Pioggia sulla Tête Colombe, Le Bal des Boucas ......27/08/2010
Venerdì scorso con Paolo,Mario e Jack sono andato nel Brianconnais, massiccio dei Cerces. Quando Mario mi ha chiamato per propormi la gita alla 'Tête Colombe' ho subito accettato senza esitazioni e solamente durante il viaggio ho appreso il nome della via che avremmo dovuto fare. Leggo e rileggo le due relazioni in suo possesso e noto che le gradazioni sono abbastanza contrastanti: una dice che c'è del 6b obbligatorio,l'altra menzione solamente del 6a In ogni caso, mi sa tanto che 'ciuccerò' la corda e gli amici dovranno mettermi bene in 'tiro'. Siamo tutti molto 'carichi',oggi nulla ci potrà fermare…….tranne 'la météo'! 'Già!' 'Il meteo!' Il meteo italiano dà bel tempo con leggera variabilità ma la météo francese è leggermente contrastante;forse verso le 13 potrebbero cadere qualche goccia d'acqua,forse. Raggiungiamo il parcheggio con il cielo abbastanza sgombero di nuvole,ma man mano che risaliamo la lunga pietraia le nuvole si accumulano sopra La Meije, non dovrebbero darci fastidio,almeno lo speriamo,sono così lontane! In poco più di un'ora siamo nelle vicinanze dell'attacco della via alla ricerca di uno spit con cordone bianco,il segnale che ci indica l'inizio della nostra via, 'Le Bal des Boucas',e notiamo con stizza che la Meije si stà coprendo sempre di più ma cosa ben peggiore una nuvola stà salendo dal vallone sotto il colle del Lautaret. Ormai abbiamo fatto più di 150 km,tornare subito giù ci sembra troppo rinunciatario, così decidiamo di fare i primi due o tre tiri in verticale e poi,prima di affrontare il quarto tiro in traverso vedremo il da farsi. Mentre Mario assicurato da Paolo inizia l'arrampicata io mi diletto a fare un po' di fotografie al tappeto di stelle alpine,c'è ne sono a centinaia,mai visto così tanti cespugli tutti vicini gli uni agli altri. E' veramente uno spettacolo. Inizia a tirare un po' di vento e qualche goccioline d'acqua iniziano a cadere. Che fare? Mario è quasi in sosta ma la nuvola dal basso sale velocemente e purtroppo inizia a piovere. 'Merrrde! 'Anzi,MERDA!' Rifacciamo gli zaini e ci buttiamo sui ghiaioni verso valle dove arriviamo tutti belli zuppi d'acqua e inc…. Non ci rimane che tornare verso l'Italia dove sembra che il cielo sia più sereno e con una buona dose d'ottimismo confidiamo nel meteo italico;'forse forse …. e perché no! Andiamo a fare la nuova via alla Punta Clarì!' Ma quando raggiungiamo il parcheggio sottostante la Punta Clarì il cielo non è dei più belli e il morale è a pezzi,così ci accontentiamo di fare qualche mono tiro alla falesia pronti a scappare in macchina se dovesse piovere.
'Merrrde!' 'La météo'!
La perturbazione è arrivata troppo in fretta rovinandoci la giornata,pazienza.
Così ho un'altra salita in sospeso da mettere nelle cose da fare, in quel famoso cassetto dei sogni e dei desideri che anziché svuotarsi si sta riempiendo sempre di più e gli anni passano troppo in fretta.
Data: 27/08/2010 Partenza da: Parcheggio dopo Pont de L'Alp Zona: Hautes Alpes - Val de la Guisane - Massiccio dei Cerces
39 Immagine(i), Inserita il 02/09/2010
Rocca Provenzale:' Vie al Prato Stella', La lite dello Skipper! 22/08/2010
Anche quest'anno,come da tradizione,la prima uscita in montagna dopo la villeggiatura estiva la faccio con lo Skipper nel gruppo Castello-Provenzale.
Dal momento che ormai è una consuetudine,questo è il terzo anno consecutivo, ci siamo promessi l'un l'altro che anche per i prossimi 20 anni avremo questo impegno.
Noi siamo ottimisti!
Domenica mattina partiamo presto da casa con l'intenzione di fare una via sulla parete Est della Provenzale,via che avevamo già adocchiato l'anno scorso.
Nello zaino ho la nuova guida del gruppo che profuma ancora di stampa, e delle fotocopie di relazioni di itinerari che stranamente non sono stati inseriti in questa edizione 2010.
Peccato!
Durante il lungo viaggio in macchina capiamo che le vacanze al mare hanno lasciato il segno,non siamo più tanto convinti di buttarci su un itinerario con delle lunghezze abbastanza difficili. Oltre tutto è da diversi mesi che non arrampichiamo e forse le difficoltà di questa via sono troppo elevate per le nostre condizioni attuali.
Così le fotocopie di questi itinerari chiodati l'anno scorso vengono utili, e decidiamo di percorrere una di queste vie chiamata 'Terrazza Provenzale',poi vedremo se avremo ancora tempo e voglia di fare una seconda via.
Le vie in questione sono state tracciate sullo zoccolo basale della lunga cresta sud della rocca Provenzale e terminano sul cengione chiamato 'Prato Stella'.
Come al solito Beppe deve 'carburare', così inizio io a condurre la cordata seguito dallo Skipper in fase di riscaldamento.
Viste le difficoltà abbastanza contenute decidiamo di rendere l'arrampicata un po' 'briosa',mettendo un rinvio si e l'altro no per poi passare all''uso delle protezioni veloci anziché rinviare gli spit.
Quando arrivo alla terza sosta e inizio a recuperare il mio socio iniziano i problemi:il primo friend non esce,meglio sarebbe dire che NON è capace a toglierlo.
Passano i minuti,sento l'incapace che litiga con il marchingegno,lo insulta; 'Altro che amico,sei un bast…o!'
Poi,all'improvviso,dopo avergli ricordato che un nuovo giocattolo gli sarebbe costato più di 50 euro riesce a toglierlo e me lo mostra come fosse un trofeo.
'Non lo avevi messo bene' 'Sei tu che anziché aprirlo lo avrai incasinato' 'NO,non era messo bene' 'Ok,lasciamo perdere,usiamo i chiodi altrimenti perdiamo troppo tempo'
E,tiro dopo tiro,finalmente usciamo sul 'prato stella' da dove con una corda doppia ci caliamo sui ripidi prati e costeggiando la parete rocciosa siamo ritornati agli zaini lasciati alla partenza della via.
Ormai,Beppe si sente in forma,ha 'carburato' per bene,e tira la seconda via gemella a quella appena fatta,il nome di questo itinerario è:'Buon Mattino'.
Quando terminiamo la via e ritorniamo nuovamente alla base abbiamo i piedi che iniziano a 'fumare' ma ci siamo talmente caricati a vicenda che decidiamo per un terzo itinerario,più sostenuto di quelli appena fatti,ma sempre nelle vicinanze.
In pochi minuti di camminata ci spostiamo sulle vie più verticali e difficili e scopriamo che ci sono altri itinerari appena tracciati e non recensiti nelle fotocopie.
'Beh,così almeno possiamo prenderci l'impegno di venire per altri 25 anni!!!'
Ci buttiamo a tiri alterni su 'Penne Nere' dove il quarto tiro impegna lo Skipper e poi con i piedi sempre più 'caldi' chiudiamo anche questa via'.
'Beppe,facciamo anche la 'Adry',così sono 4 vie,un bel Poker!' 'Si,però andiamo a rifare la doppia dalla cengia'
'No,scendiamo in doppia,voglio arrivare agli zaini subito,ho una sete bestiale'
Non l'avessimo mai fatto,cinque doppie di cui due in mezzo ai rovi spinosi,un caldo bestiale,arsi dal sole e i piedi sempre più 'fumosi'.
Così,una volta arrivati alla base ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso che la cosa migliore era correre a Chiappera a farci una bella birra.
Il Poker è solamente rimandato,sarà per un'altra volta,abbiamo un sacco di tempo.
Al momento abbiamo fatto 'Tris',vie facilotte,ma pur sempre tre vie per un totale di 22 tiri e più di 1000 metri di sviluppo.
Rocca Provenzale: Vie al 'Prato Stella'
Quota base arrampicata 1800 m circa
Avvicinamento: Dal parcheggio della Via Normale della Provenzale proseguire sulla strada sterrata che porta al Colle Maurin per circa 200 Mt. Triangolo rosso a Dx Seguire i bolli rossi per 5 Min. fino all'attacco delle vie,circa 100 metri di dislivello in avvicinamento
La disposizione di questo settore permette di concatenare alcune vie, in questo modo si possono scalare itinerari di maggiore sviluppo con varie combinazioni.
Per raggiungere questo settore con placche meno coricate e con muretti verticali si può dalla base delle vie precedenti procedere per prati scoscesi senza perdere quota per 10 minuti fino a trovare degli ometti e segni rossi che portano al settore dove ci sono anche altre nuove vie non ancora recensite nel web. Oppure dal parcheggio,anziché salire per il settore 'Terrazza Provenzale',proseguire sulla strada sterrata per 400 metri circa e salire per traccia evidenziata dai nuovi segni rossi e ometti.
Quando sono partito dal parcheggio del Belvedere di Capo Caccia per fare la ferrata avevo qualche dubbio sulla riuscita della gita,un forte vento di maestrale stava soffiando proprio sul lato della falesia dov'è collocato il percorso.
Tutto sommato non è stato sgradevole,anzi,ha rinfrescato un pò l'aria e mi ha tenuto compagnia in questo lungo viaggio a picco sul mare.
La ferrata del Cabirol è di recente costruzione e pare sia stata fatta da una sola persona,un sardo di nome Corrado Conca che ha dedicato la maggior parte del suo tempo libero (circa 10 anni) per attrezzare questo magnifico percorso posizionato sul lato Ovest del promontorio di Capo Caccia, proprio di fronte all'isola Foradada. Devo dire che questa ferrata non assomiglia alle ferrate delle Dolomiti o a quelle di recente costruzione in Piemonte dove c'è abbondanza di ferraglia,ma è stata costruita con parsimonia nel posizionare le protezioni,lasciando lunghi spazi sprotetti dove i piedi devono assolutamente essere 'stabili'. Quasi al termine del percorso in una cassetta metallica c'è il 'libro di vetta' e dai nomi e commenti in varie lingue si evince che noi italiani preferiamo andare in spiaggia anziché imbragarsi;tedeschi,polacchi,spagnoli,ecc.ecc. ma gli italiani che hanno lasciato un commento sono ben pochi. Forse è solo timidezza! Il percorso si é svolto su una cengia orizzontale che quasi sovrasta l'ingresso della grotta di Nettuno,poi una ripidissima scalinata mi ha portato su una cengia parallela che con percorso contrario mi ha riportato nelle vicinanze della partenza. Grazie Corrado
Data: 06/08/2010 Partenza da: Belvedere di Capo Caccia Zona: Sardegna Difficoltà: Media
39 Immagine(i), Inserita il 24/08/2010
Alghero:Escursionismo a quota zero...o poco più.
Quest'anno sono riuscito a coniugare le vacanze al mare con la mia passione per la montagna. Quando mia moglie ha visto che caricavo in macchina gli scarponi e un po' di ferramenta mi ha lanciato uno sguardo …..'ma non ne hai abbastanza?' 'Dai,così faccio fare qualche giretto a Baloo' 'Almeno abbi la compiacenza di non prendermi in giro!' La destinazione è 'Alghero' situata in un'ampia baia sulla costa occidentale della Sardegna, e sul suo litorale ci sono immense pinete e magnifiche scogliere dove si possono fare delle bellissime escursioni. I dislivelli delle escursioni che ho fatto sono stati di 200 o al massimo 300 metri ma i percorsi non sono sempre stati brevi e qualche volta ho 'tribulato' parecchio nel camminare nella pungente macchia mediterranea. Con un forte vento di maestrale ho raggiunto la vetta di capo Caccia,un'altra volta ho percorso l'anello di cappo Caccia,5 ore di cammino con Baloo che mi guardava con uno sguardo da cane bastonato! Devo dire che è stato un vero piacere percorrere chilometri nelle pinete,arrampicarsi sulle scogliere,ma la cosa più goduriosa è stato raggiungere una caletta e rinfrescarmi con un bel bagno ristoratore. Chiaramente questa non è la stagione ideale per fare delle camminate a 'quota zero' ma con una buona riserva idrica nello zainetto si può fare. Non stò a fare l'elenco delle gite che ho fatto ma se vi capitasse di passare da quelle parti fatevi prima un bel giretto nel 'web' dove troverete un sacco di idee.
Data: Luglio-Agosto 2010 Partenza da: Alghero Quota partenza: Zero o poco più Zona: Sardegna Nord-Occidentale,Nurra Difficoltà: E
25 Immagine(i), Inserita il 23/08/2010
Ferrata Carlo Giorda alla Sacra di San Michele 24/07/2010
Avendo una mezza mattinata a disposizione ho optato per la Ferrata Carlo Giorda alla Sacra di San Michele anziché andare al solito Musinè a far fiato. Chiaramente questa non è la stagione migliore per effettuare questa gita,ma il forte vento che c'era sabato mattina non mi ha fatto sudare per niente. Vento fresco e forte che in alcuni punti esposti mi ha messo in difficoltà e sono stato ben contento di essere assicurato alla fune di acciaio. Dopo aver letto che nel parcheggio sottostante la partenza si sono verificati atti di vandalismo verso le macchine ho lasciato la vettura a Sant'Ambrogio e in pochi minuti seguendo la pista ciclabile ho raggiunto la partenza di questo lungo percorso attrezzato. Sempre auto assicurandomi dopo 1,30 sono uscito dalla via ferrata proprio vicino all'antica mulattiera che passando in un fresco bosco mi ha riportato a Sant'Ambrogio. Per effettuare il giro completo ho impiegato tre orette circa inclusa la sosta al bar all'uscita della ferrata. Gita in completa solitudine, più che soddisfacente anche grazie al vento che mi ha più che rinfrescato. L'unico rammarico è che il gruppo di camosci e caprioli che vive sul Monte Pirchiriano non si è fatto vedere,sarà per la prossima volta!!!
Data: 24/07/2010 Quota max: 962 Partenza da: San Ambrogio Quota partenza: 350 Dislivello: 612 Zona: Bassa Val di Susa Difficoltà: Ferrata Media Difficoltà ( PD )
28 Immagine(i), Inserita il 25/07/2010
Dente del Gigante 10-11/07/2010
Ormai la 'Nord' fotografata da Enrico non si può più fare,il gran caldo avrà reso tutto troppo rischioso e pericoloso. Mio malgrado, l'intenzione di scalata era diventata di dominio pubblico,SORRY, ma la 'bolla africana' oltre che portare lo zero termico a 4500 metri mi ha ossessionato per una decina di giorni. Trovato il compagno di scalata abbiamo seguito giornalmente i bollettini meteo;un giorno erano previsti piovaschi al mattino,il giorno dopo alla sera,così per una settimana. Lo zaino pronto in macchina,contatto telefonico ogni giorno e poi la rinuncia definitiva. Bhe,mi è rimasta una bellissima fotografia sul desktop e spero che il Web Master non mi chieda i diritti d'autore. Ma cosa centra tutto ciò con lo scorso week end? Il comun denominatore;l'assillo,la paura,il terrore di un temporale in alta quota! E dopo aver visto le facce di parecchie persone rimaste 'pinzate' dalla tempesta di ghiaccio sabato scorso nel gruppo del Bianco sono sempre più convinto che è meglio rinunciare ad una gita piuttosto che …. Sabato mattina alle otto la prima funivia ci scarica a Punta Helbronner e dopo pochi minuti siamo già in marcia sul ghiacciaio in direzione del 'Dente del Gigante'. Ci siamo organizzati questa gita in attesa della domenica dove il programma del 'gruppo alpinistico' del Cai di Chieri prevede la scalata della 'Via Gervasutti' al Petit Capucin. Dopo aver risalito la 'gengiva' su sfasciumi e canalini innevati arriviamo alla 'salle à manger' dove lasciamo picche e ramponi,prepariamo uno zaino per cordata e iniziamo la nostra arrampicata. La via normale del dente non è una salita da sottovalutare,anche se addomesticata dai canaponi rimane pur sempre una via d'alta montagna. La scommessa odierna è di NON toccare i canaponi,pena il pagare una birra,ma quando ci siamo trovati sulla famosa placca 'Burgener' ci siamo detti;'iniziamo a preparare i soldi,qui c'è da mungere un bel po''. L'unico che ha fatto tutta la via senza l'ausilio dei canaponi è stato Mario,il mio compagno di cordata odierno,tutti gli altri in un paio d'occasioni ci siamo aiutati 'tirando' la santa canapa. Mario;una garanzia!!!!! Ma a metà salita ci siamo trovati il tappo della strana cordata Slovacca la quale non riusciva ad uscire dall'ultimo tiro. Perché strana? Un primo che assicurava due secondi e uno di questi assicurava un quarto componente. Un modo un po' anomalo per scalare. Poi dopo un po' di tentennamenti riescono ad uscire e noi possiamo distendere le nostre cordate senza più fare le code come al supermercato. Nel frattempo dietro di noi sono arrivate altre dieci persone che hanno dato vita ad uno spettacolo poco piacevole da vedersi; senza tatto hanno fatto cadere dal pianoro della 'salle à manger' dei pietroni nel baratro,poi hanno iniziato a litigare e quando hanno iniziato a salire si superavano di continuo l'un l'altro. I ragazzi inglesi che avevano iniziato a salire subito dopo di noi ad un certo punto li abbiamo visti relegati giù in fondo,dietro ad almeno sette o otto cordate. Quando sono arrivato in vetta Davide aveva già attrezzato la prima doppia sul versante sud e dopo le dovute raccomandazioni sulle autoassicurazioni ci ha spronati a scendere in fretta,senza perdere tanto tempo,perché il temporale previsto per il pomeriggio era lì; infatti grossi banchi di nuvole nerastre si stavano ammassando. Arrivati agli zaini ci siamo nuovamente ramponati e abbiamo iniziato la discesa della gengiva. Una corsa contro il tempo,nel giro di una ventina di minuti siamo passati da una giornata solare al pericolo di un bel temporale,si previsto,ma però nel tardo pomeriggio. Arrivati sul ghiacciaio ha iniziato a tuonare,tuoni sempre più vicini,e noi sempre più veloci verso il rifugio Torino. Alle 16,05 siamo al coperto del rifugio,alle 16,10 si scatena il finimondo. Pioggia a catinelle che si trasforma ben presto in grandine,grandine che senz'altro darà dei problemi per chi non è al riparo. Subito il nostro pensiero và a tutti quelli che sono ancora fuori,in pericolo,in particolar modo a quelli che forse sono ancora su quel gran parafulmini chiamato 'Dente del Gigante'. Quando alle 17 smette di piovere un elicottero inizia a volteggiare nei paraggi del dente,forse messo in allarme dal gestore e dopo parecchi giri si allontana definitivamente. Un sospiro di sollievo,non dovrebbe essere successo nulla di spiacevole. Alle 19 arrivano i ragazzi inglesi,primi di parecchie cordate strapazzate dalla furia della tempesta. Bagnati,stravolti dalla stanchezza ma quello che mi ha colpito di più sono stati gli occhi; terrorizzati. Non sto esagerando,ma nello sguardo di questi giovani era racchiuso lo sgomento,la paura,il terrore. In serata il gestore espone le previsioni meteo aggiornate per la domenica le quali non sono molto confortati; 'POSSIBILI temporali per le 12 ecc,ecc.' Andiamo in branda con un po' di sconforto,vedremo cosa fare. Ottimisti,domenica mattina lasciamo il rifugio poco dopo le 5 e ci mettiamo in marcia verso i satelliti. Che meraviglia,una bellissima alba ma la temperatura è veramente alta,troppo caldo. Quando arriviamo al bacino del Capucin facciamo il punto della situazione;siamo in otto divisi in tre cordate,arrampicata di 5° con zaino appesantito dagli scarponi,picca e ramponi. Risultato;lentezza. Con bel tempo non ci sarebbe nessun problema, abbiamo tutti quanti le capacità per poter portare a termine la scalata e avremmo tutto il tempo a disposizione per fare la salita e scendere per prendere una delle ultime corse verso Courmayeur. Ma quel 'POSSIBILI temporali' cosa vuol dire? Arriverà? Inoltre il gestore ci ha fatto notare che in rifugio non c'era nessuna guida,segno evidente che il tempo non è stabile e hanno scelto altre mete. Bho,sarà così? Parla e riparla,il tarlo dell'insicurezza ha iniziato a farsi strada,minando la nostra determinazione e quelle nuvole che iniziano ad arrivare….da OVEST. E quando le nuvole arrivano da Ovest sul Bianco arriva il brutto tempo. Aria fresca da Ovest che si scontra con l'aria calda che arriva da Sud e si ricomincia con un gran casino;meglio lasciar perdere. Ritorniamo sui nostri passi,lentamente,indicandoci a vicenda i vari settori del Bianco,i suoi satelliti,le grandi vie alpinistiche. Che meraviglia. Ci fermiamo sotto la cresta della via normale dell'Aiguille d'Entreves a fare un po' di esercitazioni,prima sulla neve e poi sulle roccette ed infine scendiamo a valle dove alle 12 mettiamo le gambe sotto al tavolo in piola, naturalmente sotto ad un sole cocente. POSSIBILI temporali: porca putt… !!! Demotivati ? Eccesso di zelo? Eccesso di sicurezza? In ogni caso ci siamo tolti il 'dente',il 50% del nostro programma. Ma la cosa che mi rimarrà più impressa sarà lo sguardo dei ragazzi rientrati salvi al rifugio dopo il temporale. La montagna è bella ma alcune volte fa paura,anzi,terrorizza.
Data: 10-11/07/2010 Quota max: 4013 Partenza da: Courmayeur-Punta Helbronner-Rifugio Torino Quota partenza: 3375 Dislivello: 638 Zona: Monte Bianco Difficoltà: AD e se non si toccano i canaponi D
97 Immagine(i), Inserita il 15/07/2010
Parete Nord-Ovest del Gran Paradiso , IN SUPER CONDIZIONI! 27/06/2010
Avrei anche potuto scrivere; ' Il riscatto dello Skipper',ma poi si sarebbe gasato! Oppure;' Le farneticazioni dello Skipper',ma poi …..e se avesse ragione lui? Andando per ordine la parte più complicata di questa gita è stato nel convincere Beppe a venire un'altra volta con me. Con un po' di diplomazia e con tante bugie lo convinco a fare una Nord. All'inizio della settimana scorsa riesco a contattarlo telefonicamente e faccio la mia proposta per una Nord,corta e con poco avvicinamento. 'Ci devo pensare' mi dice. 'Ma quanto ci deve pensare?' Manco fosse una bella donna! Si fa corteggiare l'ingrato!!! Lo marco stretto con una serie di SMS,lo richiamo ed infine mi dice;' Ok vengo a patto che sia una gita corta' 'Sta tranquillo Beppe, direi la Nord del Ciarforon,poco avvicinamento e la via non è lunga'. Telefono al Vittorio Emanuele e mi dicono che per il fine settimana c'è il pienone,se voglio mi posso mettere in lista d'attesa. Mi metto in lista d'attesa però ….e se non si liberano dei posti? Inizio a pensare alla Nord del Granpa e sapendo che Beppe è refrattario al compiuter potrei anche …… 'Ma siiiii, è leggermente più lunga ….sta tranquillo' Ma anche lo Chabod è al gran completo. Così inizio a pensare ad una terza soluzione ……,poi infine Venerdì scorso richiamo nuovamente il Vittorio Emanuele e riesco a prenotare,grazie alla disdetta di qualcuno. Non sto a raccontarvi del viaggio in macchina di sabato pomeriggio,vi annoierei troppo con le farneticazioni dello Skipper,sarà stato il caldo ma è stato un viaggio allucinante. 'Io non faccio parte della comunità degli alpinisti' 'Si siamo d'accordo,non c'è nessuna comunità' 'Tutti egocentrici' ' Si,forse,ma però …non tutti' 'Si,tutti' In somma,per farla breve lo Skipper ha continuato a polemizzare fino al rifugio. ALLUCINANTE Quando siamo arrivati al rifugio Beppe ha messo la ciliegina sulla torta; 'Io da lì non ci salgo, tu sei matto' Io prontamente replico;'Allora andiamo sul Grampa,è leggermente più lunga ma non c'é nessuna fascia rocciosa da salire'. Così in piena notte,mentre tutti quanti dormivano ancora,soli e soletti abbiamo iniziato la marcia d'avvicinamento,seguendo gli ometti della normale,poi deviando sul filo di cresta della morena fino alla sua fine contro una fascia rocciosa e con qualche passo d'arrampicata ci siamo portati su un pendio innevato,molto,molto sfondoso,che ci ha portati,infine,al famoso colletto a monte della via normale per chi parte dallo Chabod. Gran vista sulla Nord-Ovest! Che pendio! Non me la ricordavo così lunga. Ci sono già due cordate impegnate e …. 'Mio Dio' Stanno salendo ma sembra che siano fermi,progrediscono così lentamente ….. Scendiamo sul ghiacciaio e attraversando tutta la parete ci portiamo sulla direttiva della 'Diretta Bertolone' Sarà che ero stanco per aver dormito pochissimo,sarà che ero stravolto per aver sfondato nella neve marcia durante l'avvicinamento e sono andato in crisi. 'Beppe,mi sento così stanco che non salirei neanche dalla normale, e se scendessimo giù? E qui c'è stato il riscatto dello Skipper. 'Ci siamo fatti un culo micidiale per venire fin qui e vorresti tornate indietro? Devi solamente mangiare e poi starai meglio. Facciamo una sosta e poi vediamo' Cazzarola …..che determinazione! Fatta la sosta,mi sono ripreso …..e abbiamo iniziato la lunga scalata. Passo dopo passo,metro dopo metro ….e poi abbiamo iniziato a contare i passi 1,2,3,Ecc.ecc. Sosta 1,2,3,ecc,ecc Sosta 'Facendo così si salgono gli 8000 e noi dobbiamo arrivare solamente a 4000' 'Solamente? Quando siamo arrivati sul seracco dove c'è la parte più ripida lo Skipper era fuori di testa. 'Non posso guardare in giù,mi viene male' 'Stai calmo,siamo quasi fuori' 'Se guardo giù,mi viene da vomitare' 'Beppe,stai concentrato e guarda in su, Beppe,cazzo,guardami il culo….' E alla fine,dopo cinque lunghissime ore,sono uscito sulla cresta e ho potuto fare una serie di foto a chi mi ha spronato a salire e mi ha dato ancora una volta fiducia. E poi una lunga discesa nella marmellata,con tante soste,tantissime soste e lo Skipper che continuava a farneticare. 'Voglio fare il merenderos,loro si che sono amanti della natura,vanno in montagna e stanno lì fermi a contemplarla. Noi no. Un gran culo a salire e altrettanto a scendere. Non ci guardiamo neanche attorno,non abbiamo mai tempo di fermarci,sempre a correre. E …. Un'altra cosa ti devo dire. Oltre al fatto che sei uno stronzo ci è andata pure bene' 'Come? Perché? 'Perché,abbiamo dormito nella stanza numero 17' Minkia,questa non lo sapevo, Beppe è superstizioso!!!
Dopo quasi dodici ore dalla partenza rientriamo al rifugio dove il gestore ci chiede informazioni sulle condizioni della parete. IN SUPER CONDIZIONI,rispondo. 'Vi siete divertiti?' Beppe lapidario risponde;' C'è una domanda di riserva?' E poi……la discesa a Pont,il lungo viaggio fino a casa e quando ci lasciamo lo Skipper dice; 'Questa volta l'hai fatta grossa,ti cancello dalla rubrica telefonica'
BEPPE, non siamo più amici?????
Data: 26/27 GIUGNO 2010 Quota max: 4061 Partenza da: PONT, Rifugio Vittori Emanuele Quota partenza: 2732 Dislivello: 1329 Zona: Valsavaranche,Val d'Aosta Difficoltà: D
29 Immagine(i), Inserita il 28/06/2010
Cadreghe di Viso 12/06/2010
Le previsioni segnavano temporali nel pomeriggio così ho cercato di fare la gita in mattinata e mi è andata bene,dov'ero io non è caduta una goccia d'acqua ma a poche centinaia di metri è successo veramente un disastro. Quando sono partito da Castello di Pontechianale il tempo,come previsto,non era un gran ché,ma la speranza come sempre è l'ultima a morire. Man mano che mi inoltravo nel vallone di Vallanta il meteo era sempre più variabile,dalle nuvole basse,foriere di pioggia,in pochi attimi il meteo cambiava in meglio,si poteva veder l'azzurro del cielo. L'obiettivo della giornata era di raggiungere le Cadreghe del Viso e da lì fare un po' di fotografie alla parete Nord del Monviso. Ma quando ho raggiunto il colle il tempo era estremamente variabile,in pochi attimi dal sole si passava ad una fitta nebbia e viceversa. . Oggi il Monviso ha fatto da barriera alla perturbazione temporalesca,mentre dalla parte del Vallanta c'era ancora un po' di sole,nella valle Po si sentivano in lontananza rumori di tuoni. Infatti nel primo pomeriggio mentre tornavo a casa ho potuto constatare che il temporale che si era abbattuto nel Saluzzese aveva fatto ingenti danni. Piante abbattute,rami e foglie dappertutto,tabelloni pubblicitari coricati,serre scoperchiate ed infine la strada che avrei dovuto prendere io verso Casalgrasso era stata chiusa al traffico perché un palo della luce era caduto ostruendola. Alla luce di tutto ciò devo proprio dire che la gita è andata più che bene a differenza della scorsa settimana che era terminata sotto la pioggia. Nonostante il gran caldo delle ultime settimane, la neve non era eccessivamente sfondosa,anzi,in alcuni tratti si era addirittura trasformata in ghiaccio,come nel canalino che dalla Bealera Founsa sale verso il ghiacciaio di Vallanta o come nella parte terminale del canalone sottostante il colle delle Cadreghe. Una volta arrivato al colle mi sono diretto verso i famosi torrioni delle cadreghe da dove avrei voluto ammirare il panorama della valle Po e del versante Nord del Viso. Mentre mi arrampicavo sulle roccette le nuvole hanno fatto che chiudere la visuale,così sono tornato sui miei passi e mi sono sistemato nelle vicinanze del colle in attesa di una possibile schiarita. Mi sono fermato più di un'ora per poter fare qualche foto,aspettando che il vento portasse via la nuvolaglia. Ci sono riuscito! Qualche foto l'ho fatta e ho potuto ammirare una parte della parete. Paurosamente opprimente,magnifica. Nonostante fossero quasi le 12 non ho sentito cadere una pietra e non ho visto segni di scariche sul ghiacciaio pensile e nella parte dei canaloni che ho potuto vedere. Quello che ho potuto vedere,però,erano delle tracce di qualcuno che è arrivato dalla parte bassa del Coolidge e attraversando il pensile aveva proseguito nella parte superiore. La via è in condizioni! Non c'è più neve sulle rocce della cresta Nord-Ovest e la testa matta comincia ad elaborare! Quasi quasi provo a telefonare allo Skipper! Drin,drin,drin! Non risponde,starà guardando la partita oppure………………
Mi ha appena inviato un SMS 'Ti avevo detto di non telefonarmi più!'
Beppe,ma vai a ca…..
Data: 12/06/2010 Quota max: 3190 Partenza da: Castello (Pontechianale) Quota partenza: 1599 Dislivello: 1591 Zona: Valle Varaita, Vallone di Vallanta Difficoltà: F
50 Immagine(i), Inserita il 13/06/2010
Canale della Forcella all'Argentera 06/06/2010
Oggi non ho avuto la possibilità di connettermi,così solo adesso vengo a conoscenza di quello che è successo a Francesco e alla sua 'amica' Ambra. Un tonfo al cuore,un altro che condivideva la nostra passione ci ha lasciato e come sempre non ci sono parole. Per i parenti stretti rimarrà un dolore insanabile. Per gli amici,forse,il rammarico di non avergli detto 'ti voglio bene'. Purtroppo la vita è così,solamente quando un amico ci lascia ci rendiamo conto di quanto contava per noi e di non averglielo mai detto schiettamente.
Questa mattina appena alzato ho ripensato alla gita fatta con Beppe,lo Skipper,e mi son detto:'questa la devo proprio scrivere,è troppo spassosa'. 'Questa poi…!' 'Come si fa andare a fare un canale con tre picche…'. 'Solamente Beppe può andare in un rifugio con il rasoio e radersi la barba alle 4 del mattino'. E le risate che ci siamo fatto quando una ragazza ci ha apostrofato con un 'voi anziani'….'
Avrei avuto materiale per 'condire con allegria' una storiella,ma ora sono frastornato……mi sembra di mancare di rispetto……tutto così inutile….
Canale della Forcella all'Argentera. Era da un po' di tempo che cercavo notizie sulle condizioni del famoso canale e domenica scorsa leggo che le condizioni di salita ci sono,anzi,chi lo ha visto da vicino scriveva:' il canale della Forcella all'Argentera è in condizioni strepitose, tutto in neve compresa la 'cascata' iniziale. Chi vuole approfittarne vada adesso!' 'Adesso' Una bella parola,ma come faccio a chiedere un altro giorno di ferie,e poi con chi? Giovedì leggo la relazione di altri alpinisti che hanno ripercorso la via e confermano che:' Adesso la via e' in perfette condizioni, ma ritengo che bastano pochi giorni di caldo per stravolgere la situazione'. Infatti con il gran caldo che c'è le 'condizioni' possono cambiare in pochissimi giorni,infatti già due anni fa con Beppe eravamo saliti al rifugio sicuri delle 'condizioni' per poi trovarci una bella cascata d'acqua e relativa rinuncia andando a fare il canale Freshfield Tutto trasformato in soli due giorni. Così Venerdì telefono al Bozano e il gestore mi conferma che la via si 'può fare',ma il caldo inizia a farsi sentire. Impiego poco a convincere Beppe,prenotiamo e 'speriamo' che il caldo non faccia troppi danni. Sabato,allegra serata con gli altri pretendenti e poi 'una notte insonne'. Niente di nuovo! Ieri mattina,quando usciamo dal rifugio alle 4,40 il termometro segnava 14°. Con qualche dubbio e con gli zaini da 'grandi occasioni' ci portiamo all'attacco della via facendo un ampio giro a semicerchio seguendo il tubo che parte dalla vasca di raccolta dell'acqua situata nelle vicinanze della conoide del canale. Un'occhiata in su e ….via,partiamo! Come da accordi saliamo senza corda fino sotto la cascata che troviamo,si ghiacciata, ma sottile e con un bel buco. Ci leghiamo,e la supero mettendo due viti psicologiche. Faccio sosta e recupero Beppe che sale con la picca da nevaio tenendo le due picche d'alpinismo legate allo zaino. Per la serie 'se non sono matti non li vogliamo!'. Ci sleghiamo,metto la corda nello zaino e ripartiamo. Il resto della salita è un susseguirsi di passi cadenzati,cambi di pendenza,cercare di rimanere fuori dalle rigole,vere trappole toboga per quello che potrebbe cadere dall'alto. Neve o ghiaccio? Poco ghiaccio,neve molliccia in alcuni punti,ottima nella seconda parte dopo la 'S'. Nonostante tutto quando alle 8,30 usciamo al colletto siamo veramente entusiasti e soddisfatti. Dopo una pausa di riflessione e di riposo ci leghiamo e ci mettiamo in cammino verso la vetta Sud,passaggio obbligato per poi scendere 'la normale' che fatta in questa stagione non è tanto 'normale' Il canale di discesa, pieno di neve marcia e ghiaccio colante non ci è piaciuto un gran ché, poi una volta raggiunta la famosa 'cengia' ci siamo tranquillizzati. La discesa dal passo dei detriti è stata una vera sofferenza; gran caldo,neve sfondosa e piccole slavinette. Una volta raggiunto il Piano della Casa inizia a piovigginare e poco per volta la pioggerellina si trasforma in un diluvio inzuppandoci fino alle ossa. Come sempre la gita si è conclusa con una 'birra e panino' e quando dico allo Skipper che; ' Se mollasse il caldo potremmo fare la ……' Mi risponde dicendomi: 'per un po', non mi telefonare più'
Data: 06/06/2010 Quota max: 3297 Partenza da: Rifugio Bozano Quota partenza: 2453 Dislivello: 844 Zona: Alpi Marittime,Valdieri,Gias delle Mosche a 1591 metri Difficoltà: AD+
41 Immagine(i), Inserita il 08/06/2010
Gita famigliare alla Rocca Patanua 02/06/2010
Precettato dalla moglie e dal cane! Tutte e due si lamentano,hanno voglia di fare una bella gita,corta e in un posto solare! Così in tarda mattinata ci dirigiamo verso la Rocca Patanua,un posto vicino e ben esposto al sole. Scelgo questa montagna perché sono quasi sicuro che dopo un'oretta qualcuno inizierà a dire; 'sono stanca,quasi quasi mi fermo qui' Infatti quando raggiungiamo l'alpe Formica puntualmente ci sdraiamo su un prato, e mia moglie si accorge che ha perso una maglia,l'unica magliietta a maniche corte che si era portata. Che fare? Si cerca un volontario!! Così di corsa scendo quasi fino al parcheggio della Chiesetta di Prarotto ma della maglia bianca non c'é traccia. Sempre di corsa risalgo e quando arrivo,la mia dolce metà sta dormendo con Baloo di fianco. Quasi,quasi! Così senza fermarmi mi dirigo alla vetta della Patanua seguito dal fedele,non sempre,Baloo. Ridiscendo, e dopo aver fatto un bel pisolino puntiamo verso la macchina dove troviamo sul cartello 'Prarotto' la maglia bianca. Perciò,grazie a mia moglie che ha dormito e non si è inalberata perché un'altra volta DA SOLA! Grazie a Baloo che mi ha accompagnato in vetta. Grazie allo sconosciuto che ha raccolto la maglia mettendola a disposizione del proprietario.
Data: 02/06/2010 Quota max: 2410 Partenza da: Cappella di Prarotto (Condove) (Mollette) Quota partenza: 1437 Dislivello: 973 Zona: Val di Susa Difficoltà: EE