traccia utilizzata un tempo per l’esbosco. Percorso poi un esteso crinale, si torna utilizzando il sentiero Chiantore, una traccia recentemente risistemata che consente di scendere a valle non lontano dal punto dal quale si era partiti.
Piacevole, poco faticoso perché si superano modesti dislivelli, questo itinerario si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati versanti che si percorrono. Dal monte Pietraborga, sul quale merita salire in una tersa giornata invernale, la vista s’apre ampissima e spettacolare in ogni direzione spaziando lo sguardo sulla pianura, sulla città di Torino, e sul semicerchio montuoso che dalle Marittime va sino al Rosa e ancora oltre.

25 Immagine(i), Inserita il 15/01/2017

Un anello attorno all'Orrido di Chianocco sul sentiero del Leccio. Eventuale salita al Colletto



Un anello attorno all’Orrido di Chianocco sul sentiero del Leccio. Eventuale salita al Colletto.

Località di partenza: Chianocco mt. 550
Dislivello complessivo: 400 mt.
Tempo complessivo: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

Sui fianchi ripidi di una montagna i corsi d’acqua possono generare, con il passare dei secoli, un orrido, cioè una gola con pareti a picco, più o meno vasta, scavata in profondità dall’erosione dovuta al passaggio continuo dell’acqua. Anche l’orrido di Chianocco, in bassa valle di Susa, s’è formato così.
La Riserva Naturale Speciale dell’Orrido e Stazione del Leccio di Chianocco in bassa valle di Susa è stata istituita per preservare e tutelare questo particolare ambiente naturalistico dove prospera il leccio, una quercia sempreverde tipicamente mediterranea, rara in quest’area alpina, che qui ha trovato il clima adatto alla sopravvivenza. I lecci sono tutti abbarbicati sulle pendici scoscese dell'orrido in prossimità della parte terminale dell’alveo del torrente Prebec prima che attraversi Chianocco. Al termine del breve percorso escursionistico che s’addentra nella gola dell’orrido, superato un arco naturale di rocce, inizia una via ferrata le cui caratteristiche sono riportate in un pannello esplicativo che sorge nel punto in cui parte.
Questo itinerario all’inizio si sviluppa sul versante destro idrografico (sinistro per chi sale) dell’orrido del torrente Prebec raggiungendo di sopra la borgata di Molè a margine di calanchi e chouquè. Scesi poi ad attraversare il corso d’acqua, con un lungo traverso ascendente si perviene ai ruderi della chiesetta della Madonna dei Campi da dove si torna a valle stando sul sentiero che s’abbassa non lontano dal limite sinistro dell’orrido. Si raggiunge così il punto panoramico che permette di visionare alcuni esemplari di leccio mentre di sotto il rio Prebec forma pozze e cascatelle.
Essendo l’itinerario si per sé breve, volendolo, con percorso aggiuntivo, si può salire al Colletto, colle in quota separante la valle del Prebec da quella del rio Moletta, su una traccia che attraversa luoghi impervi a suo tempo attraversati prima dal fuoco.

25 Immagine(i), Inserita il 31/12/2016

Un anello sui monti di Cantalupa. Dalla Rocca Due Denti al monte Brunello.



Un anello sui monti di Cantalupa. Dalla Rocca Due Denti al monte Brunello

Località di partenza: Inizio della via Col Mariun (Marione)
Dislivello complessivo:
Tempo complessivo: 5 ore c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

L’estesa dorsale montuosa separante la valle della Chisola da quella del Noce, che dalla pianura si propende verso monte fatte di cime sempre più elevate man mano che si sale e di colli, presenta come primo rilievo significativo la Rocca Due Denti e poi il monte Brunello separati tra loro dalla depressione del colle Mariun o Marione, che in questo itinerario si raggiunge partendo dagli insediamenti abitativi a monte di Cantalupa.
Sebbene ci si muova a quote relativamente basse, gli ambienti che caratterizzano questi versanti sono aspri, rocciosi e dirupati e la traccia che li attraversa, sempre evidente e segnata, serpeggia tra essi sempre trovando una via per proseguire. La salita al monte Brunello e la discesa da esso al colle della Bessa è così configurata presentando tratti ripidi, molto faticosi, spesso incuneandosi tra le rocce, dove occorre mettere un minimo di attenzione, ricercando nel procedere le segnature, comunque sempre presenti, che aiutano moltissimo senza le quali sarebbe assai difficile procedere. Avendo più tempo a disposizione, giunti al colle della Bessa si può ancora proseguire salendo al monte Tre Denti, alla chiesetta sul primo dente e alla Madonnina sul secondo decidendo poi quale tragitto intraprendere per tornare. Anche la discesa a valle per il sentiero 51 è impegnativa in quanto nella parte alta, dopo la fontana Ellena, si scende un ripido scavato canalino facendosi la traccia più percorribile solo nella parte terminale del percorso. Dalle cime toccate ampia vista sui

25 Immagine(i), Inserita il 13/12/2016

Un anello nella valle del rio Traversero



Un anello nella valle del rio Traversero.

Località di partenza: Borgata Possetti mt. 538 o poco più avanti
Dislivello: mt. 386
Tempo complessivo: 4 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

La valle del rio Traversero, tributaria del torrente Luserna, si trova in Val Pellice portandosi da fondovalle sin sotto i complessi turistici del Montoso e del Rucas. Ricoperta da fitti boschi, la destra orografica s’apre, di tanto in tanto, a verdi praterie dove sorgono piccoli insediamenti, più nessuno oggi abitato permanentemente, mentre sulla sinistra il versante si fa ripido e roccioso, impenetrabile, con la parte alta sventrata dalle numerose cave dove viene estratta la pietra di Luserna.
Partendo dalle borgate di Lusernetta uno stradello – pista forestale percorre lungamente quasi tutta la valle stando sempre non lontano dal corso d’acqua, mentre altre tracce più a monte, sempre finalizzate all’esbosco, tagliano lungamente i pendii tutti portandosi verso il fondo con diversi tratti che scendono al rio raggiungendo infine l’ultimo insediamento delle Cascine di Pian di Strubia meta del’escursione.
Consigliato in ogni stagione, soprattutto dall’autunno alla primavera, questo itinerario in condizioni normali è una piacevole e poco faticosa passeggiata per il poco dislivello che si supera e per i lunghi tratti in piano o in moderata ascesa che caratterizzano buona parte del percorso.

20 Immagine(i), Inserita il 11/12/2016

Un anello per le soleggiate borgate di Perosa Argentina sino al Bric Bleciè



Un anello per le soleggiate borgate di Perosa Argentina sino al Bric Bleciè

Località di partenza: Borgata Prageria mt. 775
Dislivello complessivo: 505 mt.
Tempo di salita: 2 ore c.ca
Tempo di discesa: 1 ora e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore.

Perosa Argentina, centro abitato dove le valli del Chisone e del Germanasca si uniscono, deve il suo nome al fatto che sui suoi monti, sino al tardo Medioevo, veniva cavato l’argento. Per la posizione geografica che occupa, e per come è configurato il territorio comunale, sono numerose le borgate all’Indiritto oggi ancora abitate e questo itinerario nel procedere ne tocca solo alcune. Gli estesi, dolci pendii pascolativi a valle, i terrazzamenti più a monte, la posizione soleggiata non che la vicinanza alle industrie del fondovalle, hanno fatto si che un tempo queste borgate fossero intensamente popolate mentre oggi per lo più si animano nei fine settimana o durante il periodo estivo pur avendo tutte ancora numerosi residenti fissi.
Questo itinerario, piacevole, quasi turistico, che ben si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono. Per strade, stradelli, poi sentieri che s’inoltrano verso monte, si sale infine sul Truc Bleciè primo modesto rilievo all’inizio del crinale separante il vallone rio dell’Agrevo da quello dell’Albona. Si torna poi per altra via alla borgata Prageria nucleo abitativo che precede di poco quello di Rio Agrevo alle spalle del quale si può ammirare il notevole salto d’acqua della cascata della Pissa.

28 Immagine(i), Inserita il 08/12/2016

Un anello per l'alpeggio abbandonato della Fugera ed il monte Ciarmetta da Foresto



Un anello per l'alpeggio abbandonato della Fugera ed il monte Ciarmetta da Foresto

Località di partenza: Foresto mt. 500
Dislivello: mt. 1148
Tempo di salita: 3 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

Nell’economia agricola dei tempi passati ogni porzione di territorio dal quale si poteva ottenere qualcosa era sfruttata anche nei posti più marginali, disagevoli e remoti. Non si spiega altrimenti come si sia potuto realizzare un alpeggio alla Fugera, dei ripidi pascoli sui monti di Bussoleno in bassa val di Susa. Grazie alla genialità e all’intuizione di chi ha scovato le vie per accedervi, ben tre tracce lo raggiungono salendo e traversando tra le rocce ed i dirupi che contraddistinguono questi versanti apparentemente a prima vista inaccessibili.
Le prime due salgono da Falcemagna e una di queste si utilizzerà poi per tornare, mentre altre due, non lontane tra di loro, partono da Foresto congiungendosi molto in alto alle praterie abbandonate di Cà Teissard dalle quali si raggiungono i ruderi della Fugera percorrendo una ripida, spettacolare traccia che salendo trova una via d’uscita attraversando spettacolari, incantevoli luoghi. Raggiunto poi il modesto rilievo del monte Ciarmetta, di poco a monte dell’alpeggio, volendolo si può scendere a visitare il luogo dove veniva cavato il marmo verde grazie all’aiuto di un tratto attrezzato.
Per scendere sviluppando un anello si hanno due possibilità. Una prima traccia, quasi uno stradello un tempo utilizzato per il trasporto a valle dei blocchi di marmo, scende facilmente senza alcun problema nel vallone del rio Moletta, mentre un’altra, data alla partenza come “Difficile”, effettivamente impegnativa soprattutto nella parte alta, raggiunge Falcemagna scovando la via per scendere tra le rocce ed i dirupi che contraddistinguono la prima parte del tratto discendente.
Giunti a questo borgo montano di Bussoleno uno stradello riporta alle Case Trucco dalle quali si scende a Foresto per il sentiero percorso in ascesa. Dalle Case Trucco, volendolo, si può ancora proseguire sul “Sentiero degli orridi” sino al Truc S. Martino dal quale egualmente si torna a Foresto allungando un tantino il percorso.
All’alpeggio della Fugera, un minuscolo locale, probabilmente a suo tempo la casa dei cavatori, sempre aperto, dotato di stufa, tavolo, sedie ed altro, è stato allestito a bivacco offrendo ospitalità in caso di bisogno. Niente acqua per tutto l’itinerario: da tenere presente.

30 Immagine(i), Inserita il 15/11/2016

Un anello nel vallone di Pramollo. Dal Poggio Pini al Pilone Bianco Gardetta passando per il Truc Laouza ed il colle Laz Ara



Un anello nel vallone di Pramollo. Dal Poggio Pini al Pilone Bianco Gardetta passando per il Truc Laouza ed il colle Laz Ara.

Località di partenza: Borgata Ruata mt. 1126
Dislivello complessivo: mt. 711
Tempo complessivo: 5 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Il vallone di Pramollo, dove scorre il rio Risagliardo, inizia a S. Germano grosso centro all’inizio della valle del Chisone. Stretto in basso, nella parte alta s’apre a ventaglio a più dolci soleggiati pendii costellati di minuscole borgate poste attorno alla principale, Ruata, dove sorge il tempio valdese. Confinante da una parte con la valle principale, a monte con quelle Germanasca e Pellice, il vallone termina alle pendici del Gran Truc, che è la montagna che domina la valle, sulla quale si sale facilmente una volta raggiunto il crinale al colle Laz Ara ricco di storia.
Partendo da Ruata, questo itinerario si porta inizialmente al panoramico Poggio Pini e traversando lungamente con andamento a semicerchio, stando di poco sotto il crinale, raggiunge il Truc Laouza da dove si prosegue verso il colle Laz Ara oltre il quale ancora si continua sino al punto in cui si abbandona il crinale prendendo il sentiero che passando per il Pilone Bianco Gardetta scende a valle incontrando per via alpeggi e insediamenti, alcuni in uso, altri abbandonati, percorrendo la piacevole traccia che riporta a Ruata.
Questo itinerario più che un’escursione lo possiamo definire una piacevole passeggiata da farsi preferibilmente ad inizio stagione o in autunno in quanto si affrontano accettabili dislivelli che si superano gradualmente traversando lungamente per le fitte pinete che ammantano questi pendii. Giunti sul crinale, allo storico colle Laz Ara, diradandosi la copertura arborea, lo sguardo s’apre libero ampissimo da una parte sul vallone sino alla pianura, dall’altra sulle valli Chisone e Germanasca e sulle cime che le chiudono.

35 Immagine(i), Inserita il 05/11/2016

Un anello per la Rocca del Pelvo in val Chisone



Un anello per la Rocca del Pelvo in val Chisone

Località di partenza: Bivio tra le borgate Lageard e Briera mt. 750
Dislivello: mt. 1125
Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Salendo nella valle del Chisone, subito dopo l’abitato di Villar Perosa non si può fare a meno di notare il notevole ammasso roccioso che spicca imponente sul versante all’Indiritto. Si tratta della Rocca del Pelvo che emerge sul pendio discendente dalla dorsale montuosa che separa la valle del Chisone da quella del Sangone. Tra tutti gli ammassi rocciosi presenti su questi versanti certamente la Rocca del Pelvo è quella più appariscente presentando un’ardita parete rocciosa strapiombante avente un notevole sviluppo in altezza. La via normale per accedervi senza arrampicare passa per lo stradello che da Roreto Chisone sale in quota transitando dalla borgata Chambellier. Presa la traccia per il monte Bocciarda ad un certo punto la si abbandona per l’incerto sentiero che lungamente traversando sul ripido versante erboso ne raggiunge al termine la sommità. Questo sentiero sarà quello che si utilizzerà per tornare mentre per salire si sceglie l’impegnativa traccia che passa per all’abbandonata alpe Giavella. Non riportato dalle affidabili carte della Fraternali, questo sentiero, che pochi conoscono e che oggi più nessuno percorre, era quello utilizzato un tempo per salire all’alpeggio ora diroccato e abbandonato. Oltre l’alpe la traccia si restringe diventando poco evidente, a tratti da ricercare, comunque sempre intuibile e percorribile anche se priva totalmente di indicazioni e segnature che mancano già da fondovalle. Dalla cima di questo imponente ammasso roccioso la vista s’apre ampissima sulla valle e sull’estesa cerchia di monti che attorniano la media valle del Chisone.
Ritornando, scesi alla Balma di Roreto, si scopre quanto sia piacevole percorrere i sentieri quasi pianeggianti che uniscono tra loro le piccole borgate all’Indiritto, quelle poste di poco a monte rispetto ai centri abitati di fondovalle.

25 Immagine(i), Inserita il 30/10/2016

Un anello per la Punta Tre Valli ed il colle della Buffa dalla val Chisone



Un anello per la Punta Tre Valli ed il colle della Buffa dalla val Chisone

Località di partenza: Borgata Passoir mt. 829
Dislivello complessivo: 860 mt.
Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti. Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

L’estesa dorsale montuosa che separa la valle del Chisone da quella del Germanasca nello svilupparsi presenta nella parte iniziale dopo la Punta Ceresa modesti rilievi e colli, molto chiusi per le estese foreste di faggi prima, di abeti e di larici poi, che precludono ogni visuale. Una piacevole traccia percorre per un lungo tratto il crinale raggiunto da alcuni sentieri che partono da fondovalle, da Pomaretto anche dalla zona di Bovile in valle Germanasca e dal vallone di Garnier nella bassa val Chisone.
Partendo dalla borgata Passoir due sentieri, non segnati tantomeno segnalati, tra loro non lontani, salgono faticosamente verso monte congiungendosi prima del crinale che divide le due valli raggiunto il quale da una parte si va sulla modesta cima Tre Valli, dall’altra al colle della Buffa dove la traccia prosegue per la cima Muret o Midi e per il col Clapier. Sono le tracce che si utilizzeranno per salire e per scendere sviluppando così un anello.
Nel ritorno, scendendo alla Comba Garnier, con una piccola deviazione si può raggiungere la borgata Poa il primo nucleo abitativo del vallone di Garnier, da tempo abbandonata, con la bella chiesetta. Una piacevole, quasi pianeggiante traccia riporta infine a Passoir passando per Coutandin borgata nativa dei genitori di Fernandel.

20 Immagine(i), Inserita il 22/10/2016

Un anello nel Gran Bosco di Salbertrand



Un anello nel Gran Bosco di Salbertrand

Località di partenza: Salbertrand mt. 1030
Dislivello complessivo: mt. 850
Tempo complessivo: 6 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta val Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbetrand è un parco regionale. Si sviluppa ampiamente sulla destra orografica in alta val Susa portandosi da fondovalle sin ben oltre lo spartiacque Susa – Chisone. E’ percorso da stradelli e da molti sentieri, ben segnati e segnalati, che permettono all’escursionista ampie scelte sia partendo da fondovalle che in quota, da Monfol giungendo a questo abitato una strada da Sauze d’Oulx. Alle ampissime abetaie e pinete si sostituiscono, man mano che si sale, delle estese praterie pascolative che portano sui colli e sulle cime dove transita la strada dell’Assietta.
In questo itinerario, partendo da fondovalle, da Salbertrand, dove molti sentieri e stradelli salgono a monte, percorso il Gta e raggiunte le grange Seu dove sorge il rifugio Arlaud, si prosegue oltre lungamente in piano su uno sterrato. Traversando nel chiuso del Gran Bosco, superata le grangia Randuin, giunti a Monfol si scende nella pineta raggiungendo in basso la borgata Gad, dove transita il “Sentiero dei Franchi”, che preso riporta a Salbertrand.
Ad un primo tratto dove si sale ripidi ne seguono altri pianeggianti, alcuni assai piacevoli da percorrere come la discesa nella pineta da Monfol a Gad o l’imperdibile tratto di ritorno sul sentiero dei Franchi da Gad a Salbertrand. Man mano si sale e si attraversa la vista s’apre ampissima sul solco vallivo e sui monti all’opposto dove spicca il Seguret con la lunga cresta dolomitica che incombe sulla valle.

30 Immagine(i), Inserita il 08/10/2016

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