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Album Foto > Album personali > Andrea81 18920 immagini in 667 albums visti 1725771 volte
Punta dal Razil & Punta Selassa - 22 dicembre 2013



Oggi ho azzeccato in pieno la zona giusta, visto che ho avuto il sole (pur velato) praticamente tutto il giorno, e sopratutto assenza di vento anche in cima.
Per quanto riguarda la neve, sembra fine marzo, l'ultima nevicata è come non fosse avvenuta.
Per rendere più sostanziosa la gita sono partito da Bernardi (caldo già da subito), percorso la strada fino a Durandini (arrivato marcio grondante), dove ho calzato le ciaspole. Lungo la stradina ci sono 3 cm di neve e tante pietre; sopra, all'inizio della Costa Serviglione, lo strato recente poggia sul vecchio strato portante (parliamo in totale di 20 cm). Seguito fedelmente la dorsale, a tratti un po' ripida e con solo una traccia di discesa. Poi nel tratto mediano prima del Colle Bernardo, il manto diventa finalmente più consono alla stagione. Le tracce esistenti si esauriscono al colle Bernardo, da qui fino alla Punta dal Razil faccio la traccia in 20-30 cm di neve polverosa, a seconda delle zone di accumulo. Raggiunto la Punta dal Razil senza problemi, avevo i ramponi per provare l'Ostanetta, ma appena visto la cresta ed il tipo di neve inconsistente, non ho nemmeno provato a proseguire. Tra l'altro da gps, la Punta dal Razil mi risulta 2385 m, (non 2370 come da cartello) e pari quota con l'Ostanetta, che a occhio sembrerebbe più bassa).
Per la discesa, ho compiuto un anello ritornando al Colle Bernardo, e quindi proseguendo per la dorsale est che dopo una discesa di 200 m, porta alla Punta Selassa, ottimo punto panoramico. Questo tratto con neve molto brutta, a tratti ventata, altri crostosa e altri del tutto sparita. Dalla Selassa, seguendo tracce di predecessori, sono sceso nel vallone sottostante, prestando attenzione a non perdere troppo quota, anzi traversando tutto il versante per andare a trovare il sentiero estivo, che mi riconduce alla stradina dell'andata, e quindi a Durandini. Da qui per non ripercorrere la strada asfaltata, ho cinghialato a caso tra prati e fasce boscose, spuntando a 30 metri da Bernardi.

Data: 22/12/2013
Quota max: 2385
Partenza da: Bernardi (Ostana)
Quota partenza: 1404
Dislivello: 1010
Zona: Valle Po
Difficoltà: MR

23 Immagine(i), Inserita il 03/01/2014

Il Tourn - 15 dicembre 2013



Approfittando della penuria di neve, oggi mi concedo uno 'stacco' dalla stagione delle ciaspole. Itinerario molto selvaggio, dai sapori antichi su sentieri una volta battuti ora in disuso o quasi.
Partito da Chiampernotto, subito sopra le case, il sentiero 240 inizia e rende subito per la notevole pendenza. Temperatura quasi primaverile già da subito, il percorso boscoso porta a tratti a doversi destreggiare tra le foglie, ma resta ben percorribile; in circa un'ora arrivo tranquillamente a Monaviel, antico borgo di minatori ora in stato di abbandono; merita una sosta alla chiesetta, e un'altra al promontorio erboso poco a monte: che panorama! Proseguito quindi sul sentiero ottimamente segnato fino al ruscello, da qui in avanti incontro un po' di ghiaccio e poi neve, ma si sale e scende senza problemi. Invece qualche problema in più lo presentano alcuni alberi piegati ad arco sul sentiero (probabilmente dalla nevicata precoce di ottobre). Arrivato al colletto con l'Alpe Tourn, le tracce terminavano qui, proseguito fino alla cima, 20-30 cm di neve che nasconde solo in parte il fondo di massi e cespugli, da percorrere con attenzione per evitare di farsi male. Dalla cima bel panorama e temperatura quasi primaverile.
Per la discesa sarebbe stato interessante proseguire verso Ala di Stura, ma non avendo voglia poi di ritornare a Chiampernotto lungo la strada pronviciale, sono rientrato sui miei passi. Tanto per cambiare, non ho incontrato nessuno, ma visto un gipeto sopra la testa. Classica escursione Valli di Lanzo Style.

Data: 15/12/2013
Quota max: 1675
Partenza da: Chiampernotto (Ceres)
Quota partenza: 830
Dislivello: 845
Zona: Val d'Ala
Difficoltà: E

25 Immagine(i), Inserita il 17/12/2013

Bocon Damon o Punta Giasset - 8 dicembre 2013



Bella gita di stampo invernale, ma ben esposta al sole quindi gradevole. Partito dal parcheggio dove la strada viene tenuta pulita a Remoran (Champorcher), con i primi raggi del sole che illuminavano la vallata. Aria fastidiosa per mezz'ora poi assenza di vento. Salito dal sentiero per il Lago Muffè, Cima Piana ecc, e al bivio sotto il lago ho proseguito su ottima traccia a sinistra, passando al colletto del Mont Ros. Qui perdita di dislivello e attraversamento del pianoro superando l'Alpe Raty, e ancora con saliscendi sono arrivato al Lago Raty, dove una provvidenziale guardiaparco del Monte Avic mi ha illuminato sul percorso di salita da lì in avanti (avevo qualche perplessità sull'attacco del vallone). In effetti proprio in corrispondenza del lago si apre un pendio-valloncello che conduce al vallone di salita vero e proprio, proveniente da Dondena (vallone Giasset). La cima ben visibile al termine, ho proseguito con percorso a piacere, inizialmente mantenendomi sulla dorsale di destra, ma al primo pianoro causa mancanza di neve mi sono riportato al centro del vallone, che ho quindi risalito seguendo una traccia di sci probabilmente di ieri. Ultimi 300 m abbastanza faticosi, caldo incredibile e neve crostosa ma non trasformata, quindi cedevole. Anche qui il vento ha lavorato molto, rendendo la neve molto variabile, creando sastrugi e pelando molti tratti in cresta, ma escludo pericoli vari e presenza di lastroni (oltretutto la pendenza non è mai eccessiva). Arrivato al colle giusto un po' d'aria fredda per ricordare che non siamo ancora a marzo, e quindi ultima rampa fino alla panoramicissima cima.
In discesa sono ritornato sui miei passi fino al lago Raty, neve non piacevole perchè cambia ad ogni passo, e poi seguendo la traccia ben evidente ho proseguito nel vallone di Raty, con il sentiero in molti punti al limite estremo dell'innevamento, sono riuscito a non togliere le ciaspole solo per ostinazione e con acrobazie varie. Strada di Dondena invece ben battuta.
La gita è molto consigliabile per le ciaspole, a torto viene poco battuta rispetto ad altre nelle vicinanze più gettonate. Stranamente (eufemismo) anche oggi ho scelto una meta senza che vedessi anima viva nel circondario. In compenso camosci a centinaia.

Data: 8/12/2013
Quota max: 2790
Partenza da: Mont Blanc - Remoran
Quota partenza: 1680
Dislivello: 1110
Zona: Valle di Champorcher
Difficoltà: MR+

40 Immagine(i), Inserita il 13/12/2013

Cima Cialancia - 1 dicembre 2013



Gita ideale per il periodo, anche in considerazione dell'ultima nevicata piuttosto rilevante in queste zone. Partiamo da Tetto Blua di Desertetto alle 9.30 proprio con il sole che ci raggiunge, e ci farà compagnia tutta la giornata. Temperatura frizzante ma con il sole caldo è subito un'altra cosa. Alla partenza 20-30 cm di neve fresca, con strada battuta fino poco oltre Tetti Frè, poi buona pista di alcuni ciaspolatori che ci hanno preceduti, ricalcando il sentiero estivo. Meraviglioso l'ambiente nella conca sopra il limitare del bosco. Salendo anche il manto nevoso aumenta, quantificabile in circa 50 cm di neve recente, impossibile quindi uscire dalla traccia. Raggiunto il colle Arpione, facile cresta nevosa, oggi molto estetica e sinuosa grazie alla neve fresca. Arriviamo in cima tra i primi (salvo i tracciatori ormai in discesa) e poco dopo arriva il mondo, altri con racchette e alcuni scialpinisti.
Rapporto panorama/altitudine davvero eccezionale, per essere una cima relativamente bassa si vede davvero tutto! Discesa molto piacevole, anche se fuori traccia la quantità di neve non permette grandi manovre, salvo nei pendii un po' più ripidi. Al ritorno la pista che prima si presentava come una stretta trincea, è diventata autostradale.
Facile, non lunga, soleggiata, panoramica, insomma consigliabile.
Oggi folto gruppetto, Mary, Laura, Maury, Stelvio, Luciano.

Data: 1/12/2013
Quota max: 1885
Partenza da: San Bernardo di Desertetto
Quota partenza: 1080
Dislivello: 805
Zona: Valle Gesso
Difficoltà: MR

28 Immagine(i), Inserita il 10/12/2013

Rocca della Gran Tempesta - 16 agosto 2013



Percorso da amatori, fuori sentiero senza traccia per 800 m di dislivello, a tratti faticoso in ambiente selvaggio e scarsamente frequentato.
Partito dalle Grange della Valle Stretta, buon riscaldamento fino a Pian della Fonderia seguendo la stradina, poi finalmente si inizia a salire. Superata la Maison des Chamois, lascio la tanta gente in salita al Thabor per proseguire a sinistra verso il Lago Lavoir. Qui ancora qualche umano, poi più nessuno. Salgo il pendio a destra del lago, seguendo il corso dell'immissario più ad ovest, finchè dopo un altopiano mi appaiono davanti i meravigliosi laghi della Tempesta, che meriterebbero una maggior conoscenza. A sinistra dei laghi evidente il canalone di pietre da salire, con la cima proprio in alto, ma raggiungera sarà laborioso. Superata la parte bassa della pietraia (numerosi residui di ordigni), la salita si fa più ripida ma non difficile tra sfasciumi ed erbetta, finchè non si apre un nuovo pendio-canalone a destra. Cercando il percorso migliore salgo alla bene meglio la pietraia, ora di massi via via più grossi, alternati a brevi tratti più scistosi e instabili. Si intervallano un paio di dossi separati da altrettanti ripiani, alcuni nevai residui, comunque evitabili, danno un po' di aiuto. Raggiungo quindi la base del pendio che precede il colle della Tempesta, qui un ultimo nevaio ma anche questo evitabile salendo per il terriccio. Dal colle seguo la traccia di sinistra, mi tengo però troppo alto passando vicino al cucuzzolo contrassegnato da un ometto, dopo il quale il terreno si fa più impegnativo, perciò scendo di 30 m sul lato francese e recupero la traccia più marcata.
Con qualche saliscendi aggiro gli ostacoli più marcati, la cima sembra vicina ma il percorso talvolta è un po' laborioso (al ritorno è più facile scegliere la traccia più redditizia). Raggiunta la base del tratto finale, il sentierino porta in cima senza più difficoltà.
Discesa dal percorso di salita, anche se probabilmente si potrebbe scendere da un canalone piuttosto ripido appena sotto la cima, evitando di tornare al colle della Tempesta, ma da solo non mi sono fidato. Così come probabilmente è possibile continuare la traversata verso la Rocca della Piccola Tempesta.
Nessuno in giro, solo qualche camoscio forse stupito dal vedere esseri umani in zona. Giornata inizialmente buona, poi qualche nuvola un po' minacciosa che poi ha nuovamente lasciato spazio al sole ed a una bella giornata. Consigliata solo a chi proprio ci tiene, o a chi voglia far risuolare gli scarponi. A inizio stagione con qualche nevaio in più sarebbe forse più agevole.

Data: 16/08/2013
Quota max: 3003
Partenza da: Grange di Valle Stretta
Quota partenza: 1750
Dislivello: 1300
Zona: Valle di Susa, Valle Stretta
Difficoltà: EE/F

28 Immagine(i), Inserita il 02/12/2013

Grand Pays - 17 novembre 2013



Oggi spettacolo puro! Partenza dopo Clemensod, da un bivio con una stradina con indicazioni varie tra cui Alpe Fontin, così si è forse allungato un po', essendo la strada a mezza costa e in scarsa pendenza, ma almeno si sono evitate le classiche ravanate nel bosco. Un dito di neve sulla strada poderale, e salita sotto la coltre di nuvole fino all'Alpe Fontin, dopo la quale sbuchiamo al di sopra di un mare di nuvole che oggi ricopre l'intera valle d'Aosta (forse così spettacolare mai visto prima). Dopo essere saliti per prati pressochè spogli o con solo chiazze di neve, incontriamo neve un po' più seria su una pista forestale che ci porta al pendio sotto l'Alpe Collet, che raggiungiamo ancora senza ciaspole ma battendo traccia in 15 cm di neve. Oltre sono necessarie le ciaspole, la neve aumenta fino a 30-40 cm nel vallone, sinuoso e molto bello; lo risaliamo per i dossi di destra, giungendo al bel pianoro sotto il Col Collet (che con molta neve diventa un bell'imbuto pericoloso). Il pendio per il colle è abbastanza ripido, oggi poca neve alternata a zolle d'erba, riusciamo comunque a salire con le ciaspole sfruttando le lingue nevose; giunti al colle si apre il panorama anche sull'alta valle, anche qui spettacolo incredibile. Gli ultimi 150 m lungo la dorsale sono praticamente senza neve, ma sforzandoci siamo arrivati sotto le roccette ciaspole ai piedi. Sole caldo e assenza di vento, meglio di così!
Discesa, per il versante di salita, neve ottima nel vallone fino ai ruderi di Collet non si toccano pietre (c'è già un discreto fondo), sotto si scende con le ciaspole però le pietre sono in agguato. Arriviamo all'Alpe Fontin con la nebbia che imperterrita ci ha attesi, e quindi seguendo la stradina, tutto sommato piacevole, rientriamo all'auto.
Oggi in compagnia di Mary e Stelvio, nessun altro umano avvistato. Fatto tutta la traccia, discreto mazzo! Buona la prima racchettata della stagione!

Data: 17/11/2013
Quota max: 2724
Partenza da: Clemensod - Lignan
Quota partenza: 1615
Dislivello: 1109
Zona: Valle di Saint Barthelemy
Difficoltà: BR

40 Immagine(i), Inserita il 25/11/2013

Punta Raccias - 3 novembre 2013



Tentato la sorte, confidando che in questo vallone laterale si sentisse un po' meno il vento forte previsto per oggi... Invece raffiche così forti le ricorderò a lungo. La gita diventa praticamente pomeridiana, poichè arrivato a Porte alle 10.30 (partito tardi apposta per aspettare il miglioramento meteo previsto a metà mattinata), ho atteso un'ora che smettesse di piovere, e così è stato, ma il vento si è subito alzato. Sono salito dal vallone di Culmian, un po' seguendo il sentiero per la località Fracho, un po' tagliando senza percorso obbligato alla mia maniera. Raggiunte le baite Troncea, ho lasciato il percorso segnato per proseguire a vista per ripidi prati, con vaghe tracce di bestiame. Fino a che sono rimasto tra i larici il vento è rimasto contenuto, poi dopo via via più forte,; successivamente ho deviato a destra per raggiungere la dorsale sud proveniente dalla cima, dove le folate mi hanno sballottato continuamente a terra. Per fortuna scollinando la dorsale tenendomi basso sul versante opposto, sotto vento, c'era calma assoluta. Arrivato in cima con raffiche un po' meno forti che sotto, che mi hanno permesso di ammirare un po' di panorama e scattare qualche foto. In compenso i panorami e i colori davvero suggestivi, in condizioni più godibili è una meta da non scartare, breve e adatta alla stagione. In discesa tirato giù dritto per dritto, fino al limitare del bosco con vento fortissimo tale da avere difficoltà a scendere. Sono sceso al pianoro con fontana prima di La Fracho, in teoria qui un sentiero dovrebbe proseguire portando direttamente a Porte, ma dopo averne seguito un pezzo avendo timore di finire nella boschina, ho intercettato la strada e mi sono ricongiunto a Troncea con il percorso di salita; Da qui velocemente nel bosco con turbinio di foglie sono rientrato a Porte.
Nemmeno a dirlo nessuno in giro, nè umani nè animali.

Data: 3/11/2013
Quota max: 2205
Partenza da: Porte
Quota partenza: 1386
Dislivello: 819
Zona: Val Germanasca, Vallone di Massello
Difficoltà: E

26 Immagine(i), Inserita il 14/11/2013

Marguareis & Cima di Gaina - 7 novembre 2013



Giornata di ferie ben spesa, con il socio Marco, al quale la parola Marguareis (seppure non dal canale) ha subito fatto presa. Partiti da Carnino risalendo il bel vallone alle spalle del borgo, toccando Pian Ciucchea e poi la suggestiva (anche se secca) la Gola della Chiusetta. Fino a qui bel sentiero, poi noi abbiamo deciso di abbandonarlo per evitare il giro più lungo dal Rifugio Don Barbera, e abbiamo invece cercato una scorciatoia a destra per il Passo di Gaina. Vvaghe tracce ma più che altro la direzione nord-ovest ci hanno guidato, per lunghi tratto senza sentiero e su pendii abbastanza sostenuti, fino a sbucare su un colletto dove abbiamo incontrato una traccia di vernice rossa un po' sbiadita, che ci ha portato al Passo di Gaina passando sotto all'omonima cima. Dal colle breve deviazione obbligatoria a sinistra per raggiungere la Cima della Gaina, non tanto interessante in sè (fa comunque numero) quanto per la bella vista sull'enorme mole del Marguareis. Ritornati al colle, riprendiamo la salita per la cima, noi abbiamo scelto la via che percorre la dorsale, un po' più ripida ma niente di particolare, c'è giusto una ventina di metri poco dopo l'inizio che necessita l'uso delle mani, per il resto è una semplice camminata su sentiero. Dopo 3h 30' raggiungiamo finalmente la grossa croce in cima, la regina delle Alpi Liguri! Panorama eccezionale su tutto l'arco alpino, ben evidente la Corsica.
Per la discesa l'idea iniziale era di compiere l'anello proseguendo per il Colle del Pas e il Passo delle Maestrelle, ma siamo stati 'obbligati' a ritornare al Colle della Gaina per recuperare la macchina fotografica abbandonata dal socio. Siamo comunque scesi dalla via normale del vallone, ambiente sempre molto affascinante, e tornati al colle abbiamo seguito le nostre tracce dell'andata.
Giornata straordinariamente calda e limpida, senza vento (tranne la normale aria in cima). Stranamente nessun altro essere umano da queste parti, solo tantissimi camosci.

Data: 7/11/2013
Quota max: 2651
Partenza da: Carnino Superiore
Quota partenza: 1397
Dislivello: 1300
Zona: Valle Tanaro
Difficoltà: EE

41 Immagine(i), Inserita il 13/11/2013

Bric Rosso o Monte Politri & Fea Nera - 1 novembre 2013



Un viaggio, wilderness totale in ambiente selvaggio e affascinante, con lati molto dolci come il bellissimo sentiero per il colle del Pis, e altri aspri come gli sterminati pendii di erba e sfasciumi.
Con ordine, partito poco prima delle 8 da Massello, giusto in tempo per avere i primi raggi di sole, temperatura ottimale, tiepida. Il vallone del Pis è bellissimo, ora in veste autunnale, mai noioso e a ogni passo cambia aspetto e ambiente. Di buon passo ma senza strafare risalgo il vallone fino di fronte alla cascata del Pis, l'acqua non manca (in primavera deve avere una portata notevole), quindi lunga serie di serpentine per risalire il pendio che sorregge le Alpi Lauson (un po' nascoste in basso). Ero un po' indeciso se percorrere la via normale passando nei pressi del Colle Albergian, o avventurarmi per la salita del versante sud, allora mi son detto 'se trovi chiari segnali del punto di attacco salgo, altrimenti proseguo sul sentiero'. Naturalmente segnali non ne ho trovati, ma 5 minuti dopo arrancavo già su ripidissime chine erbose, alternate a bancate di lastroni di roccia. Mi sono tenuto forse troppo a sinistra, ho attaccato il pendio nei pressi del secondo canalino torrentizio che si incontra, ma non so se sia il posto corretto dal quale passare. In ogni caso la salita non comporta problemi (con visibilità ottimale), non ci sono passaggi obbligati o da evitare, ma è consigliabile se si vuol passare da qui, guardare bene possibili percorsi quando si risale il vallone del Pis. Io così ho fatto, e mal che vada mi sarei spostato progressivamente a sinistra per la Fea Nera, dove avevo individuato un pendio senza ostacoli. Salito un po' vagando, scegliendo i percorsi più logici non ci sono mai stati problemi, se non appunto un po' di fatica per la ripidezza, mentre la serie di terrazzi di roccia-erba-terriccio hanno dato una mano. Raggiunta una specie di cresta mi sono prima spostato a sinistra per evitare che gli stambecchi sovrastanti mi tirassero pietre, poi a destra per aggirarla, finendo nei pressi di un canalone che scende dalla cima. Qui il terreno è migliorato, un po' meno pendenza e più terrazzamenti. Poi quella che mi sembrava una paretina rocciosa, aggiratola diventa il terrazzo che sorregge l'enorme pendio detritico superiore, che da sotto non si vede (questa è la vera incognita di questo percorso, il cambio di pendenza non consente di capire se si è sul giusto o se ci si infogna). Tutti i miei dubbi sulla correttezza del percorso svaniscono, forse non ho seguito il tracciato migliore, ma in ogni caso superata l'ultima rampa di fine e molle detrito, sono in cresta, molto spostato verso la Fea Nera; ora non ci sono più ostacoli, e dopo una tranquilla camminata sui detriti della cresta raggiungo la cima del Bric Rosso (3h 30' da Balsiglia). Spuntino, foto e riprendo la cresta a ritroso, direzione Fea Nera. Cresta lunga e panoramica, senza ostacoli particolari, in circa 30' con una breve ma ripida risalita, sono sulla Fea Nera. Il tiepido sole a tratti velato fa piacere, mentre le nuvole dal fondovalle iniziano a risalire.
Per la discesa avevo una mezza intenzione di passare nei pressi del Colle Albergian e poi tagliare per il ricovero Moremout, poi però mi sono lasciato attrarre dal pendio sud che scende direttamente dalla vetta, pensando di abbreviare di parecchio il percorso. Ed in effetti così è stato, lunga discesa per 600 m di dislivello con percorso a piacere, fino a che il pendio si interrompe bruscamente su un salto; visto successivamente, avrei trovato un passaggio all'estrema sinistra per pendio erboso, io invece per evitare il problema, sono risalito di una trentina di metri a destra, e ho individuato un canalino di erba e detriti che mi ha condotto direttamente al sentiero, nei pressi di una palina indicatrice. Da qui il lungo ma piacevole rientro, finalmente su sentiero!
Non ho visto assolutamente nessuno nè sul percorso, nè sulle cime circostanti... peccato perchè in questa stagione la montagna regala colori e scorci meravigliosi! In compenso tanti tanti animali, enormi branchi di camosci, stambecchi e anche mufloni, tutti insieme appassionatamente, visto anche una lepre variabile bianca. Zero neve sul percorso, in zona sui versanti nord c'è una spolverata da 2700 m in su, ancora di poco conto. Gran bella gita, non consiglierei di salire dal pendio diretto, anche se a me è piaciuto molto!

Data: 1/11/2013
Quota max: 3026
Partenza da: Balsiglia
Quota partenza: 1370
Dislivello: 1700 totali
Zona: Val Germanasca, Valle di Massello, Vallone del Pis
Difficoltà: EE

37 Immagine(i), Inserita il 11/11/2013

Cima e Balcone di Marta (MTB) - 26 ottobre 2013



Prima uscita test della con la nuova bike (27.5') , subito battezzata con un giro spettacolare, che in questa stagione credo regali il meglio di sè. Sono partito da Saint Dalmas de Tende (solo perchè ho trovato subito posteggio), breve e dolce salita fino a la Brigue, dove proseguendo su altrettanto dolce asfalto ho raggiunto la bella chiesetta Nostre Dame de Fontaines. Qui inizia la bella sterrata per il Col Linaire, ora quasi completamente in ombra, ma con le temperature odierne ha dato fastidio. Le pendenze sono sempre dolci in un bel bosco con colori spettacolari. Dopo un bivio con una strada sbarrata invece la pendenza aumenta, ma si sale comunque bene sino al Col Linaire; Proseguito quindi per 4 km fino alla Bassa di Sanson, strappi abbastanza impegnativi alternati ad altri più rilassanti. Fontana poco prima della bassa funzionante. Raggiunta la Bassa di Sanson il panorama si apre sul versante ligure, stupendo mare di nubi sulla costa mentre la Corsica era ben visibile. Proseguito a destra, strada bella con pendenze regolari mai eccessive, fino ai casermoni sotto la Cima di Marta. Con percorso altamente panoramico ho prima toccato la cima del Balcone di Marta (quando si arriva si capisce perchè lo chiamano balcone!), l'ultimo tratto di sterrata è un po' più duro e con fondo irregolare, ma si tratta di rampe brevi. Ritornato quasi ai casermoni, ho poi proseguito verso la cima di Marta, seguendo una stradina ormai inerbita che si arrampica sul versante nord-est della montagna; ormai questa strada è molto ridotta a tratti sembra un single track nell'erba, ma resta perfettamente ciclabile anche se qualche albero piegato ogni tanto costringe a mettere il piede a terra. Si arriva in cima in sella.
Discesa effettuata per il percorso di salita.
Perfetta giornata autunnale con temperature da fine settembre, solo un po' di brezza fresca in cima. Colori autunnali nel pieno delle tonalità. Cacciatori a parte, pochissima gente in giro. Come sempre in questo periodo la Valle Roya non tradisce mai.

Data: 26/10/2013
Quota max: 2135
Partenza da: Saint Dalmas de Tende
Quota partenza: 696
Dislivello: 1600 totali
Zona: Valle Roya
Difficoltà: BC

33 Immagine(i), Inserita il 05/11/2013

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