Continuiamo l'esplorazione del finalese: questa volta il punto di partenza è Calvisio vecchio (si raggiunge da Calvisio appena dopo la chiesa, imboccando a sinistra la stretta via Bedina, poi svoltando a destra su ripida strada asfaltata che con qualche tornante raggiunge la chiesa di San Cipriano). Dal piccolo parcheggio accanto alla chiesa imbocchiamo a destra lo sterrato (segnavia quadrato vuoto rosso) che raggiunge in breve il piccolo borgo di Lacremà. Si sale tra le case sempre seguendo il segnavia e si incontra un bivio; si lasciamo a destra il sentiero con il egnavia rombo rosso (che utilizzeremo al ritorno) e continuiamo a sinistra: la salita è abbastanza ripida, sempre nel bosco: in qualche modo superiamo anche una improvvisa crisi capriccesca del più piccolo e raggiungiamo la cima (boscosa) del Bric Reseghe; proprio sulla cima il 'provvidenziale' ritrovamento di una conchiglia fossile riaccende l'interesse e rasserena la truppa e così sempe seguendo il segnavia raggiungiamo Camporotondo: come dice il nome si tratta di un prato pressochè rotondo in cui si sbuca in maniera abbastanza inaspettata, circondato da una sorta di recinto di costruzioni in pietra. Continuiamo oltre seguendo il nuovo segnavia (tre pallini rossi) di nuovo nel bosco, ma pressochè in piano fino a sbucare nelle belle radure della Casa del Vacchè: qui i morbidi prati ed il bel sole inducono ad una bella sosta! Visti gli inizi burrascosi, per oggi agli adulti andrebbe bene anche così, ma improvvisamente il piccolo manifesta rinovate energie ed una gran voglia di proseguire fino al Ciappo dei Ceci e noi cogliamo la palla al balzo. E così si continua prima in piano poi in salita fino a quando il nostro sentiero si inserisce in quello più largo proveniente da San Bernardino: lo seguiamo verso destra, superando un bel presepe costruito tra gli anfratti di un pietrone sul bordo del sentiero, fino al ciappo dei Ceci; qui ci godiamo una nuova e bella pausa prima di riprendere la via del ritorno. Scendiamo fino a poco oltre la casa del Vacchè e poi imbocchiamo a sinistra il sentiero con il segnavia rombo rosso che scende in una piccola valletta: qui il percorso è veramente affascinante in un bosco fitto, tra i resti dei muretti a secco di antiche coltivazioni, un posto fuori dal tempo. dopo un bel pò di discesa il terreno spiana e con un lungo e panoramico traverso riporta al bivio incontrato in salita e quindi alle case di Lacremà. Un bel giro in ambiente mediterraneo, con lunghi tratti in boschi bellissimi (e quindi adatto anche alle ventose giornate invernali): i sentieri sono ben tracciati e curati, ma mancano assolutamente le paline. per contrasto ci sono moltissime tacche (forse anche troppe) e una pluralità di segnavia che richiedono una buona carta.
Data: 21-01-2012 Quota max: 330 Partenza da: Calvisio vecchio (Lacremà) Quota partenza: 133 Dislivello: 375 Zona: Finalese Difficoltà: E
20 Immagine(i), Inserita il 22/01/2012
Ciappo delle Conche - San Lorenzino
Le mete di oggi sono due: da una parte la bella chiesetta medioevale di S.Lorenzino ed il circostante piccolo parco archeologico (che comprende anche ciò che resta del castello di Orco) e dall'altra il Ciappo delle Conche, la pietra con incisioni (in parte di epoca preistorica) più famosa del finalese. Per concatenare le due (e dopo essere partiti da casa scandalosamente tardi!!!) lasciamo la macchina nei pressi della frazione Costa di Orco Feglino nel piccolo parcheggio accanto ad una 'futura' struttura del parco (dal casello di Feglino a sinistra in direzione Orco, poi senza raggiungere il nucleo principale di Orco scendere in direzione di Finale); imbocchiamo la stradina cementata alle spalle della struttura (segnavia quadrato rosso) che si abbandona poco dopo per imboccare un sentiero a sinistra che sale subito ripido (seguire sempre il segnavia): il percorso è a dir poco incantato tra bosco e rocce bianche con begli scorci sulla collina di S.Lorenzino e sulle pareti di arrampicata della Val Cornei; si supera un bivio, lasciando a destra il sentiero con segnavia tre pallini (che useremo per il ritorno) e si continua a sinistra alternando tratti più ripidi, a discese e tratti pianeggianti. In circa 40 minuti a passo di Pietro si raggiunge il Ciappo che si presenta splendidamente al sole: la temperatura è piacevole, il posto è incantevole ed il gioco del 'trovafigure' troppo invitante. La sosta è lunghetta e data l'ora si completa con pane e companatico. Per il ritorno imbocchiamo proprio all'estremità del ciappo il sentiero con i tre pallini che rientra subito nel bosco, poi riprende a salire per raggiungere lo spartiacque non lontano dalla cima del Monte Cucco (a destra con una breve deviazione bel punto panoramico, a sinistra su traccia non segnata si raggiungerebbe la cima del monte Cucco, ma con un pò di rammarico decidiamo di proseguire) e quindi velocemente si scende al bivio con il sentiero del 'quadrato rosso'. Scendiamo al parcheggio per poi risalire dal lato opposto (stradina cementata e poi subito sentierino a sinistra) sulla collinetta dove si trova il piccolo parco archeologico di S.Lorenzino, con la bella chiesa medioevale, i resti della torre e dell'oratorio, tutti illustrati da interessanti cartelli esplicativi. Una bella giornata e un breve giretto che si può fare in un paio d'ore (soste a parte).
Data: 14-01-2011 Quota max: 400 Partenza da: Orco Quota partenza: 300 Dislivello: 100 Zona: Liguria di Ponente Difficoltà: E
19 Immagine(i), Inserita il 15/01/2012
Il sentiero botanico di Bergeggi
Per questa escursione è necessario raggiungere la frazione Torre del mare di Bergeggi, dove si può parcheggiare agevolmente in Piazza Torre d'Ere o nelle vicinanze. Proprio nella piazza si trova la bacheca che illustra il percorso e si inizia imboccando il sentiero contrassegnato da due quadrati rossi. Il sentiero sale all'inizio abbastanza deciso, scandito dalle bacheche che illustrano le varie piante. Si segue sempre il segnavia (o le paline con indicazione Sentiero botanico o Gola di S.Elena), si passa nei pressi di una piccola area attrezzata con tavoli e si 'sbuca' in località Gola di S.Elena nei pressi di un incrocio tra varie sterrate. Qui si svolta a destra seguendo la sterrata in salita e si continua brevemente anche quando diventa asfaltata; appena superata una casa si imbocca a destra un nuovo sentiero (sempre indicazioni sentiero botanico) che sale un pò ripido fino a immettersi nuovamente su una sterrata che occorre seguire verso sinistra (in questo tratto panorama un pò apocalittico che comprende nell'ordine due cave, una discarica, che per fortuna non si vede... ma si intuisce... la zona industriale di Vado). La sterrata aggira il monte Castellaro: nei pressi di una piccola lapide, una nuova indicazione sentiero botanico porterebbe a salire a destra su sentiero, ma noi proseguiamo sulla sterrata (causa raccolta pigne!!!) fino ad un grande incrocio di sterrate: qui attraversiamo il pianoro in direzione mare e quindi imbocchiamo la sterrata di sinistra che conduce in breve alla zona di decollo dei deltaplani: non siamo fortunati, è sabato e nessuno la sta utilizzando, ma noi approfittiamo del bel sole e del panorama per la nostra sosta. Continuiamo quindi lungo il sentiero (segnavia croce rossa) per iniziare la discesa; più in basso, attraversata una strada asfaltata, scendiamo attraverso un bellissimo bosco di sugheri, quindi sempre seguendo le indicazioni rientriamo a Bergeggi (ultimo segnavia linea rossa); per chiudere l'anello è sufficiente un tratto di asfalto attraverso il borgo di Bergeggi (bello il tratto sulla passeggiata).
Data: 17-12-2011 Quota max: 295 Partenza da: Bergeggi (Torre del mare) Quota partenza: 120 Dislivello: 180 Zona: Liguria di Ponente Difficoltà: E
18 Immagine(i), Inserita il 19/12/2011
Sopra e ... sotto le falesie di Andonno
Il 'ponte' dell'otto dicembre non è stato proprio un successo... ma all'ultimo cerchiamo di acciuffare almeno un'escursione! Seguendo le indicazioni della guida (Itinerari da Cuneo città di montagna - F.Dardanello) ci dirigiamo verso Andonno; lasciamo l'auto nel piccolo posteggio all'estremità orientale del paesino sotto le rovine della torre del Castellazzo (via Aradolo) e imbocchiamo la sterrata che si inoltra nel valloncello; la stradina sale ripida, raggiunge l'impluvio (fontana e casa rustica) e continua in saita dal lato opposto fino a sbucare sul fianco del monte Cros, in cima alle falesie in uno spiazzo (suo malgrado) panoramico essendo spoglio di alberi a causa di incendi e disboscamento: il paesaggio è un pò lunare, complice anche il cielo grigio; segunedo le indicazioni della guida continuiamo a seguire la sterrata che a sinistra rientra nel bosco e la seguiamo fino ad un piccolo ripiano erboso (tetto Bori...forse). Qui invertiamo la marcia e saliamo fino alla piccola cima accanto allo spiazzo (Cima Traversera o cima Cros ... forse); torniamo allo spiazzo senza alberi e sempre seguendo l'indicazione della guida seguiamo questa volta la sterrata a destra che pianeggiante passa sopra le falesie. Una piccola sosta e poi poi ci mettiamo alla ricerca del sentiero che secondo la guida dovrebbe permetterci di scendere fino alla base delle falesie... appunto dovrebbe... incendi e disboscamento hanno cancellato il sentiero, o almeno lo hanno reso difficilmente percorribile (soprattutto per Pietro); piccola delusione e quindi marcia indietro, ritorniamo per la via di salita. Ritornati al parcheggio tuttavia ci concediamo ancora una deviazione e imbocchiamo il sentiero che conduce alla base delle belle falesie (a da cui avremmo dovuto ritornare). Qualche foto e poi in auto, ci aspetta una deviazione verso Valdieri per vedere il bel presepe meccanico (neanche a dirlo la parte dell'escursione che Pietro ha apprezzato di più)! Conclusione: a parte la giornata grigia che certo non aiuta, abbiamo dovuto constatare come quella che sulla carta si presentava come una piacevole escursione, in realtà è stata resa difficoltosa dal cattivo stato di manutenzione dei sentieri (come al solito chi disbosca, per qualunque motivo, anche giustamente dopo un incendio sicuramente grave, poi non si preoccupa assolutamente di ripulire il terreno da rami e ramaglie ed il terreno diventa preda dei rovi ed i sentieri una sorta di corsa ad ostacoli per saltare i rami) e per l'assoluta mancanza di segnaletica (nessuna dico nessuna palina e neppure le più economiche tacche); aggiungo che il percorso che abbiamo scelto non solo è menzionato su una guida (se pure di una decina di anni fa), ma si è rivelato come il più frequentato (nei limiti del possibile viste le difficoltà oggettive) tra quelli che abbiamo affrontato in questo autunno/inverno!
Data: 11-12-2011 Quota max: 1034 Partenza da: Andonno Quota partenza: 733 Dislivello: 350 Zona: Valle Gesso Difficoltà: E
16 Immagine(i), Inserita il 12/12/2011
Sentiero storico della Roccarina - Mombrisone
Gli itinerari di andrea72 ci interessano sempre, quando poi sono dalle 'nostre' parti ancora di più, quando poi non li conosciamo... bè allora è proprio ora di mettersi in marcia! Ancora una bella giornata autunnale che rende piacevole anche la parte in salita verso il Mombrisone nonostante sia tutta all'ombra! Abbiamo seguito pari pari l'itinerario di Andrea and family (passando poi dalla sede del parco abbiamo scoperto di aver percorso, almeno in parte, il sentiero storico della Roccarina), fino alla grangia Castellar; per il ritorno all'auto abbiamo invece scelto un percorso diverso che evita l'asfalto: dalla grangia siamo tornati al quadrivio a monte dei prati di S.Anna ed abbiamo imboccato la stradina che scende nel bosco (tacche bianco rosse) prima in una zona disboscata e fangosa, poi diventa più piacevole, rientra nel bosco e raggiunge il fondo dell'impluvio; qui si incontra un trivio segnalato da paline ed occorre imboccare la stradina più a destra che scende brevemente fino al laghetto delle Peschiere; attraversato l'emissario del laghetto si prosegue sulla sterrata, fino ad un ulteriore bivio segnalato; qui la stradina va abbandonata per seguire il sentiero che si stacca a destra e sale con qualche tornante fino ad immettersi in una sterrata che va poi seguita a sinistra fino al primo bivio del Mombrisone incontrato in salita.
Data: 04-12-2011 Quota max: 711 Partenza da: Chiusa Pesio Quota partenza: 582 Dislivello: 170 Zona: Valle Pesio Difficoltà: E
12 Immagine(i), Inserita il 05/12/2011
Gorge della Reina
Approfittando di queste belle giornate più ottobrine che da fine novembre, scegliamo un piccolo anello che ci porterà a visitare una bella gola rocciosa dove la leggenda racconta abbia trovato rifugio la regina Giovanna d'Angiò, personaggio a metà tra la storia e la leggenda, molto popolare nella valli occitane; leggenda a parte la gorgia è un posto particolare e merita sicuramente una visita! Alcuni anni fa con Pietro nello zainetto ci eravamo arrivati quasi a conclusione di un bel giro passando dal colletto della Lausa e dai tettiStramondin, questa volta invece partiamo da Entracque lasciando la macchina in corso Francia nei pressi della cappelletta di S.Antonio; si attraversa la strada e si imbocca la bella via sterrata (via Spiantà) e, in parte selciata; si sale dolcemente, si attraversa un torrente su un bel ponticello e si continua fino a sbucare nel valloncello della gorgia, non lontano dai tetti Violin; si attraversa a guado il torrente proveniente dalla gorgia e si sale ad una sterrata che va seguita verso sinistra (questo è l'unico tratto in ombra del percorso); si continua a salire fino al bivio segnalato che indica di proseguire a sinistra, fino ad arrivare proprio all'ingresso della gorgia; qui conviene continuare a salire per un tratto seguendo il sentierino che dal lato destro idrografico si inoltra nella gorgia; la gola si percorre poi sul fondo abbastanza agevolmente fino al suo termine. Dopo aver ammirato le pareti a picco con piccole cascatine che scendono dall'alto, torniamo fuori; ora anziché tornare sui nostri passi, seguiamo il sentiero che taglia in alto il versante fino ad arrivare ai tetti Stramondin in bella posizione solatia su un piccolo costone; pausa pappa, quindi scendiamo sul versante opposto (attenzione poco sotto i tetti Stramondin si incontra un bivio dove si può andare a sinistra per scendere verso Entracque, oppure a destra allungando verso il colletto della Lausa) e facciamo ritorno ad Entracque.
Data: 27-11-2011 Quota max: 1225 Partenza da: Entracque Quota partenza: 915 Dislivello: 310 Zona: Valle Gesso Difficoltà: E
17 Immagine(i), Inserita il 27/11/2011
Giro delle meridiane del monte Croce
Svegliandoci il cielo non sembra riservare nulla di buono... ma sì, questa volta siamo coraggiosi... cerchiamo il sole, questa volta ci serve proprio... per andare a caccia di meridiane! Avevevamo 'barattato' con Pietro il permesso di una gita 'solo adulti' sul Saben con la promessa di studiare un bel percorso da fare con lui: detto fatto, nella stessa zona è possibile fare un bel percorso ideale per i bimbi, a caccia di meridiane: con un bel giretto di un paio d'ore (a passo estremamente meditativo) si possono visitare le 12 meridiane che un signore volenteroso ed estremamente ingegnoso ha costruito! Si lascia l'auto nel parcheggio della borgata Pilone a S.Antonio di Aradolo e si imbocca la stradina asfaltata che dopo poche decine di metri diventa sterrata; la si segue in piano fino ad un bivio segnalato (indicazione per sentiero delle meridiane), dove si svolta decisamente verso destra su una sterrata che sale decisamente nel primo tratto; si continua nel bosco fino ad incontrare le prima meridiane; il percorso conduce quindi sulla cima Boschin (piazzetta delle meridiane), quindi diventa sentiero e punta verso la cima del monte Croce. Dalla vetta si segue ancora il sentiero segnalato che ora scende decisamente e velocemente verso il parcheggio concludendo il piccolo anello.
Data: 19-11-2011 Quota max: 1215 Partenza da: S.Antonio di Aradolo Quota partenza: 1050 Dislivello: 180 Zona: Valle Gesso Difficoltà: T
25 Immagine(i), Inserita il 20/11/2011
Burkhardklamm - 01 agosto 2011
Dopo Gilfenklamm (l'anno scorso e nel 2008) è la volta di un'altra gola, questa volta più lunga da raggiungere (un buon dislivello per Pietro), meno spettacolare, ma altamente remunerativa per il panorama, soprattutto sulle miniere della valle Ridanna. E' ancora un pò piccolo per lo spettacolare giro delle miniere, che può durare anche diverse ore (tutto il giorno) con i treni autentici ed un percorso mozzafiato che raggiunge la val Passiria, tutta attraverso le gallerie, se non in un breve tratto. Ma sarà per un'altra volta. Il percorso è da subito ripido, ma deliziato da un bel numero di mirtilli che ci danno subito la carica. Si sale su per il bosco, poi inizia a salire in modo più tranquillo, fra gole, fina raggiungere la gola finale. Più sopra i prati. Pietro, nonostante la febbre del giorno prima è già in forma (meno male ) per una bellissima scarpinata.
Data: 01 agosto 2011 Quota max: 1701 Partenza da: Masseria - Museo delle Miniere Quota partenza: 1417 Dislivello: 301 Zona: Val Ridanna Difficoltà: E
29 Immagine(i), Inserita il 06/11/2011
Sentiero valle di Fleres - 31 luglio 2011
Siamo appena arrivati in Val di Fleres e Pietro viene colto da una forte febbre che raggiunge in breve tempo i 39 gradi. Partiamo bene ci diciamo vicendevolmente noi due, ma non possiamo farci nulla se non capire se è solo un virus o meno. Intanto capiamo che l'ospedale più vicino è a Vipiteno, pochi chilometri da qui. Il tempo è relativamente bello, ma cosa si può fare. La prima notte passa tumultuosa, come il vicino torrente. Il 31 deciamo di fargli fare una piccola colazione, poi uno va a messa e l'altro sta con lui per vedere se migliora. Intorno alle 11 decidiamo di fare due passi per fargli prendere un pò d'aria. Adattissimo al caso è il sentiero valle, che percorre tutta la piccola val di Fleres da Colle Isarco fino in fondo alla valle a Sant'Antonio. Decidiamo di farne un pezzo il mattino ed uno il pomeriggio, intanto vediamo che Pietro migliora bene. Per fortuna, oggi è andata così ... di passeggino, domani si vedrà.
Data: 31 luglio 2011 Quota max: 1400 Partenza da: Fleres Quota partenza: 1250 Dislivello: 200 Zona: Val di Fleres Difficoltà: E
17 Immagine(i), Inserita il 06/11/2011
Vernante - Bec Moler
Bella breve escursione a monte di Vernante nella val Grande di Palanfrè. L'escursione aveva un doppio fine, andare a mangire all'Albergh di Palanfrè dopo che Gilberto ne ha fatto una buona pubblicità la settimana scorsa. Con l'occasione abbiamo raccolto ancora una buona razione di casdtagne per la gioia di Pietro. Il percorso combacia, per il primo breve tratto, con la via dei Tetti, il lungo percorso (4 ore e mezza) che porta da Vernante a Palanfrè. Ci siamo detti che un giorno lo faremo, ma non con Pietro. Il Bec Moler è un bel pilastro che emerge dai bischi ed è ben visibile da Vernante perchè chiude uno specchio della Val Grande incombendo sul paese. Una volta era una cava di silice, adesso è una palestra di arrampicata. Non siamo andati in cima perchè non avevamo attrezzatura idonea e Pietro e la nonna non avrebbero potuto raggiungerci. Sarà per un'altra volta!
Data: 30/10/2011 Quota max: 1030 Partenza da: Vernante Quota partenza: 820 Dislivello: 210 Zona: Val Grande di Palanfrè Difficoltà: E