Un anello tra la val Chisone e la valle Germanasca. Dalla Punta Ceresa alla Punta Tre Valli

Data 16/05/2019 | Categoria: Escursionismo

Un anello tra la val Chisone e la valle Germanasca. Dalla Punta Ceresa alla Punta Tre Valli

Località di partenza: Borgata Passoir mt. 829
Dislivello complessivo: mt.850
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone
Fraternali Editore

A Perosa Argentina la valle del Chisone si divide dando inizio al solco vallivo della valle del Germanasca. La dorsale montuosa che separa le due valli presenta come prima cima significativa, dominante gli abitati di Perosa Argentina e Pomaretto, la Punta Ceresa mentre più su, superata una ripida balza, fitti boschi di abeti nascondono la Punta Tre Valli seconda cima raggiunta da questo itinerario.
Partendo dalla borgata Passoir, quasi a fondovalle Chisone, giunti all’abbandonata borgata di Champriand poco sotto lo sperone roccioso della Rocca la Pera, un lungo traverso ascendente nel chiuso del bosco consente di raggiungere la Punta Ceresa con bella vista su tutta la bassa valle del Chisone. Scesi poi all’abitato di Faure, borgata tuttora abitata più elevata di Pomaretto, si affronta infine la ripida balza nella faggeta che faticosamente porta a guadagnare la chiusa Punta Tre Valli che anticipa il colle della Buffa sulla via che per cresta conduce alla ben più corposa Punta Midi o Muret. Sia in ascesa che nello scendere si percorrono tratti di sentiero poco o per nulla segnati, recentemente però segnalati da opportuna cartellonistica, ma solo alcuni. Poco percorse queste tracce tendono a perdersi perché non mantenute aggiungendosi al tutto il fatto che su entrambi i versanti sono state tracciate di recente delle piste forestali finalizzate all’esbosco che di molto hanno sconvolto l’ambiente preesistente. Nel ritornare si transita infine per l’abitato di Coutandin borgata natale dei genitori di Fernandel l’indimenticabile don Camillo della serie cinematografica. Un recente cartello posizionato dal comune di Perosa Argentina, mentre identifica la casa lasciata dai suoi quando emigrarono in Francia dove il personaggio nacque, ne traccia un’esaustiva biografia subodorando che egli invece sia nato proprio qui.

Giunti in bassa val Chisone a Perosa Argentina si prosegue ancora sino all’abitato di Meano superato che si ha si lascia la statale prendendo a sinistra nel punto in cui un cartello esplicita come raggiungere le borgate Selvaggio, Passoir e Coutandin “Maison des parentes de Fernandel”. Superato su uno stretto ponte il torrente, la strada prende a salire rasentando la prima borgata, poi le case di Micol sino all’ampio slargo che precede l’abitato di Passoir dove è possibile parcheggiare.
Salendo ripidi alle case, oltre la fontana la strada diventata sterrata s’appiana subito trovando l’alveo di due ravvicinati rii prima dei quali parte lo stradello per i ruderi di Coutandin, che si percorrerà per tornare. Subito dopo il secondo rio un poco evidente sentiero, non segnalato né segnato, parte parallelo al corso d’acqua sfiorando la presa di un acquedotto: è la traccia che porta alla borgata di Champriand, oggi totalmente abbandonata. A tratti selciato, s’inoltra ripido nel chiuso del bosco e percorrendolo subito s’intuisce che più nessuno oggi transita per esso. Costeggiando a tratti i soliti muretti che delimitano piccoli appezzamenti da tempo lasciati all’incuria, via via proseguendo faticosamente si raggiungono i ruderi delle case di Champriand, dove un tempo ferveva la vita, e poi gli incolti prati nel punto in cui giunge lo stradello che salendo dalla borgata Gataudia non ha salvato l’insediamento dall’abbandono. Alla vicina dorsale un cartello dice che la Rocca la Pera si può raggiungere in una diecina di minuti. Scesi volendolo a questo sperone roccioso dominante la valle sul quale emerge una notevole croce metallica, si torna poi alle altrettante abbandonate case di Fenestrelle dove su un albero si trovano opportune indicazioni tra le quali quella per raggiungere la Punta Tre Valli, la Punta Ceresa e Faure e queste si seguono. Riprendendo a salire ripidi sempre stando ora su una segnata traccia, ad un tratto per la linea di massima pendenza costeggiante antichi terrazzamenti, segue un lungo traverso ascendente nel chiuso del bosco terminante più sopra su una pista forestale, che non poco ha sconvolto questi versanti, sulla quale ci s’immette e che si percorre sino allo slargo sul crinale dividente la valle del Chisone da quella del Germanasca. Piacevolmente stando sul sentiero che si stacca sulla sinistra, sempre rimanendo in cresta in breve si raggiunge l’aperta Punta Ceresa mt. 1268, dominante gli abitati di Perosa Argentina e Pomaretto con bella vista su tutta bassa valle.
2 ore c.ca da Passoir.
Tornando in direzione dello slargo non lo si raggiunge perché, a c.ca metà del percorso, si diparte sulla sinistra la traccia che presa porta su uno stradello e poi all’abitato di Faure, poche case del comune di Pomaretto ancora oggi con alcuni residenti. Alla fontana delle indicazioni dicono come raggiungere la Punta Tre Valli. Saliti poi all’isolata e ben tenuta ultima casa dell’abitato si prosegue sul “Vio d’Malpaset” raggiungendo in breve i ruderi di Sousse, dove su una pietra di una casa spicca la data “1768”. Al bivio che segue si prende la traccia che va verso monte, che incontra per via più volte una pista forestale, sulla quale conviene in definitiva stare sino al raggiungimento di un ampio slargo sul crinale dividente le valli. Poco oltre la si abbandona prendendo il sentiero per la Punta Tre Valli che si stacca sulla destra come suggerito da una piccola indicazione. Dalla borgata Faure a questa cima si affronta una ripida balza, 400 mt.c.ca di dislivello, che si superano con una lunga e faticosa diagonale ascendente nel bosco traversando di poco sotto la cresta. Continuando allo stesso modo, nel punto in cui ai faggi si sostituiscono gli abeti bianchi, giunti alla sommità la traccia s’appiana e percorrendo brevemente il crinale per poco lo si lascia subito raggiungendo le rocce che identificano la Punta Tre Valli mt. 1659 dove ogni visuale è preclusa dall’invadenza della vegetazione
1 ora e 30 minuti c.ca dalla Punta Ceresa.
Tornati alla traccia principale presto si raggiunge uno slargo contrassegnato da alcune indicazioni meno quella che si deve prendere per tornare. Trascurata la traccia che percorrendo fedelmente il crinale porta prima al colle della Buffa e poi alla Punta Midi o Muret e quella che conduce allo sterrato Bovile – Alpe Muret, piegando a destra si prende quella che scende in direzione della val Chisone. Inizialmente per la linea di massima pendenza poi un breve traverso portano ad un bivio dove lasciata quella diritta per le borgate del vallone di Garnier ancora si deve prendere a destra la poco evidente traccia nel punto in cui su un albero spicca in rosso la lettera “R”. Quella che segue sarà un’interminabile diagonale discendente, prima nell’abetaia, poi nella faggeta, che perdendo quota progressivamente incontra per via due “Airal” di carbonaie prima di raggiungere una dorsale che altrettanto lungamente si percorre rasentando nello scendere dei ruderi che precedono il punto in cui sulla nostra s’immette la traccia proveniente dal vallone di Garnier. Ancora si scende nel bosco dove ai roveri e ai faggi, a seconda dell’esposizione, si sostituiscono i castagni terminando la traccia su un boscoso pianoro dove sono presenti diversi alberi abbattuti. Qui giunti, trascurata quella ripida che scende all’abitato di Selvaggio, si deve piegare a destra quasi subito raggiungendo le case di Coutandin dove un cartello da poco posizionato parla diffusamente della famiglia di Fernandel. Preso lo stradello che lascia la borgata, con un paio di svolte si scende alla strada, poi all’abitato di Passoir, infine al parcheggio sotto le case dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dalla Punta Tre Valli.

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