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Album Foto > Album personali > roberto55 4056 immagini in 149 albums visti 326543 volte
Monte Dormillouse 29/03/2008 - Racchette da Neve



Ancora un'ottimo innevamento per questa classicissima gita in alta valle di Susa.

Nulla di rilevante tranne un paesaggio da mozzafiato.



Data: 29/03/2008
Quota max: 2908
Partenza da: Thures
Quota partenza: 1665
Dislivello: 1243
Zona: Alta valle di Susa
Difficoltà: IMP.

23 Immagine(i), Inserita il 07/04/2008

Colletto della Patanua 22/03/2008 - Racchette da Neve



Questa settimana ho proprio inciuccato le quote…..cribbio.
L'intenzione era di andare con ciaspole, picca e ramponi a fare un canale, il due dita o il Barracco.
Poi la nevicata ad inizio settimana e il commento su gulliver del ripidista che diceva che era impossibile salire a piedi il 'due dita' senza gli sci perché c'era parecchia neve fresca mi hanno fatto cambiare idea.
Opto per una gita in val di Ssusa. Venerdì nevica in valle, dalla pianura si vede un turbinio di nuvole grigie, il meteo annuncia per il sabato temperature rigide e vento, così decido di …..cosa fare? Non ho le idee chiare sulla meta così sabato mattina parto senza aver ancora deciso la destinazione. Appena imboccata l'autostrada mi viene in mente che potrei andare dalle parti della punta Lunella, mi dirigo a Condove, imbocco la strada verso il piazzale della Madonna di Prorotto. Dopo qualche km. arrivo alla borgata di Frassinere e….sorpresa, la strada è completamente innevata e ghiacciata. Cosa fare? E' evidente che se c'è neve qui a questa quota sopra ce ne sarà molta di più. Torno indietro e vado da un'altra parte? O continuo?
Ma sì, andiamo a vedere, arriverò fino dove si potrà andare e poi tornerò indietro.
Arrivo al parcheggio che è giorno, 5 cm di neve ghiacciata, temperatura -5°, non male per iniziare.
Imbocco il sentiero innevato e man mano che salgo di quota c'è sempre più farina. Arrivo all'Alpe Formica dove ci sono circa 15-20 cm di neve. Calzo le ciaspole e continuo a salire di quota tracciando il percorso fino dove la pendenza e la conformità rocciosa mi permette di tenerle ai piedi. Ad un certo punto ho dovuto togliere gli attrezzi dagli scarponi ed ho proceduto per roccette e canalini innevati, nuotando nella neve fresca ( mi viene in mente che al canale due dita era impossibile salire a piedi …….) ed arrivo finalmente al colletto dalla Patanua, porta di accesso verso la punta Lunella. Bellissima punta, ma per oggi irraggiungibile, il versante che dovrei attraversare è carico di neve fresca, oltretutto si è alzato un vento gelido che mi scartavetra la faccia e cosa più importante e che sono veramente stanco, mi sono sfiancato a fare tutta la traccia ma con questi panorami ne è valsa veramente la pena!! Sarà per un'altra volta.

Ultima indecisione, ma devo inserire la notizia e le foto? Questa gita come dovrei classificarla? Non è un'escursione vera e propria, non è completamente una gita con le ciaspole, l'ultima ora è stata più alpinistica che escursionistica e……. ma si, può anche darsi che le foto possano servire alla comunità come spunto per pianificarsi qualche gita!!

Buona Pasqua e Pasquetta!


Data: 22/03/2008
Quota max: 2390
Partenza da: Madonna di Prarotto ( Condove )
Quota partenza: 1437
Dislivello: 953
Zona: Bassa Val di Susa
Difficoltà: Impegnativa

16 Immagine(i), Inserita il 23/03/2008

Monte Giaissez 15/03/2008 - Racchette da Neve



Classica escursione effettuata su neve trasformata, gli ultimi 150-200 metri di dislivello sono stati fatti senza ciaspole, il vento ed il caldo qui hanno lasciato il segno.

Dalla vetta del Giaissez si possono ammirare il pendii del Monte Dormillouse i quali sembrano ancora in ottime condizioni.



Data: 15/03/2008
Quota max: 2588
Partenza da: Thures
Quota partenza: 1665
Dislivello: 923
Zona: Alta val di Susa
Difficoltà: Elementare

16 Immagine(i), Inserita il 15/03/2008

Candelone di Patrì 04/03/2008 - Cascate di Ghiaccio



Lunedì alle ore 10,05 mi arriva un SMS da parte di Davide; 'domani riesci a prenderti un giorno di ferie? Se si appuntamento ore 5,30 a casa tua, cascata.'
Alle 10,06 rispondo ' Ti aspetto'.
Dopo le temperature alte dei giorni scorsi si prevede un abbassamento delle temperature per la notte del lunedì. Bene, la stagione delle cascate sembrava aver vita corta ma con queste previsioni forse si riuscirà a fare ancora qualche salita.
Al pomeriggio telefono a Davide per gli ultimi accordi e mi conferma che ha appena telefonato ad una sua amica a Cogne la quale dice che stà già facendo freddo, la temperatura è in calo.
Come previsto, martedì ci troviamo in tre, oltre a noi due si è aggregato Andrea, un' amico del CAI di Chieri, è appena tornato da poche settimane dall'Aconcagua, è allenato e gasatissimo.
Appena imbocchiamo la Valle di Cogne il termometro della macchina segnala lo zero, ottima notizia, arriviamo a Cogne e siamo a -5°.
Temperatura ideale, siamo motivati ed impazienti di raggiungere la cascata di Patrì, meta scelta da Davide, cascata sicura ed ancora ben formata. Queste sono notizie che arrivano dal tam-tam dei suoi amici, speriamo veritiere.
Parcheggiamo la macchina nel parcheggio completamente vuoto di Valnontey e ci incamminiamo sulla pista tracciata dal passaggio di centinaia di cascatisti, qui il sabato e alla domenica ci sono decine di cordate che si cimentano sui nastri ghiacciati.
Il passo che stiamo tenendo è sostenuto, in un'ora raggiungiamo la base della Patrì, cascata posta sulla destra orografica del vallone, quelle di fronte, che prendono più sole sono già crollate.
Fino a questo momento non abbiamo mai parlato di difficoltà, ma vedendo quella candela lassù in alto inizio ad avere qualche perplessità, riuscirò a passare? Mi dicono che non mi debbo preoccupare.
Lasciamo gli zaini sul sentiero sotto il primo salto, ci prepariamo con tutta l'attrezzatura e qui Andrea si accorge di aver dimenticato il casco. Cazzo!!
Davide, I.N.A. è inflessibile, senza casco non si sale, scherziamo!!
Così, si decide che lo smemorato salirà per un sentiero fino all'anfiteatro sotto al candelone, e lì vedremo cosa fare. Risaliamo velocemente i primi 15-20 m facili, poi affrontiamo un tiro più impegnativo fino ad una sosta dove Davide mi propone di passare in testa alla cordata.
Ok, affronto un bel tiro non molto impegnativo e sbuchiamo nel pianoro sotto alla bellissima candela. Qui c'è già Andrea che ci aspetta.
Davide, inizia a salire la colonna verticale, sono 50 metri a 75° - 85° con un tratto di 10 m a 90°.
Mette il primo chiodo dopo una decina di metri, poi avvita altre 4 viti prima di arrivare in sosta.
Ha fatto una salita esemplare fermandosi solamente per avvitare le viti, io sono sbalordito per la sua bravura ma sono preoccupato, stò pensando di passare il casco ad Andrea e fermarmi qui, sarei già soddisfatto di quello che ho fatto. Ma un 'Molla tutto!' 'Vieni!' ' E' una figata!' mi sono di stimolo, e parto. Arrivo senza problemi al primo chiodo, lo tolgo e salgo verso la seconda vite, la tolgo con qualche difficoltà, la corda mi tiene in tiro, non riesco a farla uscire dal moschettone, urlo di mollarla leggermente, mi reggo con una piccozza mentre con l'altra mano apro il moschettone, svito la vite, in qualche modo l'aggancio alla cintura e riprendo l'altra picca per continuare la salita.
Le braccia sono diventate di ghisa, o meglio, pappa frolla. Non ho più la forza di fare i giusti movimenti per progredire. Ormai non si usano più le dragonne, chissa perché, e neanche i cordini con le placchette, cazzo, avessi le mie picche anni '80 con quei bei cordini agganciati alla cintura che ti permettevano di riposarti. Risalgo ancora un po', ma qui sui 90° mi sento sfatto, il mio procedere è scoordinato, lento, goffo. Faccio più fatica del necessario. Soprattutto sento che non ho più forza nelle braccia, ma il mio amico lassù in sosta ha capito le mie difficoltà e mi aiuta tirandomi quasi di peso. Ancora una lotta a togliere un'altra vite, rimango qualche minuto a litigare con questo moschettone, la corda in tiro mi ostacola ma in qualche maniera riesco a sganciare il tutto e riparto fuori dal tratto più impegnativo, adesso corro sulla parte terminale, non è più verticale, è di un'inclinazione più umana!
Arrivo in sosta, Davide ride, si é divertito a vedere che ho trovato eterno, io un po' meno ma sono veramente contento di non aver mollato.
Attrezziamo la doppia e scendo raggiungendo Andrea che è pallido e tremolante, è chiaro, se stai fermo senti veramente il freddo da queste parti. Gli passo il casco così anche lui si può divertire.
Da freddo deve affrontare subito una bella difficoltà, è giusto che sia così!!
E' giovane, ha meno della metà dei miei anni. Come prevedevo sale bene, si ferma anche lui sul verticale ma solamente il tempo di rilassarsi gli avambracci, poi riparte ed esce in cima.
Scendono tutti e due, siamo tutti contenti, Davide ha fatto la sua trentesima cascata della stagione, noi due non smettiamo più di ringraziarlo, grazie di nuovo!
Da questo pianoro parte anche la cascata di sinistra, è lì invitante, è presto e il tempo è bello.
Cosa facciamo? Facciamola!
Così, il nostro maestro sale a mettere la corda alla sosta per poter salire a mulinette questo bellissimo muro. Viene definito da lui un percorso 'Didattico', infatti lo scaliamo diverse volte per migliorare la tecnica di salita, sempre sotto lo sguardo attento del ns.Guru.

E' ora di scendere, ci mettiamo in cammino verso il sentiero, Andrea ci avverte che bisogna passare da un canale roccioso ghiacciato, forse sarebbe meglio fare delle doppie dalla cascata.
Ma, forse ha ragione ma se è salito si potrà anche scendere. Seguiamo la traccia che ci porta nel canale che è veramente ghiacciato, disarrampichiamo i 10 metri di vetrato e siamo fuori dalle difficoltà.
Raggiungiamo gli zaini e via verso il bar a fare merenda.
Ripercorriamo il sentiero fatto al mattino, non ci sono altre tracce oltre le nostre, è uno spettacolo, di solito anche in settimana c'è il pienone da queste parti, ma il caldo di sabato e domenica ha scoraggiato i cascatiti. Noi, invece abbiamo preso un giorno di vacanza, e siamo qui a godere come mandrilli!!!!!!!!!!!
Morale della favola; quando tutti lavorano è più bello andare in montagna!
E' vero?
Cosa pensate di questa filosofia!



Data: 04/03/2008
Partenza da: Valnontey
Zona: Valle d'Aosta

29 Immagine(i), Inserita il 09/03/2008

Grange del Ciardonnet 02/03/2008 - Escursionismo



Giornata defaticante, dopo la lunga escursione di ieri, una breve escursione al rifugio Selleries.

Sempre vento, sempre caldo e la neve da queste parti è quasi sparita.

Il tragitto che da Pra Catinat và verso il rifugio, oggi è stato spazzato da un vento fastidiosissimo.

Escursione fatta con Marilena, una volta raggiunto il rifugio, come aperitivo sono andato alle grange del Ciardonnet situate sotto il logo omonimo.


Data: 03/0372008
Quota max: 2369
Partenza da: Pra Catinat
Quota partenza: 1630
Dislivello: 739
Zona: Val Chisone
Difficoltà: E

13 Immagine(i), Inserita il 03/03/2008

Anello Thures-Bousson 01/03/2008 - Racchette da Neve



Giornata all'insegna del tempo variabile.
In autostrada alle 6 il termometro della macchina segnava 14°, francamente ho avuto un'attimo di panico, che faccio? Proseguo o torno a dormire?

Arrivo a Thures mentre albeggia e il termometro segna 7°, bene la temperatura è incoraggiante!

La meta la devo ancora decidere, pensavo o al Giasset o al Fournier, vedrò le condizioni della neve, la settimana appena trascorsa ha fatto molto caldo e la neve deve aver subito un bel ritocco!

Da Thures mi porto, con il percorso che la maggior parte di voi conosce, a Rhuilles su una strada con neve ghiacciatissima, il tratto più indigesto della gita. Sempre senza ciaspole mi dirigo con buona andatura verso le grangie di Chabaud dove poco prima di raggiungerle mi metto le racchette, il manto nevoso non permette di camminare senza di esse. Ormai devo decidere cosa fare, o portarmi verso la traccia che si dirige al Giasset o proseguire diritto verso il colle di Chabaud.

Il tempo si stà guastando velocemente, il vento stà aumentando di intensità ed iniziano pure a cadere delle palline ghiacciate portate da queste raffiche provenienti dalla Francia.

La punta della Dormillouse non si vede più, le nuvole si stanno abbassando sotto quota 3000, così decido di arrivare almeno al colle poi deciderò cosa fare.

Mentre salgo maturo l'idea di fare un giro ad anello, percorrendo le strade del sistema ' Montagna Viva ', potrei tornare alla macchina passando da Bousson.

Ok, anche oggi non arriverò su nessuna punta, ma farò un' escursione con un grande spostamento.
Al colle di Chabaud il vento è veramente forte, così decido di non raggiungere il colle Bousson ma di svalicare attraverso il colle Bourget.

Dal colle delle tracce di discesa di qualche scialpinista scendono ripide verso il bosco di larici sottostante, le seguo, così mi ritrovo nel bosco, riparato dal vento ma su una neve che non è più portante, sprofondo anche se ho le ciaspole.

Perdo quota velocemente, in lontananza vedo il rifugio vicino al lago Nero, come esco dal bosco il vento si fa subito sentire, mi dirigo verso il rifugio camminando sul lago che è ghiacciato. Arrivano i primi escursionisti che sono partiti da Bousson ma proseguono sulla strada verso la capanna Mautino, mi fermo a fare colazione e dopo 10 minuti riparto sulla strada militare verso valle. Arrivo ad un bivio dove un cartello indica la possibilità di raggiungere le Gr. Chabaud passando sotto le pendici del monte Courbion, ma opto per l'itinerario più lungo verso il paese di Bousson. Man mano che proseguo il vento cala di intensità, la temperatura sale e la neve si scoglie.

Incrocio altri escursionisti che salgono i quali mi informano che sotto ormai non c'è più neve ma lunghi tratti sassosi, infatti poco dopo la strada non è più innevata, così gli ultimi 100 metri di dislivello verso Bousson li faccio senza le ciaspole, le rimetto nello zaino e non le rimetterò più.

Si vede il paese di Thures con le macchine degli escursionisti parcheggiate sulla strada, la mia metà!
O scendo a Bousson e mi faccio i 2-3 km sull'asfalto o prendo la pista che costeggia il torrente e raggiunge Rhuilles.

Decido di percorrere questa pista, sono 4 km con un dislivello di circa 300 metri, eterni!!
Ormai sono più di 5 ore che ho lasciato la macchina e non aspetto l'ora di raggiungerla per potermi togliere gli scarponi.
Arrivo al sospirato ponte che mi riporta sul versante opposto, supero la borgata ed affronto l'ultimo tratto di strada non più ghiacciata che mi porta dopo 6 ore e mezza al punto di partenza.

La gita è terminata, penso alle previsioni del tempo che dicono che la prossima settimana arriverà una perturbazione, speriamo che ci porti tanta neve!!!!!
























Data: 02/03/2008
Partenza da: Thures
Quota partenza: 1667
Dislivello: 800 circa
Zona: Alta Val di Susa
Difficoltà: Facile

28 Immagine(i), Inserita il 02/03/2008

Vallone di Vallanta 23/02/2008 - Escursionismo



GIOVEDI' scorso incontro Davide nella sede del CAI e butto lì; durante la prossima settimana ti và di prendere un giorno di ferie e fare una goulotte nel vallone di Vallanta?
Nel giro di un paio di minuti ci accordiamo ma c'è il dubbio sull'esistenza della stessa.
OK, non ci sono problemi, sabato andrò a dare un'occhiata.

VENERDI'; sbircio sui vari siti di montagna ma non trovo notizie recenti, le ultime risalgono a febbraio 2007.

SABATO; mi tocca, ogni promessa è debito.
Risalgo il lungo vallone di Vallanta finchè giungo nei pressi del Triangolo della Caprera e intravedo sulla destra la parte bassa del canale ghiacciato. BINGO! Felice come un bambino accelero il passo per portarmi di fronte alla placconata e qui rimango deluso, la goulotte è veramente magra e secca e la parte superiore è pressoché inesistente.
Pazienza, sono arrivato fin qui come emissario, andrò avanti a vedere se le altre vie di ghiaccio sono fattibili, ormai l'idea di prenderci un giorno di ferie infrasettimanale stà ronzando in testa.

Sempre camminando senza ciaspole sul sentiero verso il rifugio di Vallanta mi porto al cospetto della parete Ovest della punta Caprera.
Se ci fosse il canalino 'Noris' in condizioni potremmo salire di sera al rifugio per poter attaccare la via al mattino presto! Altra delusione, anche questa via ghiacciata quest'anno non si è formata.

Francamente, con le nevicate che sono cadute sul cuneese mi aspettavo molta più neve, ma le pareti sono veramente secche. Altra idea che và a ramengo.
L'ultima spiaggia potrebbe essere il canale Bano-Riva alla Caprera.
Già fatto anni fà in primavera sarebbe bello rifarlo in invernale!
Quando giungo nelle vicinanze del rifugio, la triste realtà. Il canale nevoso non esiste più!

Rassegnato, mi spingo fino al vecchio rifugio per vedere meglio il versante Ovest del Viso, è impressionante! Pensare che è stato sceso con gli sci! Ma da dove? Con il binocolo guardo e riguardo questo versante roccioso. E' veramente difficile immaginare un'uomo che scende da lì con gli sci, vietato cadere!

Il sole inizia a fare capolino dalla cresta Ovest, prima che trasformi la neve in paciocco sarà meglio che faccia dietro-front e punti verso valle.

Avevo programmato un'escursione con le ciaspole, ma anche oggi non le ho tolte dallo zaino.

Gita con poco dislivello ma con grande spostamento, il vallone di Vallanta è veramente lungo!!!!



Data: 23/02/2008
Quota max: 2450
Partenza da: Castello
Quota partenza: 1608
Dislivello: 842
Zona: Valle Varaita
Difficoltà: EE

35 Immagine(i), Inserita il 24/02/2008

Cascata di Lillaz 17/02/2008 - Cascate di Ghiaccio



Giornata di affollamento sulla cascata di Lillaz, gente che saliva e gente che scendeva dai vari salti di questo flusso ghiacciato.
Se qualcuno volesse andare in questi giorni a cimentarsi sui vari muretti tenga presente che sul penultimo salto, ieri si è verificata una spaccatura del muro a circa tre metri d'altezza e la spaccatura del piano ghiacciato.
Dalla spaccatura del muro si può notare che la parete ghiacciata si è formata ad una distanza di circa tre metri dalla roccia, spettacolare vedere come il gelo ha lavorato in questi mesi ghiacciando l'acqua.

Al momento non ci dovrebbero esserci dei crolli, ad ogni modo, occhio!


Data: 17/02/2008
Partenza da: Cogne

14 Immagine(i), Inserita il 19/02/2008

Fotografia - Panorami del Monte Bianco e Jorasses 16/02/2008



Sabato giornata riposante sulle piste di La Thuile con un panorama mozzafiato del Bianco.

Per tutti quelli che in questo periodo non possono andare da quelle parti vi propongo qualche veduta del Bianco visto dagli impianti sopra il Piccolo San Bernardo


Data: 16/02/2008

9 Immagine(i), Inserita il 19/02/2008

Rocca Patanua 09/02/2008 - Escursionismo



Data: 09/02/2008
Quota max: 2410
Partenza da: Cappella di Prarotto sulla carrozzabile Condove-Maffiotto
Quota partenza: 1437
Dislivello: 973
Zona: Bassa Val di Susa
Difficoltà: EE Ravanando, ravanando sono arrivato in punta ma che fatica!
Ho lasciato il piazzale antistante la chiesetta che era ancora buio, con la luce del frontalino ho cercato i segni rossi del CAI sulle piante o sui massi ma non ho trovato nulla.
Salendo ho perso un paio di volte il sentiero, ma in qualche modo sono salito fino all’Alpe Formica mentre stava albeggiando.
Breve sosta, via il pile e la lampada frontale, fuori la macchina fotografica e le racchette.
Da qui in su la neve è abbastanza alta e senza racchette non si sale. Il paesaggio come al solito è magnifico, e man mano che mi alzo si vedono branchi di camosci, ad occhio sono più di 40-50 suddivisi in quattro gruppi. La cosa curiosa che sono sorvegliati da un camoscio( sarà il capo ) in alto sulle rocce, immobile, sembra quasi una statua.
Non ci sono tracce evidenti di passaggio di altri escursionisti, l’azione del vento con l’aiuto del calore del sole e il rigelo notturno ha cancellato ogni segno di passaggio tranne le orme degli animali.

Portandomi più a sinistra sul versante Sud-Ovest, senza racchette e con l’aiuto della piccozza, ho iniziato prima a salire troppo in alto, facendo anche capolino sulla cresta per vedere il panorama dell'altro versante, dopo sono sceso troppo in basso, francamente non riuscivo a trovare le tracce della normale, ma non avevo neanche idea di dove salisse. In ogni caso tenendomi sempre a mezza costa, ho superato il canale della normale e sono finito ad una depressione della cresta, situata a circa 150-200 mt. a NO della Rocca, questo colletto si chiama “Colletto della Patanua” e serve per andare verso la punta Lunella senza salire sulla Rocca. Dal colletto la croce di vetta non è visibile ma cavalcando la cresta nevosa in poco tempo si raggiunge la panoramica puntina.

Che dire, quando il sentiero è pulito e il tempo è bello questa è un’escursione che si fa comodamente in 1,30-2 ore ma quando, come oggi, trovi tutti i tipi di neve, i tempi vengono più che raddoppiati. Occhio, perché dal pendio ghiacciato si passa al pendio dove sprofondi fini al sedere.

Se non conoscete più che bene l’itinerario non dimenticate la relazione.
Consigli per i naviganti;
se andate a fare questa gita portatevi la piccozza, è indispensabile sulla neve ghiacciata dei pendii esposti ad Ovest e sulla cresta.

33 Immagine(i), Inserita il 09/02/2008

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