Scusate il ritardo, per parafrasare un vecchio film, ma credo che valesse la pena scrivere due righe su questa straordinaria esperienza.
Il seme dell'idea cadde a terra più di un anno fa, durante il viaggio di ritorno da una entusiasmante gita alla Quinseina; - perchè non andiamo a fare un tour da qualche parte... - ... e, tipo in Alaska...o sull'Etna, oppure... - ... Oppure in Norvegia. Io conosco qualcuno che c'è stato; dicono che meriti. - Dai, proviamo ad informarci
In quel momento il semino deve aver attecchito su un terreno fertile.
Ora non intendo tediare i miei affezionatissimi lettori sugli aspetti organizzativi, dirò soltanto che l'idea di Marco di arrangiarci per conto nostro piuttosto che con un viaggio organizzato, si è rivelata vincente sia logisticamente che economicamente, grazie soprattutto alla totale padronanza dell'inglese dei miei compagni di avventura. Fosse stato per me starei ancora rimbalzando fra sportelli e 'gate' degli aeroporti come una pallina nel flipper.
Ma veniamo al dunque: partenza 6 aprile da Milano Malpensa, scalo a Oslo destinazione Tromso, all'interno del circolo polare artico.
L'arrivo a Tromso in aereo è già di suo suggestivo: ha nevicato per tutto il giorno e, al momento dell'atterraggio, il contatto con la pista solleva un nuvolone bianco che ci avvolge, l'aereo sbanda un po' ma noi siamo fiduciosi dell'abilità del pilota norvegese, tanto non potremmo fare diversamente.
Prendiamo immediatamente possesso delle vetture a noleggio, una POLO ed una Ibiza (meno male, in un primo momento sembrava volessero darci una Micra), e ci mettiamo a cercare il camping in cui abbiamo preso due bungalows. Alle nove di sera finalmente lo troviamo e, vista l'ora tarda, decidiamo di andare a mangiare fuori, per stavolta. E' bello passeggiare per Tromso sotto una fitta nevicata immaginando le gite che ci aspettano. Intanto il problema N° 1 da risolvere è mangiare qualcosa. Non è che ci sia tutto questo movimento in città, ma finalmente troviamo un locale tipico in cui mangiare un piatto tradizionale norvegese. - Kebab per 6, grazie.- L'ottima cipolla di quel pasto mi terrà compagnia per tutta la notte.
7 aprile, 1° gita, Floya 670 m (MS). Alle 10 del mattino usciamo dai nostri alloggiamenti e, direttamente nel campeggio, calziamo gli sci su 30 cm di farina appena caduta. Per i nostri occhi, non abituati a simili ambienti, è una grande emozione trovarci a soli 670 mslm con gli sci immersi nella farina ed il fiordo di Tromso da potercisi quasi tuffare. Dalla sommità non ben definita, scorgiamo fra le nuvole il Tromsdalstinden, la meta di domani. Scendiamo giocando nella neve come delfini nell'acqua e in breve siamo al camping. Per oggi può bastare, meglio non strafare già dall'inizio (fra qualche giorno potrà andar bene).
8 aprile, 2° gita, Tromsdalstinden 1238 m (BS) Sarà la gita con maggior dislivello e maggior spostamento. Salvo i primi 200 m in mezzo alla boschina (caratteristica comune a tutte le gite) con la neve un po' crostosa, siamo sempre con gli sci infarinati. L'ambiente, ovviamente, è mozzafiato fra la vetta meringata tipo Patagonia e il mare nei fiordi.
9 aprile, 3° e 4° gita, Skulvatindane (BS) e Andersdaltinden (BS), circa 2000 m complessivi. Siamo nella zona delle alpi di Lyngen fra vette accuminate e ripidi canalini innevati che dalle sommità scendono fin sul mare (ma chi l'ha detto che in Norvegia non si fa sci ripido???) Oggi si sarebbe inteso fare il Jiekkevarri 1870 m, meta molto ambita, sicuramente TROPPO ambita. Infatti, non appena ce la troviamo di fronte, così imponente, maestosa e soprattutto verticale con impressionanti placconi di ghiaccio verde, ricordandoci di esser venuti fin qui per divertirci, ridimensioniamo. Con la coda fra le gambe, torniamo indietro cercando a vista qualcosa per consolarci. MA NON C'E' CHE L'IMBARAZZO DELLA SCELTA!!! Puntiamo verso una vetta già tracciata in salita. Anche qui farina (che monotonia). I pendii terminali sono piuttosto sostenuti, e velocemente siamo in cima. O meglio, 50 m sotto la cima. Solo Lorenzo continua con la sua perfetta tecnica scolopendrica su quei pendii ulteriormente irripiditi fino a raggiungere una 'finestra' dalla quale, dice lui, si vede tutto; anche l'Eiger. Noi, naturalmente, gli diamo ragione... ma non gli crediamo. Iniziamo la discesa che a causa della forte pendenza dà l'impressone di precipitare direttamente in mare. E' bellissimo! Quelli che ci hanno preceduti (due finlandesi) hanno sciato da freerider con larghissimi e velocissimi curvoni. Le nostre tracce di discesa, al contrario delle loro, sono fittissime di curve , TIPICHE DEGLI INGORDI! Non abbiamo nessuna intenzione di finirla qui, per oggi.
Sulla via del ritorno notiamo un evidente panettone che sembra invitarci a merenda. Le nostre gambe, non ancora sazie, non si lasciano ripetere l'invito due volte, ed eccoci nuovamente in (fuori) pista.
Il bello è che, a queste latitudini, tutte le ore del giorno e tutte le esposizioni vanno bene per gitare, e a quest'epoca le giornate sono già molto lunghe.
Infatti queste due gite le abbiamo fatte alle 10 e alle 15, esposte a est e a nord e sempre su farina tipo '00'.
10 aprile, 5° e 6° gita, Straumsaksla 784 m e innominata 525 m Se fin'ora abbiamo messo il naso a est di Tromso, questa volta decidiamo di andare a ovest. Ed è qui che scopriamo la regione Kvaloya, da noi ribattezzata 'parco giochi', vista l'elevata concentrazione e varietà di gite. Scegliamo la Straumsaksla. Occorre a questo punto precisare che i nomi delle cime e dei luoghi in cui andiamo li scopriamo la sera dopo gita, consultando le cartine al caldo, nei nostri bungalows, comodamente seduti sul divano e sorseggiando le eccellenti tisane preparate da Stefano.
Tornando alla Straumsaksla 784 m; si tratta sicuramente della gita più panoramica fra quelle effettuate. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi man mano che si sale è veramente unico: a nord, attraverso una finestra lasciata aperta fra due montagne, l'oceano artico; sotto di noi un fiordo semi congelato e in un piccolo bacino sotto una cima una piatta distesa bianca che intuiamo essere un lago; tutto intorno mille montagne intervallate dai fiordi. E' davvero una bellezza commovente! Questa volta, ad accompagnarci nella discesa non c'è farina, questa volta c'è polvere.
Approfittando della velocità in discesa iniziamo subito a salire il versante opposto esposto a sud. Sono le 6 di sera e il sole si approssima al tramonto, la sua luce tinge di magia tutta la valle. Vorremmo non finisse mai...
Arrivati su questa innominata cima, scopriamo di non essere soli; due ragazze protette da un muretto di neve ... e due cani, si stanno preparando un barbeque. non sappiamo come si dice 'buon appetito' in norvegese, ma a giudicare dal loro sorriso, sicuramente ci hanno intesi. Alle 7 e mezza siamo alle macchine, e la fame, quella vera, comincia a farsi Certamente il nostro asso nella manica, per quanto riguarda la parte gastronomica, è stata la grande maestria culinaria di Marco che, con un allestimento decisamente minimalista dell'angolo cottura ( n° 1 padella + n° 1 pentola, il coltello affilato ce l'ho messo io!), è riuscito a preparare dei manicaretti di salmone e delle pastasciutte...INDIMENTICABILI!!!
11 aprile, finalmente piove. Oggi giornata libera, c'è chi legge, chi va a fare shopping in città, chi decide di provare comunque ad andare a fare una gita (Lorenzo e i suoi due instancabili ragazzi Francesco e Stefano), e chi (io accompagnato da Marco, mio interprete personale) vuol provare l'esperienza di una sauna finlandese nella pia illusione di rigenerarsi. Nulla di più falso! Uscendo dalla piscina/sauna sono stanco come se avessi fatto tre gite; ora capisco cosa significa 'cotto a vapore'.
12 aprile, 7° gita, Haestajalga 500 m Un po' l'invidia per Lorenzo e i suoi ragazzi che ieri, nonostante la pioggia sono riusciti a fare una rispettabile gitarola, un po' per riprenderci dalla sudata del giorno prima, visto che nella notte ha buttato qualche centimetro di neve fresca, decidiamo con Stefano e Marco, di fare l'ultima breve e velocissima gita conclusiva. Alle 14 dobbiamo essere in aeroporto ma siamo fiduciosi di farcela. In 5 minuti di macchina siamo all'attacco di questa breve e panoramicissima gita. Alle 10 iniziamo la discesa su una neve che non è il massimo (perla prima volta), ma comunque ben sciabile. dopo un'ora siamo nuovamente nel bungalow a impacchettare tutti i bagagli. CE L'ABBIAMO FATTA!! ore 14: ci siamo tutti e con tutto in aeroporto qui in poi non c'è più molto che valga la pena di essere raccontato.
Faremo scalo ad Oslo passando una notte lì.
Così si chiude una settimana fantastica che definiremmo irripetibile, non fosse per la certezza di ripeterla.
Ancora un ringraziamento a quanti (Santini, G.Bona, Paolo & Sonia) ci hanno permesso di realizzare questo sogno fornendoci le informazioni utili, e agli indimenticabili soci/amici di avventura: Marco Stefano Lorenzo Francesco Stefano
Compagni di gita: Giorgio e…basta, solo Giorgio (pochi ma buoni). Era da un pezzo che questa gita mi tormentava l'esistenza. 2 anni fa la tentammo con Enrico Enzo e Alberto, ma arrivati al lago bianco, la vista del verticale canale nord era troppo impressionante e scegliemmo, io e Alberto, un più semplice Malamot. Sono quelle rinunce che ti lasciano il conto aperto. Qualche settimana fa fu Lorenzo a propormelo, ma l'incertezza del tempo mi indusse alla rinuncia. Un altro tentativo la settimana scorsa, sempre causa meteo, fu deviato al Niblè(comunque incompiuto). Per questo sabato il meteo è ottimo(fin troppo), il rischio valanghe è a 1 su tutto l'arco alpino, il scocio giusto c'è... Questa volta è nostro! Sci ai piedi alle 7, tanto è nord. In 2 ore e mezza siamo al Lago Bianco e qui, al solito, la vista dell'imponente parete ci ammutolisce. Io cerco di sdrammatizzare: - sembra dritta ma stai tranquillo che man mano che ci si avvicina perde la sua severità. In effetti così è, ma … Vediamo a metà del canale due scialpinisti e li invidiamo per dove già si trovano. L'attraversamento del pianoro ci porta via tempo, ma finalmente arriviamo all'attacco del canale che si presenta piuttosto svalangato, in condizioni non proprio splendide. Mettiamo i ramponi e iniziamo a salire sui passi lasciati dai nostri predecessori. Dicevo prima che, sì, quando ci sei sopra la pendenza sembra attenuarsi, ma se sotto i piedi hai marmo, a tratti vetrato, che si alterna a crosta non portante, beh … la severità la senti tutta. Siamo a metà canale quando incontriamo i due che ci anticipano impegnati (è la definizione più corretta) nella discesa. Sembrerebbero due tipi in gamba (la donna in particolare)ma le loro imprecazioni circa lo stato della neve sono piuttosto eloquenti. Finalmente usciamo dal canale ma l'idea di essere ormai arrivati è una pia illusione. Rimettiamo gli sci e continuiamo a salire seguendo la cresta e illudendoci che ogni gonfia di vento sia la cima; NON È COSÍ!!! Dopo 45 minuti, alle11,50 siamo sull'agognata vetta, quella vera con tanto di croce e diario su cui scrivere…MA SCRIVERE COSA?? Dopo un mazzo così e il pensiero per la discesa che continua a tormentarti lo stomaco non è che hai in mente grandi poemi da scrivere, anche i convenevoli dei complimenti di vetta sono assai sobrii. Uno sguardo attorno…il panorama è a 320°(una nuvola copre( pensa che caso) la visuale dalla Roncia al Rocciamelone ) comunque spettacolare. Approposito di spettacoli e di bollettino valanghe a 1; un rumore in direzione della Rocca D'Ambin,est pieno, richiama la nostra attenzione. Da prima una piccola slavina si stacca da un ampio pendio e un attimo dopo, come in un domino è un susseguirsi di valanghe che si staccano da tutto il pendio riversandosi in uno stretto canale, sembra una clessidra. Grande spettacolo, ma siamo contenti di esserci seduti nei posti più indietro della sala. Volenti o nolenti è ora di scendere - speriamo che il canale abbia mollato un po'. Non sembra essere così! Giorgio, che ha già alle spalle (non c'è parole più appropriata, vista la lussazione che si è procurato l'anno scorso al Lamet) decide saggiamente di scendere con i ramponi, io mi caccio in testa il casco che, sommato alla spessa calotta cranica di cui dispongo, dovrebbe proteggere quella nocciolina di cervello che ho e scendo sci ai piedi. La parte alta del canale non è male le lamine prendono bene e mi sento sicuro; il tratto centrale è uno schifo con crosta che rompe ad ogni pressione per saltare, ma qui la pendenza è un po'attenuata; l'ultimo tratto, vetro era e vetro è rimasto, ma ormai sono fuori, chiudo derapando fino al conoide - USCITO! Aspetto Giorgio che arriva in perfetto stile 'Wanda Osiris'. Ora sì, possiamo trasferire la stretta dallo stomaco alle mani e scambiarci i meritati complimenti! Fino al Lago Bianco la sciata è su firn perfetto, ma di lì in poi è tutto un alternare di spingere, scinautico e sci d'erba. Ma va bene anche così. La soddisfazione è grande per entrambi: il conto con il Giusalet è chiuso! Grazie Giorgio. Non era nelle nostre intenzioni, ma per questa volta abbiamo dato spazio al 'ripido' piuttosto che al 'rapido'.
Data: 22/05/2010 Quota max: 3312 Partenza da: dogana Quota partenza: 1800 m Dislivello: 1512 Zona: lago del Moncenisio Difficoltà: OSA
13 Immagine(i), Inserita il 23/05/2010
16/05/2010 Quasi Niblè
Per dirla tutta, quasi è una parola grossa. In realtà si era iniziato a ragionare sul Giusalet, ma poi, il tempo incerto, il vento ( che, si sa, se c'è anche solo una vaga possibilità che ci sia vento in giro, al Moncenisio è una certezza) e anche gli impegni pomeridiani… Fatto stà che la scelta è caduta sul Niblè! 'Appena giunti alla stazione del paesino di sant'Ilario tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario.' Il canale che conduce al bivacco Blais, visto dal Marianina Levi, non era poi tanto invitante: la nebbia si addensava a 700/800 metri sopra di noi accompagnata da un forte vento. Il tempo di prepararci e chiudere la macchina ed ecco arrivare al parcheggio Franco e Gloriano. La loro meta è il Truc Peiron. Il vento c'è anche per loro ma almeno sembra essere sgombro da nebbia. Ma noi, irremovibili! Tanto, sicuramente si aprirà anche il Niblè. Il rigelo notturno è stato ottimo, quindi partiamo subito coi rampant. I pendii si fanno subito ripidi ma i coltelli mordono bene sul marmo. Marco mi mostra il canalino delle Monache alla nostra sinistra. Sembra interessante , ma continuiamo verso la nostra meta. L'unico ( per adesso) problema è il vento che di tanto in tanto soffia con tale violenza da mettere in dubbio il nostro già precario equlibrio, salvo quello di Lorenzo che, forte dei suoi 90 Kg, sale con la sicurezza di un millepiedi sulla parete del lavandino. Ma teniamo duro e proseguiamo fiduciosi. Giunti a quota 2700 m la barriera di nebbia (che non si è mai aperta e mai si aprirà) è invalicabile. Trovato un 'reposoire' spelliamo. Vabbè, ci godremo questi rispettabilissimi 800 metri. La pendenza è sostenuta ma il grip delle lamine è buono e in un attimo siamo alla base del canale, quando… - IDEA!!!Siamo in netto anicipo per il ritorno e abbiamo ancora le batterie cariche. E mica ce le vorremo portare a casa così ? Certamente no! Una vocina proveniente dal canalino delle Monache ci chiama suadente, e noi, come i marinaretti di Ulisse, ci lasciamo incantare. - Tre,quattrocento metri di canale; ECCHESSARÁMAI ??!! almeno facciamo ua gita che tale possa chiamarsi. Sci in spalla e iniziamo a salire Qui lo stato della neve è cambiato e il sole l'ha già scaldata, ma rimanendo sullo svalangato e preferibilmente nei punti in ombra, si sale abbastanza bene senza sprofondare (io, Marco e Guido mentre per Lorenzo,forte dei suoi 90 Kg, la storia è cambiata) Una quarantina di minuti e siamo in cima al canalino. In un attimo siamo pronti per scendere. La neve è ancora ottima farina pressata(?). Marco si tuffa per primo(da vero ingordo),segue Lorenzo con impareggiabile eleganza, poi Guido e in fine io che mi difendo come posso. A metà del canale siamo obbligati ad abbandonarlo per riportarci sui pendii ovest. Pena un lungo portage. Qui, un buon firn ancora duro, ci permette di arrivare bene fin quasi alla macchina. Bene, anche oggi abbiamo fatto qualcosa che merita di essere raccontato. Un grazie ai soci della giornata: Marco, Guido e Lorenzo
Data: 16/05/2010 Partenza da: grange della valle Quota partenza: 1890 m Dislivello: 1100/1200 m Zona: Exilles Difficoltà: OSA(?)
18 Immagine(i), Inserita il 18/05/2010
Chalanche Ronde 25/04/2010
...è piacevole scoprire che questo grande mondo, spesso si rivela incredibilmente piccolo... ma andiamo per ordine: Giorgio,l'Apostolo, era da tempo che mi diceva di volerla fare sua ( la Chalanche Ronde), e allora, sia io che Paolo ci facciamo in quattro per accontentarlo (mica vorrai farcelo andare da solo, che amici saremmo!). Forse la settimana scorsa sarebbe stata ideale come condizioni, ma resta il fatto che, o ci si va domenica o non ci si va più, almeno per questa stagione; già oggi gli sci li abbiamo messi a quota 1900 m . Partenza da Pra Claud alle 7...mah; tempo buono; rigelo notturno...mah; zero temico 3000 m...MMMMAH! Troppi'mah'. Beh, ormai siamo qui... Saremo anche in ritardo ma non siamo gli unici(MAH...l comune mezzo gaudio). L'ultima volta che sono steto qui era nell'ormai lontano aprile 2006 con gli amici Enrico, Alberto, Paolo, Gianluca . Allora la neve era marmo mentre oggi ... Aggancio la termica che salendo porta su lo zero e alle 10 sono in cima. Toh, guarda chi c'è: Golzum (al secolo Mario) con un socio,loro sì, sono andati davvero forte. Dopo un po' arrivano altri due. -Ciao, mi pare di conoscerti, -Tu scrivi su 'la fioca'? -Beh, ogni tanto... -Io sono Renato, quello che con Gianni scriveva durante il viaggio in bici verso la Cina. -Ah, è vero!! Piacerissimo di conoscerti. Quindi conosci anche Enrico, Enzo e la banda dei ripidisti. -Pazzi da legare! intanto arriva Giorgio. -oilà, Giorgio! -Ciao Roberto (il socio di Renato). -c'è anche il 'Tala'? e io: - ma conoscete anche Alberto? -ùùùhh, quanti giri in bici ho fatto con quel ciclista folle! - Confermo:ciclista folle! arriva anche Paolo. Beh, non c'è male, se su 7 persone(mal contate)in vetta scopriamo di conoscerci in 15 e anche più. Sono le 11 e iniziamo la discesa. Divertentissima in alto e fino a quota 2300 (+ o -), poi...God save the Queen …e le nostre gambe! Fa un caldo esagerato! Cerchiamo disperatamente l'eposizione migliore per non sprofondare nelle sabbie mobili, ma probabilmente, l'esposizione migliore, ogg,i è a casa nel freezer. Comunque,fra stradina innevata prima, lingue di neve, lingue d'erba e peli sulla lingua poi, torniamo a Pra Claud, e da lì, direttamente in una piola, con le gambe sotto un tavolo a lubrificare con una birra il passaggio di un panino caldo. Un saluto a tutti gli amici incontrati nella gita
Data: 25/04/2010 Quota max: 30 43 Partenza da: Pra Claud (Fenils) Quota partenza: 1590 Dislivello: 1453 Zona: Oulx Difficoltà: BS(?)A
17 Immagine(i), Inserita il 26/04/2010
30/03/2010 L'Aquila fra sogno e realtà
Gran brutta giornata oggi, come ieri,del resto. E pensare che Marco smaniava per riuscire a fare una notturna, almeno una anche quest'anno, all'Aquila.
Però, pare che il buon Mercalli ci abbia attaccato:'squarci di sereno in serata'. A saperlo potevamo votare lui (se solo si fosse candidato)! No, stassera non ho proprio voglia, e poi avrà piovuto, e poi..., e poi... Toh, un messaggio, chissà di chi è? - Qst sr Aquila.Rsc alt...d trvr frn in alt. Se C6, 19,15 da me. Ciao Mrc -(traduzione: questa sera all'Aquila.Il rischio è molto alto…di trovare farina in alto. Se ci sei alle 19,15 da me. Ciao Marco) No Marco, non ce la faccio in mezz'ora, facciamo alle sette e mezza. Ok, 7,25. Mia moglie me lo dice sempre che abbocco troppo facilmente. Alle otto e mezza (ma anche prima)siamo già scimuniti tutti e tre(Pierangelo, Marco ed io) e pronti a salire. Avevo ragione io. Ha piovuto e la neve è una crosta infida e sfondosa. Vabbè, ormai siamo qui, e poi sicuramente gelerà. Pierangelo tira come un Cavallo e Marco non è da meno. -Bisogna sbrigarsi- mi dicono. eppure, la fioca non dovrebbe venir mola, la luna non da segni di sè all'orizzonte, mangiare...siamo mangiati... ...ne deduco che hanno poca fiducia delle loro consorti a casa. E allora tiriamo! A metà salita il satellite inizia timidamente a mostrarsi e l'avrei anche fotografato, ma con quelle due bestie da tiro la davanti... Il tramonto è ormai (hi hi) al lumicino, la luna è ancora bassa, l'immaginazione è poca e mi decido ad accendere la frontale. La profezia di Marco sta per avverarsi: ECCO LA FARINA! Pochina e bagnatina ma c'è, è lì. Anche il vento c'è, e ci sputa in faccia la neve, a cominciare da quella di Piero(faccia) che però non si ferma, anzi , sbanda un po' ma mantiene la rotta. Alle 10 siamo alla croce, il vento ci sferza ancora un po', ma ormai le otri sono sgonfie. Finalmente! Fa freddo, ma senza più il vento ci si può anche permettere di pensare. Ora possiamo goderci il grande spettacolo che ci circonda: la luna è ormai alta e la sua luce argentata dipinge ogni cosa di magìa, sotto di noi qualche pennacchio di nuvole naviga come vela sospinta dal vento. - sbrighiamoci prima che salgano le nuvole- Possono dirmi quello che vogliono ma finchè non ho fatto qualche foto come si deve, di qua non mi schiodo! Con le mani congelate è davvero un'impresa schiacciare quei tastini microscopici, ma con un po' di impegno…clik, clik, clik. Sono catturato da tanta bellezza. le luci della città incendiano di rosso le nuvole, tanto da sembrare un oceano di lava, irrequieto e …soffice. Clik, clik, clik… Gli amici mi esortano a sbrigarmi. Ok, avete ragione, faccio l'ultima… Iniziamo la discesa, e sono ancora più inebriato dalla magìa che non si limita più solo agli occhi … Ora siamo come il vento, ora siamo IL vento. La neve asseconda ogni nostro desiderio, il fondo, prima insidioso, è divenuto portante e con quelle due dita di farina ci sembra di volare. I pali del vecchio impianto sembrano fantasmi di guerrieri sconfitti dal vento. È semplicemente BELLISSIMO!!! Devo scattare ancora. Clik, clik. Siamo quasi al limite dell'oceano, le sue onde si infrangono sugli scogli della Rocca Parei. Ora tratteniamo il fiato per immergerci in quelle onde… Caz…. Non si vede un … Prudentemente, dopo qualche curva raggiungiamo la stradina. La nebbia si dirada lasciandosi penetrare dalla luce che viene dal parcheggio. È fatta! Sembrerebbe esserci un astronave in partenza la sotto. È senz'altro il volo per il mondo dei sogni.
Grazie Marco Grazie Piero
Data: 30/03/2010
12 Immagine(i), Inserita il 03/04/2010
10 06 09 'Grande' Grande Ciamarella (le foto)
semplicemente le foto della gita. Per gentile concessione di Marco, fotografo ufficiale.
L'originalissima idea mi è era venuta sabato, pochi istanti prima che Marco mi chiamasse per dirmi che gli era venuta un'originalissima idea: -' che ne dici di andare a prato in fiera (lui, chissà perchè, lo chiama così quel posto)?, ci sarà anche la gita sociale del CAI di Rivoli.' - Probabilmente l'aria di sabato era foriera di pensieri originali. Non intendo certo perdere un'occasione così ghiotta per rivedere vecchi amici ( nel senso di amici di vecchia data ). Penso di invitare anche Daniele che, ancor prima che sia io a proporgli la meta, mi suggerisce di andare dove ??? Prato di fiera, naturalmente. il vibrione dell'originalità a colpito ancora. Il mattino dopo saremo una quindicina a partire da Rivoli alla volta dell'agognata meta. Giunti al parcheggio del curvone ci rendiamo conto che il famigerato batterio si è ormai esteso a macchia d'olio: c'è perfino un pullllmannnnnn lunghissssimo parcheggiato. 150 fra scialpinisti, ciaspolatori, cani e ...(noi inclusi) si accingono a dare inizio ad una delle gite più affollate nella storia . A memoria d'uomo non si ricorda nulla di simile !!! Il primo impulso che ci viene è : - SCAPPIAMO ! - invece resistiamo . Volpescamente, guidati dal buon Gloriano, evitiamo di accodarci alla torma deviando direttamente sulla spalla ad est. Marco ed io, involontariamente, distanziamo il nostro gruppo (...due uomini soli al comando...) Ci illudiamo di aver anticipato tutti. Magari !! La strategia di Gloriano avrebbe funzionato, ma la gente vista alla partenza, devo dire, va anche forte e così, a mezza costa, ci insinuiamo nel gruppone. Ci sono anche molte donne... PER DINDIRINDINA, ma oggi è lotto marzo. Ci prodighiamo in baci ed auguri...AUGURI DI CHE ??? Boooo???? Vittime dell'orgoglio maschile che cova in noi (maschio represso...cesso..tutte quelle robe li) proseguiamo la nostra corsa verso l'infinito ed oltre, anzi, un po' prima. Ad un'anticima del Pintes decidiamo di fermarci; tanto, oltre, la neve è sempre ventata(questa è la scusa ufficiale). Lentamente, si fa per dire, arriva il gruppone ormai fuso con il nostro. Aspettiamo un che arrivi Daniele, spelliamo e ........giùùùùùùù Siamo i primi a scendere e, tenendoci nel bosco(rispetto il pistone) a destra prima e a sinistra poi,riusciamo a trovare farina VERGINE ed abbondante fino a Pian Gelassa. Poi, fino alla macchina,qualche tratto un po' traditore di crostina. Mentre io sono entusiasta della gita, Marco e Daniele sono entusiasti Insomma : siamo entusiasti dell'inaspettata riuscita della gita . A quanto pare,l'originalità, paga, SEMPRE!
Data: 08/03/2009 Quota max: 2400 circa Quota partenza: 1350 Dislivello: 1050 Zona: Pintas/pian del Frais Difficoltà: MS
3 Immagine(i), Inserita il 11/03/2009
punta di Grifone 04 01 2009 Jeux sans frontier 2009
L'indecisione sulla scelta della prima gita dell'anno nuovo è stata forte; -Paolo mi dice il Giassez - ' dai, ci sono anche Alberto e Daniele'- hummm -Enrico mi propone una rapida puntatina all'Aquila con Enzo( HUUMMMMM), solo che oltre ad essere rapida é pure ripida ( ho visto le foto:Bellissime!! credo di aver scelto bene). -Marco mi propone il Grifone (fatto e consigliato due giorni prima dal amico Lorenzo), gita dall'avvicinamento KILOMETRICO tentata 4 anni fa assieme a Paolo e finita nella nebbia senza sapere dove. Il forte senso per il maso (senza sado) e il desiderio di saprere dov'ero stato 4 anni fa mi impongono la scelta. Vada per il Grifone. Giornata splendida , fredda e tersa . Subito dopo Grange ci rendiamo conto di aver dimenticato la motosega; il vento ma soprattutto il peso della neve hanno fatto strage di alberi, anche grandi. Ci sembra di essere a 'giochi senza frontiere' edizione 2009 Barricate da scavalcare... tunnel con trabocchetti... passo del leopardo... ...insomma, uno spasso!! Dopo 50 minuti di intenso ravaning terminiamo la prima manche. Inizia la gita. seguiamo la bella traccia di Cassardo & Co. Dopo un primo tratto piuttosto dolce le pendenze aumentano (30° sotto la punta) e in breve sono in vetta mentre Marco tribula con una pelle che gli ha regalato un 'thè!!!!!', ma dopo poco arriva anche lui. Fine 2° manche. La 3° manche è il premio assoluto! Farinetta su fondo duro, pendii 'giusti', libidine a 1000! Dopo la farina passiamo alla trasformata Curve pennellate con divertimento(anch'io provo a fare del mio meglio) Il godimento è totale!! Arriviamo ad una malga e riconosco il punto raggiunto 4 anni fa; Paolo, il Grifone è un'altro posto! Fine 3° manche. Inizio della intrminabile 4° manche. Ricomincia il ravaning stile 'amazzonia' con l'aggravante della salita e della stanchezza che comincia a dare i suoi frutti. Finalmente siamo alla macchina, e anche prima del previsto. Grande culo, avvicinamento e allontanamento veramente atletici, ma è valsa la fatica.
Data: 04/01/2009 Quota max: 2404 Partenza da: Grange Quota partenza: 1370 Dislivello: 1034 Zona: Condove/bassa val susa Difficoltà: MS(?)
13 Immagine(i), Inserita il 05/01/2009
una partita a biliardo al sBARon 23/12/2008
é stato Enrico (wm), che l'ha fatta due giorni prima, a confermarmi che oggi lo sBARon sarebbe stato in condizioni ideali per una bella partita. Dopo aver mandato n(enne) messaggi nell'etere, ho aspettato le risposte di chi abboccava all'amo. Bene, in due ci hanno creduto(tre con me): Paolo,esperto rapidista e Daniele, aspirante rapidista. Partiamo ovviamente presto,per me fin troppo,alle 6,30 da Almese; alle prime luci siamo già sci ai piedi. Non FA (giusto per darmi un tono) per niente freddo, ma il rigelo notturno è perfetto,non fosse per l'atmosfera natalizia che si respira, direi di essere a maggio. Un paio d'ore (e mezza) e siamo in cima. non siamo soli, ma niente da spartire con la desolazione di domenica scorsa all'Aquila. In tutto una Quinseina (chissà se è pronta?)di persone fra cui Marco,uomo dalla memoria formidabile e che salauto. Inizia la partita,cioè la discesa. La parte alta è un po' dura e crostosa ma dopo poco è firn cotto a puntino e fino alla macchina non ci tradisce più! La partita è ormai finita (ahi noi),il biliardo è quasi perfetto. consigliata per i prossimi giorni
Data: 23/12/2008 Quota max: 2223 Quota partenza: 1150 circa Dislivello: 1073 Zona: bassa val Susa Difficoltà: m.s.
9 Immagine(i), Inserita il 23/12/2008
L'Aquila in 'solitaria' 21/12/08
Nonostane la 'solitudine'( beh,ero assieme Daniele scimunito come me e a Gianfranco ciaspolemunito ) ne è uscita una discreta sciata. In fondo il fatto che non ci fosse da battere traccia in salita e che i centomila passaggi avessero trasformatoin la discesa in una pista, non è un elemento negativo. E poi anche l'orario di partenza era estremamente comodo(quasi le nove) magari non da farsi tutte le volte , ma una volta ogni tanto...
Gran lavorone ha fatto il vento nel tenere l'ingresso alla chiesetta quasi del tutto pulito
Data: 21/12/2008 Quota max: 2115 Partenza da: alpe colombino Quota partenza: 1300 Dislivello: 815 Zona: val sangone Difficoltà: M.S.O....ttimisti