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Album Foto > Album personali > Beppe46 11451 immagini in 423 albums visti 1089309 volte
L'acquedotto dei Poetti



L’acquedotto dei Poetti a Perosa Argentina

Dalla comba della Bocciarda, poco sopra la cascata della Pissa a monte di Rio Agrevo, quasi in verticale dell’abbandonato alpeggio delle Ferterie, parte un acquedotto vecchissimo, rifatto e aggiustato più volte, adesso non più in vita perché più nessuno coltiva la terra.
Parte dal rio con alle spalle una parete rocciosa perpendicolare bellissima e i suoi primi metri sono scolpiti direttamente nella pietra: come un monumento.
Poi procede con muri che lo sorreggono e con nicchie nella roccia. Oggi tutta la parte iniziale è in cemento. All’inizio si legge un’iscrizione ma non si riesce a darle un significatro. Lavorato bene quel cemento, di quando chi lo lavorava sapeva anche modellare la pietra a allora conferiva a quel cemento sembianze più nobili e più belle.
A fianco della canaletta per l’acqua c’è un sentiero continuo, a tratti su muretti di pietre a superare burroni e precipizi che si vedono giù in basso tra le fessure delle pietre accatastate.
Grandi curve a vari raggi portavano l’acqua con traiettorie sinuose quasi a voler fasciare la montagna lì severa per davvero.
Poi, d’improvviso, più niente acquedotto. Svoltato il versante e passati a quello soleggiato l’acqua scendeva per una sorta di rio artificiale quasi verticale e disordinato tanto che oggi si fa fatica a leggere quel percorso.
Quindi ancora calma, in mezzo ai pini, in un grande solco scavato nella terra oramai abbondante e morbida.
Ed infine la prima borgata, oggi un rudere, Moliere, poi i Poetti e sotto le Briere e via via le altre, giù verso Brandoneugna fino a esaurimento.
Un capolavoro di tecnica ed ingegneria, splendido e oggi dimenticato.
Ma quando impareremo a essere custodi dei gioielli dei nostri vecchi?

Tratto da “VALCHISONE terra bella”.

11 Immagine(i), Inserita il 18/03/2017

Un anello nella valle del rio Agrevo alla ricerca di alpeggi abbandonati e dell'acquedotto dei Poetti



Un anello nella valle del rio Agrevo alla ricerca di alpeggi abbandonati e dell’acquedotto dei Poetti.

Località di partenza: Borgata Rio Agrevo mt. 780
Dislivello: mt. 220
Tempo complessivo: 2 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

La bassa e media valle del Chisone sono state duramente martoriate dall’alluvione che le ha colpite nel novembre scorso. Tutti i rii discendenti dalle cime che separano la valle del Chisone da quella del Sangone, giunti a valle con un carico di detriti e alberi divelti dalla furia dell’acqua, hanno procurato ingenti danni e purtroppo anche una vittima travolta dalla piena del rio Albona.
Questo itinerario s’addentra in una di queste valli, quella del rio Agrevo che a monte della borgata che porta questo nome, origina la spettacolare cascata della Pissa. Raggiunto l’alpeggio abbandonato di Ferterie, con un lungo e faticoso traverso ascendente, volendolo, ci si porta al successivo, quello della Feugera oltre il quale è impossibile proseguire. Tornati al primo alpeggio, seguendo il corso del rio, si scende a vedere il punto di presa dell’ingegnoso acquedotto dei Poetti, oggi abbandonato, che parte poco sopra il salto della cascata. Si torna poi a valle, alla borgata di Rio Agrevo seguendo il corso della canaletta, meglio ancora percorrendo un tratto dell’altrettanto ingegnoso sentiero 344 per l’alpe Bocciarda.
A parte la stancante salita al secondo alpeggio, facoltativa, questo itinerario, più che un’escursione si può definire una piacevole passeggiata alla scoperta di una valle, di una cascata, di un acquedotto e di un alpeggio abbandonato la cui storia è posta al fondo della descrizione.

25 Immagine(i), Inserita il 18/03/2017

Un anello dal Musinè al Santuario della Madonna della Bassa passando per il monte Curt



Un anello dal Musinè al Santuario della Madonna della Bassa passando per il monte Curt

Località di partenza: Parcheggio di Pera Pluc mt. 555
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca
Dislivello complessivo: mt. 1080
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

In val di Susa l’ultimo affluente della Dora Riparia è il torrente Messa che nasce alle pendici del monte Civrari. Elevandosi dalla pianura due dorsali di monti chiudono la valle del Messa: ad ovest quella che passando per i monti Rocca Sella e Sapei termina alla Punta ella Croce del Civrari, ad est quella che partendo dal Musinè termina al monte Rognoso passando per i monti Curt, Arpone e per il colle del Lis. I soleggiati versanti discendenti da quest’ultima dorsale, un tempo spogli e brulli, hanno subito, dagli inizi del secolo scorso, ingenti interventi di riforestazione purtroppo utilizzando massicciamente il pino nero, conifera sottoposta agli attacchi della processionaria vero flagello di questa specie.
Diversi stradelli, detti piste tagliafuoco, solcano questi pendii e questo itinerario ne utilizza uno per portarsi sulla cresta est-ovest del monte Musinè la cui croce di cima si raggiunge percorrendo un ripido sentiero. Partendo dalla vetta del Musinè una traccia segnata e sempre evidente avanza sull’interminabile crinale separante la valle del Messa da quella del Casternone, di Valdellatorre terminando al colle del Lis. Di questo lungo attraversamento in cresta questo itinerario ne percorre una lunga parte: dalla vetta del Musinè al Santuario della Madonna della Bassa passando per il monte Curt. Si torna poi a valle, al parcheggio di Pera Pluc, utilizzando ancora una pista tagliafuoco.
Assai panoramico sui monti e sulla valle, piacevole per i lunghi tratti in piano presenti nel percorso, questo itinerario ben si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sull’assolato crinale che si percorre.

35 Immagine(i), Inserita il 11/03/2017

Un anello per il col Bione dal Santuario del Selvaggio



Un anello per il col Bione dal Santuario del Selvaggio.

Località di partenza: Santuario del Selvaggio mt. 700
Tempo di salita: 3 ore c.ca
tempo di discesa: 2 ore e 45 minuti c.ca
Dislivello: 730 mt.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

In val Sangone, alla borgata del Selvaggio, sulla via che da Giaveno conduce a Coazze, sorge il Santuario dedicato a N.S. di Lourdes, un edificio sacro di notevole fattura costruito nella prima metà del secolo passato. Al suo interno è stata realizzata una grotta, con la statua della Vergine, imitante quella di Massabielle.
Partendo dal piazzale antistante il Santuario, salendo e traversando lungamente e piacevolmente per strade, stradelli e sentieri incontrando per via piccoli insediamenti, alcune borgate e numerosi piloni votivi di cui è ricca la valle, più su alpeggi, questo itinerario guadagna alla sommità la modesta sella del col Bione, sul crinale separante la valle del Sangone da quella di Susa, dove sorge una minuscola chiesetta dedicata alla Madonna della Neve accanto ad un’estesa area di sosta nel punto in cui convergono numerosi sentieri. Percorso per un tratto il crinale separante le due valli, transitando piacevolmente per il bosco “Ugo Campagna” si torna al Santuario passando per Pian Aschiero e per alcuni alpeggi.
Per come è configurato, con lunghi tratti in piano, questo panoramico itinerario ben si presta ad essere effettuato in ogni stagione, meglio dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono.

35 Immagine(i), Inserita il 04/03/2017

Un anello sui monti di Condove. Borgate, chiesette e piloni votivi nella valle del Gravio. Secondo percorso



Un anello sui monti di Condove. Borgate, chiesette e piloni votivi nella valle del Gravio. Secondo percorso.

Località di partenza: Borgata Giagli mt. 641
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca
Dislivello complessivo: mt. 840
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta del sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore.

Questo itinerario, rispetto a quello di pari titolo, partendo già in quota, dalla borgata Giagli sulla strada che da Condove sale alle borgate montane della valle del Gravio passando per Mocchie, si addentra per sentieri, strade e stradelli nella parte intermedia della valle toccando per via alcune borgate, piccoli insediamenti, soprattutto cappelle, chiesette e piloni votivi segno della grande devozione che la gente di queste montagne riponeva in Dio, nella Vergine e nei Santi a cui sono dedicati i numerosi manufatti religiosi che si incontrano per via e presenti negli abitati che pur essendo stati in parte recuperati grazie alla strada oggi non hanno più alcun residente fisso.
Lungo, fatto di continui saliscendi, ma poco stancante perché si superano modesti dislivelli se si esclude la faticosa salita alla Rocca Grisolo, assai panoramico perché aperto, questo piacevole itinerario percorre nella prima parte l’estesa dorsale che separa la valle principale da quella del Gravio. Guadagnata nel proseguo faticosamente l’impervia cima della Rocca Grisolo, si torna a valle transitando per le soleggiate borgate all’opposto.
E’ sempre piacevole camminare per boschi, per lunghi tratti quasi in piano, attraversare praterie, corsi d’acqua, scoprire borgate dove oggi assoluto regna il silenzio mentre un tempo c’era vita, anche se grama, toccare con mano i segni della devozione, aprire lo sguardo sulle vette che cingono questa valle a due passi da Torino.

29 Immagine(i), Inserita il 25/02/2017

Un anello ritornando ai Sette Ponti nel vallone del Gran Dubbione



Un anello ritornando ai Sette Ponti nel vallone del Gran Dubbione

Località di partenza: Borgata Podio mt. 800
Dislivello complessivo: mt. 470
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° & Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Il vallone del Gran Dubbione, in bassa val Chisone, è chiuso da una cerchia di monti che lo separano dalla valle del Sangone nella quale si scende attraverso alcuni colli. Se i pendii nella parte bassa sono ripidi e boscosi, dalla parte intermedia in su s’apre a ventaglio alle incassate combe dove scorrono il rio dei Traversi ed il rio Gleisassa percorse entrambe da sentieri che uniscono il fondovalle con le numerose borgate di Serrremoretto, un tempo assai popolate, oggi praticamente prive di residenti fissi. Se nella Comba dei Traversi due ponti in muratura comunicano con le opposte rive, nella Comba del rio Gleisassa sono presenti ben sette ponti risultando il percorso d’ascesa assai tortuoso perché si risale una gola in alcuni punti stretta da pareti rocciose a picco dove sono presenti delle vie d’arrampicata. Un’alluvione di alcuni anni fa ha portato via il quinto ed il sesto ponte ora sostituiti da spettacolari passerelle agganciate a funi d’acciaio, mentre gli altri cinque, alcuni riportando seri danni, hanno resistito alla furia della piena che ha letteralmente spazzato via un altro ponte, più a valle, detto “Delle Piane”.
Partendo già in quota, dalle soleggiate borgate di Podio, un sentiero s’inoltra lungamente, prima in moderata ascesa, poi più ripido, traversando i boscosi pendii della bassa valle. Giunti alla sommità si perde quota scendendo la pista forestale che porta all’imbocco della comba del rio Gleisassa che tutta si risale. Attraversati i sette ponti e poi un ottavo, si perviene così all’abitato di Serremoretto posto sulla dorsale separante questa comba da quella dei Traversi. Scesi a questa e attraversato un primo ponte e poi un altro ancora, guadato più sotto il rio Gleisassa perché il ponte “Delle Piane” non c’è più, saliti alla chiesetta di Serforan a picco sul torrente e raggiunta la disabitata borgata di Tagliaretto, si torna a Podio percorrendo lo stradello che unisce tra loro questa due località.
Lungamente camminando per boschi, costeggiando e attraversando torrenti, percorrendo sentieri e incontrando per via caratteristiche borgate, è sempre piacevole, gratificante addentrarsi in questo poco conosciuto vallone che “Profuma d’antico”.

30 Immagine(i), Inserita il 18/02/2017

Un anello da Torre del Colle alla Rocca Bianca di Caprie



Un anello da Torre del Colle alla Rocca Bianca di Caprie

Località di partenza: Slargo dopo la Torre del Colle mt. 405
Dislivello complessivo: mt. 400
Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa val Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

All’inizio della val di Susa da una parte s’erge il monte Pirchiriano, sulla cui cima si trova la Sacra
di S. Michele, dalla parte opposta il monte Rocca Sella con l’estesa dorsale che scende a valle. Qui, al confine tra i comuni di Caprie e Villar Dora, dove si ha massimo restringimento tra i due versanti, un promontorio roccioso s’incunea nella pianura scendendo dalla Seja alla Torre del Colle. Punto d’osservazione strategico, ricco di storia, dalla Seja la visuale s’apre ampissima sulla valle e sullo sbocco alla pianura. Nell’ultimo tratto di questa dorsale in epoca medioevale è stata edificata una torre, dotata di guarnigione, per meglio controllare il transito di persone e cose, tuttora resistente al tempo e in ottimo stato di conservazione, mentre più su, salendo alla Seja, ancor resiste un osservatorio militare utilizzato nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
Questo itinerario, partendo appunto da Torre del Colle e passando per la Seja, traversando lungamente su sentieri montani, raggiunge al termine la Rocca Bianca esteso ammasso roccioso dominante l’abitato di Caprie dov’è presente una ferrata e numerose sono le vie d’arrampicata.
A parte il tratto iniziale, molto frequentato soprattutto dai bikers, si percorrono, sia in ascesa che per tornare, lungamente due sentieri paralleli, posti a quote diverse, il cui transito risulta assai piacevole soprattutto dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve su questi assolati pendii.

30 Immagine(i), Inserita il 10/02/2017

Un piacevole anello per i monti S. Giorgio e Rubata Boe. La Pera Luvera



piacevole anello per i monti S. Giorgio e Rubata Boe. La Pera Luvera.

Località di partenza: Località Ciampetto di Piossasco mt. 431
Dislivello complessivo: mt. 640
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Incombente sull’abitato di Piossasco, il monte S. Giorgio è la cima più avanzata della catena alpina occidentale in direzione della pianura. Un tempo arido e brullo, i suoi versanti sono stati rimboscati all’inizio dell’altro secolo con vigorosi interventi di riforestazione utilizzando soprattutto il pino nero. A questo monte, sulla cui cima sorge una chiesetta risalente all’anno Mille, giungono una strada e diversi sentieri. Questo itinerario ne percorre alcuni tra i quali un lungo tratto del sentiero DB, David Bertrand, dedicato ad un giovane volontario che qui perse la vita nell’intento di spegnere il furioso incendio che non molti anni fa ha devastato questi pendii.
Partendo dalla borgata Ciampetto di Piossasco, senza fretta, piacevolmente e non per la via più breve, con tre lunghi traversi ascendenti si raggiunge la cima del monte S. Giorgio. Passando poi per il monte Rubata Boe e scesi al colle di Pre si risale poi al panoramico ammasso roccioso della Pera Luvera, la Pietra del Lupo, dalla quale si torna al punto di partenza utilizzando un tratto il sentiero Chiantore e altri sentieri alternativi poco conosciuti e frequentati.
Se si esclude il breve tratto dal colle di Pre alla Pera Luvera, un tantino impegnativo, questo itinerario si può considerare, per come è impostato, una lunga, ma piacevole passeggiata da farsi dall’autunno alla primavera perché la neve poco si ferma su questi assolati pendii.

25 Immagine(i), Inserita il 02/02/2017

Un anello sui monti di Porte. Dalla fontana degli alpini a S. Benedetto passando per la Balma, la Casa dei Burattini e il monte Roccia Cotello



Un anello sui monti di Porte. Dalla fontana degli alpini a S. Benedetto passando per la Balma, la Casa dei Burattini e il monte Roccia Cotello.

Località di partenza: Fontana degli alpini mt. 738
Dislivello: mt. 300
Tempo complessivo: 3 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Nel punto terminale dove la valle del Chisone si restringe, aprendosi poi alla pianura, si trova il comune di Porte, “Porta” d’accesso alla valle. I soleggiati pendii a monte dell’abitato un tempo erano costellati da vigne, coltivi e piccoli insediamenti. Quelli più elevati, oramai da tempo abbandonati, sorgevano là dove il bosco s’apriva a minuscole praterie. Numerosi sentieri solcavano questi versanti come altrettanto numerose sono oggi le piste forestali finalizzate all’esbosco che li hanno resi inservibili: questo itinerario nel procedere ne percorre alcune. Partendo già in quota, dalla fontana degli alpini, si raggiungono due siti caratteristici sepolti nel fitto del bosco: la Balma, casa addossata ad una parete rocciosa, poi il Ciabot d’ Buratin con il misterioso affresco sulla facciata che meritano essere visti. Saliti poi al “Belvedere”, dove sorge un cippo con sopra una marmorea testa femminile, da qui si raggiunge il rilievo più elevato, il monte Roccia Cotello, dal quale si scende a valle, alla chiesetta di S. Benedetto su una piacevole traccia che percorre lungamente il crinale. Un ultimo tratto pianeggiante nei boschi riporta alla fontana degli alpini.
Totalmente percorribile in MTB, questo itinerario ben si presta ad essere effettuato tutto l’anno: con la foglia, che però preclude ogni visuale, meglio dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve su questi soleggiati non elevati versanti.

20 Immagine(i), Inserita il 24/01/2017

Un anello alle pendici del Musinè



Un anello alle pendici del Musinè

Località di partenza: Caselette all’inizio della tagliafuoco mt.380
Tempo complessivo: 4 ore c.ca
Dislivello: mt. 340
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa val Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

Il Musinè è il primo rilievo che s’incontra quando ci si addentra all’interno della valle di Susa. Una grande croce in calcestruzzo, bel visibile da fondovalle, caratterizza la sua vetta raggiunta da alcuni sentieri assai frequentati in ogni stagione data l’immediatezza della salita.
Questo itinerario non ne raggiunge la cima in quanto in ascesa si percorre piacevolmente la traccia che moderatamente taglia il soleggiato versante sud del monte portandosi all’incirca a metà del crinale dove sorge una piccola area di sosta presso un punto panoramico. Scesi poi a fondovalle si ritorna stando sull’interminabile, ugualmente piacevole pista tagliafuoco che traversando alle pendici del monte riporta a Caselette.
Dato che si sta prevalentemente sul versante sud del monte, assolato e a tratti molto aperto, questo itinerario si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve su questi pendii dove la visuale s’apre sulla valle di Susa e sui monti che s’elevano su entrambi i versanti guardando verso monte, e sulla città di Torino andando con gli occhi nella direzione opposta.

20 Immagine(i), Inserita il 18/01/2017

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