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Album Foto > Album personali > keiji1976 1137 immagini in 65 albums visti 156147 volte
I miei primi 4.000..Breithorn Occidentale e Centrale..



...Un bambino...
Già, è così che mi sono sentito ieri mattina quando siamo giunti sul pianoro del Breithorn...
Quello che sino ad allora avevo sempre e solo visto nelle fotografie di fortunati alpinisti, lo spettacolo che sino a ieri avevo sempre e solo sognato era proprio lì davanti ai miei occhi!!!
Poco importa se non puoi godertelo in piena solitudine, poco importa se bisogna fere la coda per guadagnarsi il primo 4.000, poco importa se è il più facile...la cosa che più mi fare stare bene è esserci,vedere scorci e cime a 'pochi' passi da me...
Tra l'altro la giornata è meravigliosa anche dal punto di vista metereologico...non una nuvola in cielo, non una bava di vento.. (sembra lontana anni luce la nostra 'gita' di due settimane fa sino a Cervinia per poi tornare indietro, coda tra le gambe, in quanto a Palteau Rosa il vento era a 70 km/h e nel pomeriggio era addirittura previsto un brusco peggioramento)
La salita sull' Occidentale è piuttosto semplice, ma nei pochi anni di esperienza acquistita, ho imparato che non va' mai banalizzato nulla...ed anche se per salire in cima pare esserci un'autostrada, bisogna sempre ricordare di essere a 4.000 mt e su un pendio ghiacciato... Eppure vedo chi sale e SCENDE senza ramponi (), chi è in canotiera e pantaloni corti (non oso immaginare dovesse scivolare anche solo per 50 mt sul ghiaccio), chi non appena giunto in cima piscia davanti a tutti (non c'è limite all'umana indecenza!!)
Dalla cima la vista è sconfinata ...su una serie indecifrabile di altri 4000 svizzeri, Francesi ed Italiani...sul re d'Europa, sulla montagna più bella del mondo, sul 'nostro' Monviso, sino alle mie care Marittime...
Purtroppo visto l'affollamento non è possibile fermarsi molto, anche se chi scapperebbe più da lì, adesso che ci sono arrivato finalmente???
Qua il nostro trio si divide, Ivo vuole godersi una bella sciata su neve non molle e ci abbandona, mentre io ed Andrea siamo combattuti sul da farsi...tornare anche noi indietro o proseguire in direzione del Breithorn Centrale?
E' una settimana che se ne parla, sarebbero state le nostre condizioni fisiche e quelle metereologiche a decidere...diamo uno sguardo alla cresta che porta al Centrale...è davvero affilata, ma anche mooooolto invitante...l'assenza di vento è fondamentale per la nostra decisione...
Affrontiamo l'affilata cresta che divide la cima dell'occidentale dal colle tra i due Breithorn...è davvero un'emozione incredibile...parliamo poco, siamo molto concentrati nel far seguire un passo dietro l'altro, attenti a non scivolare, a non sbilanciarci..
Dietro di noi un gruppo di 4 stranieri (2 ragazze e 2 ragazzi) procede ridendo e chiacchierando beatamente...è proprio vero, ognuno reagisce alla sua maniera...ed è bello e giusto così...
A metà cresta, forse nel punto più ripido, un lieve soffio di vento fresco mi accarezza il volto...respiro a pieni polmoni...quanto è bella la vita, sto realizzando uno dei tanti sogni rimasti per anni chiuso in cassetto...mi sento bene, le gambe sono ben salde e più avanti il mio, il nostro, secondo 4000 ci attende...
Arrivati al colle in un attimo siamo in cima al Breithorn Centrale dove molta meno gente ci attende..le cornici quassù sono davvero impressionanti, il vento ha lavorato la neve ed il ghiaccio in maniera pazzesca...non scenderei più...
Qualche foto di rito ed un brindisi virtuale
Ora lo sguardo si posa sui più vicini Castore, Polluce, i Lyskam, la Roccia Nera, la Punta Gniffetti, la Dufour...lontana la capanna Regina Margherita ci sovrasta di quasi 400 mt...Chissà...spero presto di tornare a trovarli tutti...Daltronde sognare non costa nulla...
E' ora di scendere e di raggiungere Ivo, la nostra giornata è stata piena di soddisfazioni...

Un saluto a tutti quanti incontrati in cima (oggi davvero sembrava di essere in spiaggia!!), soprattutto ai simpatici ragazzi trovati sulla cima del Centrale...
Un ringraziamento ad Ivo che pazientemente () ci ha atteso 3 ore alla macchina e primo organizzatore della nostra gita...
Un ringraziamento ad Andrea, mio oramai affidabile socio e compagno di gite, con il quale abbiamo condiviso le emozioni nella traversata tra i due Breithorn ed i nostri primi due 4.000 mt

Un pensiero anche a mia moglie che ogni volta aspetta sempre il messaggino della buona riuscita della gita...
Mi vengono in mente le parole spese da un grande dell'alpinismo..'La montagna è per gli umili e i modesti. E chi ci va deve sempre ricordarsi che ha un cuore, un cervello e qualcuno che lo aspetta a casa.Sempre.'

L'unico rammarico è legato al fatto che fruendo della seggiovia, non senti appieno la conquista della montagna...ed il primo tratto di accesso alla cima è terribile perchè fatto sugli impianti ...ma non lamentiamoci, non macchiamo con qualche risvolto negativo una giornata da ricordare...


e buone gite a tutti


Data: 06/08/2009
Quota max: 4165
Partenza da: Plateau Rosa
Quota partenza: 3450
Dislivello: 800
Zona: Gruppo del Monterosa
Difficoltà: F+

23 Immagine(i), Inserita il 10/08/2009

Testa di Tablasses 2.851 mt



Un altro piccolo tassello è aggiunto al puzzle delle cime che da sempre avrei voluto fare e che per un motivo o per l'altro ne ho sempre rimandato la salita..

Le previsioni del venerdì per il sabato non sono buone ..assenza di fenomeni, ma nuvoloso tutto il giorno..Con Andrea decidiamo di partire ugualmente, al massimo si torna indietro...
Viste le temperature africane dei giorni passati decidiamo di muoverci col fresco e così alle 5:40 siamo nel parcheggio delle Terme di Valdieri, il tempo di prepararci e verso le 6:00 siamo pronti a partire..
Il primo tratto di salita, quello che porta a Pian Valasco lo facciamo quasi al buio, vuoi perchè è ancora presto, vuoi perchè si fa prevalentemente all'interno del bosco, vuoi perchè sulla testa pare esserci una fastidiosa coltre di nubi...Speriamo in bene!!!
In breve superiamo il Rifugio di caccia del Re e ci portiamo al bivio dove dobbiamo seguire la traccia che tra rododendri, larici ed erba ci porta a sinistra, in direzione della Val Morta..
Ci siamo, man mano che saliamo riusciamo anche a 'bucare' le nuvole, ormai solo più foschia che altro...e finalmente un meraviglioso cielo azzurro ci accoglie...l' ambiente è davvero strepitoso e ben si addice al nome stesso della valle...in basso un mare di nuvole, radi larici e roccia tutt'intorno..e sopra di noi l'azzurro...
Raggiungiamo il bivio successivo, dove dobbiamo prendere per circa 100 mt in direzione del rif. Questa e da qui segure la traccia che con ampi tornati risale il versante nord est della punta di Prefouns..qui purtroppo il sentiero in alcuni tratti è stato cancellato da una frana, così che dobbiamo arrangiarci eseguire i numerosi ometti presenti.
Giunti poi al ripiano superiore un enorme nevaio rende più agevole la salita (piuttosto che una noisa pietraia!!!), ma al tempo stesso non ci permette di vedere la via più facile di salita...
Così improvvisiamo e tiriamo il dritto per dritto per raggiungere il passo di Tablasses ...per fortuna la roccia è bella e permette di salire facilmente, la speranza è quella di arrivare in un punto dello spartiacque dove poter passare comodamente dall'altra parte...
Siamo fortunati!!!
Ora abbiamo la visuale sulla vicina Testa Sud di Bresses, sul Lac Negre ed alla nostra destra si intravede il passo di Prefouns...basta tenersi alla base della parete e giunti nei pressi di un evidente canalone detritico risalirlo in direzione della Vetta.
Sono le 9:00..La vista è davvero impressionante, un 360° su tutte le nostre più belle vette, dalla Testa del Claus e Malinvern al Matto, dalle Aste all'Oriol, dall'Argentera sino ai lontani Gelas, Clapier e Maledia...verso Ovest fa impressione vedere quanta acqua è presente nei laghi del Claus e delle Portette...
E' il momento di festeggiare degnamente questa salita in ambiente piuttosto selvaggio: immancabile fiaschetto di vino, pane casereccio, salame e raschera d'alpeggio!!!
Sarà la levataccia, sarà la stanchezza per la salita , sarà l'effetto dei 2 bicchieri di vino, ma tant'è che mi faccio un bel pisolino riscaldato dal un caldo sole...
...
Quando mi sveglio Andrea mi guarda perplesso come dire 'l'è tost ura 'd carè'...già temo le 'trippe' per il ritardo
Mia moglie e sua morosa, infatti, ci stanno apsettando a Pian Valasco...sono salite in tarda mattinata per godersi un po' di sole...
Iniziamo la discesa in direzione del passo di Prefouns, in modo da compiere un giro ad anello e gustarci la discesa nell'ancora più selvaggio vallone omonimo...non prima però di aver dato un occhiata all'arrivo del canalone di Tablasses, giusto per farci un'idea di quello che potrebbe essere un ipotetico itinerario nella prox primavera.
Dal Passo, l' ambiente è davvero unico...impressionanti guglie granitiche, ancora molta neve ed un marcato sentiero che sulla sinistra orografica porta verso il basso...
Dopo parecchi tornanti, finalmente incontriamo la strada militare che scende dal Rifugio Questa e decidiamo di seguirla per completare ulteriormente il giro...nuovamente un po di salita sino alla vista della bandiera italiana e poi giù di corsa verso Pian Valasco e verso mia moglie...
Anche per loro è stata una giornata ricca di sole (per fortuna altrimenti l'accoglienza sarebbe stata molto meno calorosa!!!!)

Il mio grazie più grande e di cuore va quindi ad Enrica, che con pazienza sopporta questa mia passione e quando può la asseconda..

ed un saluto ad Andrea compagno affidabile di avventure e disavventure in giro per i monti.
PS 'e java ditlù che as rpiava'

E come sempre

e buone gite a tutti..


Data: 01/08/2009
Quota max: 2851
Partenza da: Terme di Valdieri
Quota partenza: 1385
Dislivello: 1466
Zona: Valle Gesso
Difficoltà: F+

14 Immagine(i), Inserita il 04/08/2009

Corborant 3.010 mt



Come già accennato direi di stendere un velo pietoso sulla giornata di Giovedì 23 ...l'idea era quella di raggiungere il mio primo 4.000, quello che viene definito il più 'semplice': il Breithorn occidentale...
Già questa era l'idea...partiti ore 4:00 da casa, arrivati a Cervinia in tempo per il primo viaggio di gabinovia...tutto perfetto, se non fosse che il forte vento (70 km/h ) a Plateau Rosa ci ha fatto desistere dal salire..
Va bhè sarà per la prossima volta.........(o prox settimana ).....speriamo!!!!

Ma torniamo a venerdì...
Dopo la delusione del giovedì bisogna rimediare, bisogna soprattutto trovare una destinazione in grado di risollevarmi un pochino il morale...dopo un breve consulto sul libro di Parodi (Vette delle Alpi, dalla Liguria al Monviso) opto per il Corborant da S.Bernolfo...mi ha sempre affascinato la sua forma, ed il fatto che sia ben riconoscibile da più parti...
Solita sveglia alle 4:00 (ma non dovevo essere in ferie???) e si parte alla volta della valle Stura....destinazione San Bernolfo...
Alle 6:30 lascio la macchina e subito un venticello molto caldo mi fa capire che ci sarà da cuocere...
Mi avvio di buon passo in direzione dei laghi Lausfer, dove arrivo in poco più di un'oretta...nessun' anima viva in giro...non vedo nemmeno animali, solo il venticello, adesso decisamente più fresco, pare tenermi compagnia...la mia meta è lì sopra la mia testa, pare aspettarmi come un vecchio amico per fare due parole...
Il tempo di un piccolo spuntino e riprendo a salire in mezzo al caotico anfiteatro di pietre sotto la cima...seguo alla perfezione le indicazioni del libro che mi dice di puntare alla sinistra del Corborant in direzione del Passo omonimo..
Attraverso quello che un tempo era il ghiacciaio del Corborant e giungo ad una specie di bivio: a sinistra il sentiero prosegue verso la via indicata, a destra tacche rosse portano verso un canale piuttosto ripido ed incassato, alla base del famoso gendarme del Corborant..
Logicamente seguo la via di sinistra ed arrivo alla base del canalino detritico che porta al passo...salgo veramente a fatica... Giunto a metà, dopo aver fatto scivolare parecchi detriti, improvviasamente mi blocco...<>...nella mia testa si insinua un pensiero...sono solo, non ho visto nessuno dietro o davanti a me...se per caso scivolando mi faccio male??...pazienza, per una volta si può rinunciare all'ambizione di arrivare in cima...
Ritorno sui miei passi e con cuatela arrivo nuovamente alla base della montagna..mi sistemo un sedile fai da te e mi godo un'oretta di pace, silenzio e sole caldo..mi sento davvero bene..respiro a pieni polmoni e mi godo tutto quanto..

<>
Mi sveglio di soprassalto...chi ha parlato, chi mi ha messo in testa questa idea? Però è logica..ho sempre la possibilità di tornare indietro...
Mi riavvio in direzione del canalino e del gendarme...si sale molto meglio, il fondo è meno detritico e le rocce più stabili...più in alto mi preoccupa un masso enorme che occlude il passaggio nel canale, ma ci penserò quando sarò lì...appena vi giungo, è grande la sorpresa...c'è un buco...ed all'interno addiritturo sono stati piazzati dei gradini in ferro e delle maniglie!!!...attraverso quello che scoprirò essere il 'buco della marmotta' ed in un attimo sono al passo...(ritengo di condividere chi sul libro di vetta critica l'aver attrezzato questo passaggio, l'ho ritenuta una forzatura del fantastico ambiente).
Di qui si apre il vallone del Migliorero e la vista spazia già sul Tenibres, sul Becco Alto d'Ischiator, e più lontano su Monviso e Rocca la Meja...
Decido di abbandonare lo zaino qui, c'è un po' di vento e devo attraversare alcune placche leggermente esposte, non vorrei essere sbilanciato...una volta attraversate, per tracce, erba e roccette, in breve si giunge in cima...
Mi sento davvero soddisfatto..ho saputo rinunciare quando era giusto farlo ed ho saputo farmi coraggio quando ce n'era bisogno...
Il panorama è davvero grandioso, mi rammarico di non avere la macchina fotografica con me (è più in basso nello zaino), ma ho sempre la possibilità di tornarci...
Lascio il mio saluto sul libretto di vetta sbagliando data (a proposito, mai visto tante cose indicative: 2 ometti enormi di pietre, 2 croci, di cui una rotta, una modonnina) e decido di scendere...
Ed ecco il primo incontro della giornata...quassù a 3.000 mt ho trovato finalmente compagnia...una marmotta mi guarda quasi infastidita dalla mia presenza...possibile mi chiedo?in mezzo alle rocce?...il suo fischio mi fa capire che anche lei vuole restare sola e così mi avvio...
Recupero lo zaino e con la giusta cautela arrivo i laghi, dove posso svaccarmi un pochino...

E' stata una giornata particolare, con un susseguirsi di stati d'animo intensi, e che mi ha permesso di raggiungere una cima da lungo tempo ammirata..spero presto di tornarci per completare l'album fotografico dalla vetta...


e buone gite a tutti...

Data: 24/07/2009
Quota max: 3010
Partenza da: San Bernolfo
Quota partenza: 1702
Dislivello: 1308
Zona: Valle Stura
Difficoltà: F

11 Immagine(i), Inserita il 28/07/2009

Malinvern 2.939 mt



La settimana di ferie appena trascorsa doveva essere ricca di soddisfazioni, avrei voluto salire due cime che da tempo avevo in testa e soprattutto avrei dovuto cimentarmi nel mio primo 4.000...
A conti fatti non posso non ritenermi soddisfatto, ma il viaggio a vuoto fatto sino a Cervinia mi ha lasciato un pochino di amatro in bocca...
Ma partiamo con ordine...
Lunedì primo giorno di ferie, le previsioni sono ottime, anzi, annunciano caldo afoso, basta trovare una meta giusta e partire presto, onde evitare di schiattare in salita...
Opto per il Malinvern, cima 'classica' della Valle Gesso che, visto il lungo avvicinamento (in teoria è dato per 5 ore) dalle Terme di Valdieri, in altri anni avevo sempre scartato...temo un pochino per l' impatto che il percorso potrà avere sulle mie gambe, soprattutto vista la partita a calcio giocata la sera prima, ma l'essere solo e di avere davanti l'intera giornata mi sprona alla grande e così alle 6:30 parto dal parcheggio delle terme in direzione dei Laghi di Valle Scura. E' dal 2007 che non metto piede sul sentiero che porta a Pian Valasco e da subito è evidente come l'inverno trascorso abbia lasciato profondi segni indelebili a tutto l'ambiente...le valanghe hanno spazzato via quantitativi incredibili di alberi, spezzati manco fossero stuzzicadenti..
Lungo il sentiero non incontro praticamente nessuno...'sentirsi' soli in quest'ambiente è davvero una sensazione unica, mi godo appieno questo mattino d'estate...i profumi, i colori, tutto è davvero intenso...
Salgo di buon passo in direzione dei Laghi di Valscura, dove giungo accolto da un vento gelido...ma non avevano dato caldo quasi insopportabile? devo approfittarne, quando tornerò a casa non credo potrò gustarmi queste temperature..
Da qui sino quasi alla bassa del Druos procedo in solitaria, ma quando sto per deviare in direzione della mia meta, mi accorgo di due francesi che stanno scendendo dal colle..bene avere 'compagnia' per il tratto più impegnativo non guasta mai...
Salgo il primo canalino con divertente arrampicata, supero un nevaio ancora consistente e giungo finalmente all'ultimo tratto, una cengia ascendente su bellissima roccia...dei miei inseguitori nessuna traccia..bhè, a questo punto tanto meglio, avrò tutta la cima per me...
Alle 10 sono finalmente in cima , dove una colomba stilizzata pare spiccare il volo nel cielo terso..
La vista spazia a 360° e mi rendo conto di quanta neve sia ancora presente nelle valli circostanti...
Non scenderei più...cerco un posticino riparato dal vento e mi godo un ora di silenzio assoluto...è addirittura assordante...solo il rumore sopito dell'acqua che scorre mi culla in quest'ora di relax assoluto...
E' ora di scendere, mi attende un pranzetto con vista lago...
'Finalmente' (ma sarà proprio così?) incontro un po' di gente che mi guarda stranito..non hanno mai visto nessuno in solitaria?o forse si sono accorti del sorriso interiore che mi porto dietro?
Un'altra oretta di relax e poi il lungo rientro sino alle Terme...perchè quando sali poi devi anche scendere? io odio la discesa...

Bhè, quata volta nessun ringraziamento ai compagni di gita, ma la soddisfazione di aver raggiunto un nuovo traguardo e di aver goduto di una splendida giornata di mezz'estate...


e buone gite a tutti...



Data: 20/07/2009
Quota max: 2939
Partenza da: Terme di Valdieri
Quota partenza: 1385
Dislivello: 1554
Zona: Valle Gesso
Difficoltà: F

14 Immagine(i), Inserita il 27/07/2009

Due giorni da sogno: Rifugio e cima Pagarì (sabato) - Cima della Maledia (domenica)



La speranza è sempre quella che la gità in grado di lasciarti a bocca aperta o con qualcosa di magico dentro deva ancora venire, ma sinceramente come non considerare tale quella effettuata il week end appena trascorso.
Ma partiamo con ordine...
Mercoledì, come accordato con Andrea Emanuele e Alessandro, provo a sentire se al Livio Bianco, la tana da Bunny , hanno posto per 8 sabato sera..l'idea è quella di salire con mogli e morose il sabato per poi, la domenica mattina, salire il Matto..
Entusiasta dell'idea provo anche a coinvolgere Andrea81 con il quale avevamo ipotizzato una salita su questa splendida montagna..
Ma si sa che tra il dire ed il fare...
Rifugio completo, a meno di disdetta all'ultimo minuto di qualche gruppo!!!!
Dopo un attimo di sbandamento (bisogna trovare una meta alternativa) e sentite le rispettive (), optiamo per la destinazione ipotizzata per più avanti nella stagione: il Rifugio Pagarì.
E così ci troviamo sabato mattina alle 6:00 pronti a partire nel parcheggio a San Giacomo di Entracque, destinazione rifugio Pagarì. La salita è davvero lunga, sono 1440 mt di dislivello per 5 h di cammino, ma noi non abbiamo nessuna fretta di arrivare e tanto vale godersi ogni attimo di quest'angolo della Vallle Gesso.
L'ambiente è davvero meraviglioso, dapprima prati verdi, fiori e pascoli, poi severe pietraie e pareti rocciose davvero imponenti, con alla base enormi nevai. L'acqua sgorga da ogni dove ed il rumore di cascate vicine e lontane ci culla verso l'alto. Mentre procediamo, guardiamo spesso verso valle: nessuno...siamo i soli oggi a salire e l'unica presenza che avvertiamo è quella delle marmotte, dei camosci e degli stambecchi.
Noi maschietti () rimaniamo piacevolmente stupiti dalle nostre compagne, procedono di buon passo, senza mai lamentarsi, sono davvero felici di esserci !!..e come dar loro torto..
Il sentiero, nell'ultimo tratto, è però occupato in gran parte ancora dalla neve e così ci divertiamo a trovare vie alternative, con non sempre risultati apprezzati da tutte ..
...poi finalmente ecco comparire, come per magia, la bandiera italiana che si staglia contro la parete della Maledia..e' fatta ..ad attenderci uno stambecco quase volesse darci il benvenuto prima di tutti..
Di lì a pochi passi ecco il rifugio, si trova in una posizione d'incanto, su un promontorio roccioso proprio sotto la vertiginosa parete della Maledia, abbracciato dai resti di quello che un tempo era il ghiacciaio del Pagarì..
Ad accoglierci è Aladar, lo straordinario gestore del rifugio, che con un sorriso in grado di farti sentire subito amico, si complimenta e ci mette a disposizione la sua dimora..Giusto il tempo di una rinfrescata, che noi 4 scalpitiamo per approfondire la conoscenza del luogo e dopo aver scambiato due parole con Aladar ci dirigiamo verso la vicina cima Pagarì (2.905 mt) attraverso il canale O-NO..
Peccato per il meteo che non ci lascia gustare appieno la vista dalla cima sulle vicine cime di Peiraboc, Clapièr, Maledia, ma che in compenso ci permette di avere un'idea più precisa di quale persorso seguire il giorno dopo per arrivare alla base del canalino della Maledia..
E' ora di scendere..e di festeggiare degnamente questa prima parte di week end..
Già, Aladar è anche famoso perchè produce direttamente in Rifugio, la Pagarina, una bionda da 5°, di colore intenso e tendente al colore ambra, profumata e gasata al punto giusto.
Mi sento in paradiso..una birra deliziosa, da gustare con lo sguardo che si perde sulla valle avvolta da nuvole, su montagne aspre, vicine e lontane..
E' giunta l'ora di cena, siamo tutti affamati come lupi e la speranza è tutta riposta nelle mani di Aldar e sua moglie (salita il giorno prima a dargli una mano)..non siamo più i soli in rifugio, nel frattempo sono saliti altri gruppetti (alla fine saremo in 20)...
E qui l'ennesima conferma di quello che da più parti avevo letto..la cena è davvero da apoteosi ...pane fatto in casa, o meglio, in rifugio..lasagne verdi con toma di Elva, polenta macinata a pietra con contorni vari e crostata da far resuscitare anche i morti, ovviamente il tutto bagnato da molti boccali di Pagarina
Dopo la cena Aladar ci allieta, un po' come farebbe un padre nei confronti del figlio per accompagnarlo sino all'ora della nanna, con racconti di vita vissuta, di come lui e suo fratello abbiano trascorso due inverni quassù, immersi nel silenzio..di come abbia cercato di arrivare ad una gestione del rifugio il più eco-sostenibile possibile...
Rimane poi a disposizione per darci ogni ragguaglio in suo possesso in base alle destinazioni del giorno dopo e, una volta concordata l'ora della colazione, possiamo andare a dormire.

Ore 5:00 Andrea ci sveglia..la colazione è abbondante, con marmellate fatte in casa, biscotti e fette biscottate da agricoltura biologica..in più, fuori sta albeggiando..usciamo e lo spettacolo al quale assistiamo è da lasciare a bocca aperta...alle spalle del rifugio, la parete della Maledia sta assumendo colori che vanno dal viola, al rosa, al giallo...
Ci dirigiamo in direzione del ghiacciaio posto alle spalle del rifugio e da qui puntiamo direttmente i direzione del canalino (45°). Emanuele è la nostra 'guida' o meglio il nostro stambecco da seguire..lui ed Alessandro dimostrano sul campo tutta la loro esperienza
La neve, come già anticipato da Aladar, è perfetta e ci permette una salita, mai banale, ma veloce e sicura. Una menzione di merito ad Andrea per il suo primo canale.
In un'oretta saimo in cima al canale ed anche qua ciò che ci accogliè è uno spettacolo che solo chi si gode la montagna in ogni sfaccettatura può apprezzare...la vista spazia già dal Re di pietra, alle Aste, all' Oriol, all'Argentera, al Gelas...ma è la nostra meta che ci colpise particolarmente: una pala che si erge nel vuoto...
Risaliamo rapidamente il nevaio sottostante la via di accesso e da qui il canalino centrale ormai sgombro di neve, con facili passaggi di II, II+ giungiamo finalmente in cima.. sono le 8:00..

Per il ritorno al rifugio optiamo per la variante proposta da Aladar, ovvero discesa attravero il detritico passo della Maledia, lungo traverso sopra al Lac Long in direzione del franoso canale Pas du Lac Long e da qui, seguendo gli ometti e parte del sentiero che oramai affiora dalla neve, in direzione del Passo Pagarì...
E' ora di festeggiare con l'immancabile filetto di salame ed un po' di pane fatto in casa..
Al rifugio siamo accolti dalle dame più in versione balneare che in atteggiamento consone all'ambiente montano , ma è anche giusto e bello così..un paio di Pagarine completano il tutto...
E' quasi ora del rientro, non senza aver fatto incetta di bottigliette di birra, magliette del rifugio e non ultimo il libro 'Rifugio Pagarì - storia ed itinerari -', scritto direttamente da Aladar, dove, oltre a tantissimi itinerari da compiersi in zona, ha raccolto storie e storia legata al rifugio da lui gestito.
La discesa è veramente terribile , vuoi perchè sei consapevole di cosa hai appena lasciato , vuoi perchè è davvero lunga, vuoi perchè sai cosa ti attende a valle..fatto sta che in 5 ore giungiamo all'auto!!!!

Tirando le somme che dire...è stato un week end da favola, vissuto in un ambiente di straordinaria bellezza, che ha regalato soddisfazioni a tutti.
Un menzione particolare vorrei però averla per Aladar. La sua cortesia, il suo sorriso solare e contagioso, il suo apparirti come il più caro degli amici anche al primo incontro e le sue iniziative rendono il Pagarì il miglior rifugio in cui sono stato. Grazie, grazie per tutto quello che fai per noi, alpinisti, e per tutto quello che fai per la tua, la nostra montagna..

Un saluto poi agli amici di gita:
Lory, Emy e Patty bravissime;
Alessandro ed Emanuele la vostra sicurezza infonde fiducia sempre ed il vostro buon umore toglie ogni fatica;
Andrea al suo primo canale e col quale si scherza sempre volentieri;
ed uno particolare a mia moglie , estasiata anche lei da questo meraviglioso week end.


e buone gite a tutti.





Data: 11-12 luglio 2009
Quota max: 3061
Partenza da: San Giacomo di Entracque (CN)
Quota partenza: 1210
Dislivello: 1851
Zona: Valle Gesso
Difficoltà: EE F+ e PD+

42 Immagine(i), Inserita il 14/07/2009

Finalmente la Valle Gesso: Cima di Nasta 3.108 mt



Già...per chi come me, ama la Valle Gesso, stare troppo lontano da 'lei' è un peso che ti preme forte il cuore...
E' una valle che è in grado di offrirti tutto quello che, un amante della montagna cerca: animali che sbucano da ogni dove e che quasi ti accompagnano lungo i sentieri, fioriture incredibili, laghi, cascate, fiumi, ruscelli, montagne accessibili ai più e montagne precluse a molti..una sacco di accoglienti rifugi posti in luoghi strategici, in grado di offrirti servigi () durante gli innumerevoli giri ad anello o ad escursioni strepitose di più giorni...
Quest'anno poi, il tutto, è reso ancora più magico dalla presenza, a stagione inoltrata, di un sacco di neve a quote relativamente basse..
Immaginate quindi il contrasto del verde smeraldo dei prati, abeti e pini con il bianco brillante della neve o il grigio/rosso della roccia...

Bene, dopo questa doverosa premessa veniamo a noi...
Venerdì con Andrea, dopo aver visto le previsioni del sabato (che ci regalano la solita finestra di bel tempo sino al primo pomeriggio) decidiamo di salire la cima di Nasta. L' ultima volta c'ero stato 3 anni fa' ed allora la fitta nebbia non mi aveva permesso di vedere nient'altro che ad un palmo dal mio naso!

Partiamo dal Pian della Casa del Re in compagnia di molti scialpinisti che si dirigono verso la cima Ghigliè (entusiasti di praticare ancora al 4 di luglio!!!) ...dopo pochi metri ci dividiamo e soli procediamo in direzione del rifugio Remondino...Una volta al rifugio è impressionante constatare quanta sia ancora la neve presente ...il passo dei detriti in direzione della cima sud dell' Argentera e tutti i versanti a nord ovest sono innevati..mai vista una cosa simile a questa stagione..meglio così......
Facciamo il pieno d'acqua (la fontana esterna al sito non eroga ancora acqua, credo perchè tutto gelato) ed una volta cambiati (è meglio togliere i pantaloni corti ed attrezzarsi) ci dirigiamo verso il lago di Nasta.
Normalmente bisognerebbe superare un pietraia e poi salire in direzione di una bastionata, che divide i contrafforti della Nasta e della catena CAI, su terreno detritico, ma oggi è tutto facile, un'enorme nevaio, quasi continuo...ed in un attimo ci portiamo sul piano al cospetto di cime davvero imponenti (Nasta, Baus, Forchetta, Brocan) , sicuramente non altissime (tutto intorno ai 3.000), ma di sicuro effetto visivo...
Sino qui tutto ottimo... puntiamo quindi in direzione del canalone, a destra della nostra parete, che porta in direzione del colle della Forchetta..è ancora ben innevato e si facilmente.
Una volta giunti al colle siamo ripagati da uno spettacolo davvero emozionante ..da una parte la cresta che porta alla regina delle marittime, sotto di noi l'esteso altopiano del Baus e la diga del Chiotas, sulla destra il filo di cresta che porta verso il Baus e più lontano Gelas, Clapier, Maledia...che meraviglia...
Comunque la nostra meta è 100 mt più in su, bisogna togliere i ramponi, riporre la picca ed affrontare la facile e divertente cengia ascendente in direzione della cima..dopo aver lasciato il passaggio ad un gruppo CAI parmense in discesa, in un attimo siamo in cima..
Qui un'escursionista solitario ci dà il benvenuto..

Lo spettacolo che ci si para davanti agli occhi è davvero impressionante. in pratica riusciamo a spaziare a 360° su tutte le più belle montagne delle alpi Marittime..il tempo per fortuna regge ancora e ci permette di godere appieno di un caldo sole.
Il tempo delle foto di rito ed è ora di rientrare, non senza un breve passaggio nei pressi del lago ghiacciato.
Un saluto ad Andrea, oramai compagno abituale ed affidabile di gita, ad Alby e Diego incontrati in discesa mentre salivano sul Baus ed a tutti gli escursionisti incontrati.


e buone gite a tutti



Data: 04/07/2009
Quota max: 3108
Partenza da: Pian della Casa del Re
Quota partenza: 1743
Dislivello: 1365
Zona: Valle Gesso
Difficoltà: F

18 Immagine(i), Inserita il 06/07/2009

Mongioie 2.630 mt



Finalmente il ritorno su questa cima .....ho ancora vivo nella mente il precedente legato a questa bella montagna: una giornata invernale strepitosa, talmente tersa da riuscire a vedere la sconfinata pianura da una parte ed il mare sino alla corsica dall'altra...il tutto documentato da....niente ...la macchina fotografica è rimasta a casa
Come dicevo, finalmente sabato, con Andrea e il suo fiaschetto di vino (), sono tornalto lassù..macchina fotografica ben salda nello zaino , ma.............purtroppo questa volta il meteo non è dalla 'nostra'.....pazienza, accontentiamoci della gioia della gita...
Per carità, vista la relativa vicinanza al mare, e l'esposizione del versante di salita, è stato meglio così, c'era il rischio di schiattare pure alle 7:00 del mattino!!!...
Certo che una volta giunti in cima un pochino più di sole non avrebbe guastato, soprattutto visti la temperatura ed il forte vento!!!!
Siamo saliti dalla via normale, non sapendo quali potevano essere le condizioni di innevamento della gola delle scaglie (Andrea era senza ramponi), passando per il Bocchin dell'Aseo (2.292 mt).
La via è praticamente sgombra da neve su tutto l'itinerario, solo qualche grosso accumulo (che non intralcia il passaggio) tra il Pian dell' Olio (2.083 mt) ed il bocchin dell'Aseo.

Con la salita sul Mongioie ritengo 'chiusa' () la stagione sulle Alpi liguri, montagne meravigliose nella stagione giusta (inverno/primavera o autunno), decisamente da evitare in estate (caldo opprimente, mosche e tafani a flotte, carenza d'acqua e, non ultimo, la possibilità di fastidiose foschie al pomeriggio)...

Spero presto di tornare nella mia valle preferita, la valle Gesso...
Bunny dopo il mteo avverso nel periodo di pasqua, spero che ci sia presto la possibilità di salutarti alla tana...

Un saluto ad Andrea (anche se potresti aver trovato un nuovo compagno di gite, spero di condividire altre cime ) ed ai 4 genovesi incontrati lungo la via di salita..


e buone gite a tutti...

Data: 27/06/2009
Quota max: 2630
Partenza da: Viozene
Quota partenza: 1245
Dislivello: 1385
Zona: Alpi Liguri
Difficoltà: EE

10 Immagine(i), Inserita il 29/06/2009

Rocca di San Bernolfo 2.681 mt



Le previsioni meteo per il sabato non sono molto rassicuranti.
Però tutti i siti dedicati 'regalano' una finestra di bel tempo dalle 8:00 alle 14:00.
Possono bastare, basta partire presto...
Con Andrea optiamo per la Rocca di San Bernolfo, una cima in grado di regalare, pur non essendo così elevata, una vista a 360°: dall' Argentera al Matto, dal Malinvern alla Maladecia, dall'Autaret al Corborant passando per la Collalunga e la Punta Gioffredo, sino ad arrivare al Pan di zucchero, Pic d'Asti, Monviso e la sempre imponente Rocca la Meja.
L'accesso è facile.. è un sentiero escursionistico sino al colle (circa 2.560 mt) che divede la Rocca dalla Guglia di San Bernolfo e che diventa un EE nel tratto di cresta dal colle sino alla cima..
Premesse ottime per essere accompagnati da mia moglie e da Emanuela..
...Già queste erano le premesse...
Ma si sa, che tra il dire ed il fare c'è di mezzo 'e il'...
Arriviamo a San Bernolfo avvolti dalla nebbia bassa e nemmeno pure troppo presto (qualcuno non ha messo la sveglia )...
Partiamo in direzione del rifugio Laus e del lago di San Bernolfo...chi con la speranza che si apra, chi con la speranza che il rifugio sia aperto e che la polenta sia già sul fuoco ...ma sono le 9:00 del mattino!!!!!!!!
Quando dopo mezz'ora siamo al rifugio scopriamo che tutte le speranze sembrano vane : 'Purtroppo' il rifugio è ancora chiuso ed il
cielo è sempre più nero...
Maledetti metereologi , dove l'avranno vista sta benedetta finestra!!!!
Dopo qualche tira e molla, Emanuela ed Enrica sono irremovibili, non riusciamo a spronarle a proseguire oltre, si fanno dare le chiavi della macchina e ci danno il via libera...
<<...divertitevi, non prendete troppo sole , noi vi aspettiamo alle terme!!!!!>>
Sono le 9:30, che fare?...Bhè, continuare non costa molto, al limite coda tra le gambe, torniamo indietro...
Detto e fatto...Riprendiamo la salita di buon passo ed in men che non si dica siamo nel vallone soprastante il rifugio in vista della nostra meta e...
...ci siamo, finalmente la nebbia e le nuvole si diradano e, magia...ecco il sole...
La neve presente è ancora tanta ed in alcuni tratti, sotto le pareti della Guglia, intralcia il percorso da seguire per giungere al colle, dove giungiamo scaldati da un sole fantastico..
Da qui scendendo leggermente sul versante opposto e poi, seguendo il profilo di cresta, in pochi minuti raggiungiamo la croce di vetta..
Che spettacolo!! Solo verso il Monviso persistono le nuvole, tutt'intorno invece lo sguardo è libero di correre ad individuare tante belle nostre montagne..
Il tempo delle foto di rito ed ecco per 'magia' comparire nell'ordine: sacchetto di pane fatto in casa da Andrea, salame, tuma 50%capra50% mucca, simil Castelmagno e, dulcis in fundo, fiaschetto da mezzo litro di vino dolcetto
E che si vuole più dalla vita!!
Il pensiero vola a mia moglie e ad Emanulea che purtroppo non possono condividere con noi questa gioia (sarà per la prox), ma si sa, i metereologi al giorno d'oggi non sbagliano mai, non capisco chi non gli dà fiducia
In giro non si vede quasi nessuno, qualche escursionista giù al lago di mezzo ed un gruppo CAI (incontrato alla partenza) che esegue manovre nei pressi del lago di San Bernolfo..
E' ora di ricongiungerci con le nostre metà...a proposito, chissà dove saranno
Giungiamo al rifugio, ora aperto, e troviamo due lucertole affamate che riconoscono di aver sbagliato a non fidarsi
Come previsto alle 14:00 il cielo si chiude, ma non importa l'importante era avere una finestra aperta..
Un saluto ad Andrea (grande per il vino ) e ad Emanuela (opterei per una sveglia come regalo ), un bacio ed un abbraccio a mia moglie (giuro che ci torneremo insieme)...



e buone gite a tutti



Data: 20/06/2009
Quota max: 2681
Partenza da: San Bernolfo
Quota partenza: 1670
Dislivello: 1011
Zona: Bagni di Vinadio - Valle Stura
Difficoltà: E/EE

12 Immagine(i), Inserita il 22/06/2009

Marguareis 2.651 mr - Canale dei Genovesi e dei Torinesi



Un altro sogno che si realizza..
Era da parecchio tempo che sognavo la salita sulla regina delle Alpi Liguri, ma soprattutto che sognavo la possibilità di farla compiendo l'itenerario classico d'alpinismo, che prevede la salita tramite il canalone dei genovesi e la discesa tramite quello dei torinesi...
Le previsioni per il week end sono ottime, le condizioni del canale quasi perfette, la voglia tanta, l'attrezzatura (grazie ad Ivo ) pronta, basta solo partire...
Unico piccolo, chiamiamolo 'inconveniente', sabato mattina ho un matrimonio ...
E così, dopo aver visto sposarsi Diego e Patrizia (ancora i miei migliori auguri ) ed aver parteciapto al banchetto nuziale , alle 19:30 siamo al Pian delle Gorre pronti a partire.
E' meraviglioso gustarsi la salita sino al rifugio Garelli in pieno silenzio (ho ancora la voce del mio collega che rimbomba nella testa) e con la giusta temperatura..
Alle 21 arriviamo al rifugio, già imballato di persone, molte delle quali l'indomani ci 'accompagneranno' sul Marguareis..
Il simpatico e disponibilissimo gestore ci riferisce che dopo quello di domenica scorsa (per fortuna senza gravi conseguenze) anche 2 giorni prima, un' altro ragazzo ha avuto un incidente scendendo dal canale dei torinesi, pure lui cavandosela 'solo' con la frattura del bacino...

'Ottimi' presupposti per un novizio!!!!!!!
La notte trascorre quasi insonne, vuoi per i molteplici 'tagliatori di legna' alloggiati nella stanza, vuoi perchè devo ancora digerire il fritto misto alla piemontese del banchetto nuziale , vuoi per un po' d'ansia da 'prestazione' del giorno dopo...
Alle 4:45 suona la sveglia ed in quattro e quattr'otto siamo pronti a partire...
Come previsto c'è una piccola processione in direzione del laghetto del Marguareis da dove si risale il canale dei genovesi..
E' presto, ma fa già davvero caldo (14° a 2.000 mt!!!) , ci sarà da 'correre'...
Tutta la salita è davvero emozionante...
Il primo tratto ha una pendenza che varia dai 35 ai 40 gradi, fatto su neve piuttosto molle..sono molte le tracce esistenti, che però non sempre agevolano la salita (si sa, ognuno sale con il suo passo)..
Si arriva così al salto roccioso di 4-5 mt, che lo rende un canale discontinuo, poco sotto l'uscita, ancora in gran parte sommerso dalla neve, ma che con facile e breve passaggio su misto si supera facilmente..tra l'altro sono presenti delle corde fisse da utilizzare per maggiore sicurezza.
Si giunge così al colle dei genovesi e da qui, in pochi minuti si arriva alla cima del Marguareis...
Il tempo delle foto di rito e, causa una temperatura fuori dall'ordinario, ci dirigiamo verso il colle dei torinesi..
A prima vista l'uscita fa impressione (sicuramente oltre i 50° ), ma tenedosi più a sinistra si supera facilmente questo muro iniziale e poi via su neve piuttosto molle..il canale comunque ha una pendenza media sui 40° e con il caldo si forma sempre un noioso zoccolo sotto i ramponi...
Abbiamo recuperato un paio di occhiali, probabilmente di uno dei 2 ragazzi che hanno avuto un incidente qui..
Giunti in fondo al canale si ci dirige nuovamente verso il laghetto del Marguareis dove si ci gode il meritato relax e da qui in pochi minuti sino al Rifugio...oggi occasionalmente più simile ad una spiaggia che ad un rifugio alpino...

Che dire, sicuramente la gita che più mi ha dato in termini di emozioni e soddisfazione di quest'anno...da consigliare per la maestosità dell'ambiente e sicuramente da ripetere.
Un saluto ed un rigraziamento:
a Giacomo e Simone () miei compagni di gita e guide affidabili;
ad Ivo, anche se non ho utilizzato il suo sturm truppen
ed un saluto a tutti quanti hanno condiviso questa calda giornata sulla cima regina delle alpi liguri.


e buone gite a tutti

Data: 14/06/2009
Quota max: 2651
Partenza da: Pian delle Gorre
Quota partenza: 1032
Dislivello: 1619
Zona: Valle Pesio
Difficoltà: PD

12 Immagine(i), Inserita il 15/06/2009

Cima delle Saline 2.612 mt



Finalmente!!!
...al terzo 'tentativo' riesco a raggiungere la Cima delle Saline...

Nei due precedenti tentativi non ero stato così fortunato, prima un ginocchio infortunato e poi una 'bufera' di neve improvvisa sulla via di salita mi avevano sempre tenuto lontano da questa panoramica cima...

E' un piacere ed una gradita sorpresa, in questa fase della stagione, salire le montagne dei dintorni...la quantità di neve ancora presente è impressionante (tenuto conto del fatto che parliamo di montagne che subiscono moltissimo l'influsso del mare, a pochi km di distanza)...acqua che sgorga da ogni dove, ed una fioritura dei prati, nei tratti lasciati scoperti del manto nevoso, davvero fuori dal normale...

Partiti da Carnino inferiore e saliti lungo la via normale cercando di evitare il più possibile gli accumoli di neve presenti lungo il percorso, deviato su rocce, con divertente arrampicata, nell'ultimo tratto prima della cima, giusto per la pigrizia di togliere i ramponi dallo zaino...

Un saluto ai compagni di gita odierni: Giacomo e Romano che mi hanno 'allegramente' intrattenuto per tutto il percorso con discorsi di fanta politica e politica aziendale
ed un saluto all'escursionista solitario incontrato in cima...
e
buone gite a tutti...



...mi permetto, scrivendo dopo i tragici eventi del week end appena trascorso, di abbracciare e fare sentite condoglianze ai familiari, parenti e conoscenti dei 2 amici, che non conoscevo personalmente, che hanno perso la vita sulle montagne del cuneese domenica...
Ciao Pietro e Vincenzo...




Data: 03/06/2009
Quota max: 2612
Partenza da: Carnino Inferiore (Briga Alta)
Quota partenza: 1392
Dislivello: 1220
Zona: Alpi Liguri
Difficoltà: EE

9 Immagine(i), Inserita il 09/06/2009

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