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Album Foto > Album personali > mgrau 2194 immagini in 78 albums visti 78908 volte
Becca di Salè



Due giorni il val d'Aosta. Lasciamo la macchina nel vallone di Laures, sopra la grande Brissogne, a quota 1300. Saliamo facilmente al bivacco Menabreaz, 2554, vicino al logo inferiore, dove pernottiamo. L'idea è di uscire dal colle d'Arbole e scendere da lì alla macchina. Nel pomeriggio faccio un giro ai laghi superiori, vedo i possibili colli di uscita (Leppe, Arbole, 3 Capucins) e vedo che si tratta in tutti i casi di spiacevolissimi ghiaioni. L'indomani ripieghiamo sulla salita al col di Salè, subito dietro al rifugio per poi salire sulla becca e scendera da lì alla macchina. Il sentiero inizialmente è segnato, poi si perde, il costone diventa ripido e roccioso, piuttosto preoccupante, ma teniamo duro sperando in una discesa più comoda, ma arrivati al passo veniamo delusi, la discesa è decisamente alpinistica, propongo il ritorno per la stessa via ma l'amico Marco dichiara che le sue ginocchia non gli permettono una discesa del genere, e chiama il soccorso alpino, che dopo un'oretta ci preleva col l'elicottero e ci deposita quattro minuti (!) dopo all'aeroporto di Aosta.

Data: 1-2 ottobre 2009
Quota max: 2137
Partenza da: Grande Brissogne
Quota partenza: 1310
Zona: Vallone di Laures
Difficoltà: EE

59 Immagine(i), Inserita il 03/10/2009

Cima della Laurasca



Dopo parecchi mesi di inattività, a seguito di vicissitudini lavorative e familiari, e poi di un serio mal di schiena risolto con un'operazione all'ernia, eccomi di nuovo in pista con una due giorni al bordo della valgrande, su uno dei percorsi più facili, con l'amico marco. Fattibilissimo in un giorno solo, ma alla nostra età preferiamo prendercela comoda.
Lasciamo la macchina nel punfo più avanzato della val loana, da malesco, arriviamo con comodo al bivacco scaredi, dopo una sosta all'alpe cortenuovo, con interessante conversazione con l'allevatore silvano, su argomenti che variano dall'immigrazione alle quote latte e alla macellazione islamica e no. Ci offre anche un ottimo caffè. Dal bivacco, aspettiamo che la nebbia accenni a diradarsi e saliamo alla vicina cima della laurasca. Lasciamo gli zaini alla base dell'ultima salita (eravamo incerti se proseguire poi per cortechiuso, poi invece torniamo a scaredi, e bene facemmo perchè cortechiuso è chiuso (come dice la parola stessa)). Tornando giù troviamo gli zaini saccheggiati dalle capre. perdiamo pane, biscotti, brioche, la minestra in busta per la cena, un salame (che poi ritroveremo l'indomani). Al bivacco troviamo il vuoto pneumatico, mancano letti, materassi e coperte, io ho il sacco piuma ma marco no, quindi dobbiamo tenere la stufa accesa tutta notte, facendo i turni per caricarla. fortunatamente l'ente parco fornisce legna in abbondanza.
il giorno dopo ripetiamo in parte il sentiero di ieri, arriviamo a cortechiuso, proseguiamo sul crinale, pioviggina, invece di arrivare all'alpe cortino, com'era nostra intenzione, stanchini, io con i piedi mal ridotti da scarponi nuovi, scendiamo dalla prima bocchetta

Data: 17 -18 settembre 2009
Partenza da: Fondo li ghedi
Zona: Val Vigezzo - Val Grande
Difficoltà: E

44 Immagine(i), Inserita il 29/09/2009

Monte di Brianza



domenica di neve, giretto per far prendere un po' d'aria ai bambini. Partenza da Mondonico per sentiero 2, Crosaccia, sentiero 3 fino a Campsirago (mangiamo qualcosa rifugiati sotto il tetto del lavatoio), discesa per sentiero 1. Non smette mai di nevicare. Niki si diverte molto, Camilla invece è piagnucolosa.

Data: 1 febbraio 2009
Partenza da: Mondonico
Zona: Brianza
Difficoltà: T

31 Immagine(i), Inserita il 02/02/2009

Moregallo via Preguda



Domenica di maltempo, gita standard, senza problemi di percorso. Un po' di pioggia all'inizio, che in alto diventa neve. Saliamo alla forcellina, poi il traverso per il sentiero Elvezio, poi su dritto, arriviamo solo alla bocchetta di Sambrosera, qui lasciamo perdere la vetta e scendiamo verso Sambrosera e la base.

Data: 18 gennaio 2009
Partenza da: Valmadrera
Zona: Triangolo lariano
Difficoltà: E

25 Immagine(i), Inserita il 21/01/2009

Monte Sciguello e Beigua dalle Faie



Passeggiata nei boschi innevati dell'appennino ligure. Partenza dalla chiesa delle Faie sopra Varazze, m 500 circa, seguo il segnavia 'trattino rosso', che sale prima in direzione del Beigua, poi con un ampio giro a dx nel fondovalle si porta sul versante dello Sciguello, raggiunge poi, ormai nella neve, la sella fra lo Sciguello e il crinale principale, qui si incontra la strada asfaltata (e l'alta via dei monti liguri) con abbondanza di SUV e simili, salgo lungo la strada fino alle antenne in vetta al Beigua, m.1280 circa, da qui prendo per il segnavia 'croce rossa', ci sono varie tracce che scendono, però seguendole il segnavia si perde, preferisco le tracce (di ciaspole) dopo un po' però queste risalgono, seguo delle tracce di piedi, ritrovo il segnavia, fino a che tracce e segnavia spariscono in simultanea (chissà dove vanno), in compenso ci sono un sacco di tracce di animali, capre, lepri, forse anche un cervo, così prendo direttamente per il bosco seguendo le tracce delle capre più determinate, con neve un po' molle, mi inzuppo abbastanza, e raggiungo in una mezz'ora una sterrata che con lungo giro riporta alle Faie. Circa 5 ore. Tempo splendido, un po' di vento, grande vista sul mare.

Data: 7 dicembre 2008
Quota max: 1280
Partenza da: le Faie (Varazze)
Quota partenza: 500
Zona: parco del Beigua
Difficoltà: E

15 Immagine(i), Inserita il 09/12/2008

Corno Birone e san Pietro



giretto vicino a casa confidando nella clemenza del tempo. Fiducia premiata, si mette a piovere pochi minuti prima di arrivare alla macchina. Da Valmadrera (via Trebbia) salita per il Sass Negher, ceppo di Forcola, poco dopo si entra nella nebbia, dalla vetta si prosegue pochi minuti e alla prima selletta scendiamo a sx verso s. Pietro. La chiesa (VIII secolo) è sempre bellissima, sopratutto senza l'abituale bolgia (c'è solo un gruppetto di scout) . Da lì a Civate si scende per una mulattiera che col bagnato pare insaponata, meglio tagliare per bosco e prati. A Civate paese si passa per un piccolo orrido della valle dell'oro, su una passerella sopra il torrente, posto come si usa dire 'pittoresco'.

Data: 30 novembre 2008
Quota max: 1200
Partenza da: Valmadrera
Quota partenza: 300
Zona: Prealpi lecchesi
Difficoltà: E

18 Immagine(i), Inserita il 01/12/2008

da Cino al monte Bassetta



Data la neve bassa rinunciamo all'idea originale della val Darengo. Ripieghiamo sul versante soleggiato della valtellina, partiamo da Cino (500) , con una certa fatica arriviamo ad intercettare la mulattiera che sale ai prati dell'O (strano nome) e da quel punto più nessun problema. Dai prati dell'O (un grosso gruppo di case rimesse a nuovo) si trova un sentiero segnalato per la bassetta Nella parte alta c'è una spruzzata di neve. In vetta si trova inaspettatamente un tedesco (o svizzero) con cane. Dalla bassetta (che poi è semplicemente l'ultima spalla a W del crinale N della valtellina) grande vista verso N sulla val dei ratti e val codera. Scendiamo poi verso W, puntando su Piazza, per un po' seguendo sentieri segnati, che però tendono ostinatamente verso la val dei ratti e non verso piazza, per cui, da una sella dove c'è una specie di antenna (pare sia il monte Foffricio, che razza di nomi che hanno da queste parti), puntiamo su piazza tagliando per il bosco, su terreno non difficile. Da piazza (grosso centro di baite riadattate a seconde case) seguiamo per un po' la strada di discesa, e poi prendiamo una bella mulattiera, non segnalata, che è un infinito scivolo di foglie secche, che riporta sulla strada molto più in basso e da lì, con camminata lunghetta, di nuovo a Cino

Data: 23 novembre 2008
Quota max: 1746
Partenza da: Cino
Quota partenza: 500
Zona: Valtellina
Difficoltà: E

35 Immagine(i), Inserita il 24/11/2008

monte Res, rifugio Spanna



gita a quanto pare classicissima per i frequentatori della zona. Siamo in Valsesia, riva destra del fiume, di fronte a Varallo. Si parte da Crevola, subito al di là del ponte da Varallo, e si sale senza problemi in macchina fino a Casavei, circa 800m. Si può salire fino all'alpe Campo, 1070, su sterrata, ma non vale la pena. Il rifugio, subito sotto la vetta, è visibile quasi subito, il percorso si snoda nel bosco segnatissimo e molto comodo. C'è parecchia gente. In un paio d'ora si arriva al rifugio e alla vetta, 1600 e qualcosa. Giornata abbastanza limpida, senza una nuvola, il panorama è notevole, sul Rosa di fronte e quanto sta intorno, e dall'altra parte fino al Monviso e agli appennini. Si vede una interessante cresta che porta fino al monte Tovo, passando per il Massale e il Castello di Gavala, e c'è un gruppo che arriva da lì, da mettere in conto almeno 4-5 ore.
Arrivati in vetta, Leone, non pago, decide di proseguire un po'. Gli raccomando di non andare oltre il Massale, e lui, un po' a malincuore, abbozza. Discesa di 200m e risalita di 300, risalita a quanto pare fuori sentiero. 2 ore per la variante.

Data: 16 novembre 2008
Quota max: 1600
Partenza da: Casavei, sopra Crevola (Varallo)
Quota partenza: 800
Zona: Valsesia
Difficoltà: T

13 Immagine(i), Inserita il 18/11/2008

alpe Deleguaggio da Pagnona



Escursione di medio impegno che raggiunge l'alpe Deleguaggio per una via alternativa a quella più comune da Premana, passando sul versante destro della val Varroncello. Il sentiero è sempre buono e chiaro (segnalato solo nella prima parte) , con una certa esposizione nella parte centrale del percorso, in cui si attraversa una serie di valloncelli rocciosi. Siamo partiti da Pagnona, da qui si segue una mulattiera ben segnata fino al villagio di Subiale, circa 200m sopra, da qui si distacca il sentiero, sempre segnato, sulla dx, che si inoltra nella val Varroncello. E' segnato fino a che si distacca sulla destra un sentiero che raggiunge il fondovalle e poi i villaggi sull'altro ersante, noi proseguiamo dritti, come dicevo c'è un tratto di circa 1 km un po' esposto, ma niente di preoccupante (non ci porterei però i bambini) poi il terreno diventa più facile, si raggiunge l'alpe Moncale, e poi in breve Deleguaggio. Oggi qui siamo al limite della neve, la giornata è piena di nuvole e un po' perturbata, ma limpida e con una bellissima luce. A Deleguaggio non c'è nessuno, stranamente. Proseguiamo sul traverso in quota che porta all'alpe Solino, dopo parecchi modesti saliscendi e attraversamento di vellette, qui mangiamo facendo un po' di fuoco. C'è un cartello che indica Premaniga su un sentiero che scende, però c'è anche un sentiero che resta in quota, sembra buono, e sulla carta dovrebbe pure portare a Premaniga, seguiamo questo, che però dopo un quarto d'ora si affievolisce e tende a perdersi, ce ne torniamo indietro a prendere l'altro che ci porta a Premaniga senza problemi, e poi a Premana e, dopo l'infinito attraversamento di Premana e delle sue fabbriche di forbici, a Pagnona

Data: 2 novembre 2008
Quota max: 1680
Partenza da: Pagnona
Quota partenza: 800
Zona: val Varrone
Difficoltà: E

40 Immagine(i), Inserita il 03/11/2008

alpe Manco e val Garzelli



Una traversata fra la val Chiavenna e la val Bodengo, con pernottamento all'alpe Manco, 1750. Salita da Era per la strada di Paiedo (con qualche scorciatoia), si prosegue oltre Paiedo fino alla fine della strada (1109), dall'ultimo tornante a sx, si stacca il sentiero per l'alpe Campedello, buono e ben segnalato. Dopo una mezz'ora si raggiunge un bivio segnalato su un roccione, Manco/Campedello a sx, Sambosina a dx, si prende a sx e dopo una bella salita nel bosco di larici e abeti bianchi si arriva al limite del bosco all'alpe Campedello (1753, in rovina, una sola baita in efficienza). Su un masso, vicino a una fontana, un'altra scritta Manco. Qui inizia un lungo traverso che prima sale verso una spalla, poi prosegue a saliscendi per aggirare uno sperone che scende dalla punta AnnaMaria. Un costone roccioso può essere aggirato scendendo (le segnalazioni indicano così) o prendendo una traccia che resta in quota, abbastanza esposta. Abbiamo fatto questo, non so con quanto vantaggio. Qui si comincia a vedere l'alpe Manco a circa 1 km, poi il sentiero entra in terreno detritico, fine delle difficoltà, e raggiunge in salita l'alpeggio (1750). Il bivacco, accoglientissimo, è l'ultima baita a dx in alto, sotto un roccione. E' tutto pieno di segnalazioni e istruzioni, antrare nel locale di sotto, prendere la chiave del locale superiore nella cassetta nel locale di sotto, andando via chiudere l'acqua, chiudere questo e quello. Una certa difficoltà per trovare dove APRIRE l'acqua (sta nel locale di sotto, nell'angolo in alto a sx), poi il gas nel gabbiotto delle bombole, la luce sembra non voglia accendersi, ma basta aver pazienza, l'impianto elettrico per fortuna non richiede interventi. La stufa fuma, stenta un po' a partire, lo sportello è rotto e precipita a terra, va alimentata dai cerchi superiori (manca il gancio per toglierli, ci arrangiamo con il forchettone). Ceniamo con una bella pastasciutta, e andiamo a dormire alle 9, un po' stanchini dopo circa 1600m di dislivello. Il giorno dopo partiamo alle 8.30, il cielo è un po' velato e grigio (poi schiarisce), saliamo in breve alla bocchetta di campo (1900 e rotti) e scendiamo per un sentiero ripido ma molto bello all'alpe Campo (una delle tante di questo nome), un gruppo di baite in perfetto ordine in un bellissimo ripiano d'erba circondato dalle cime che separano dalla val Darengo, e sul ciglio di un impressionante scivolo che precipita per 600m sulla val Bodengo. Il sentiero si mantiene sul lato dx, scende a precipizio ma sempre ottimo. Vedo una interessante deviazione a dx che porta all'alpe Borlasca e di nuovo in val Mengasca e s.Pietro (sarà per un'altra volta). In valle ci diranno che dall'alpe campo si può scendere a Bodengo traversando il pianoro, in direzione del m.Cucco e poi seguendo il filo di cresta fino a Bodengo. Sarà, lì non ci sono segnalazioni in questo senso. E' segnalata invece la salita alla bocchetta del cannone, bivacco Ledù, quindi alta via del Lario e capanna Como. Anche questo, per un'altra volta... Bene, dopo la discesa precipitosa arriviamo all'alpe Garzelli, ormai quasi allo sbocco e da qui è in pratica una passeggiata fino alla val Bodengo che si raggiunge a pra Pincè, dove passa la strada, noi restiamo sulla dx del torrente fino a Bedolina (altro villaggio da fiaba) poi si scende in fondo alla gola fino al ponte in pietra sul Boggia (anno 1837) e da qui risaliamo alla strada coll'intenzione di chiedere un passaggio. Che troviamo arrivando a Donadiv, nella persona del gentilissimo sig. Bruno de Agostini, pensionato dopo 30 anni di lavoro alla centrale elettrica di Cigolino, che ci accompagna addirittura fino alla macchina a Era! risparmiandoci una decina di km di cammino. Lo ringraziamo di nuovo.

Data: 12-13 ottobre 2008
Quota max: 1920
Partenza da: Era
Quota partenza: 300
Zona: val Chiavenna
Difficoltà: E

49 Immagine(i), Inserita il 14/10/2008

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