Doppio anello tra Vinadio Aisone...

Data 10/01/2019 | Categoria: Escursionismo

Continuando le escursioni a quote basse, la Compagnia dell'Anello, questa settimana, con il pretesto di provare il nuovo sentiero di collegamento tra il forte Neghino e Castellar delle Vigne (non ancora riportato dalle mappe ufficiali), ha compiuto un percorso a “otto”, molto interessante e variegato, tra scorci panoramici inaspettati e significativi richiami storici e culturali.
Siamo in Valle Stura di Demonte che risaliamo fino a Vinadio ove parcheggiamo sul piazzale presso i Giants (giganti), opera dell’artista scozzese David Mach realizzata in acciaio e fibra di vetro, riferita alle figure storiche dei fratelli Ugo, divenuti celebri per le loro dimensioni.(1)
Da questo punto iniziamo il nostro tragitto imboccando la strada verso Neraissa costeggiando per un lungo tratto le mura perimetrali del forte Albertino, una delle più grandi fortificazioni del Piemonte, l’unica a racchiudere un intero paese al suo interno (2).
Dopo poco meno di un chilometro e due tornanti raggiungiamo la bella chiesetta di Madonna del Vallone, dove si trova un piccolo monumento agli Alpini dispersi in Russia. Attraversato il torrente Neraissa sul bel ponte in legno ci incamminiamo passando davanti alla chiesetta e seguiamo l’unico sentiero indicato.
La traccia si infila in una stretta e caratteristica gorgia,molto incassata e con alte pareti ai fianchi, il vallone di Rio Borbone.
Passiamo nei pressi di un antico ponte in pietra e saliamo nel bosco sul bel sentiero; giunti in vista di una cascatella la traccia sale sulla destra con alcune svolte per evitare un tratto incassato tra le rocce.
Superato questo ripido tratto il percorso diviene meno faticoso e con un lungo traversone parallelo al torrente raggiunge il bivio con il sentiero che collega il Forte Neghino con la borgata Lentre.
Svoltiamo quindi a destra sulla pianeggiante mulattiera che in breve ci conduce all'ampio pianoro erboso nei pressi di alcune baite ben tenute dove, in posizione più elevata, è collocato il forte Neghino di forma ellittica e circondato da un fossato. Purtroppo la vegetazione sta invadendo tutta la parte esterna, limitandone la visuale. Questa costruzione militare, con il forte Serziera, localizzato sull’opposto versante della Valle Stura, doveva servire da protezione al sottostante forte Albertino e al paese di Vinadio.
Salendo sulla sinistra del forte approdiamo ad una terrazza panoramica dalla quale possiamo ammirare dall’alto tutta la media valle Stura fino al vallone di Sant’Anna e, ad ovest, la cerchia di montagne del Corborant e del Becco Alto dell’Ischiator. Verso nord-ovest individuiamo l’innevato Monte Nebiùs che si innalza dal vallone di Neraissa e, più a sinistra, i monti Autes e Varirosa. Da questo pulpito, infine si ha una magnifica vista aerea dell’abitato di Vinadio, che appare a strapiombo, 300 metri più in basso, circondato dalle imponenti fortificazioni albertine.
Dopo una breve pausa imbocchiamo per un breve tratto la rotabile ex-militare che scende verso Vinadio trovando, al primo tornante, la palina (nuova di zecca) indicante la direzione per il sentiero - per noi (e per le mappe) finora sconosciuto - che porta a Castellar delle Vigne.
Questa è una zona ricca di sentieri e sterrate molto gradita agli amanti della mountain-bike (qui si corre ogni anno la gran fondo dei Forti Albertini) e quindi notiamo subito la presenza in gran quantità di tracce di “ruote grasse” che però, poco prima di un rudere, deviano verso il basso su una adrenalinica pista da downhill che si tuffa per la linea di massima pendenza fino al fondovalle.
Noi invece proseguiamo in piacevole saliscendi, costeggiando le falesie della parete meridionale del monte Aighiera, nel bosco misto di pini e roverelle superando i resti di due baite diroccate e le pietraie di due canalini fino ad arrivare in una fitta pineta, a quota 1140m, ove il sentiero con un tornante secco sulla destra scende decisamente verso Castellar.
A questo punto è consigliabile fare una breve deviazione continuando diritto su una labile traccia che porta ad uno dei migliori punti panoramici della media Valle Stura: un promontorio roccioso sovrastante l'abitato di Castellar delle Vigne che regala un'impareggiabile vista su un paesaggio agreste di particolare bellezza. Sembra di trovarsi sospesi in un mondo arcadico dimentichi di essere a poche centinaia di metri dalla serpeggiante statale del fondovalle dove grosse instancabili formiche a forma di TIR, corrono incessantemente su e giù...
Tornati al sentiero, in breve si esce dal bosco sbucando nell'ampia e ben curata prateria di Castellar delle Vigne. Qui, in amena posizione si possono notare le belle case, ristrutturate con gusto e, tra di esse, alcune piante di vite che giustificano il nome della località.
Recuperata la strada si può, svoltando a destra, tornare a Vinadio, oppure, come abbiamo fatto noi, aggiungere un anello al percorso continuando sulla strada fino a trovare, ben segnalato, il sentiero che scende verso La Comba, suggestiva radura in uno stretto valloncello, con alcune baite che preservano intatto il tetto in paglia, addossate ad alti pinnacoli di roccia calcarea.
Qui arriva, dalla ormai vicina statale, una carrareccia che si segue per alcune di metri fino ad incontrare un sentiero sulla sinistra (segnalato) che costeggia in continuo saliscendi la base delle pareti calcaree ove si trovano numerose grotte e cavità.
I reperti ritrovati in queste dagli studiosi hanno permesso di accertare che tali ricoveri naturali furono utilizzati e abitati circa 7000 anni orsono da pastori nomadi neolitici.
Il sentiero sbocca nella strada che da Aisone sale ai soleggiati Casali Piron, posto ideale per sostare per la meritata pausa pranzo.
Riprendendo il cammino di ritorno ci addentriamo nel vallone angusto del rio Borbone lasciando a destra il ripido sentiero che si dirige alle Grangette e alla Testa di Peitagù e svoltando invece a sinistra verso Vinadio proseguiamo in discesa per qualche decina di metri.
Scavalcato il rio passiamo tra le ginestre nel versante opposto seguendo il sentiero che ci porta dopo un po’ tra le vecchie case della borgata Baile.
Proseguendo oltre, ora su una bella sterrata, chiudiamo un primo anello lasciando a sinistra la mulattiera che scende verso il basso alla Comba, arrivando nuovamente al pianoro della località di Castellar delle Vigne e di qui, su strada ora asfaltata, transitando presso la borgata Sagna, torniamo a Vinadio (3) a chiudere il nostro doppio anello.

Escursione effettuata il 10 Gennaio 2019
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Alberto, Franco e Osvaldo
Località di partenza: Vinadio 902m – Valle Stura di Demonte (CN)
Punto più elevato raggiunto: Forte Neghino: 1220m
Dislivello cumulato in ascesa: 744m
Sviluppo complessivo del percorso: 13,3 km
Tempo in movimento: 4h 10'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

(1) I due fratelli Ugo, Battista, nato nel 1876, e Paolo, nato nel 1888, provenienti da una famiglia contadina di Roviera, frazione di Vinadio, raggiunsero ognuno l'altezza di quasi 240 centimetri e 215 chili di peso. Entrambi lavorarono per il Circo di Francia e venivano esibiti come gli erculei “Giganti delle Alpi”. Le due figure, imponenti e scenografiche, presidiano e sorvegliano l’abitato di Vinadio segnando la prima tappa italiana della VIAPAC, itinerario di arte contemporanea che si sviluppa per circa 200 Km tra Digne-Les-Bains (Francia) a Caraglio (Italia).
(2) I lavori del Forte Albertino di Vinadio, iniziati nell’estate del 1834, per volere di Re Carlo Alberto di Savoia, durarono 13 anni e occuparono circa 4000 lavoratori provenienti da tutto il nord Italia. Ne risultò una fortezza dalle misure imponenti: 1200 metri di mura, camminamenti, che si snodano al suo interno su tre livelli, raggiungendo una lunghezza di circa 10 km, un’altezza massima di 18 metri e uno spessore alla base di oltre un metro e mezzo.
(3) Una curiosità: nello stemma del Comune di Vinadio è rappresentato un grappolo d'uva con la scritta "sicut vitis abundans" (come vite feconda). Anche l'etimo del Comune richiama il vino che, sicuramente, non vuol significare “Vino addio”. Vinadio è, infatti, la traduzione italiana del nome occitano Vinai che potrebbe essere la contrazione di “Vin aigre - vino aspro” oppure potrebbe derivare dall’antica popolazione dei Galli Veneni che abitavano la valle. Anticamente a Vinadio, quota limite per la coltivazione della vite, si produceva vino locale non di ottima qualità. Oggi si produce …tanta acqua di ottima qualità!
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