Anello di Rocca Ferraira da Pian di Nava

Data 09/05/2019 | Categoria: Escursionismo

Sempre più allergica alla neve, che il 5 maggio ha deciso di rafforzare la già cospicua consistenza del suo bianco candore abbacinante in tutto l'arco alpino dai millecinquecento in su, la Compagnia dell'Anello, oggi constante di una sola defezione (Alberto), ripiega verso le più basse quote della media Valle Tanaro, versante destro idrografico irrorato dalle brezze caldo-umide del vicino mare di Liguria.
Oltrepassata la frazione Ponte di Nava, comune di Ormea, provincia di Cuneo, ci dirigiamo, oltrepassando a sinistra il ponte sul fiume Tanaro, in direzione del colle di Nava, sconfinando nel comune di Pornassio, provincia di Imperia. Dal predetto ponte, dopo circa un paio di chilometri sulla sinistra si dirama dalla statale una stradina asfaltata che conduce alla località Cava di Pietra. Parcheggiamo le auto appena dopo un'area adibita a camping, località Pian di Nava a quota m 884 s.l.m..
Da qui iniziamo il cammino ritornando sui nostri passi (pardon, ruote) per un breve tratto di asfalto, dopodiché verso destra imbocchiamo una diramazione di strada ora sterrata; dopo alcune centinaia di metri, oltrepassato un curvone a gomito verso sinistra, fare attenzione all'originarsi del sentiero sulla destra, poco evidente e non segnalato che, con repentine ripide volute si inoltra attraverso terrazzi un tempo coltivati ed ora letteralmente invasi da una fittissima vegetazione di cespugli di nocciolo (Corylus avellana), sostituita più in alto dal ceduo di castagno con sporadiche betulle, conduce al Colletto Ferraira m 1143.
Il sentiero, che riprenderemo in seguito, prosegue verso destra, direzione Sud; per adesso la nostra meta corrisponde all'opposta direzione, senza traccia di percorso, salendo alla meglio i 100 metri di placche rocciose della Rocca Ferraira m 1301, invase nella parte inferiore da cespugli di biancospino e da magri alberelli di quercia.
Risalito faticosamente il versante meridionale, l'ultimo breve tratto quasi pianeggiante si sviluppa lungo la cresta Est. Dalla cima, caratterizzata da un minuscolo “ciaperet”, la vista spazia alla vicina Rocca Pizzo o Pennina, ed in lontananza sulle piramidi innevate del Pizzo d'Ormea, Bric di Conoia, Monte Mongioie, nonché all'elegante lunga catena rocciosa del Monte Antoroto.
Ritornati al sentiero anzi descritto, ora si prosegue in saliscendi fino a sfociare in una stradina sterrata; da qui si va verso sinistra (Est) per imboccare dopo pochi metri un evidente sentiero sulla destra, il quale in breve salita transita attraverso la cima del Monte Ariolo m 1219, per poi digradare di un centinaio di metri fino al Bocchino di Semola m 1103, valico situato lungo la bella strada sterrata che collega il Colle di Nava al Passo di Prale, nonchè passaggio di notevole importanza nelle rotte degli uccelli migratori che attraversano il confine tra Liguria e Piemonte.
Da qui, salendo i dorsi prativi verso sinistra, direzione NE, raggiungiamo in breve la terza cima odierna, il Bric Castagnino m 1215, balcone ideale per le non lontane Monte della Guardia e Rocca delle Penne o Pennone.
Ritornati al Bocchino di Semola percorriamo ora la già menzionata sterrata in direzione SO, tra boschi di pino silvestre, fino alla sosta dedicata alla ricarica di calorie nell'ampia radura adiacente alla chiesetta di San Bernardo d'Armo; calorie che poco dopo cederemo di schianto, letteralmente arrampicandoci lungo una sterrata recentemente costruita che, dal Colle di San Bernardo d'Armo m 1056, seguendo la linea di massima pendenza (complimenti al progettista!), transitando dal Colle Vegaudi m 1095, con un'allucinante ultima lunghissima rampa termina sulla dorsale ove si origina un sentiero semipianeggiante che in direzione SO termina alla Quota m 1205 o Poggio Richermo, sulla cui sommità è stato eretto un Forte a forma circolare il cui accesso è protetto da un profondo fossato.
Questa fortificazione fa parte dello sbarramento di Nava, costituito da cinque forti (Centrale, Richermo, Bellarasco, Pozzanghi e Montescio), per difendere il valico da un’eventuale avanzata francese proveniente dalla costa.
Ritornando sui nostri passi, dopo pochi metri discendiamo lungo il sentiero (sinistra) che terminerà al Colle di Nava ove, poco prima della strada statale, percorriamo verso destra la stradina asfaltata che dopo un paio di chilometri ci riporta alle automobili.

Note Toponomastiche
Nava (colle, ponte, pian, case): il toponimo è frequente in Italia settentrionale e frequentissimo nella penisola iberica (nel basco 'naba') col significato di bassopiano, spesso pantanoso, circondato da montagne. La voce è sicuramente una prelatina, celtica o preceltica.
Pornassio: toponimo pervenuto come “Pornaxio” o “Pornasio” (donde “Purnase” nel dialetto locale) è con probabilità un nome/derivato in “-asco”, dal nome di persona romano/tardo “Paolinus”
Ferraira (rocca): deriva dal latino tardo ferus che indica estese e selvagge località rocciose isolate
Ariolo (monte): Il toponimo deriva probabilmente dalle particolari condizioni meteorologiche della zona rappresentando un punto sul crinale spartiacque interposto tra le correnti d’aria che si formano (per la diversità di temperatura) fra la valle del Tanaro e la valle dell’Arroscia

Escursione effettuata il 9 Maggio 2019
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Angelo, Antonio, Franco, Gianni, José e Osvaldo
Località di partenza: Pian di Nava di Pornassio (IM) 884m – Valle Tanaro
Punto più elevato raggiunto: Rocca Ferraira 1301m
Dislivello cumulato in ascesa: 834m
Sviluppo complessivo del percorso: 14,5 km
Tempo in movimento: 4h 30'
Difficoltà E (EE il tratto del pendio finale della Rocca Ferraira) vedi scala difficoltà
fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
videotraccia


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