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Foto a caso

Album Foto > Album personali > ste67 5551 immagini in 389 albums visti 442027 volte
Esplorando il vallone di Tiraculo in val Clarea e salita alla cima del Vallone.



Tempo fa ero sceso dal Vaccarone al colle Clapier e poi dopo aver percorso in discesa la mulattiera segnavia 550 della val Clarea ero arrivato a Giaglione.
Da allora non ero più ritornato nella valle.
Per questo, volendo salire ai quattro denti di Chiomente e dare un'occhiata al buco di Romean decido di passare dalla val Clarea seguendo la bella mulattiera che dalle grange Buttigliera sale ai quattro denti passando dalle grange Valentino e poi dalle grange Thullie.
La mulattiera fa parte del percorso denominato Glorioso Rimpatrio dei Valdesi ed è molto ben tracciata e divertente da percorrere a patto di essere allenati altrimenti si potrebbe pensare che il nome del vallone, tiraculo, forse sia stato attribuito a causa della fatica che i montanari dovevano fare per raggiungere gli alpeggi in quota, chissa....
Dopo una visita al pertus di Romean , ritornando al colletto dei quattro denti, prolungo l'escursione con la salita alla cima del Vallone lungo un bel sentiero molto panoramico che nei pressi della vetta interseca una zona ove sono stati installate delle reti ferma neve anti valanghe.
Sulla sommità della cima del vallone, ove sono visibili i resti di muretti in pietra, una targa in legno rammenta che in tal luogo, il 16 settembre 1711 è avvenuta una battaglia che ha visto contrapposte le truppe francesi a quelle sabaude.
Poco oltre la cima nei pressi del bivio Grange della Valle - Clopacà imbocco il canalone di discesa ove tracce, vaghe, di sentiero mi riportano nei pressi del guado sul torrente posto nelle vicinanze delle grange Thullie.
Discesa lungo la mulattiera percorsa in salita fino in corrispondenza delle grange Tiraculo ove per curiosità ho percorso la strada sterrata che riporta alle grange Buttigliera nel punto in cui inizia la mulattiera percorsa in salita.
Sicuramente in futuro ritornerò in val Clarea per proseguire l'esplorazione dei vari percorsi presenti.

Data: 11/07/2012
Partenza da: Val Clarea area sterrata pressi diga
Dislivello: coplessivo 1460 m
Zona: Val Clarea - Giaglione (To)
Difficoltà: E

22 Immagine(i), Inserita il 17/07/2012

Cima e Rocce della Sueur



Salita alla cima della Sueur partendo da Pian del Colle seguendo la pista forestale che sale alle grange Guiaud.
Poco oltre le grange, seguendo il sentiero che sale al col des acles, in corrispondenza di una palina in legno priva di cartello, sulla destra si stacca un sentiero che sale in direzione dell'ampio anfiteatro posto alla base della cima della Sueur in sommità alla Gran Gorgia.
Seguo il sentiero fino al punto in cui confluisce nel tracciato che dalla base della Tour Jaune di Barrabas conduce al colletto del Gui. Il punto di confluenza dei due percorsi è posto proprio sotto il ripido canalone che scende dal Pas des Rousses.
Risalito il ripido canalone percorrendo tracce di sentiero raggiungo il Pas des Rousses e di li a poco la panoramica cima della Sueur.
In discesa, per compiere un percorso ad anello, raggiunto il sentiero al termine del canalone del Pas des Rousses, lo seguo in direzione del colletto del Gui e proseguo lungo la mulattiera che transita nei pressi delle fortificazioni della Roccia della Sueur. In zona è presente la casermetta ricovero XiX e la stazione di arrivo della teleferica militare che saliva dal Pian del Colle.
In discesa seguo la mulattiera in direzione del colle della Scala fino al punto in cui un ometto di pietra indica, sulla destra, la traccia di sentiero che scende fino ad una serie di ruderi ove imbocco il sentiero che transitando nei pressi del ex ricovero militare XX mi porta a Pian del Colle permettendomi così di chiudere il giro.
Una bella passeggiata lungo sentieri scorrevoli se si esclude la salita - discesa per il Pas de Rousses tratto maggiormente impegnativo di tutto il giro.

Data: 8/07/2012
Quota max: 2665
Partenza da: Pian del Colle
Quota partenza: 1440
Dislivello: 1225
Zona: Bardonecchia (To)
Difficoltà: E (EE canalone salita al Pas des Rousses))

26 Immagine(i), Inserita il 14/07/2012

Passeggiata dal Melezet alle Grange della Rho



Percorso facente parte del lungo sentiero delle borgate di Bardonecchia . Partenza dal Melezet nel punto ove la frana ha costretto la strada per il colle della scala a compiere una brusca virata a sinistra ( direzione di marcia verso la Francia) cercando l'imbocco del sentiero a monte di un prato oppure da Les Arnaud salendo lungo la sterrata che porta verso il canalone delle cave di gesso.
Il sentiero, denominato sentiero paradiso, oltrepassato quest' ultimo canalone si dirige verso il bacino idrico della località Paradiso oltrepassato il quale, sempre a mezza costa, attraversa un bosco di larici e confluisce nella strada sterrata che sale alle Tre Croci.
Raggiunta la sterrata la si percorre in salita fino al primo tornante ove nei pressi di una bacheca un cartello indica l'inizio del sentiero per le grange della Rho.
Il percorso si addentra nel vallone fino al punto in cui perde quota per oltrepassare il torrente Rho tramite un caratteristico ponticello in legno.
OLtre il ponte, sulla sponda opposta, il percorso risale in direzione delle Grange della Rho incontrando alcuni bivi ove, comunque, sono presenti cartelli indicatori e non è possibile sbagliare direzione.
Passeggiata non impegnativa ma... c'è un ma... in quanto il tratto del sentiero paradiso poco prima del bacino, proveniendo dal Melezet, è soggetto allo smottamento del versante a monte del medesimo, con rischio di caduta detriti e pietre sul percorso. Occorre quindi prudenza ed eventualmente informarsi prima della percorribilità del sentiero. Prestare attenzione.
Buone gite



Data: 1/7/2012
Partenza da: Melezet ( Bardonecchia)
Dislivello: 350 complessivo A+R
Zona: Alta valle Susa (To)
Difficoltà: T

12 Immagine(i), Inserita il 05/07/2012

Escursione al Rocciamelone.



La salita al Rocciamelone è una classica escursione in val di Susa.
Personalmente, anche se sono salito già alcune volte in vetta, ci torno sempre volentieri.
Nella gita odierna meteo favorevole e sentiero in condizioni ottime che cosa chiedere di più.
Buone gite.




Data: 27/06/2012
Quota max: 3538
Partenza da: Parcheggio partenza teleferica.
Quota partenza: 2045
Dislivello: 1493
Zona: Val Susa (TO)
Difficoltà: EE

18 Immagine(i), Inserita il 28/06/2012

Ai laghi Balma passando dal segnale Carasa e la punta Vailere



Praticamente un' anello, un po inconsueto, con partenza nei pressi della sbarra che chiude la strada di accesso a pian Neiretto. Tralascio il sentiero che sale al rifugio alpe Balma, che seguirò al ritorno, ed in breve, lungo la strada giungo a Pian Neiretto.
Salgo lungo la pista da sci fino al punto in cui termina, in corrispondenza dell'arrivo degli impianti di risalita.
Da questo punto in poi si procede a tema libero cercando il percorso migliore per raggiungere il segnale Carasa, sulla cresta che sale alla punta Vailere e che separa il vallone della Balma da quello degli alpeggi del Sellery.
La salita si snoda tra pietraia, ripidi prati erbosi fino al grosso ometto in pietra del segnale Carasa ( 2035 m).
Giunto a questo punto proseguo lungo la cresta che oggi, purtroppo non è molto panoramica a causa di nebbia e nubi basse.
La cresta spartiacque, a tratti, presenta tracce di sentiero e dopo aver raggiunto una prima sommità, innominata, scende ad un colleto per poi risalire alla punta Vailere. ( 2210m)
Oltre tale sommità la cresta ridiscende ad un colletto per poi risalire in direzione della cresta Tirolo e della Punta del lago Sud.
Poco oltre il colletto cerco il punto migliore per scendere nel vallone della Balma e raggiungere il lago sottano. Anche questo tratto è privo di sentiero ed occorre attraversare tratti di pietraia costituita da grossi blocchi stabili ma non agevoli da percorrere se bagnati.
Comunque, la traversata, nelle attuali condizioni, non presenta problemi ed in breve raggiungo il lago sottano della Balma.
Oltre il lago risalgo il pendio erboso fino a raggiungere il sentiero che sale al lago Soprano della Balma .
Fortunatamente le nubi si diradano permettendo una maggior visibilità.
Giro del lago Soprano e discesa lungo il sentiero in direzione del rifugio Alpe della Balma e di qui discesa in fondovalle fino in corrispondenza di un bivio posto poco prima del confine del parco ove una palina indica l' inizio del sentiero militare per il Forno il quale dopo una rudimentale passerella per attraversare il torrente inizia a scendere nel bosco. Il percorso attraversa anche una zona disboscata da valanghe, giungendo fino in corrispondenza del tornante sulla strada che sale a Pian Neiretto, ove all'inizio avevo parcheggiato l'auto.

Tempo complessivo per percorrere l' anello ore 5,15 circa

Data: 16/06/2012
Partenza da: Strada per pian Neiretto parcheggio presso la sbarra ove inizia il sentiero per il rif. Alpe Balma
Dislivello: Complessivo 1160 m
Zona: Val Sangone Coazze ( To)
Difficoltà: E dalla sommità piste Pian Neiretto al lago sottano della Balma EE

31 Immagine(i), Inserita il 20/06/2012

L'anello della Punta Nera salendo dal colle del Frejus e scendendo dal vallone della Rho.



Salita alla punta Nera dal vallone del Frejus e discesa lungo il vallone della Rho chiudendo l'anello mediante il sentiero sotto roccia dedicato a L. Ferraris che collega le grange della Rho con le grange del Frejus.
Partenza dalle grange del Frejus seguendo il sentiero segnavia 722 che sale transitando presso le granges Serres fino a congiungersi con il sentiero classico che sale dal parcheggio dei 'camini'.
Percorso bello e facile ove occorre prestare attenzione solo nell'attraversamento della comba del rio Gautier ( evitare periodi di forte pioggia).
Proseguo la salita lungo la mulattiera verso il colle del Frejus e da qui alla punta Nera su percorso un pò intuitivo su nevai e sfasciumi aggirando sulla destra una bastionata rocciosa oltre la quale raggiungo e poi seguo la cresta spartiacque tra l'Italia e la Francia, facile e molto panoramica.
( Tracce e ometti sono a tratti presenti sul percorso anche se occorre salire un pò a ' tema libero ')
Raggiungo prima la vetta della P.Nera quotata 3041, che si affaccia su Bardonecchia e che è sormontata da una croce .
A seguire breve discesa al colletto e risalita alla punta Nera nord- ovest quotata 3047 sulla quale è presente un'ometto di pietra.
Su entrambe le punte il panorama è notevole e giustifica in pieno la gita .
Discesa lungo il sentiero in direzione del colle della Rho che abbandono poco prima del roc de Jany per seguire le tracce di sentiero che puntano dirette al ponte sulla strada ex militare della Rho sotto alla caserma del pian dei morti.
Raggiunta la sterrata la seguo fino alle grange della Rho ove imbocco la strada che scende a valle fino in corrispondenza del tornante ( il promo scendendo) ove a sinistra si stacca il sentiero ' sotto roccia ' che con divertente saliscendi mi riporta alle grange del Frejus permettendomi di chiudere l'anello.
Un bel giro che avevo in mente da tempo e che finalmente sono riuscito a percorrere in una giornata ( almeno al mattino) di meteo perfetto.
Buone gite

Tempi ( indicativi)
Grange Frejus - Punta Nera : ore 3,40
Punta Nera - grange del Frejus ( passando dal vallone della Rho ) ore : 2, 15


Data: 10/06/12
Quota max: 3047
Partenza da: Bardonecchia ( To) parcheggio presso grange del Frejus
Quota partenza: 1590
Dislivello: 1457
Zona: Alta valle di Susa
Difficoltà: E ( EE dal colle del Frejus alla cima )

32 Immagine(i), Inserita il 13/06/2012

L'anello del monte Bocciarda.



Anello che ha come punto culminante il monte Bocciarda quotato 2201 m e posto sulla cresta tra le valli Sangone e Chisone. La cresta collega la Punta Aquila con il colle della Roussa e presenta un sentiero segnalato con le consuete tacche bianco rosse.
Partenza dal piazzale sterrato posto nei pressi del campeggio I Pianas a Forno di Coazze.
Lungo la sterrata, oltrepassato il guado sul Sangone nei pressi di una zona di pesca riservata, raggiungo i ruderi di una costruzione a servizio dei un impianto sciistico.
A monte della costruzione seguo una traccia di sentiero che sale lungo quello che era il tracciato dell'impianto di risalita. Oltrepasso prima un sentiero e poi una strada sterrata.
Nel punto d'intersezione tra il percorso dell ex impianto di risalita e la sterrata, a monte della strada, poco oltre una casa rustica , sulla destra, contrassegnato da un ometto in pietra, parte il sentiero che sale alla Fontana della Rocca Piatta.
IL sentiero pur non essendo segnato è individuabile facilmente e raggiunge una prima fontana e poi piega a destra , in leggera discesa per poi risalire marcatamente più deciso fino a raggiungere la caratteristica fontana della Rocca Piatta.
Nelle vicinanze è presente una tavola costruita con lastre di pietra e provvista di sedute anch'esse in pietra,
Oltre la fontana il sentiero prosegue nel vallone in direzione di una marcata depressione nella cresta spartiacque che si vede in lontananza
Seguo il sentiero fino a che non sparisce proprio nel punto in cui la pendenza aumenta. Proseguo piegando a desatra e salendo lungo una serie di pietraie intervallate da zone inerbite fino a quando raggiungo il filo della cresta e con una leggera discesa, sul versante opposto, mi collego al sentiero segnalato che collega la punta Aquila con la Bocciarda. ( dalla fontana ala cresta ho impiegato circa 1 ora).
Seguo il facile sentiero che nei pressi della cresta Sarasina transita vicino ad una fenditura che comunica con il versante opposto, quello della val Sangone.
Dal punto ove si transita nei pressi della fenditura, in breve si raggiunge la vetta del monte Bocciarda ove è presente una croce metallica con vicino una sagoma raffigurante un'alpino, realizzata in metallo. La cima vera e propria è contrassegnata da un mucchio di pietre con un cartello in legno.
Dalla cima è visibile l'alpe Bocciarda posta poco sotto la vetta sul versante della val Chisone.
Per la discesa seguo la cresta, ampia, fino al punto di maggior depressione ove a sinistra si andrebbe all'alpe Bocciarda, proseguendo diritti si inizia a risalire verso la Curbasiri per poi andare al colle della Roussa mentre a destra si scende alla Fontana Mura e poi all'alpeggio Sellery a monte.
Imbocco proprio tale ultimo percorso e con un bel sentiero a tratti segnalato con tacche di vernice giungo alla fontana Mura la sorgente del fiume Sangone.
Da questo punto tagliando per i prati mi raccordo con il sentiero che sale al Selley e poi nei pressi del bivio per la palazzina Sartorio confluisco nella pista che scende a fondo valle.
Tra l'altro tale pista, rispetto a quanto mi ricordavo, presenta molti tratti asfaltati.
Lungo la pista è possibile, con una leggera digressione, vedere la cascatella della Leuja Scura.
Nei pressi, ( poco più a valle) del secondo pilone che s'incontra scendendo, imbocco un sentiero che mi riporta al guado sul Sangone affrontato all'inizio gita e da quì lungo la sterrata, in breve giungo al parcheggio.
Bella passeggiata in luoghi poco frequentati, consiglio solo di evitare di affrontare il tratto oltre la fontana della rocca piatta in caso di nebbia in quanto non vi è traccia di sentiero e occorre raggiungere la cresta con percorso a ' vista'.
Buone Gite .

Tempistica :
Dal parcheggio presso il campeggio al monte Bocciarda : ore 2,45
Dalla Bocciarda al parcheggio in discesa : ore 1,50



Data: 30/05/2012
Quota max: 2201
Partenza da: Forno di Coazze parcheggio pressi campeggio I Pianas
Quota partenza: 1041
Dislivello: 1160
Zona: Val Sangone ( To)
Difficoltà: E ( EE tratto dalla fontana Rocca Piatta al raccordo con sentiero in cresta)

21 Immagine(i), Inserita il 31/05/2012

Il giro del Ciabergia passando dalla cava D' Andrade e dalla borgata Bennale.



Bella escursione, con partenza dal fondovalle, nei boschi fino in corrispondenza della cresta spartiacque tra le valli Susa e Sangone.
Partenza da Chiusa San Michele presso il parcheggio di via Felice Maritano in adiacenza al torrente Pracchio. In breve raggiunta la chiesa Parrocchiale dedicata a San Pietro Apostolo, sul retro della medesima, imbocco la mulattiera che sale in direzione della Sacra di San Michele.
Il percorso, molto bello, sale nel bosco, raggiunge la località pra Paschetto ove è presente un pilone votivo restaurato e prosegue fino alla località Croce Rosse ove nei pressi di una grande croce in legno è presente un bivio.
Svolto a sinistra in direzione del colle dell Croce Nera e poco prima di raggiungerlo, in corrispondenza di un paletto in legno, seguo il sentiero che sale nel bosco fino a raggiungere una stradina che porta alla località denominata Cava D'Andrade.
In tale località sono stati prelevati i blocchi di pietra di colore verdastro utilizzati per la costruzione degli archi rampanti posti a sostegno del lato occidentale della sacra di S.Michele.
I lavori di restauro dell'edificio eseguiti nel primo novecento furono diretti da Alfredo D'Andrade da quì il nome della cava.
Il luogo è ormai immerso nel bosco e oltre al fronte di cava è visibile la baracca degli scalpellini e il punto di partenza di un impianto a fune che serviva a trasportare i pesanti blocchi di pietra ( la Prasinite) fino alla Sacra.
E' curioso notare che quanto le possibilità di scavo erano solo manuali l'ingegno umano concepiva opere ardite quali le teleferiche mentre oggi avrebbero costruito una pista a colpi di escavatore che avrebbe deturpato per sempre il vesante della montagna. E' proprio vero che il bisogno aguzza l'ingegno.
Sul posto vi sono bachece illustrative sulla stori della cava.
Terminata la visita alla cava ritorno sul percorso principale e in breve raggiungo il colle della Croce Nera.
Da qui proseguo sul sentiero dei principi in direzione della punta Dell'Ancoccia per cercare il sentiero che sale alle prese Rossi e che era stato ben descritto proprio su 'La fioca ' alcuni mesi fa.
Infatti giunto alla curva a sinistra poco prima dell'Ancoccia noto che e' presente un cartello del comparto di caccia e noto anche tracce di vernice rossa che indicano un sentiero che sale, a destra, nel bosco. Le tracce di vernice sono recenti e vi sono anche le lettere VS ( via Sacra) . Salgo lungo il sentiero fino al punto panoramico in cuisi giunge sulla cresta che dall'Ancoccia sale alla cima Castiglione.
Da qui il sentiero inizia a piegare a sinistra e a perdere quota. A questo punto l'istinto prevale sulla ragione e abbandonato il sentiero decido di salire nel bosco fino alla sommità della cima Castiglione. La salita è ripida ma rimanendo sul lato destro della cresta non ci sono problemi.
Dalla sommità boscosa della cima Castiglione scendo al colletto nei pressi delle prese Rossi ove vi sono i tavoli in legno.
Proseguo e in breve, con percorso di salita nel bosco, arrivo alla sommità del monte Ciabergia.( m 1178)
A questo punto discesa lungo il sentiero che porta al colle Braida e poi risalita alla vecchia cava di quarzite posta lungo la sterrata che sale in direzione del colle Remondetto. Siccome la sterrata è un pò monotona e compie un pò di tornanti taglio il percorso salendo nel bosco lungo tracce di sentiero fino ad arrivare in corrispondenza della cava ove vi è un tavolino in legno.
A questo punto inizio a scendere seguento la stradina alla sinistra del tavolo in legno proseguendo verso valle in direzione della borgata Bennale.
La discesa è un pò a tema libero infatti al primo bivio prendo la pista a destra e poi al secondo bivio imbocco una ripida pista a sinistra che termina nel bosco.
Da questo punto inizio a scendere direttamente nel bosco e dopo aver oltrepassato due piste sterrate giungo sulla strada che collega il colle Braida con la Borgata Folatone, per l'esattezza nel punto in cui la medesima scende, asfaltata, per oltrepassare un torrente, poco prima del bivio per la Borgata Bennale.
Raggiunta la borgata Bennale svolto a destra e oltrepassato un gioco da bocce raggiungo il pilone Bennale.
Sul pilone, posto ad una biforcazione del percorso, sono riportate le indicazioni.
Pproseguo lungo il ramo di sinistra, una marcata mulattiera lastricata che scende alla Chiusa di San Michele.
La mulattiera è un capolavoro nel suo genere e scende a valle, completamente lastricata, compiendo un lungo percorso fino ad arrivare in paese proprio nel punto in cui inizia la via F. Maritano ove avevo parcheggiato l'auto.
Divertente percorso alla scoperta delle antiche mulattiere che, occorre ricordare, sono state selciate con faticoso lavoro manuale e sarebbero opere da salvaguardare.

Data: 17/05/2012
Partenza da: Chiusa San Michele
Dislivello: 1050 m complessivi
Zona: Bassa Val Susa ( To)
Difficoltà: E

19 Immagine(i), Inserita il 18/05/2012

L' anello b.ta Maddalena, colletto del Forno, Cugno d'Alpet, punta Gianna e discesa alla casa Verde.



Giretto che da un pò mi frullava nella testa, precisamente da quando avevo scoperto che era stata ritracciata un'antica mulattiera che dalla loc. Viretta, nelle vicinanze della B.ta Maddalena, conduce al colletto del Forno.
Partenza dalla borgata La Maddalena, lungo la strada che si percorre per salire all'alpe Colombino, punto di parteza per l'ascesa all'Aquila di Giaveno.
Nei pressi della chiesa è possibile parcheggiare l'auto.
Lasciata l'auto, a piedi, risalgo un tratto della strada verso l'alpe Colombino, transitando a fianco del cimitero, proseguendo fino al primo tornante ove imbocco la stradina diretta alla loc. Viretta abbandonando la strada principale.
Proseguo sulla stradina fino nei pressi di un gruppo di case ove, sulla sinistra, si stacca una pista sterrata ed ove sul muro è presente il cartello indicatore del percorso per il colletto del Forno.
La stradina termina alla b.ta Savoia oltre la quale inizia la mulattiera che oltrepassando alcune borgate, testimoni del tempo che fù ed ormai abbandonate, giunge al colletto del Forno.
Dal colletto proseguo transitando nei pressi della chiesetta di S. Bartolomeo fino al crocevia ove inizia la sterrata che sale nel vallone del forno di Coazze.
A monte del crocevia, nei pressi di una bacheca in legno inizia il ripido sentiero che risalgo fino al Pian del Secco ove incontro il consueto percorso di salita alla punta Aquila..
Percorro tutta la pista che sale in direzione degli ex impianti dell'Aquila oltrepassando le vecchie costruzioni ormai abbandonate della ex sciovia. Poco oltre inizio a piegare a sinistra ed oltrepassato il nevaio ancora presente sul lato est della punta Aquila giungo alla Chiesetta della Madonna della Pace ove è presente il bivacco III Alpini.
Da questo punto, per cresta, giungo fino alla sommità del Cugno dell'Alpet ( 2072 m) oggi purtroppo poco panoramico a causa delle numerose nubi .
Inizio la discesa lungo la traccia di sentiero che sulla cresta spartiacque tra le valli Sangone e Chisone porta alla punta di Gianna ( 1971 m) per poi scendere al colle del Muretto.
Giunto al colle , sul lato della val Sangone, nei pressi di un mucchio di pietre inizia il sentiero di discesa, lo seguo piegando a sinistra fino a che, poco dopo imbocco sulla destra il percorso che scende alla casa Verde.
Il sentiero, a tratti sorretto da muri in pietra, s'innesta nel sentiero quota mille e poi scende con numerose svolte fino alla casa verde anche detta rifugio Brunello.
Oltre il rifugio scendo lungo la mulattiera principale tralasciando il bivio del quota mille a sinistra e poi altri due sentieri uno a sinistra e l'altro a destra.
La bella mulattiera termina su una sterrata che seguo fino a che confluisce su una strada sterrata nei pressi di un ponte.
Giro a sinistra e oltepassato il ponte seguo la sterrata fino nei pressi di una vasca dell'acquedotto recintata. La strada termina e oltre , sulla sinistra in salita, prosegue una pista che però non seguo.
Scendo direttamente nel bosco, sul retro della zona recintata, fino a quando incontro una mulattiera che scende a valle parallela al vicino torrente che sento ma non vedo a causa della vegetazione presente.
La mulattiera termina nei pressi di un guado in cemento e pietre coperto da un pò d'acqua cosa che mi costringe ad oltrepassare il torrente su alcuni massi presenti a valle del guado con passi da equilibrista . ( n.b in caso di forti precipitazioni e perciò con maggior portata del torrente guadare potrebbe essere più difficile e occorre mettere in preventivo di bagnarsi i piedi )
Oltre il guado una breve risalita sulla stradina che giunge alle abitazioni presenti lungo la strada che dalla B.ta Maddalena sale alla B.ta Balangero transitando per la b.ta Roccette. Il punto d'innesto è tra le due borgate presso il civico 71
A questo punto, dopo tanto vagare nei bricchi sono nella ' civiltà ' ed in breve percorrendo la stradina asfaltata giungo al punto di partenza.
Nonostante il meteo non ottimale una bella passeggiata.
.Buone gite.


Data: 6/05/2012
Quota max: 2072
Partenza da: Borgata La Maddalena - Giaveno
Quota partenza: 760
Dislivello: 1312
Zona: Val Sangone - Giaveno (To)
Difficoltà: E

21 Immagine(i), Inserita il 10/05/2012

La teleferica del Fautet e il colle Barant ( foto non recenti - anno 2008)



E si forse la val Pellice è un pò dimenticata come ci ricorda Beppe46 anche se non molto lontana da Torin da cui é facilmente raggiungibile.
A tal proposito, per sopperire allla mancanza, mi permetto di suggerire un'itinerario, che percorsi alcuni annifa, molto bello e forse poco conosciuto per arrivare, a piedi, al colle del Baracun ( o colle Barant) salendo dalla Comba Carbonieri.
Brevemente lo descrivo allegando alcune foto di allora ( 2008) .
Risalendo la valle Pellice, oltre Villar Pellice, imboccare il vallone laterale della comba Carbonieri, , sulla destra orografica della valle e risalire la strada asfaltata fino alla località Pralapia ove in prossimità del ponte è possibile parcheggiare.
Imboccare la mulattiera che sale all'Alpe La Rossa e quì giunti ( occhio ai cani bianchi a suo tempo il gregge dell'alpeggio era custodito da alcuni esemplari uno dei quali si prese la briga di scendere da un pascolo llonta, di corsa, per venirmi a scrutare da vicino.) .
Oltre l'alpeggio seguire la pista sterrata che si raccorda con la strada militare del colle del Baracun.
Si segue la strada fino a quando, sulla destra si nota un ponticello ad un'arcata in pietra che rappresenta l'inizio della mulattiera del Fautet.
La bella mulattiera sorretta da muri in pietra e purtroppo invasa dalla vegetazione che ne restringe la sezione utile. Essa sale fino in corrispondenza di quella che era la stazione di monte della teleferica militare del Fautet opera realizzata prima del secondo conflitto mondiale.
Oltre la stazione della teleferica, sulla sinistra salendo, parte una traccia di sentiero che sale in direzione del colle Barant.
Al colle Baran o del Baracun è presente la strada sterrata che sale dalla Comba Carbonieri e poi, dopo il colle si trasforma in una pista sterrata e scende verso la conca del Pra . Poco sotto il colle, in direzione della conca del Pra è presente un giardino alpino posto in una posizione panoramica.
Per la discesa scelsi di percorrere la strada ex militare che scende in direzione del Rifugio Barbara e da qui sulla carrozzabile fino alla località Pralapia. In alternativa si può scendere sul percorso seguito in salita, tragitto sicuramente più breve.
N.B ovviamente le foto non rappresentano le attuali condizioni della montagna ( maggio 2012) in quanto riferite al mese di settembre 2008 ma sono inserite solo a titolo esplicativo per meglio illustrare il percorso a chi fosse interessato a effettuare tale escursione.



Quota max: 2406
Partenza da: Loc Pralapia - comba Carbonieri
Quota partenza: 1230
Dislivello: 1176
Zona: Val Pellice - Comba Carbonieri
Difficoltà: E

7 Immagine(i), Inserita il 06/05/2012

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