Un anello in val Germanasca. Dalla borgata Bessè alla cima Meisoun passando dalla borgata Fontane
Un anello in val Germanasca. Dalla borgata Bessè alla cima Meisoun passando per la borgata Fontane.
Località di partenza: Borgata Bessè mt. 1020 Dislivello complessivo: mt. 570 Tempo complessivo: 4 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Borgate senza più residenti, sentieri che più nessuno percorre, miniere di talco da tempo chiuse, altra ancora in attività, cime sconosciute ai più, arditi sentieri: ecco cosa s’incontra sviluppando questo insolito itinerario. Partendo dalla borgata Bessè, all’inizio del vallone di Massello, uno dei quattro del comprensorio del Germanasca, salendo e poi scendendo per superare asperità, si giunge a Pomeifrè dove è attiva una miniera nella quale si estrae il Talco: è l’unica ancora in funzione nella valle rispetto alle numerose di un tempo. Stando per un tratto vicini al torrente, più avanti lo si lascia per salire a Fontane, frazione di Salza, percorrendo un ardito sentiero, andino per come è strutturato, certamente la cosa più interessante di tutto l’itinerario. Posta in una soleggiata posizione, da Fontane ancora si sale in direzione del Colletto delle Fontane, che non si raggiunge, prendendo per via lo stradello che porta alla cima Meisoun e poi all’insediamento posto poco sotto la boscosa cima che ha questo nome. Di qui si torna a Bessè restando lungamente sul sentiero di valle. Fatto per chi ama camminare, questo percorso alterna lunghi tratti piacevolmente pianeggianti ad altri dove si sale o si scende attraversando luoghi e località fuori dal solito giro, comunque assai panoramiche sulla valle di Prali e su quelle limitrofe.
25 Immagine(i), Inserita il 29/11/2022
Un anello in val Pellice. Da Bobbio ai ruderi dell'alpe del Colletto
Un anello in val Pellice. Da Bobbio ai ruderi dell’alpe del Colletto
Località di partenza: Piazza del municipio a Bobbio Pellice mt. 744 Dislivello: mt. 624 Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore
L’ultimo comune della val Pellice è Bobbio. I versanti all’Indiritto, soleggiati ed ameni, pullulano di borgate ancor oggi con molti residenti, quelli all’Inverso invece sono ricoperti da fitte foreste: latifoglie, soprattutto castagni nella parte bassa, faggi, abeti e larici man mano si sale. Parliamo dei pendii sottostanti l’esteso crinale che partendo da fondovalle separa la valle principale dall’attigua Comba dei Carbonieri. Alcuni colli tra le cime permettono di comunicare tra le due valli. Il più importante è il col Barant o Baracun dove uno stradello avente origini militari salendo dalla Conca del Pra, dove sorge il rifugio Jervis, permette di scendere al rifugio Barbara Lowrie. Su questo crinale, già in quota, sino a non molto tempo fa esisteva un alpeggio che si raggiungeva percorrendo un ripido sentiero: l’alpe del Colletto oggi ridotta a rudere. E’la meta di questo itinerario che partendo da fondovalle, da Bobbio Pellice, la raggiunge stando sempre su uno stradello sostanzialmente realizzato per permettere l’esbosco. Si sale e si scende piacevolmente, senza fretta, e tutto il percorso è ciclabile. A metà c.ca della salita si può abbreviare il percorso, che pertanto diventa quasi una passeggiata, percorrendo la Pista Alta rientrando poi a Bobbio per la Pista Bassa. Queste due tracce sono state utilizzate ritornando così da poter sviluppare un anello.
25 Immagine(i), Inserita il 22/11/2022
Un anello da Oulx al Forte di Chateau Beaulard. Il tiglio di Villaretto.
Un anello da Oulx al Forte di Chateau Beaulard. Il tiglio di Villaretto.
Località di partenza: Primo tornante della strada Oulx -Cappella della Cotolivier mt. 1185 Dislivello complessivo: mt. 500 Tempo complessivo: 5 ore e 15 minuti c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
Il crinale che da Oulx s’eleva separando la valle della Dora da quella della Ripa presenta un primo rilievo sul quale s’erge la chiesetta della Madonna della Cotolivier raggiunta da uno stradello che partendo da fondovalle tocca per via piccoli nuclei abitativi. Mentre i pendii che degradano nella valle della Ripa sono aperti e soleggiati, quelli sul versante Dora sono ricoperti da fitte foreste di conifere e latifoglie. In questo itinerario, percorso un tratto di strada in direzione della cappella della Cotolivier, al primo tornante la si abbandona prendendo lo stradello che in breve porta alle poche case di Villaretto dove sorge un tiglio centenario. Scesi poi al fondo, alla chiesetta della Madonna della Neve, lungamente di prosegue non lontano dal corso della Dora, raggiungendo più avanti il bivio dove si lascia la traccia che prosegue sul piano per il sentiero che addentrandosi in una stretta gola esce di sopra alla borgata di Chateau Beaulard dominata verso valle dal mammellone detto “Il Forte”, meta di questo itinerario, che si raggiunge. Ritornati alla borgata si rientra alla strada per Oulx per altra via sviluppando così un anello. Dato che si parte da fondovalle, questo itinerario si presta ad essere effettuato in una bella giornata autunnale, per la mitezza del clima, per il contrasto cromatico dei colori dato dal “foliage”, dall’azzurro del cielo e dal bianco della prima neve sulle cime.
25 Immagine(i), Inserita il 21/10/2022
Le scuolette Beckwith delle valli valdesi
La scuolette Beckwith delle valli valdesi
Il 17 febbraio del 1848 il re Carlo Alberto di Savoia annunciò che i valdesi, perseguitati e costretti molte volte a dolorosi esili, erano finalmente liberi e avrebbero avuto gli stessi diritti degli altri abitanti del Piemonte. Mentre nel resto dell’Italia, allora non ancora unificata, l’analfabetismo era diffuso, nelle valli valdesi grazie al generale inglese Charles Beckwith l’alfabetizzazione raggiunse picchi incredibili non confrontabili con nessun’altra realtà italiana contemporanea. Grazie a questo generale furono costruite scuole in edifici adatti che portano ancor oggi il nome del loro promotore. Le scuole erano dotate di materiali innovativi che lo stesso Beckwith fece arrivare direttamente dall’Inghilterra. Lo stesso organizzò corsi di aggiornamento per docenti presso la Scuola Normale di Losanna in Svizzera e introdusse l’uso della lingua italiana. A Gros Passet, borgata nel vallone di Massello - val Germanasca, una scuoletta Beckwith è stata recentemente ristrutturata. Sedendo tra i banchi il visitatore potrà andare con il pensiero a quei bambini e bambine che lì impararono a leggere e scrivere portandosi da casa un ceppo di legno che avrebbe riscaldato la scuola.
7 Immagine(i), Inserita il 14/10/2022
Una passeggiata ad anello nel vallone di Massello
Una passeggiata ad anello nel vallone di Massello
Località di partenza: Borgata Gros Passet mt.1300 Dislivello complessivo: mt. 500 c.ca Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Quella di Massello, con Salza e Rodoretto, sono le valli laterali del bacino fluviale del Germanasca staccandosi queste sulla destra orografica rispetto alla valle che conduce a Prali. Al ponte Rabbioso, poco oltre Perrero, si lascia la valle principale e percorrendo inizialmente una stretta gola si giunge all’ampio anfiteatro dove s’apre il vallone di Massello. Un tempo assai popolate, le numerose borgate di questa valle oggi hanno pochi residenti. Coltivi e praterie sono state da tempo abbandonate basandosi l’economia locale oggi non più sull’agricoltura e sulla pastorizia. Il vallone di Massello, poco frequentato dagli escursionisti, è di una straordinaria bellezza paesaggistica. Alcuni colli permettono di scendere nell’attigua valle del Chisone e cime significative coronano la valle. Il rio che scorre forma a monte di Balsiglia una spettacolare cascata e un ardito sentiero scavato dagli alpini taglia le pendici meridionali del monte Ruetas. Questa valle, inoltre, è strettamente legata agli eventi storici che riguardano la fede valdese. A Balsiglia un museo ricorda il glorioso rimpatrio del 1689 quando ritornando dall’esilio in Svizzera i valdesi fronteggiarono l’esercito franco-sabaudo. Un percorso museale tra le borgate della valle, denominato “La ruota e l’acqua”, inoltre, permette di conoscere e comprendere quanto un tempo questi luoghi fossero abitati e come la popolazione potesse trarre sostentamento da un’economia prettamente agricola. In questo itinerario, partendo dalla borgata di Gros Passet, oggi con solo due residenti, ci si addentra sul versante soleggiato di valle raggiungendo un abbandonato alpeggio. Con ampio giro ad anello si torna poi al punto di partenza.
15 Immagine(i), Inserita il 04/10/2022
Un anello in alta valle Argentera. Dal bivacco Casalegno sotto il col Mayt ai laghi della Fioniere
Un anello in alta val Argentera. Dal bivacco Casalegno sotto il col Mayt ai laghi della Fioniere
Località di partenza: Parcheggio Montenero dove la valle Argentera si divide mt. 1912 Dislivello complessivo: mt. 988 Tempo complessivo: 5 ore e 45 minuti c.ca compresa la salita al col Mayt. Difficoltà: E/EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
La valle Argentera è la valle dove nasce la Ripa che con la Dora di Bardonecchia a Oulx dà vita alla Dora Riparia. Al fondo questa valle si divide in due: quella si sinistra è propriamente la valle dove nasce la Ripa è ha nome valle Lunga perché così configurata, mentre quella di destra è la valle della Gran Miol dove nella parte mediana sorge un elevato alpeggio che produce il Plaisentif, la toma alle viole. Partendo dal parcheggio Montenero, nel punto in cui la valle Argentera si divide, in questo itinerario si percorre lungamente il vallone della Gran Miol sino al valloncello che risalito porta da prima ai ruderi della caserma XXIII, dove è stato ricavato un locale ad uso bivacco, poi, volendolo, si sale al col Mayt che immette nel Parco Naturale Regionale del Queyras in territorio Francese. Tornati al bivacco, ancora traversando e salendo si possono infine raggiungere i laghi della Fioniere posti sotto la Punta Ramiere. Percorrendo luoghi di una straordinaria bellezza paesaggistica si può tornare a valle per altra via sviluppando così un anello. Si sappia che questo sentiero alternativo, evidente e segnato di rosso, è facilmente e piacevolmente percorribile nella sua parte alta, mentre quando si entra nel bosco, cioè nel suo tratto terminale, è assai ripido e numerosi impedimenti naturali come alberi caduti, frane e altro ostacolano non poco il cammino. Nondimeno merita essere percorso. Per tutta la durata dell’itinerario la vista s’apre ampissima sulle valli e suoi monti che le cingono. Spettacolare l’ambiente circostante i laghi della Fioniere.
29 Immagine(i), Inserita il 20/09/2022
Un anello al nuovo bivacco Matteo Corradini alla Dormillouse
Un anello al nuovo bivacco Matteo Corradini alla Dormillouse
Località di partenza: Rhuilles mt. 1665 Dislivello: mt. 1182 per il bivacco Corradini, 1235 per la Cima Dormillouse Tempo di salita: 4 ore c.ca Tempo di discesa: 3 ore c.ca Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
Il bivacco Corradini è stato realizzato presso la cima Dormillouse in ricordo di Matteo. Aveva solo 17 anni quando ci ha lasciati. Matteo amava molto la montagna, “adorava la neve, lo sci alpinismo e il free ride. Gli piaceva la gita alla Dormillouse dove saliva ogni anno per poi lasciarsi scivolare nella polvere”. Il bivacco Matteo Corradini si trova poco sotto la cima Dormillouse, sullo spartiacque di confine tra la valle di Thuras e la valle francese della Cerveyrette sulla via per ascendere in vetta al monte Terra Nera. Partendo da Rhuilles in valle Thuras e percorrendo lungamente il disastrato stradello che sale nel vallone Chabaud in direzione del colle, presso i ruderi di un bunker fatto saltare si prosegue sulla mulattiera che sale alle opere di difesa predisposte a suo tempo dai nostri militari presso la cima Dorlier. Giunti più sopra si percorre lungamente nella valletta a cui seguono due balze che portano la traccia al lac du Fond da dove, ancora in ripida ascesa, fatta la terza, si perviene al bivacco Corradini allestito poco sotto la vetta della cima Dormillouse su un poggio al riparo dalla valanga. Per rientrare, in alternativa al percorso d’ascesa, si può scegliere di percorrere l’interminabile cresta di confine, la Crete de la Dormillouse, scendendo poi direttamente al col Chabaud dal quale si torna a Rhuilles. Spettacolare e imperdibile quanto di lassù si vede.
30 Immagine(i), Inserita il 13/09/2022
Un anello da Claviere al lago dei Sette Colori
Un anello da Claviere al lago dei Sette Colori
Località di partenza: Bivio sulla strada che da Claviere porta a Sagnalonga mt. 1930 Dislivello complessivo. mt. 650 Tempo di salita: 2 ore e 45 minuti c.ca Tempo di discesa: 2 ore c.ca. Difficoltà: E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone
L’incantevole, panoramico lago dei Sette Colori, posto in una magnifica posizione poco oltre il confine, è così chiamato per la sfumatura del colore delle sue acque. Ci si può arrivare in diversi modi utilizzando percorsi che partono da diverse località. In questo itinerario s’è scelto di muoversi poco sopra Claviere, sulla strada che porta a Sagnalonga, nel punto in cui un’indicazione suggerisce come raggiungere la punta Rascià utilizzando il geniale sentiero costruito dagli alpini tra le due guerre, recentemente ripristinato e reso fruibile. Questo sentiero serpeggia sul fianco del monte sorretto a valle e protetto a monte da estesi muretti ancora in buono stato di conservazione. Passando poi vicini alla rocciosa vetta di questa cima un breve traverso pianeggiante porta al col Bercia raggiunto da una strada che salendo da Sagnalonga scende nella valle Gimont e da questa a Claviere. Utilizzando poi uno stradello, oppure facili sentieri, sempre proseguendo si perviene al col Saurel da dove si scende al lago dei Sette Colori transitando per ambienti aridi quasi lunari. Per rientrare, dopo un tratto percorso nell’andata, si può decidere di scendere nel vallone Gimont percorrendo un sentiero a tratti poco visibile che transita non lontano dal rio e dai piloni di un impianto di risalita. Alla baita Gimont, posta nei pressi di un laghetto, parte la traccia lungamente pianeggiante che riporta al punto di partenza. A parte l’incantevole lago dei Sette Colori, in questo itinerario si attraversano luoghi diversi tra loro tutti contrassegnati però da una straordinaria bellezza paesaggistica e panoramica, dominati dall’incombente mole del monte Chaberton.
25 Immagine(i), Inserita il 30/08/2022
Un anello per i monti Appenna e Barifreddo dalla valle Argentera
Un anello per i monti Appenna e Barifreddo dalla valle Argentera
Località di partenza: Parcheggio Montenero mt. 1912 nel punto in cui la valle Argentera si sdoppia. Oppure slargo nei pressi dell’alpe Plane mt. 2100. Dislivello complessivo: mt. 1240 dal parcheggio Montenero, meno dall’alpe Plane Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca, meno dall’alpe Plane Difficoltà: E/EE Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore
L’esteso crinale montuoso che separa la val Troncea, dove nasce il Chisone, dalla valle Lunga, dove nasce la Ripa che con la Dora di Bardonecchia a Oulx darà vita alla Dora Riparia, presenta uno sviluppo di cime di notevole altezza non tutte facili da raggiungere. Mentre la Rognosa, che domina l’abitato di Sestriere, è la più elevata, l’ultima della serie, il monte Barifreddo, certamente è la più impegnativa. Pochi colli permettono di attraversare: poco sotto uno di questi, il col Clapis, sorge un bivacco fruibile avendo la chiave d’accesso reperibile presso l’Ente Parco della val Troncea a Pragelato. In questo itinerario si sale a questo colle dalla valle Argentera avendo da scegliere tra tre località di partenza: presso il ruderi delle grange Argentiera, (itinerario consigliato per il rientro), presso il parcheggio Montenero posto più a monte dove la valle si sdoppia, oppure direttamente dall’agriturismo dell’alpe Plane, scelta oggigiorno maggiormente seguita per via che si parte già in quota. Raggiunto il col Clapis l’ascesa al monte Appenna non presenta alcuna difficoltà, mentre se si vuole proseguire per la successiva cima, il monte Barifreddo, questa vetta, per le difficoltà da superare, è riservata a escursionisti aventi una certa esperienza. Poco sotto la vetta di quest’ultimo monte vi sono le sorgenti del Chisone raggiungibili per comodo sentiero dalla val Troncea. In alternativa alla salita dall’alpe Plane si può decidere di rientrare scendendo ai ruderi dell’alpe Argentiera, che dà nome alla valle, sviluppando così un anello anche se il sentiero che si prende, il 609, da sarebbe da tempo da ripulire e risegnare. Dalla cima di questi monti panoramica ampissima sulle vette e sulle valli.
25 Immagine(i), Inserita il 19/07/2022
Una passeggiata in val Germanasca sino alla Rocca Galmount
Una passeggiata in val Germanasca sino alla Rocca Galmount. Eventuale proseguimento sino alla grangia Miando e esplorazione sino al vallone sotto il monte Selletta.
Località di partenza: Borgata Cugno poco prima di Prali mt. 1471 Dislivello: mt. 210 Tempo di salita: 1 ora e 30 minuti c.ca Tempo di discesa: 1ora e 15 minuti c.ca Difficoltà: T/E Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Le quattro valli del Germanasca, Prali, Rodoretto, Salza e Massello, esclusa la prima, sono in generale poco conosciute e frequentate dagli escursionisti. Eppure itinerari interessanti e notevoli cime le contraddistinguono e assai significativi per anelli e traversate sono i colli che permettono di comunicare con le attigue valli di Susa e del Chisone. In questo itinerario, quasi una passeggiata, partendo dalla borgata Cugno, poco a monte della provinciale appena prima di Prali, si raggiunge con un lungo e assai piacevole traverso nel fitto del bosco, la panoramicissima Rocca Galmount, con bella vista su tutta la conca di Prali e sulle cime che la racchiudono. Di qui uno stradello conduce alla parallela valle di Rodoretto dove al fondo un colle con lo stesso nome permette di scendere in alta valle Susa, in valle Argentera. Volendolo, data la brevità del percorso, si può proseguire salendo all’alpeggio della Miando e poi ancora sino al monte Selletta che anticipa di poco la assai più impegnativa vetta del monte Vergia. Oppure, con una deviazione, raggiungere l’ampio, pascolativo vallone che si estende sotto il primo monte. In tutto l’itinerario vista ampissima sulle valli e sulle cime: dalla Rocca Bianca, al Cappello d’Envie, alla Gran Guglia con dietro il Bric Bucie in val Germanasca, mentre all’opposto domina il lungo crinale che separando la valle di Roidoretto da quella di Salza termina in vetta al monte Pignerol.