Passeggiata fuori casa in Valle Sauglio 06/01/2009 - Escursionismo
Come da previsioni oggi ci siamo svegliati sotto una fitta nevicata. Ma stare chiusi in casa, io e Baloo non ne avevamo proprio voglia. Così siamo usciti e abbiamo fatto una bella passeggiata tra i ciliegi e i vigneti di bonarda, qui in Valle Sauglio. Se continua a nevicare così tutta la notte domani mi metterò le ciaspole direttamente dallo zerbino di casa.
Chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte. Edgar Allan Poe
Data: 06/01/2009
19 Immagine(i), Inserita il 06/01/2009
Ravanare in Valnontey 03/01/2009 - Cascate di Ghiaccio
Giornata così,così! Ravanare in Valnontey! Partiti di buon ora arriviamo a Cogne con un freddo polare, pensare che un'ora prima in autostrada a Quincinetto stava nevicando. Sosta al solito bar, lettura degli ultimi commenti sulle cascate, rapida colazione e via verso il parcheggio di Valnontey. Quando parcheggiamo alle 8,30 il termometro segna -18°. L'intenzione è di scalare la bellissima 'Sentinel Ice' ma oggi c'è il pienone e non abbiamo voglia di metterci in coda. Ci sono già due cordate impegnate sui primi due tiri, altre quattro persone alla base che aspettano di salire, altre sette persone che stanno risalendo il conoide e altre quattro che sono appena partire dalla macchina. Dobbiamo cambiare meta, decidiamo di andare sul versante opposto, il lato sinistro idrografico. Con noi non abbiamo alcuna relazione ma incontriamo subito un guardia parco che ci dà qualche informazione. Attraversiamo il torrente e prendiamo il sentiero che và verso il rifugio V. Sella, poco dopo ci troviamo a nuotare in un mare di neve. Il sentiero non è più visibile, Davide, Paolo e Riccardo aprono a turno la traccia con la neve fino ai fianchi. Io con la scusa che sono il più vecchio mi sono messo in coda e approfitto dei giovanotti. Invecchieranno anche loro! Arriviamo sotto la cascata del 'Lauson' ma non ci ispira un gran ché, è un vero colatoio dei pendii superiori, la neve non è assestata, troppo pericoloso. Si prosegue nella neve e con sali e scendi, aggiramenti di rocce arriviamo nei paraggi di 'Ingegneria'. No! Non fa per noi, almeno per oggi. Ci dovrebbe essere una terza cascata nei paraggi, saliamo, scendiamo, sprofondiamo fino ai fianchi ed infine arriviamo a un colatoio dove c'è pochissimo ghiaccio. Basta così!! Decidiamo di scendere e cambiare versante. Scendiamo verso il fondovalle, attraversiamo la pista da fondo e prendiamo l'ottima traccia che ci porta verso la 'Patrì'. Così dopo tre ore circa dalla partenza arriviamo alla base di questa simpatica colata dove finalmente possiamo togliere gli attrezzi dagli zaini e spiccozzare un po'. Arrivati alla base dell'ultimo tiro decidiamo di scalare la parte sinistra in quanto il candelone è già occupato da dei ragazzi francesi. Per oggi è andata così. E' ora di scendere e di tornare a casa. Il freddo adesso non è più pungente come questa mattina, prendo la macchina fotografica, quattro foto e via alla ricerca di una fonduta!!
Data: 03/01/2009
5 Immagine(i), Inserita il 05/01/2009
Cascata di Lillaz NON in condizioni 27/12/2008 - Cascate di Ghiaccio
Breve nota per consigliare agli amici cascatisti che la cascata di Lillaz in questi giorni NON è fattibile.
Ieri con gli amici del CAI di Chieri, i quali erano già andati domenica 14 dicembre trovando ottime condizioni dei vari salti, siamo andati a scalare questa facile cascata.
Arrivo a Cogne alle ore 9 circa con freddo pungente; -18°
Il primo salto, completamente trasformato rispetto a due settimane fa è l'unico veramente degno di nota. Ottimo ghiaccio e pendenze sostenute. Il secondo salto è semisepolto dalla neve e non scalabile. Siamo usciti sulla destra e seguendo il sentiero ci siamo recati al salto successivo, breve tiro su un ghiaccio mediocre e rapidamente arriviamo all'anfiteatro. Delusione! Acqua che colava alla grande, io e Walter facciamo ancora un tiro ( molto, ma molto ricercato e risicato) di 35 metri sulla sinistra fino a un pino. Discesa in doppia e fine della salita. Nonostante il freddo intenso al posto del ghiaccio ci sono dei bei getti d'acqua. Forse hanno aperto, come previsto, l'invaso d'acqua situato più in alto. Rapidamente con il sentiero ben tracciato siamo scesi al primo salto dove ci siamo esercitati sulla bella candela centrale salendola diverse volte. Ancora una volta si è toccato con mano che le condizioni del ghiaccio possono cambiare in pochi giorni.
Temperatura alle ore 15; -14°
Data: 27/12/2008
2 Immagine(i), Inserita il 28/12/2008
Rivista APPENNIN, ENZO,FEDE e il Nevado Artesonraju 6025 m - Varie
Ciao Fede. Prima di prendere l'aereo che mi porterà lontano dalle nostre care montagne ho fatto rifornimento di libri e riviste per ingannare il lungo volo aereo. Ho acquistato la nuova rivista 'APPENNIN', veramente bella e interessante. Il servizio più bello è senz'altro quello del nostro amico Enzo, scritto da lui e su di lui !! Le fotografie sono stupende, come il racconto! E' VERAMENTE BRAVO.
L'altro servizio sulla ' Cordillera Blanca ' non è da meno. Belle fotografie, bei racconti, le relazioni sono ben dettagliate. Consiglio veramente a tutti quanti di acquistare la rivista 'APPENNIN', non vi pentirete.
Il corrispondente dal Perù, segnala che il ghiaccio del nevado 'Artesonraju di 6025 si stà ritirando a vista d'occhio e dice che se ci fosse qualcuno interessato a scalarlo e/o eventualmente scendere dai suoi pendii con gli ski è meglio che si affretti!!
Io inizio a mettere sul sito delle foto che ho fatto quest'anno, forse possono sempre servire !!
Ci sarebbero due o tre vie sui 900 metri di dislivello dal campo morena, difficoltà D con pendii a 50° di pendenza che fanno venir voglia di andare.
Domenica, quando sarò in aereo, vedrò di rileggere attentamente la rivista, penserò al servizio scritto dall'alchimista e inizierò a sognare nuovamente il Perù. Cazzarola!!!!!
Fede, se conosci qualcuno che ha una mezza intenzione di andare da quelle parti, fammelo sapere.
8 Immagine(i), Inserita il 05/12/2008
Monte Bracco;Coppia di Re!! 23/11/2008 - Arrampicata
Piacevole giornata al cospetto del Re. Al Monte Bracco in una fresca giornata autunnale dove con i soliti amici ci siamo sciroppati diversi tiri dal 5 al 6a. Ma non è di questo che vi voglio parlare, ma dell'atmosfera che si respira quando ti ritrovi a condividere la stessa passione con altri, quando sei sulla stessa lunghezza d'onda. Accarezzare la stessa roccia di 25 anni fa, ripercorrere le stesse vie. Che piacere! Solamente chi ha arrampicato in gioventù, poi dopo una luuuuuga pausa ha ripreso a scalare può comprendere questi momenti magici. Poi oggi, chi vado ad incontrare al Bracco? ' Lurenz ' di Almese. E con chi era ? Con l'Alchimista che per oggi ha lasciato il ripido ad altri e si è fiondato sulla roccia. Al cospetto del Re. Coppia di Re!! Altro che ' Come eravamo', oggi ci siamo trovati tutti e due a ripercorrere dei tiri che non facevamo da più di due decenni. Per oggi è stato ' Come siamo'! Bello, bello, bello!!
Data: 23/11/2008 Zona: Valle Po Difficoltà: Dal 5 al 6a
14 Immagine(i), Inserita il 23/11/2008
Dry Tooling...a Chieri 19/11/2008 - Varie
Finalmente! Dopo parecchie serate passate a smontare la palestra d'arrampicata estiva, abbiamo concluso l'allestimento del muro nella versione invernale. Montati alcuni pannelli di legno che raffigurano delle stallatiti, abbiamo tracciato otto vie di Dry tooling montando le prese in resina per appoggiarci i piedi e le prese in legno dove si agganciano le picche. La palestra del CAI di Chieri è a disposizione dei soci CAI tutti i mercoledì dalle ore 21,00
Abbiamo faticato e ci siamo divertiti!
Gruppo dei nottambuli al lavoro; Giovanna, Elisa, Jack braccio di ferro, Lorenzo, Mario, Walter, Paolo e Paulin, Andrea lo smemorato, Enrico, Riccardo, Daniele ed io. Schiavizzati dal grande capo, Davide Manolino.
Mercoledì sera, festa d'inaugurazione e poi ci siamo brasate le braccia sugli strapiombi in attesa che le cascate si ghiaccino. Chi volesse venire a provare non si faccia problemi, abbiamo a diposizione imbraghi, picche e caschi. Se qualcuno volesse arrampicare sul tronco dovrebbe venire con gli scarponi e i ramponi. Buon inverno a tutti quanti. Speriamo GELATO!!!!!
Data: 19/11/2008 Partenza da: Chieri Difficoltà: Tanta
12 Immagine(i), Inserita il 21/11/2008
Cima del Bosco....e Baloo che parla!! 15/11/2008 - Racchette da Neve
Oggi lo Skipper mi ha tirato il classico bidone, impegni inderogabili! Non si và ad arrampicare! Così cambio programma, lascio l'attrezzatura d'arrampicata, prendo le ciaspole e Baloo e vado a farmi una camminata in alta val di Susa. Lascio la macchina prima del paese di Thures, la destinazione, vista l'ora tarda è la classica Cima del Bosco. Mi sembra che sui pendii che portano in punta non ci sia tanta neve, così lascio le ciaspole in macchina. Insana idea! Da circa metà lariceto in su mi sarebbero veramente servite dal momento che sprofondavo in circa 50 -60 cm.di ottima farina. Bella giornata in completa solitudine, come prima gita sulla neve non si poteva chiedere una neve migliore. Ora lascio la parola, o meglio, la penna a Baloo che vorrebbe dire qualche cosa.
……………………………………………………………………………………………………
Volevo solo dire che quando vado a fare le gite sulla neve io non ho riguardo per le vostre tracce. Mi diverto a correre in lungo e in largo, scavo dei bei buchi, anzi sono delle trincee. Il mio padrone mi dice sempre che non sono un cane ma un cinghiale. Boh! Però c'è un posto dove non mi porta mai, sulle piste dei fondisti, dice che quelle tracce non bisogna pestarle, così stiamo alla larga. Poi c'è una cosa che proprio non mi piace, quando ci avviciniamo a delle persone mi lega sempre al guinzaglio perché sono grande e potrei far paura. Ma mi faccia il piacere!! Semmai sono loro che fanno paura a me!! Oggi però mi sono veramente divertito. Abbiamo fatto la gita su una neve magnifica, le vecchie tracce di chi era salito la settimana scorsa erano quasi tutte coperte dalla nevicata di lunedì, così abbiamo seguito le orme dei camosci fino in cima. Io mi diverto veramente tanto, Roberto non sò se si diverte, sale solamente una volta e poi scende. Io invece salgo e scendo, e poi lo aspetto, poi risalgo e riscendo, così faccio un bel paciocco della neve. Se mi incontrate non sgridatemi, anch'io come voi aspetto il fine settimana per divertirmi in piena libertà! Lo dico o non lo dico? Ma sì lo dico! Voi uomini siete veramente strani, anche quando fate le cose per gioco e per passione vi prendete troppo sul serio. RILASSATEVI!!!!!!!!! Buone tracce a tutti quanti!
Data: 15/11/2008 Quota max: 2376 Partenza da: Thures Quota partenza: 1665 Dislivello: 711 Zona: Alta val di Susa Difficoltà: Facile
31 Immagine(i), Inserita il 18/11/2008
Rocca di Lities, Adesso basta! 19/10/2008 - Arrampicata
Piacevole uscita domenicale con gli amici del CAI di Chieri. Giovanna in settimana aveva proposto d'andare alla Rocca di Lities decantando l'ottima qualità della roccia. L'appuntamento è al solito posto alle otto ma di Giovanna non c'è traccia, ci ha fatto il bidone. Mai fidarsi delle do…! Non importa, anche se non abbiamo le relazioni andiamo lo stesso! Arrivati al piccolo parcheggio sotto la rocca troviamo dei simpatici arrampicatori che stanno sfogliando delle relazioni, chiediamo di indicarci un settore con delle vie facili. Ci indirizzano verso la cresta Sud-Est dove ci sono tracciate delle vie fra cui la più facile del settore. Arrivati all'attacco della cresta ci dividiamo in tre cordate, Giacomo con Enrico e Elisa salgono la via 'Mago di Oz', Walter con Diego, io con Lorenzo saliamo la via 'Adesso basta!'.
ADESSO BASTA! Non è un'urlo indirizzato al marito!! Ok,è il nome della via, lo sappiamo! Ma è anche l'urlo che io e Lorenzo abbiamo indirizzato a Walter il quale non riusciva ad iniziare la salita. Ravanava alla grande! Sarà successo anche ai primi salitori ! Curiosità! Così Lorenzo inizia ad aiutare con varie spinte Walteruccio il quale riesce ad arrivare al primo ancoraggio, tranquillizzato salirà velocemente alla sosta recuperando Diego. Così posso partire anch'io con Lorenzo, e facciamo questa simpatica salita a tiri alterni. Arrivati in punta siamo scesi in doppia e siamo subito corsi al primo bar dove Walter, facendo lo sboorone ordinava 5 bottiglie di birra chierese. Pago iooo! Quando gli presentano il conto, undici euro a bottiglia cambia colore! Dai Walter non ti preoccupare, dividiamo il conto!!
Data: 19/10/2008 Dislivello: 170 mt Difficoltà: max 5b
21 Immagine(i), Inserita il 21/10/2008
Chi era Danilo Galante ? - Come Eravamo
1975. Sulla rivista del CAI UGET di Torino 'Liberi Cieli' leggo un ricordo di Danilo Galante scritto dal suo amico Antonio Sacco. Rimango molto colpito dalla morte di questo forte arrampicatore. Sarà che siamo quasi coetanei, sarà che a forza di leggere relazioni sulle varie riviste del Cai delle vie estreme da lui realizzate lo avevo 'mitizzato', insomma, anche se non avevo quasi mai arrampicato lo ritenevo un 'duro', un'alpinista da imitare. Ora, questo ricordo di Antonio mi svelava un po' della personalità di Danilo, ragazzo che non avevo mai conosciuto ma che in cuor mio avrei voluto veramente conoscere e frequentare. Il motivo ? Perché leggendo le relazioni sulle vie aperte di recente in valle dell'orco da Danilo e dai suoi amici mi sembrava che fossero tutti degli eroi. Si sa che a 20 anni è facile farsi dei miti. Qualche anno dopo, chiesi a Gian Carlo Grassi come era andata, insomma, volevo sapere come un ragazzo atletico e nel pieno del vigore potesse morire in quel modo. Gian Carlo, non mi mandò a stendere, mi rispose in modo cortese senza entrare nei dettagli, ma mi disse che secondo lui Danilo era debilitato da una forte cura di antibiotici che stava facendo per contrastare un'infezione ai denti. Le voci che alcuni avevano messo in giro, su spinelli o qualcos'altro di più forte erano tutte balle. Quando arriva la bufera, in montagna si può morire anche a quote non elevate. Negli anni successivi alla sua morte, decine sono stati gli articoli scritti per ricordare Danilo, qui di seguito troverete un pezzo di un' articolo scritto da Manera per la rivista Scandere del 1989, e un racconto di fantasia scritto da Gogna nel 1983 per il suo libro Rock Story. Due modi diversi per rendere omaggio ed onorare una profonda 'amicizia'. Le vie aperte da Danilo sono quasi tutte di un livello estremo, aperte con destrezza e molto, molto coraggio, pensiamo all'attrezzature in uso in quel periodo, e sono vie apprezzate anche a livello Internazionale, in valle dell'Orco a ripetere i suoi capolavori venivano e vengono arrampicatori da tutto il mondo.
Scandere 1989 - Club Alpino Italiano- Sezione di Torino. IL ' Nuovo Mattino' di Ugo Manera.
….Nell'ambito della Scuola Gervasutti, tra gli anni 1972 e 1973, balzò in evidenza tra gli allievi un giovane studente: Danilo Galante. Era un ragazzo dal fisico di atleta con poca voglia di studiare ma molta di arrampicare; si distinse subito per la sua intraprendenza e per la predisposizione all'arrampicata su roccia. Già nella primavera del 1973 ci trovammo accomunati in una bella avventura su una salita molto impegnativa per quei tempi: il pilier Leprince-Riguet sulla parete di Glandasse in Vercors. Con Motti avevo scelto questo obiettivo nella sistematica esplorazione delle grandi pareti calcaree francesi iniziata tra il 1971 ed il 1972. A noi si unì Grassi che ritornava alle grandi vie dopo la parentesi della malattia, con lui c'erano Danilo Galante ed un altro giovane, Antonio Sacco. Gian Carlo, che aveva pernottato in un luogo umido e freddo, arrivò all'attacco della parete indisposto e dovette ridiscendere così i due ragazzi ncora allievi della scuola, formarono cordata indipendente dietro di noi e superarono in modo brillante il difficile pilastro. Galante con la sua esuberanza fisica era portato all'arrampicata di stampo atletico ed era molto sensibile a tutte le novità che l'arrampicata su roccia proprio in quegli anni cominciava ad offrire. Fu il primo che io ricordo ad arrampicare costantemente con le pedule a suola liscia ( allora esisteva solo il modello P.A. ). Grassi, nel suo primo e difficile periodo di montagna totale, legò subito con Danilo dando inizio ad una profonda amicizia e ad una collaborazione alpinistica che se non fosse stata stroncata dalla morte di Danilo avrebbe certamente lasciato una traccia importante nel panorama dell'alpinismo italiano. Finita con il 1973 la scuola di alpinismo iniziò per Galante un intenso periodo di attività d'arrampicata; attorno a lui si formò un gruppo di giovani animato oltre che dal comune interesse per le scalate anche da spiccate tendenze contestatrici e trasgressive. Tra questi il più rappresentativo si dimostrò Roberto Bonelli mentre si evidenziava per la sua collocazione politica Piero. Pessa proveniente da una impegnata esperienza sindacale maturata negli anni di massimo potere del sindacato con i celebri 'autunni caldi', seguiti al '68. Tutti gli altri vivevano per lo più all'ombra di Danilo e, almeno alpinisticamente parlando, non hanno lasciato molto. Ebbi l'occasione di trascorrere due giorni interessanti con Galante, Bonelli e Pessa nel giugno 1974. C'era una salita che da tempo stava a cuore a Motti ed a me: il grande pilastro della Croix de Tete nella Valle della Maurienne francese; programmammo un tentativo ed a noi si unirono Galante, Bonelli e Pessa. Non portammo a termine l'ascensione causa il sopraggiungere della poggia a circa metà pilastro, ma fu per me comunque un'esperienza interessante in compagnia di quei giovani che interpretavano la società, il lavoro e l'alpinismo in modi molto diversi dai miei. Soprattutto mi incuriosì Bonelli che vedevo per la prima volta e che mi apparve subito fatalmente indirizzato a seguire, costi quel che costi, le sue idee non ragionate ma istintive. Il gruppo di cui Galante si proponeva come indiscusso leader portava senz'altro degli impulsi nuovi nel ondo dell'arrampicata sia sul piano della concezione della via, e lo dimostrano le vie all'Orrido di Foresto e al Sergent, che sul piano tecnico: furono i primi a convertirsi radicalmente oltre all'uso della pedula a suola liscia , alle protezioni alternative ai chiodi (blocchetti ad incastro, eccentrici, ecc.). Più difficile da inquadrare il loro indirizzo nei confronti dell'alpinismo oltre i limiti della 'falesia' anche perché di tale alpinismo non ne praticarono molto. Ciò che a mio avviso caratterizzò maggiormente quel gruppo fu però l'atteggiamento di trasgressione generalizzata. Non si può neanche trovare l'aggancio di tale atteggiamento ad una proiezione del '68 ormai lontano perché i maggiori esponenti, Galante e Bonelli, non manifestavano certamente indirizzi legati a movimenti di estrema sinistra seguiti al '68, semplicemente erano portati a trasgredire le regole comini. Per esempio uno dei punti di onore sbandierato sempre dall'alpinismo ufficiale era l'assoluta sincerità dello scalatore tipo nel dichiarare le proprie salite. Galante, almeno in un caso, trasgredì in modo provocatorio a questa regola. Era l'agosto 1974, mi ero allontanato dal Monte Bianco coperto di neve fresca, per compiere una 'prima' nel Gran Paradiso. Quando tornai a Courmayeur incontrai Danilo e compagni nel corso della consueta passeggiata tra il negozio di Gobbi e la casa delle Guide; si informò sulla mia salita e mi comunicò in modo un po' provocatorio che due giorni prima lui e Bonelli avevano salito in solitaria, rispettivamente le vie Mayor e Poire sulla parete della Brenva ripetendo l'impresa di Bonatti e Mauri di parecchi anni prima. Emerse in seguito che queste salite erano pura invenzione ma sono convinto che l'affermazione non veritiera non aveva come fine l'acquisizione di gloria alpinistica ma semplicemente rappresentava una forma di trasgressione provocatoria alle regole dell'alpinismo convenzionale. Comparve per questi giovani l'appellativo di ' Mucchio Selvaggio' coniato probabilmente da Andrea Gobetti che solo saltuariamente faceva parte del gruppo in quanto da parte sua la pratica dell'arrampicata e dell'alpinismo era modesta. In quel periodo incontrai proprio Gobetti con un braccio al collo; alla mia domanda rispose che era il frutto di una allegra serata da 'Mucchio Selvaggio'. Durante una cena Gobetti, forse un po' bevuto, aveva rivolto qualche complimento alla ragazza di Bonelli, quest'ultimo aveva ritenuto di rispondere con un bottiglione di vino scaraventato sulla testa . Gobetti per proteggere il capo sollevò il braccio, il bottiglionr si ruppe e gli causò una profonda ferita alla mano. Sempre relativamente a quel gruppo correva voce nel nostro ambiente, che non fosse disdegnato qualche episodio do ' spesa proletaria' per procurarsi benzina, bevande e altri generi di consumo. Al di là di questi coloriti episodi del 'Mucchio Selvaggio' Danilo Galante era un arrampicatore molto forte e senza la sua prematura scomparsa certamente lo avremmo trovato tra i protagonisti nella rivoluzione dell'arrampicata libera sportiva dei primi anni '80. Con il 1975 si chiude quell'importante fase dell'alpinismo torinese durata quasi dieci anni. Danilo Galante muore al Gran Manti ed il gruppo di giovani che lo riconosce come leader lentamente si disgreda.
ROCK STORY ( 1983 ) Di Alessandro Gogna Prefazione al libro: Rock Story procede su due binari paralleli. Da un lato é la storia di Andrea, un giovane free climber cittadino; dall'altra é la documentazione di buona parte delle arrampicate su roccia della zona torinese. L'autore si augura che il lettore giunga ad esplorare entrambi i mondi qui accostati, cosa che del resto ha già tentato di fare egli stessoo
Gli occhiali scuri
Andrea era curioso di sentir parlare Danilo. Era il più vicino a lui, come età e comunanza di cose. Danilo non aveva ancora pronunciato verbo. Approfittò di un attimo di silenzio per rivolgersi a lui. -
1 Immagine(i), Inserita il 15/10/2008
Monte Bracco, Placconata dei Serpenti 12/10/2008 - Arrampicata
Piano piano stò Ri-cominciando ad arrampicare e quando sabato scorso lo skipper mi telefona per chiedermi di andare a scalare, mi trova subito d'accordo. Dopo aver ricordato i 'tempi passati ' al Monte Bracco propongo una giornata su quelle falesie che da moltissimi anni non vedo. Domenica mattina arriviamo a Sanfront e ci accorgiamo subito che forse abbiamo sbagliato giornata, grande affollamento, c'è addirittura la navetta che dal campo sportivo ci porta al piccolo parcheggio vicino al sentiero che sale verso le pareti. C'è una gara d'arrampicata sui massi, gara a livello nazionale, infatti ci sono molte vetture parcheggiate già dal giorno prima, inoltre ci sono campers e parecchie tendine di chi ha passato la notte. Non ci preoccupiamo più di tanto dal momento che i massi sono sotto, all'inizio del bosco e la grande folla non dovrebbe salire in alto alle pareti. Dopo aver preso il pulmino fino al piccolo parcheggio, risaliamo il ripido sentiero che ci porta ai piedi dello sperone centrale. Ma qui c'è già il mondo intero, il corso d'arrampicata dell'UGET di Torino al gran completo, istruttori, allievi, sono almeno una sessantina di persone, così rapidamente ci spostiamo verso l'ultima parete sulla destra del vasto complesso del Bracco, la 'placconata dei serpenti'. In breve arriviamo alle placconate, ci sono già una decina di persone, scambiamo quattro parole, qualcuno ci informa che il prossimo anno uscirà la nuova guida di Flavio con tutte le relazioni aggiornate e che, rispetto a quando venivo da queste parti (l'ultima volta all'inizio degli anni '90) alcune vie con la nuova chiodatura a spit hanno cambiato aspetto, sia per il percorso, sia per le difficoltà. Ok, prendo nota e partiamo subito sulla prima via a sinistra, la 'Volpe e l'uva' fino sulla sommità della placconata. Scendiamo velocemente con le doppie e risaliamo la vecchia via 'Agnese', una delle prime vie ad essere stata realizzata qui al Bracco. Ridiscendiamo e dopo aver mangiucchiato qualcosa propongo di fare ancora una via che avevo già fatto moooolti anni fà, la 'via dell'ariete', anche questa dovrebbe essere una via di 4+ secondo quanto scritto nella vecchia guida che ho, la prima raccolta di tutte le vie del Bracco stampata nel lontano 1984. Noto subito che rispetto alla relazione, la linea degli spit ha stravolto l'itinerario originale, ora tira dritto in verticale e passa attraverso una placca dall'aspetto molto liscio. Salgo il primo tiro senza problemi, recupero Giuseppe, riparto ma dopo il quarto spit mi accorgo che di grado 4 o 5a non ha nulla, è molto più difficile. In qualche modo ci togliamo dall'impiccio spostandoci sulla fila di spit che salgono più a sinistra ed arriviamo alla seconda sosta. Da qui facciamo due doppie e ridiscendiamo, è ora di tornare a casa. Torniamo a casa tutte e due soddisfatti, lo skipper ha fatto una lunghezza da capocordata ed è raggiante, io che stò Ri-cominciando sono doppiamente soddisfatto, la testa c'è, sono quasi pronto a provare qualche via con un grado in più.
Sperone della cascata + il gatto e la volpe : 4 tiri massimo 4+ Via Agnese : 4 tiri massimo 4+ Via del'Ariete : due tiri con 4+ e un pezzo di 5b ??
Data: 12/10/2008 Partenza da: Sanfront Zona: Bassa Valle Po Difficoltà: AD+ - D