Colle di San Pantaleon, Torgnon, Monte Chatelard (MTB) - 16 maggio w015
Come da previsioni, giornata spettacolare già al mattino, con alcune foschie in dissolvimento; inizialmente frizzante poi via via più calda. Essendoci moltissime varianti di salita, io ho percorso questo itinerario: Chambave, Marseiller, Verrayes, qui mi sono portato sul versante di Saint Denis a Oillan, Semon, poi deviazione a Lavasè per poi continuare sul sentiero per la Cappella di Saint Evence, pedalando finchè ho potuto. Abbandonato la bici sono salito a piedi sul meraviglioso punto panoramico dove è posta la cappella. Ritornato sui miei passi, riprendo la salita al Colle di San Pantaleone, Lozon, e quindi finalmente il colle. Ho tralasciato il Col des Bornes (pensavo di passarci al ritorno), per scendere a Torgnon fino al capoluogo, qui risalito alla frazione Chatelard, dove poi una sterrata mi ha portato sotto il Mont Chatelard (tutto sto casino per l'obiettivo di giornata che era questo). Ultimi 50 m a piedi su sentierino fino a salire in cima allo sperone roccioso, gran veduta sul Cervino e su tutta la vallata. Sceso a Torgnon, sono risalito fino Plan Prorion (area picnic), e quindi per la sterrata che parte da qui ho raggiunto il Col des Bornes. Picchiata su Chambave, dove per arrotondare un po' ho proseguito per Septumian e Fenis, e poi tramite la pista ciclo-pedonale della Dora Baltea sono arrivato a Nus, per rientrare su statale a Chambave. Dislivello salita 2300 m per 80 km.
Data: 16-05-2015 Quota max: 1844 Partenza da: Chambave Quota partenza: 488 Dislivello: 2300 totali Zona: Valtournenche Difficoltà: MC/MC
13 Immagine(i), Inserita il 16/06/2015
Pian dei Cannoni, Lago delle Rovine, Trinità di Entracque (MTB) - 09 maggio 2015
partito da Valdieri e ho raggiunto la Diga della Piastra, e poi proseguito fino a San Giacomo per la strada asfaltata quasi deserta. Lo sterrato inizia subito molto bello nel bosco, ed il fondo è ottimo e scorrevole appunto fino al Pian dei Cannoni. Dopo si pedala ancora qualche centinaio di metri, poi sembra di trovarsi sul greto di un torrente, troppi sassi che rendono fastidioso il procedere. Ho percorso un tratto a piedi fino al cono di una valanga, qui mi sono fermato dopo aver chiesto ad un ragazzo a piedi se dopo la strada migliorava: negativo. Con un fondo del genere sarebbe stato portarla a fianco per altri 300 m di dislivello, perciò ho lasciato stare. Non so se nel periodo estivo venga un po' ripulita dai sassi, ma così non ha proprio senso. Per contro l'ambiente che non conoscevo è davvero affascinante. Discesa fino a San Giacomo, dove degli stambecchi erano scesi fino al paese, e poi giù a Entracque fino alla Diga della Pisstra, dove ho imboccato la salita per il Lago delle Rovine. Di ritorno dal vallone che porta al Rifugio Soria Ellena, alla Diga della Piastra ho imboccato la salita per il Lago delle Rovine, salita inizialmente dolce poi si fa sentire, sempre piuttosto regolare tra il 9%-10% ma con il tratto più duro con punte del 12%; il tutto reso più faticoso dal gran sole caldo. Traffico pressochè nullo, solo alcune auto alla diga, dove in compenso circa 30 stambecchi in cerca di salnitro pascolavano tranquillamente a due metri dai turisti. Ridisceso a Entracque, sono poi salito fino alla frazione Trinità, quindi tornato a Valdieri ho ancora raggiunto Roaschia
Data: 09-05-2015 Quota max: 1600 Partenza da: Valdieri Quota partenza: 774 Dislivello: 1900 totali Zona: Valle Gesso Difficoltà: MC
20 Immagine(i), Inserita il 14/06/2015
Becca d'Aver & Cima Longhede - 17 maggio 2015
Partenza da Cherrere 1339 m, poco sotto Grand Villa. Da qui non avendo individuato chiaramente il sentiero (ma avendo la traccia gps) ho tirato dritto per pratoni con stupende fioriture, fino al limite del bosco, dove ho individuato una traccia molto ripida che lo attraversa, anche se più correttamente sarebbe stato aggirarlo a sinistra. In ogni caso sono sbucato in una nuova conca prativa sotto l'Alpe Fontane, che ho raggiunto e finalmente ho visto i segni sbiaditi del sentiero n.2. Da qui in avanti per un lungo tratto si sale ripidamente nel fresco bosco, senza una curva. All'uscita dal bosco un altro tratto più ripido permette di salire ad una bella conca posta sotto la cima della Becca d'Aver, dove si incontra il sentiero dal Col des Bornes. La salita prosegue sempre sostenuta a serpentine sul pendio, e poi compie un traverso per portarsi sotto la verticale della cima; raggiunta la cappelletta vicina agli alpeggi, ho deciso di andare prima alla Cima Longhede, traversando sulla traccia dei paravalanghe, pressochè pianeggiante e molto comoda. Si trova qualche lingua di neve poco prima della Cima Longhede, ma è facilmente aggirabile. Dalla cima gran veduta sulla vallata centrale. Per andare alla Becca d'Aver mi sono mantenuto invece sul sentiero di cresta, lunga e panoramica fino alla seconda cima di giornata, la quale offre invece una gran vista su Cervino e Monte Rosa. Discesa piuttosto rapida per via della ripidezza del sentiero, ho effettuato la deviazione a Champlong (attualmente il lago non c'è!) e poi per stradina di nuovo a Grand Villa. La giornata spettacolare e calda ha attirato parecchi escursionisti su queste cime,
Data: 17/05/2015 Quota max: 2469 Partenza da: Cherrere Quota partenza: 1339 Dislivello: 1200 Zona: Valle d'Aosta Difficoltà: E
35 Immagine(i), Inserita il 28/05/2015
Monte Pietralunga - 10 maggio 2015
Ho percorso questo itinerario ormai estivo compiendo un anello, con salita dal versante del Colle del Bondormir, e discesa dalla Punta della Battagliola. Il vallone del Bondormir è molto selvaggio e interessante, il sentiero inizia dalla frazione Celle di Bellino, ed è attualmente ben evidente grazie all'erba bassa, più avanti pur non difficile da seguire, risulterà più nascosto. La salita non molla mai, a tratti piuttosto ripida e redditizia. Ci sono baite sparpagliate in luoghi davvero ameni, suggestivo. 100 m sotto il Colle del Bondormir si trovano alcune lingue di neve, ma se si è bravi ad aggirarle non si pesta nemmeno un metro, altrimenti comunque non ci sono problemi negli attraversamenti. C'è anche una scorciatoia che eviterebbe di passare nei pressi del colle, ma attualmente attraversa 4 canalini nevosi, meglio evitare. Dal colle percorso il comodo sentiero sotto-cresta, rilassante e panoramico fino alla cima (lunghissima sosta, cielo terso e gran caldo). In discesa ho voluto ficcare il naso, non avendo preventivato l'anello, all'imbocco del canalino attrezzato con le corde fisse che scende sul Passo del Ciat e quindi verso il Colle della Battagliola. Niente di difficile ma tutto sommato dovendo disarrampicare la corda non fa schifo, considerando che il sentierino è ricoperto da detriti mobili. Sicuramente è peggio da scendere che da salire, ma basta un minimo di attenzione. Il passaggio più delicato è proprio alla fine (nel senso di discesa), dove si deve fare un traverso aereo, tra l'altro proprio qui la corda è mollissima quindi non proprio simpatico. Superato l'ostacolo veloce discesa alla Cima della Battagliola, e poi per evitare il lungo trasferimento che la stradina costringe a fare, ho tirato giù dritto per pratoni (grazie all'erba ancora bassa) puntando ad una baita, poi ancora una bella scorciatoia fino a ritrovare la strada sterrata, che ho seguito fino a Bals. L'unico aspetto negativo sono stati i 2 km di strada che ho dovuto percorrere per rientrare a Celle di Bellino, dove avevo lasciato l'auto. Percorso che in questa stagione estiva precoce ha un suo perchè, belle fioriture nella parte bassa del percorso, mentre in alto ci vorrà ancora un paio di settimane. Consigliabile o adesso o in tardo autunno. Numerosi camosci ovunque, mentre umani solo una coppia che si è fermata all'ultima baita, poi nessuno. Per un principiante la discesa dal canale attrezzato potrebbe creare qualche difficoltà (eventualmente imbrago e un moschettone per assicurarsi alla corda).
Data: 10-05-2015 Quota max: 2731 Partenza da: Bellino Quota partenza: 1582 Dislivello: 1200 Zona: Val Varaita Difficoltà: EE/F
35 Immagine(i), Inserita il 20/05/2015
Pointe des Sanges Longues - 13 maggio 2015
ono venuto per recuperare un debito di due anni fa con questa cima, ma l'ideale sarebbe stato un mese fa, ormai è fuori tempo massimo. Attualmente si parte dalla Bergerie de Tioures, essendo già transitabile la strada per il Colle dell'Agnello. Qui l'inverno a tutte le esposizioni sembra un ricordo lontano. Dopo la passerella sul torrente, ho individuato la traccia di sentiero che ripida ma comoda permette di risalire il canalone sul versante destro; qualche lingua di neve da attraversare (molle come non mai) e si arriva al primo pianoro oggi stile acquitrino all'ingresso del Vallon de Clausis. Ancora 100 m con ciaspole in spalla, e poi finalmente a 2500 l'innevamento diventa continuo, ma rigelo inesistente e neve tra le più brutte mai calpestate. Pensavo di fare una gita corta, ma con questa neve sfondosa fino al suolo è stata una gran fatica arrivare sotto le Rouchon, dove per fortuna nel tratto un po' più ripido, ho trovato l'unica oasi di neve compatta; ma appena giunto nel vallone superiore, punto e a capo. Così ho raggiunto appena possibile la cresta, inizialmente spoglia, fino al tratto finale in cui ho dovuto rimettere le ciaspole, e anche a 3000 m neve mollissima, con l'insidia di finire in un buco tra le rocce ad ogni passo. Cima finalmente raggiunta, cielo velato ma caldo. Ho accantonato ogni idea di percorrere anelli (quello per il Col Chamoussiere) anche considerando che nel versante di Chamoussiere ci sono solo fiori e non neve. Ritorno quindi dalla via di salita, con sprofondamenti continui, ma sono riuscito a portare a casa le gambe.
Data: 13/05/2015 Quota max: 3032 Partenza da: Bergerie de Tioures Quota partenza: 2160 Dislivello: 872 Zona: Queyras Difficoltà: BR
23 Immagine(i), Inserita il 19/05/2015
Pic Ombiere & Pointe Demi - 12 aprile 2015
Racchette ai piedi dal primo metro, stradina che conduce al Refuge du Chardonnet ben battuta anche dal gatto. Ottimo rigelo notturno, che però viene quasi subito vanificato dall'arrivo del sole (alle 7.30 quasi tutto l'itinerario è già assolato!). Non conoscendo il posto ho fatto alcune scorciatoie alla strada che era meglio evitare. Dal pianoro sotto il rifugio si apre il vallone in tutta la sua bellezza, con la meta in fondo. Gran caldo e di conseguenza molta fatica nel salire, ho optato per la traccia che sale sulla destra del vallone, portandomi sotto al pendio della Pointe du Demi. Considerata l'ora abbastanza mattiniera, ho deciso che la gita che volevo fare tranquilla e non troppo lunga, subirà una variante: così inizio a salire il costone della Pointe du Demi, per metà con le racchette ai piedi, fino ad piccolo ripiano prima dell'inizio del ripido pendio che conduce alla dorsale. Qui metto i ramponi e proseguo la salita per la massima pendenza, tutto sommato anche la piccozza non è di troppo. Neve ben trasformata che iniziava a mollare il giusto per la salita. Raggiunta la dorsale, ultimo facile strappo e giungo in cima, molto panoramica. Per non penalizzare troppo la discesa, sosta breve, e sceso al pianoro a 2550 m, tutto coi ramponi, dove dopo aver rimesso le racchette, riprendo la traccia per il Pic Ombiere. A onor del vero, se avessi visto prima il tratto di cresta tra le due cime, sarebbe stato più sensato percorrerlo (breve tratto su roccette all'apparenza non troppo ostiche). Fatto sta che così si sono aggiunti 300 m di dislivello; il versante per il Pic Ombiere è rivolto più verso ovest, per cui la neve ha tenuto molto bene, anche se la salita è stata una sauna. Racchette ai piedi fino agli affioramenti di rocce rotte poco sotto la cima, e poi coi ramponi (neve molto dura). Discesa con un caldo inenarrabile, incredibilmente la neve è rimasta dignitosa, non ci sono stati sprofondamenti degni di nota. Unico tratto faticoso il pianoro prima del rifugio; poi raggiunta la strada nessun problema. Oggi una dozzina di scialpinisti alla Pointe du Demi (alcuni stavano salendo a orari vergognosi), mentre sul Pic Ombiere poco dopo di me sono arrivati altri 5 con le racchette, ma saliti dal versante più a sinistra rispetto alla via classica. Gita molto varia e spettacolare, l'innevamento è ancora abbondante, ma con queste temperature bisogna davvero partire presto.
Data: 12/04/2015 Quota max: 2832 Partenza da: Fontcouverte Quota partenza: 1857 Dislivello: 1300 totali Zona: Val de la Clarée Difficoltà: BR
42 Immagine(i), Inserita il 25/04/2015
Roc du Chardonnet - 15 aprile 2015
Si parte dalle Grange di Valle Stretta, e ormai il sentiero è pulito salvo residui di neve discontinui fino al Pian della Fonderia. Qui ho calzato le racchette più per toglierle dalla schiena che per reale necessità, grazie all'ottimo ed insperato rigelo notturno che ha reso la neve portante. Raggiunta la Maison des Chamois è arrivato anche il sole, e le temperature si sono istantaneamente impennate. Al ponte delle Pianche abbandonato la traccia per il Thabor, e proseguito sul fondo del vallone, ottimo innevamento, non abbondantissimo ma ancora continuo; ho alternato alcuni pendii alle dorsali al centro del vallone, e abbastanza rapidamente sono arrivato al pendio sotto il Col des Muandes, aggirato comodamente a destra e poi di nuovo a sinistra, su neve che iniziava a dare avvisaglie di ammorbidimento (caldo asfissiante e assenza di aria alle 9.30). Dal colle, dove per fortuna tirava un po' di brezza, continuato con facile percorso nella valletta sospesa, e poi in cima (3h dalla partenza), dove poco dopo sono arrivati degli scialp francesi. Per tentare di salvare le gambe da sprofondamenti ho limitato un po' la sosta in vetta, ma ormai dal colle in giù il sole aveva fatto il suo lavoro. Neve marcia ma per fortuna non troppo sfondosa, a patto di scegliere bene i passaggi per evitare le zone con pietre affioranti, dove inevitabilmente si sprofondava. Discesa tutto sommato dignitosa, il tratto più faticoso sia per il caldo che per la neve è stato il piano delle Pianche, da lì in giù la neve si riduce e non ci sono problemi. La gita è davvero bella, da consigliare, ma con le temperature folli di questi giorni e l'innevamento ancora relativamente abbondante, se non si scende presto si rischia una fatica abominevole.
Data: 15/04/2015 Quota max: 2950 Partenza da: Grange di Valle Stretta Quota partenza: 1769 Dislivello: 1181 Zona: Valle Stretta Difficoltà: MR+
40 Immagine(i), Inserita il 19/04/2015
Truc Castelletto - 25 gennaio 2015
Si tratta di uno dei pochi sentieri vicino a casa che ancora non conoscevo... sono partito un po' svogliato, ma a torto! Perchè a mio avviso è un percorso molto più vario e affascinante rispetto ai più inflazionati Musinè, Rocca Sella ecc, e che si svolge sempre su mulattiere e sentieri perfetti. Davvero molto consigliato. Io sono partito direttamente dalla piazza di Condove, e raggiunto piuttosto velocemente Mocchie per il bel sentiero lastricato, dove il vento iniziava a farsi sentire, per fortuna non troppo invadente. Il tratto Mocchie-Bonaudi, boscoso, attualmente è un po' invaso dai tronchi tagliati dai boscaioli e abbandonati proprio sul sentiero... ma si passa lo stesso in qualche modo. Da Bonaudi a Muni è forse il tratto più selvaggio, mentre da Muni si percorre la dolce e panoramica mulattiera fino ad entrare nel bosco. Passanti nel versante nord si incontra un po' di neve, al massimo 10 cm (c'è passata anche una bike!); questo è l'unica parte del percorso che richiede un po' di spostamento e si sale poco. Raggiunte le alpi Castelletto, la traccia diventa ripida e non proprio evidente, ma in pochi minuti si arriva in cima senza problemi (terreno un po' umido a tratti). In discesa volendo velocizzare, sono sceso dal versante sud su Cordole e Garneri, poi ho percorso la strada asfaltata per 3 km, non trovando una traccia di sentiero evidente che mi consentisse un taglio senza finire a ravanare. Giunto a Mocchie, in circa 20' sono rientrato a Condove, concludendo un bel giro, con temperature invernali ma mitigate dal sole, e con il vento che è stato sempre tutto sommato non fastidioso.
Data: 25/01/2015 Quota max: 1576 Partenza da: Condove Quota partenza: 370 Dislivello: 1206 Zona: Valle di Susa Difficoltà: E
25 Immagine(i), Inserita il 22/03/2015
Punta la Piovosa e Bric dell'Oliveto - 11 marzo 2015
Giocato un ottimo jolly di ferie. Sono partito da Torello (anzichè da Tolosano) per aumentare un po' il dislivello, parcheggio deserto e frazione fantasma. Salito per i prati a monte delle case raggiungendo la strada poco prima di Tolosano, dove ho tolto le racchette e proseguito a piedi, dato che nonostante il nullo rigelo della notte il fondo era portante. Meteo come previsto inizialmente grigio e velato, ma molto caldo. Raggiunta la Grangia della Pieccia, ho seguito le tracce esistenti che salivano a monte, pensando di essere nella Comba dell'Oliveto, invece uscito dal bosco mi sono reso conto di essere nella Comba Castellazzo, così poco male, mal che vada raggiungo il Bric dell'Oliveto e poi proseguo per Punta Tempesta. Ho anche fatto un tentativo di traversata a mezza costa per tornare nella Comba dell'Oliveto, ma i pendii sono troppo ripidi (qualcuno noterà delle tracce da ubriaco, sono le mie non seguitele). Nel mentre il sole fa capolino e inizia a scaldare notevolmente. Raggiunta la sella sotto il Bric dell'Oliveto, in pochi minuti supero la ripida rampa per la cima, dalla quale vedo bene di fronte la Punta Piovosa, e qui nasce l'idea di scendere nella comba dell'Oliveto. Ritornato al colletto, valuto per qualche minuto il percorso migliore di discesa, occorre scendere un tratto piuttosto ripido, con neve che sembrava essere stabile ma non si sa mai, così per precauzione ho tolto le racchette per sollecitare meno il pendio, che invece si è dimostrato perfetto, con tratti di farina pressata. Così persi 120 m di dislivello, riprende la salita in direzione dell'obiettivo originale di giornata, ormai a ora discretamente tarda (ma oggi senza rigelo cambiava poco la sostanza). Nessuna traccia, se non alcune di discesa di scialpinisti, e così mi tocca tracciare tutto il pendio, per fortuna la neve molle è solo uno strato superficiale, mentre il fondo dimostra una buona tenuta. Così, con gran caldo, arrivo prima al colletto, e poi finalmente in cima alla Piovosa. In discesa ho invece percorso direttamente la Comba dell'Oliveto, purtroppo un momento di luce piatta non mi ha permesso di scendere per la via migliore e ho allungato un po', comunque con neve divertente e non sfondosa ho raggiunto la Grangia dell'Oliveto; sotto il marciume del bosco era inevitabile, ma per fortuna si incontra la stradina, che poi traversa con alcuni tratti un po' a rischio di distacchi dal bosco sovrastante, meglio non indugiare troppo. Poco oltre mi sono collegato alla strada percorsa al mattino, e quindi ciaspole ai piedi fino a Torello. Insomma una gran bella gita resa particolare da un errore di percorso, se gela nei prossimi giorni le condizioni saranno ancora migliori (anche se non tutto il percorso è ancora trasformato). Oggi davvero solitudine totale, nè uomini nè animali e nemmeno il rumore del vento: un silenzio assordante.
Data: 11/03/2015 Quota max: 2601 Partenza da: Torello Quota partenza: 1400 Dislivello: 1300 Zona: Val Maira, Vallone di Marmora Difficoltà: MR+
31 Immagine(i), Inserita il 17/03/2015
Rocca Ciarva - 8 marzo 2015
La gita di per sè è molto semplice, con una prima parte di spostamento, ma l'ambiente circostante è semplicemente maestoso, non ero mai stato al Pian della Mussa nel periodo invernale, merita davvero. In salita da Balme seguito la pista sulla sinistra orografica del vallone, battuta dal gatto delle nevi, ma con alcune possibili scorciatoie. Grazie al rigelo notturno anche fuori dalla pista del gatto la neve teneva molto bene. Raggiunto il piano è arrivato anche il sole, che a marzo ormai scalda parecchio. Bella passeggiata per i 2 km per arrivare al Rifugio Città di Ciriè, e finalmente si riprende a salire, sotto la parete della Ciamarella. I pendii che dovevano scaricare da queste parti ormai hanno dato, anche se si sono uditi molti tonfi di pietre e pezzi di ghiaccio che si staccavano un po' dappertutto, sempre meglio stare a distanza dovuta. La salita verso il Colle Battaglia molto tracciata, ma con queste temperature (salita in maglietta) la neve molla subito. In ogni caso salita fino al colle senza particolari problemi, se non appunto il caldo infernale; per raggiungere la cima della Rocca Ciarva, dopo aver pranzato nei pressi del colle, ho dovuto fare un paio di tentativi per trovare il passaggio migliore, qui neve più abbondante e ancora cedevole, ci sono molte voragini nascoste tra le rocce. Al terzo tentativo, togliendo le ciaspole, sono riuscito a salire in una zona 'sicura', fino alle roccette sommitali. In discesa neve caraibica, non esageratamente sfondosa ma non piacevole per scivolare, d'altra parte o si scende prestissimo o lo si mette in conto, ma godersi la giornata è la priorità.
Data: 09/03/2015 Quota max: 2364 Partenza da: Balme Quota partenza: 1470 Dislivello: 894 Zona: Valle di Ala di Stura Difficoltà: MR