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Album Foto > Album personali > mariomonaco 228 immagini in 18 albums visti 15982 volte
Chersogno 3024 m., valle Maira, volo con gli sci.



Cartografia: Esquiar en val Maira di Bruno Rosano.
Guida: Charamaio mai en Val Mairo, nevica ancora in Val Maira, di Bruno Rosano.
Tutto per il volo: Sportfly vendita parapendii e ottima scuola di volo con Gianni in arte GIBI, a Morrra S. Giovanni frazione di Busca (CN).

Itinerario:
Da Campiglione percorrere una breve strada sterrata pianeggiante e, attraversato il vallone, risalire i pendii sovrastanti continuando nel canalone tra il Chersogno e il monte Le Brune. Giunti alla cengia, si può risalirla verso destra (ripida, ved. mappa con itinerari Esquiar en val Maira di Bruno Rosano) raggiungendo direttamente la vetta oppure continuare nel canalone per il passo Chersogno ed il pendio sud ovest sino alla in cima. Decollo in sci lato sud ovest rispetto alla vetta, direzione colle Chersogno, agevole ma su pendio aereo ed esposto, fare attenzione ai colpi di vento. Si veleggia in ambiente grandioso al cospetto di grandi pareti. Facili atterraggi poco sopra Campiglione oppure seguento la valle giù verso Prazzo.
Veleggiamento da sogno con gli sci sul mezzogiorno, più di un’ora al cospetto del Chersogno seguendo gli amici Costanzo, Eugenio, Marilù ed il Drago che intanto scendono in sci la parete sud e risalgono in vetta per il passo Chersogno. Buone correnti ascensionali termodinamiche mi riportano più volte su verso la vetta ed il passo Chersogno, pennellando le pareti del monte La Bruna e Ruissas con brevi puntate lato Marchisa e vallone di Verzio su Acceglio. Salita per la cengia-parete sud, decollo facile con brezza leggera, ma aereo ed esposto lato sud ovest guardando verso il passo Chersogno. Qualche colpo di vento ogni tanto, ma la vela fa il suo dovere e si riapre istantanea.Facile atterraggio nei prati poco sopra Campiglione.

13 Immagine(i), Inserita il 17/03/2013

Viso, parete nord in sci, couloir Coolidge con uscita in vetta, 7.5.2011



Viso, parete nord. Reverendo W.A.B Coolidge con Christian e Ulrich Almer il 28 luglio 1891, omaggio del 7.5.2011, discesa in sci. Difficoltà sciistica 5.4, E3 - alpinistica:D (IV/3, M).
Prima discesa in sci: Nino Viale il 22 luglio 1975, accompagnato da Claudio Bodrone che a piedi lo riprendeva con la cinepresa (!), saliti dalla parete sud. Riassunto relazione da Guida dei monti d’Italia di Michelangelo Bruno. Dal bivacco Villata 2680 m. salire il canalone Coolidge inferiore va gradualmente restringendosi tra le cupe pareti che lo rinserrano, seguire il tronco sinistro (E) formato da un canalino che si sale integralmente (55-60°) e per ripida strettoia rocciosa (pass. di III) raggiungere il Ghiacciaio pensile Coolidge. Elevarsi sul ghiacciaio in direzione del canale (dei tre presenti) visibile a sinistra, molto ripido: canalone Coolidge superiore, salirlo superando un restringimento (55°), giungendo all’elegante e ripida cresta nevosa detta Corda molla. Seguire la cresta sul filo fin sui lastroni che sorreggono la cresta NNO. Da qui due possibilità: a) seguire la cresta NNO fino in vetta (passi di III, massi instabili); b: salire il canale di sinistra e un incassato colatoio (30 m., 60°) poi, per il pendio terminale alla vetta (50°). Note per la discesa in sci. Con buone condizioni di innevamento partire dalla ripida rampa a 70 m. sotto la vetta (impossibile partire dalla vetta, risalti rocciosi non sciabili) con pendenza sui 55° in due strettoie e scendere cosi’ alla sella nevosa detta Corda molla. Sotto la Corda molla prestare attenzione all’eventuale ghiaccio affiorante e continuare in un bel tratto dove il couloir si allarga a pendio. Superare una strettoia alla meglio secondo le condizioni e continuare mentre il canalone si allarga nuovamente negli ampi spazi del Ghiacciaio pensile Coolidge (da qui eventuale scappatoia verso le Cadreghe). . Scenderlo sino alla ripida strettoia rocciosa che si passa con i ramponi e continuare in sci per il canalone Coolidge inferiore verso il conoide e Pian Regina.
Racconto discesa del 7 maggio 2011.Partiti con Roby Garnero dal bivacco Villata su un Coolidge inferiore ben ghiacciato nella notte, troviamo, salendo, una neve ancora invernale pressata e superiamo senza problemi il risalto-strettoia di accesso al Ghiacciaio pensile, poi nel Coolidge superiore, Corda molla e scivolo superiore sin contro le rocce. Uscita verso destra in cresta su un tratto di misto, delicato per rocce instabili ricoperte di neve procedendo (tratto alpinistico, niente ski) tra folate di vento e turbinii di neve sino in vetta, con attenzione per non smuovere pietre sugli altri 4 simpatici sciatori incontrati sul Coolidge. Ritornati sotto le rocce con una calata in doppia, calziamo gli attrezzi ed inizia la festa. Si parte sul ripido serio, 55° tuttavia addolciti da una neve gradevole, guardando giù in basso la “Corda molla” che scompare e riappare nelle ventate di nuvola. Arriviamo alla Corda molla e proseguimento su buon fondo nevoso di fianco alle placche di ghiaccio, pendio da sogno sino alla strettoia (qualche metro da passare senza sci) e continuazione su neve splendida sino al Ghiacciaio pensile. Discesa con i ramponi della strettoia sotto il Ghiacciaio pensile e continuazione della festa sino ai pressi di Pian Regina. In salita il Coolidge inferiore era una crosta durissima ed ora con il sole, come l’Araba Fenice, si è rigenerato e la neve è ritornata soffice invernale. Parafrasando Bonfort: c’est le reve et le décor, je ne vous dis pas, dis pas, ah, ah.

13 Immagine(i), Inserita il 09/05/2011

Argentera cima sud 3297 m., parete OVEST



Argentera cima sud 3297 m., parete OVEST - difficoltà IV - sciistica 5.3 - E4

Argentera, Reino de las montanhos (dalla lingua d’Oc, occitana, regina delle montagne) nelle Alpi Marittime, dalla sua vetta lo sguardo spazia verso la pianura cuneese, il golfo di Genova e ad ovest il Golfo di Antibes in Cote d’Azur.
In una proiezione moderna del romanticismo occitano, la discesa dalla cima sud dell’Argentera diventa una riflessione rispetto alla montagna in sé ed al mondo che le sta intorno, il mare, la pianura, le altre cime, gli animali del parco e le genti che nella storia qui non hanno mai conosciuto confini, spostandosi a piedi dalle valli alla Provenza per trovare lavoro ed un inverno più mite. Rocce buone per l’arrampicata, gneiss con striature di quarzo, si ricoprono di neve nella stagione invernale creando percorsi di neve, ghiaccio e misto per gli amanti della montagna.
Itinerario di salita: percorrere il canale della Forcella e dal colletto omonimo valicare lato est attraversando in orizzontale per circa 30 metri, risalire un salto di 5-6 metri (pass. di III, delicato ed impegnativo con neve) per uscire sulla cresta che conduce alla cima sud. Discesa: direttamente dalla vetta per la parete Ovest. Senza percorrerla sino in fondo perché condurrebbe alla via Campia ed ai due canaloni non sciabili, attraversare verso destra in direzione dello sperone “Promontoire” al di sopra dei suoi tratti più impegnativi laddove esso conduce sul pendio ovest, reperendo un camino verticale di 30-35 metri di fianco al quale allestire la sosta per una calata in doppia (questa calata è l’unica nota dolente che interrompe la discesa in sci, oltre alla solita strettoia alla base della Forcella, ma è inevitabile ed è il tratto più breve di collegamento tra la parete ovest e il canalone della Forcella). La calata ricollega al percorso effettuato in salita, poco oltre i 3000 m. di quota, e la discesa in sci continua per il canalone della Forcella.

- Discesa in sci del 17 aprile 2011

Partiti con Diego Fiorito dal rifugio Bozano, in salita percorriamo il canalone sino alla Forcella 3240 m., passiamo sulla parete est seguendo una cengetta orizzontale per circa 30 metri, risaliamo il salto di 5-6 metri di III (chiodo) uscendo sulla cresta che conduce alla cima sud. E’ meraviglioso trovarsi sulla vetta dell’Argentera ricoperta di neve e con le montagne circostanti ancora bianche a perdita d’occhio, mentre dal basso ogni tanto sale qualche sbuffo di nuvola che subito si dissolve. Discesa: partiamo direttamente dalla vetta per la parete Ovest. Discesa “covata” e coccolata da tempo, perché nel pendio ovest in inverno la neve non aderisce e viene spazzata dai venti. Oggi troviamo il pendio in buone condizioni, con un fondo non troppo duro ricoperto da qualche centimetro di farina leggermente addensata dal sole, sulla quale pennellare a piacere. Nella parte bassa lasciamo correre gli sci verso destra e , valicato il Promontoire, iniziamo il paziente allestimento della calata. Ci porterà via molto tempo (infatti arriveremo al Gias delle Mosche al buio) per ripulire le rocce dalla neve e trovare la fessura per i chiodi, segue calata sul ripido fianco del canale della Forcella dove riprende la discesa in sci. Forcella con neve buona sin sotto il nevaio sospeso, già un po’ irregolare ed impegnativa nella parte bassa: qui il sole ad aprile non perdona e provoca colate di neve che danneggiano il fondo. Discesa impegnativa e particolare anche dal punto di vista alpinistico, con il fascino della grande parete.

26 Immagine(i), Inserita il 20/04/2011

Serra dell'Argentera - Colletto Gunther Canale e parete ovest, m. 3190



Serra dell'Argentera - Colletto Gunther Canale e parete ovest, m. 3190
difficoltà III - 5.4 E4 sciistica
da Tetti Gaina Valdieri (Cuneo) e rifugio Bozano
Colletto Gunther:
fu V. de Cessole a dare questo nome in ricordo dei fratelli F.L. e Max Gunther di Lipsia, che avevano effettuato la prima ascensione dal versante ovest. Itinerario di grande ambiente, nella parete ovest della Serra dell'Argentera: unendo la parte bassa del canale della Forcella con il Gunther, permette di creare una linea logica a livello sciistico, evitando i tratti rocciosi della parte bassa del Gunther.
Dal rifugio Bozano risalire il canale della Forcella (strettoia-cascata in ghiaccio con passo a 85-90°) sino al nevaio sospeso: continuare nel pendio innalzandosi verso sinistra sino al margine nord, valicare la dorsale e, con un traverso ripido ed esposto in leggera discesa, entrare nel canale Gunther proprio al di sopra dei salti rocciosi sulla verticala del rifugio Bozano. Continuare la risalita nel canale che aumenta di pendenza a 55° verso l'uscita sul colletto Gunther.
Discesa sullo stesso percorso.
2 aprile 2011: dal rifugio Bozano saliamo la prima parte del canale della Forcella, cascata in ghiaccio per alcuni metri, evidentemente una valanga ha spazzato la neve. Sopra la cascata lasciamo la Forcella e risaliamo il nevaio sospeso in diagonale verso sinistra, qualche metro di discesa ed entriamo nel Gunther.
Si viaggia bene, la neve è crosta dura e si affonda poco, è bello sbucare sul colletto Gunther in questa stagione: un innevamento cosi’, sulla parte alta del Gunther, non l’avevamo mai visto. Sul colletto aspettiamo un po’ di caldo, appollaiati sulle rocce lato est con balcone panoramico su cima Nord Argentera, colletto Coolidge e Gelas in lontananza. L’aria rimane gelida e partiamo con prudenza sulla neve crostosa ancora dura, tratti in derapata molto “abbottonati” cercando le strisce di neve buona pennellabile, sempre sul margine sinistro, contro le rocce dove la neve è rimasta morbida. Perché questo effetto? Evidentemente il sole del pomeriggio precedente ha colpito duro, sciolto un po’ di neve in superficie che di notte con il freddo si è vetrificata, come capita agli “ovest” da aprile in avanti. E’ una grande emozione sciare sul Gunther e nella parte mediana ci raggiunge il sole, intenso sul nevaio sospeso dove con discesa diagonale raggiungiamo il canale della Forcella; qui la neve è rimasta morbida e più rilassante sino alla discesa in “disarrampicata” della solita strettoia- cascata di ghiaccio. Neve pappetta sotto il rifugio Bozano ma tutto sommato ancora sciabile, sino alle Terme e ai Tetti Gaina. Con Federico Varengo, ideatore del viaggio.

18 Immagine(i), Inserita il 11/04/2011

M. Matto 3088 m. parete nord-est canalino Sandra - VALLE DELLA MERIS



M. Matto - Canalino Sandra
m. 3088
- difficoltà: IV - 5.4 - E4 esposizione in discesa: Nord-Est
- località partenza: rifugio Livio Bianco (Valdieri, CN)
- punti appoggio: rifugio Livio Bianco al vallone della Meris- ottima cucina, www.rifugioliviobianco.com

Si tratta del canale sinuoso discendente sulla sinistra della terza elevazione, a destra della Cima Est del Matto, ben visibile dal rifugio Livio Bianco, specie nella parte alta ove esso è più marcato. Couloir sospeso sulla parete nord-est, difficoltà alpinistica AD+, D-, dislivello totale 550 m. (250 m. di parete e 300 di canale).
Dal rifugio Livio Bianco 1910 m. seguire l'itinerario per la Cresta Est del Matto fino sotto la verticale del canale. Salire lo zoccolo basale per ripidi pendii fino ai piedi del canale quota 2650 mt. Continuare nel canalino con pendenze di 45-50° sino al restringimento superiore, ove esso si impenna con tratti di 60° e sfocia nei pressi di un colletto della cresta a quota 2920 mt. circa. Note per la discesa in sci: la parete basale è la parte più impegnativa, sono placche rocciose dove la neve tende a scivolare ed è raro che si comprima. Se a livello alpinistico, con corda e chiodi è divertente e non presenta problemi (alcune relazioni riportano pass. di III e IV grado su roccia in stagione avanzata), per una salita e… soprattutto…una discesa in sci bisogna trovare il momento giusto. Al di sopra della parete inizia il canale, poi la goulotte, 30 metri a 55-60° non sciabili tra le due strettoie, in alto prima dell’uscita.
Scappatoia: discesa facile di pochi metri sul versante opposto fino ad incrociare la normale per la Cima Est.
Primi salitori: F.Scotto e A.Siri, il 9 giugno 1985.
Ved. anche sito www.rifugioliviobianco.com.

Autore itinerario sciistico: Mario Monaco 26 marzo 2011.
Partito dal rifugio Livio Bianco per “andare a vedere”, inizio la risalita dei ripidi pendii basali saggiando la neve: scelgo bene il percorso dove la neve ha un sufficiente spessore sulle placche rocciose. E’ tutto delicato ma la neve appare di discreta consistenza, continuo in salita verso destra sino a vedere il “Sandra” vero e proprio nel quale entro con un breve diagonale verso sinistra superando una piccola dorsale già individuata dal basso grazie ai consigli di Livio, gestore del rifugio. Il canale si fa più ripido sino a stringersi a goulotte con due strettoie ed esco ad una selletta che immette al colletto con bel panorama sulla cima Est ed il percorso normale sci alpinistico. Dal rifugio sono circa 4 ore.
Discesa: partenza sui 60°, piccola derapata e i 30-40 m. della goulotte ramponi obbligatori, troppo stretta e gli sci non passano. Poi inizia il canale: discesa entusiasmante, neve ancora invernale ben assestata e “a bolle” dove le sole fermate sono per fare qualche foto. Quando il canale finisce a quota 2650 m. circa, breve diagonale a sinistra, aggancio il pendio e sulle placche seguo il percorso già studiato in salita: anche qui la neve non fa una grinza, l’esposizione è notevole sui salti di roccia ma è tutto a posto e non c’è che dire: du beau, du bon, du gran ski, je ne vous dit pas…dit pas…it pas… ah…ah… Al rifugio, un buon bicchiere con Marilu’ e il gestore Livio Bertaina, che mi ha tenuto sotto “tiro” con il binoccolo, divertente compagnia durante la discesa.

17 Immagine(i), Inserita il 29/03/2011

Granero 3171 m., couloir nord 22 gennaio 2011, tra Valle Po e Valle Pellice



Bel canale nord di 400 metri di dislivello, visibile dalla pianura pinerolese e da scendere con condizioni di buon innevamento. Dalla valle Pellice, Villanova 1225 m., seguire l’itinerario per il rifugio Jervis e proseguire per il rifugio Granero a quota 2374.
In direzione sud est entrare nel vallone che conduce al M. Granero sino all’ampio ed evidente conoide quota 2700 m. circa, iniziare la risalita nel canale che si restringe e diventa più ripido (50°) nella parte superiore con rocce affioranti. Si esce ad un colletto a 3100 m. situato tra la punta del Lago nero e la cima settentrionale (dall’intaglio si può raggiungere la cima del lago Lungo ed arrivare in vetta). Da Villanova considerare il dislivello non indifferente, 1900 m., ed il grande spostamento. Vedere anche descrizione sul libro “Ripido!” di F. Negri ed Enzo Cardonatti ed il sito del rifugio Granero.
Altra possibilità: valle Po, dal Pian della Regina salire l’itinerario classico alla Meidassa sino al Colle Luisas 3025m, tra la Meidassa ed il m.Granero, scendere in valle Pellice per circa 300 metri di dislivello tenendo sempre la propria sinistra, valicare una piccola dorsale aggirando cosi’ in parte il m. Granero sino ad incontrarne l’evidente couloir nord da risalire.
22 Gennaio 2011 - Giorno frescolino, -12° a Pian della Regina e -20 nella Nord del Granero; partiti dal Pian della Regina, scavalchiamo il colle Luisas e scendiamo in Valle Pellice. Questo percorso è meno lungo che l’altro da Villanova in valle Pellice e nello stesso tempo permette di salire il canale per verificarne le condizioni. Il couloir sembra abbastanza a posto, anche se magro in alto, e saliamo. Discesa divertente, su ottima neve fredda invernale, a tratti un po’ indurita dal vento ma pennellabile. Segue risalita verso il lato valle Po e alla Meidassa per assaporare il panorama sul Viso. Precisazione: di solito questo couloir non è in condizioni in inverno, si riempie soltanto a stagione inoltrata ma….. evidentemente questi sono giorno fortunati, penso un caso e l’eccezione che conferma la regola. Et bravo’ Ugo Bottari, qui fit la prémière descente à ski du couloir le 16 juillet 1978.

14 Immagine(i), Inserita il 25/01/2011

Frioland 15 gennaio 2011, tra valle Po e valle Pellice



11 Immagine(i), Inserita il 17/01/2011

Salza 3326m. - tra Varaita e Ubaye - parete ovest 13.11.2010



6 Immagine(i), Inserita il 18/11/2010

Salza 3326 m. - tra Varaita e Ubaye - parete sud est 14.11.2010



Salza 3326 m. - tra Varaita e Ubaye - parete sud est 14.11.2010

8 Immagine(i), Inserita il 18/11/2010

Mongioia 3340 m. tra Varaita e Ubaye - parete sud-ovest 14.11.2010



8 Immagine(i), Inserita il 17/11/2010

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