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Album Foto > Album personali > emilio 420 immagini in 28 albums visti 39946 volte
02 01 2007 Pebrun:la prima notturna.



Avrebbe potuto essere un inizio d'anno formidabile (e qui,l'assonanza fra 'd'anno' e 'danno' è un invito a nozze per Riccardo),
e invece è stato molto di più.
I miei soci di gita Enrico e Riccardo hanno gia scritto e messo le foto,
aggiungo solo le mie foto.
Ciao
Emilio

Data: 02 01 2007
Quota max: 2797
Partenza da: Bersezio
Quota partenza: 1620
Dislivello: complessivo. 1177
Zona: valle stura
Difficoltà: OSA

7 Immagine(i), Inserita il 05/01/2007

30 12 2006 quota 3060m



sicuramente una delle difficoltà di questa gita piena di sorprese è stato dargli un titolo.
In compagnia di Enrico,Giorgio e Gianluca siamo partiti alle 7,30 da Almese alla volta della Pointe d'Etendard,un interessante canale N.E. nel vallone di Fontenil,ma lungo la strada,un po' perchè avevamom dubbi sulla qualità neve,un po' perchè(mea grandissima culpa)io non avevo il casco,abbiamo optato per nua non meglio precisata zona in direzione La Blanche partendo da Ailefroid.
Alle 10,con -7°e tempo splendido sci ai piedi,siamo partiti.
Dopo poco,seguendo una traccia che saliva a sinistra,abbiamo ingaggiato un combattimento contro interminabili cespugli di ontani(che a dispetto del loro nome sono sempre troppo vicini);
poi tutti i tipi di neve ,di rado quella farinosa,più spesso quella farraginosa.
Quando pensavamo di avere individuato la nostra meta(credo il Collet du Rascrouset)scopriamo che l'unica comoda traccia già battuta gira verso destra verso la Pointe de Celse Niere.
Continuiamo a seguirla fino a quota 3150 m circa quando,intorno alle 14,30 ,le
spie della riserva iniziano a lampeggiare.
L'ambiente circostante è veramente di una bellezza sconvolgente.
Stop! si mangia .
Riteniamo di avere già dato abbastanza.
Dopo una mezz'oretta iniziamo la discesa tenendoci quanto più a nord possibile e scopriamo un pendio piuttosto lungo e sostenuto con neve quasi perfetta.
Neanche il tempo di pensarlo.E'NOSTRO! GNAAAAAMMMMMMMM!!!!!
Io e Gianluca guardiamo scendere i nostri compagni e proviamo a copiare la impeccabile tecnica,visto che la nostra ha ancora qualche sbavatua.
La discesa continua a rivelarsi fomidabile fino ai(ahinoi)già citati ontani.
la descrizione finisce qui e,gulliverianamente parlando,le stelle da attribuire sarebbero 4 per la bella sciata e 2 per i combattimenti vari sia in salita che in discesa,quindi complessivamente 3.
Un saluto a tutti
Ciao
Emilio
P.S. probabilmente i miei compagni di gita,come foto, hanno saputo far di meglio

Data: 30 12 2006
Quota max: 3060
Partenza da: Ailefroid
Quota partenza: 1507
Dislivello: 1553
Zona: Pelvoux
Difficoltà: BS

8 Immagine(i), Inserita il 31/12/2006

12 11 06 Traversata della Rocca Bianca



il giro ad anello attorno alla rocca bianca è già stato descritto da Enrico,io aspettavo solo di avere un po' di tempo per mettere giù le mie foto(secondo il sacrosanto principio del 'meglio tardi che mai'.
ciao

Data: 12 Novembre 2006
Quota max: 3064
Partenza da: Chianale
Quota partenza: 1870
Dislivello: 1194
Zona: Valle Varaita
Difficoltà: F

14 Immagine(i), Inserita il 19/11/2006

Pramand/Jafferau. MTB 12 08 2006



Giro panoramicissimo e di gran soddisfazione fatto con il biker Alberto(famigerato 'TALA'),Enrico(ladro di pannolini) e Paolo(non mi fregate piùùùùù!).
partiti da Oulx in direzione est fino a alla deviazione per Deveys,poiovest fino al forte di Pramand (di cui non conoscevo l'esistenza fino all'altro ieri.
Davvero bello!
Poi ancora verso lo Jafferrau attraversando la Galleria dei saraceni(teutonici,italici,palombari,ma dei Saraceni neanche l'ombra).
E poi ancora allo Jafferau,attraversando bufere di neve con venti siberiani(non gli abitanti della Siberia)che soffiavano ad oltre 300 Km/h.
Fortunatamente ho dato retta alla mia Signora(la maiuscola è dovuta)che mi diceva di mettere la maglia di lana.
Ah,se mi avesse detto anche delle calze!
Cmq siamo arrivati anche ai 2801 m dello Jafferau!
Poco più in basso della sommet Paolo ed io siamo tornati dalla strada (scelta più che saggia per dei neofiti quali siamo noi),mentre Tala ed il povero Enrico sono scesi da un impervio sentiero disseminato di resti umani.
Enrico i propri resti è riuscito a trattenerli nel pannolone rubato alla piccola Elisa.
L'accordo,in caso di sopravvivenza,era di trovarsi al forte di...(non ricordo) e di li tornare alla base.
Tutti siamo sopravvissuti e siamo quindi ripartiti per un secondo tratto di discesa su sentiero 'tecnico'( -hi hi hi hi-sogghigna il Tala)
Scelta quanto mai avventata per due neofiti della disciplina quali siamo Paolo ed io.
Siamo comunque arrivati al termine di quella che noi pensavamo essere l'ultima fatica di Ercole alle Grange Suppes.
-di,Emilio,guarda che le fatiche di Ercole erano sette e non sei.
-ah!eE qual'è la settima??
Erano quegli ultimi 100 m di dislivello da risalire fino ad agganciare la strada sterrata che porta a Savoulx!
Finalmente iniziamo l'ultima definitiva discesa in cui scopriamo esistere una giustizia divina:TALA FORA UNA GOMMA!!! peccato una sola.
Dopo otto ore di vagabondaggio per i monti,65 Km e 2000 m di dislivellofacciamo ritorno alla civiltà!
Contiamo i morti: zero
Pfiiiiuu,anche questa è andata.
I feriti nel corpo: uno non grave (io).
I feriti nello spirito:stendiamo un pietoso Tala,anzi no,telo o velo(boh?).
Per quanto mi riguarda questo è quasi tutto (gli insulti e le parolacce ve li risparmio.
Un saluto a tutti e buone vacanze.
Ciao!
Emilio

Data: 12 08 2006
Quota max: 2801 m
Partenza da: Oulx
Quota partenza: 1075 m
Dislivello: 1726
Zona: alta val Susa,Oulx/Bardonecchia
Difficoltà: non so

19 Immagine(i), Inserita il 13/08/2006

29 e 30 luglio 2006; Pelvoux,Pointe Puiseux 3943 m



la descrizione della gita è già stata fatta (con dovizia di particolari )da Enrico;
il reportage fotografico di Andrea è eccezionale;
non mi restava che aggiungere qualche virgola e un "C'ERO ANCH'IO !"
ringrazio i miei tre soci per la piacevole compagnia.
ciao e ...alla prox!
P.S.
Abbiamo finalmente capito(hai noi) qual'è il segreto della proverbiale velocità di Lorenzo.

12 Immagine(i), Inserita il 01/08/2006

23 luglio solitaria in MTB al Gran Serin 2600m(circa)



Ho cercato tutta la settimana scorsa un socio per fare questo giro,ma uno non può,un altro si è fatto male,un altro ancora ,veramente non l'ho neanche cercato tanto è il timore che mi incute (Tala).
comunque,anche se da solo,sono rimasto contento ,non sapevo bene come me la sarei cavata.
la gita somigliava molto a quelle scialpinistiche della zona"mordi e fuggi".
alle 9 ho iniziato a salire e alle 10,30 (+ o - ) sono arrivato in punta.Uno spuntino,
una puntatina all'Assietta,un'altra all colle delleVallette (giusto per vedere la fattibilità in MTB della Ciantiplagna in modo da poterlo dire a Riccardo),e poi giù a rotta di collo.
insomma,alla mezza ero di nuovo al Frais(mi ero dimenticato di dire che di lì ero partito),e all'una eun pò con le gambe sotto il tavolo a casa mia!
Metto qualche foto giuso così,perchè le ho fatte.
comunque fra i vari vai e torna ,1300 m di disl. ci sono tutti!
ciao
Emilio
P.S. per Ricc.non l'ho mica capito se la Ciantiplagna è fattibile,mi sa che ci dovrò tornare.Se ti interessa...

4 Immagine(i), Inserita il 23/07/2006

15 e 16 luglio in famiglia al Rif.Prarayer in Valpelline



Questa gita di 2 giorni in verità si è svolta la scorsa settimana (15 e 16 luglio).
gita di gran relax :
il primo giorno ,partiti nel tardo pomeriggio,dedicato al raggiungimento del rif.Prarayer 4 Km in piano costeggiando il bellissimo lago di smeraldo,e alla consumazione della cena.
il secondo giorno è stato decisamente + impegnativo,almeno per i miei valorosi pargoli,ed abbiamo raggiunto l'attacco del ghiacciaio dello Chateaux de Dame,800 m (+ o -).
la gita è degna di nota anche per il bellissimo ambiente in cui si svolge.

8 Immagine(i), Inserita il 23/07/2006

Giro dell'Adamello 01-02-03 /07/06



1-2-3/07/2006 Giro dell'Adamello

Qualche giorno è ormai passato dal nostro ritorno (del trentino Aldo e di noi,Paolo ed io,torinesi)
Sono successe alcune cose nel frattempo,vedi ad esempio la GRANDE PARTITA nonché VITTORIA dell'Italia con la Germania!!!
Mi viene inevitabile fare l'accostamento con un'altra grande partita,i contendenti erano quasi gli stessi,è più propriamente definita GRANDE GUERRA svoltasi 90 anni prima sui ghiacciai(fra gli altri)dell'Adamello,e durata non 120 minuti ma tre intrminabili anni.
Il nostro tour inizia a malga Bedole 1540 m,ma forse sarebbe più corretto dire che inizia cinque ore prima da Torino per noi.
-dai,Emilio,ci troviamo da te alle cinque.
-mizzica,Paolo,ma sei proprio fissato con le alzatacce!ok per le cinque.
Per Aldo le cose sono andate meglio;lui è praticamente già a casa!
Dopo cinque ore di sentiero,prima dolce e via via più duro fino a diventare duro come la roccia verticale affiancando le spettacolari cascate che partono dal ghiacciaio della Lobbia siamo giunti al rifugio Caduti dell'Adamello a quota 3020 m.
Fra il nome del rifugio e i segni ancora molto evidenti che la Grande Guerra ha lasciato(infiniti svolgimenti di filo spinato che si snodano lungo tutto quello che era il confine italoaustriaco,granate esplose e non,lo stesso rifugio era una caserma),ci sembra di infilarci nelle amare pagine di un libro di storia.
Il rifugio è veramente molto accogliente anche grazie all'affabilità del gestore ed alla abilità della cuoca.
Cena,una boccata d'aria sulla terrazza del rifugio(il tempo non è un gran che ma la vista sul Piano di neve del ghiacciaio del Mandron è comunque suggestiva)e a nanna.
Il giro di domani prevede,giusto per stare in tema,la conquista dell'Adamello(3539 m).
Dovrebbe trattarsi di un giro relativamente semplice,si tratta poi solo di 600 m di dislivello.
E già,lo spostamento sullo sconfinato Pian di Neve è gratis,compreso nel prezzo,NOOO????
NOOOOO!!!!!
Già dal mattino ci rendiamo conto che quei 7 Km in falso piano seguendo una traccia in cui affondi ad ogni passo fino alla caviglia(è assolutamente proibitivo tentare il sorpasso delle cordate che ci precedono;fuori dalla traccia si sprofonda fino al ginocchio)non ce li regalerà nessuno!
Una quarantina le persone che avanzano con lento incedere.Tipo i dinosauri del cartone animato di Bozzetto(se non l'avete visto peggio per voi).
Dopo 3 ore di combattimenti abbiamo conquistato il nostro momento di gloria;LA VETTA E'NOSTRA!!!!e di altri 40 valorosi.
Davvero appagante il panorama che spazia dalla presanella al Carè Alto passando per mille altre cime a me sconoscute.
Qualche foto e giù,verso altre vette.
E si,perchè a noi non ci basta mica solo l'Adamello,noi siamo ingordi e allora,ormai inebriati dalla prima facile conquista,ci fiondiamo a capofitto verso il Corno Bianco (3434 m),una punta a nordest sulla cresta dell'Adamello.
Qui siamo praticamente da soli,e bisogna anche dire che l'impegno richiesto era un tantino superiore alle previsioni,ma superata la ripida parte terminale del ghiacciaio sul fianco sudovest della montagna e ancora alcune rocce non proprio stabili,giungiamo in vetta.
La vista che di qui si ha sull'Adamello presenta un'insospettata parete nord piuttosto verticale,tipo Eiger.
Aldo,lo stoico,ha l'espressione di chi ha speso l'ultimo euro,ma noi,da bravi commilitoni,riusciamo a convincerlo di avere ancora un po' di spiccioli.
-Cosa dici,Paolo,scendiamo da dove siamo saliti?(che domanda delle balle!!)
-Ma no,è più corta a scendere direttamente in direzione del rifugio.Ok?
-Ok!
-Ko--!
Aldo ah sempre più l'aria dello spiantato.
Iniziamo questa nuova discesa,ma ben presto ci rendiamo conto che la cartina di cui disponiamo non è aggiornata alle ultime roventi estati(esempio quella del 2003)e quando pensavamo di essere ormai sul ghiacciaio,un salto di roccia di una decina di metri ci obbliga a una ritirata e riconquistiamo per la seconda volta il Corno Bianco ma senza gli entusiasmi della preima.
Volgiamo questa volta più verso sinistra alla ricerca di un passo anonimo ma presente sulla carta(malediz...porc...vaff...deve esserci...)finchè lo troviamo.
La Montagna ci chiede sempre più di sfoderare le nostre doti alpinistiche che noi pensavamo di poter lasciare a casa,ma per fortuna dagli zaini riusciamo a tirerle fuori(doti piccole ma sufficenti a toglierci dai guai).
Superiamo abilmente anche il passo degli Italiani.
-Dai,ragazzi,ormai è fatta!
Ma dovevamo ancora fare i conti con la GRANDE GRANATINA!!!!
Certo,perchè alle 2 del pomeriggio di una calda giornata di luglio il grande Piano di neve subisce una metamorfosi e si trasforma nel Pian di granatina,in cui abbiamo tribulato per 4 Km affandando in un fango di acqua e ghiaccio per 20 cm e più ad ogni passo.
Questo supplizio è durato 3 ore!!!!poi una scarica di pietre ,una grandinata e in ultimo la nebbia fino al rifugio.
Se Dio vuole,e deve proprio averlo voluto Lui,siamo entrati in rifugio,completamente fradici con tonto di pesciolni negli scarponi.
Ci sorprendiamo di essere riusciti a trovare le forze per arrivare fino qui.
Ha dell'incredibile la capacità di rigenerare di una buona cena con un bicchiere di vino.
Ci perdiamo in chiacchere con il gestore il quale si complimenta con noi e dice: -è dal 1918 che nessuno tentava più il giro che avete fatto voi!-
Nelle sue parole cogliamo un vago senso ironico,ma fingiamo di non accorgercene.
Per l'indomani l'idea era quella di lanciarci in altre conquiste,ma dopo esserci guardati negli occhi e ...negli scarponi ancora pregni,decidiamo per una onorevole ritirata con l'onore delle armi.
3° giorno:finalmente si torna!
Dormiamo finchè il culo ci dice: -basta!-(comunque alle 7 siamo in piedi)
La discesa verso il rif.città di Trieste si rivela spettacolare.
Sul ghiacciaio del Mandron sono ancora molte le testimonianze dei combattimenti avvenuti 90 anni prima:sfasciumi dei vecchi baraccamenti;ancora filo spinato;due granate inesplose su cui quasi inciampiamo.
Al termine del ghiacciaio,inizia la grande parete levigata via via più verticale da cui scende la cascata di fusione.
In prossimità del rifugio città di Trento incontriamo le ultime tracce del Grande Conflitto:quel che resta di una casermetta austriaca distrutta da una granata italiana e,20 metri più in basso,un piccolo cimitero di guerra davanti al quale non riesco a non commuovermi.
Le lapidi in pietra recano qualche nome,ma per lo più numeri e una grossa lastra in centro recita: -caduti per la patria-.
In 60000 caddero su quei monti.
E' difficile digerire la stupidità che ha generato tanto dolore.
Siamo ormai nel tratto terminale del sentiero che è partcolarmente interessante per la possibilità che da di vedere quelli che erano gli antichi bacini dei due grandi ghiacciai(delle Lobbie e del Mandron)che fino ad un secolo fa si univano.
A questo punto,a malga Bedole,termina il nostro viaggio,l'anello è chiuso.
La sensazione che ci resta(almeno a me),è come quella che ti lasciano quei film non ti rivelano subito il loro senso,ma te lo rilasciano lentamente nel tempo.
Ciao a tutti e...alla prossima.

30 Immagine(i), Inserita il 12/07/2006

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