Training per la Cina, proviamo sto freddo in mtb

Data 15/11/2007 | Categoria: MTB

Lunedì avevo due impegni.
Anzi,3.
uno: smaltire la precedente giornata di battesimo con le gambe sotto il tavolo per 5 ore.
due: andare alla Tempesta a raccogliere la traccia Gps che sabato non era venuta benissimo, perché era rimasto in "off"
3.Allenarmi per la Cina, che é sempre più vicina.

Però di tornarci con la tavola e le prevedibili accuse di non essere originale e creativo, mi son detto vado in mtb, tanto fa freddo, la neve é dura.

Infatti parto da Ponte Marmora col termometro abbondantemente sotto lo zero e arrivo sopra Tolosano, dove inizia l'agognata neve: dura, ghiaccio: benissimo, riesco anche a continuare dopo che ogni 4X4 di sciatori putrellai e cacciatori ha dato ormai forfait.

Ma dal lago Resile, q.2000, il destino che mi atende é segnato: mtb a spalle fino in cima. E chissenefrega!

Il vento ha portato a Sud le nuvole e c'é un bel sole, cavolo mi metto in maglietta e pantaloncini, ma dopo un'ora, in vista della cresta dell'Oliveto mi rimetto addosso tutto ed anche un keiuei, perché rifà freddo ed il vento tira.

Ho messo anche le ciastre già sotto, perché la neve é variabilissima, meno che portante, farine croste croste farine.

Incrocio 3 simpatici putrellai che scendono e che mi dicono: non abbiamo tempo, altrimenti ti volevamo vedere a scendere, come fai?

Gli rispondo che se son sceso dal Braitorn scenderò anche da qui, ma non é una bella risposta.

Sconsiglio loro di scendere dalle grange dell'Oliveto, perché il mio amico putrellaio come loro sabato non s'é trovato tanto bene.

Mi chiedono se il mio amico si chiama STEULALEU !!!

Certo che é lui, anzi é mio figlio!! Sputtanato!

Arrivo in cima che non é proprio presto, sono oltre le 15, un freddo ed un vento cane, mi accuccio dietro il cippo della croce per organizzarmi per la discesa.

Adesso che mi ricordo, chi sale può portare sù un quaderno di vetta (non agende grosse e dure, perché la scatola é cilindrica), quell'altro é finito da mò.

E via!!

Finché c'é poca neve va bene, ma poi é un lavoro da glaciologi indovinare la striscia di qualche decimetro, tra la zona dove le ruote sprofondano fino al mozzo, e la zona dove é troppo dura e non ti fermi più.

Spesso vado anche nella valletta, finisco dentro la neve farinosa io e la mia mtb fino alla cintola e facciamo fatica ad uscirne, ma con le mie litanie ce la facciamo e ci dirigiamo verso le grange dell'Oliveto, dove che c'é una strada.

Ma ricordo bene da sabato che c'é un bel pezzo di farina in falsopiano, meglio che non scendo laggiù, quindi taglio in traversone a destra, sull'erba e sulla neve lenta dove sprofondo, ma nel tempo di un rosario arrivo pericolosamente alle grange senza quasi un graffio alla bici.

Poi la strada, che di ciclabile, credetemi, fino all'asfalto, con la neve attuale farinosa e crosticina 30cm, ha ben poco.

Sbatto contro 2 cacciatori accucciati appostati nella neve a bordo strada guardano nel burrone già buio sotto di loro,uno dice all'altro:"a sà pi nèn da ndua calé cun la bici chestì??; gli chiedo se sparano anche ai ciclisti, mi dicono non abbiamo il permesso!!, Sennò..

Ma da lì in giù una vera goduria eheheheh ci mancherebbe.. sul ghiaccio, la neve dura, attenti a non cadere che fà male alle anche e il buio che s'avvicina fà paura e il freddo fa sempre più freddo.

Ma in cina sarà peggio. Forse.

La cosa più bella é stata, al buio o quasi, arrivato in falsopiano, dare un colpo ai pedali, così ci scaldiamo anche:

Niente, girano a vuoto!!
Guardo se é saltata la catena. Tut a post!
Mi fermo. Faccio girare i pedali con le mani.
Gira il pignone davanti, gira la cassetta dietro.
Ma la ruota motrice non muove un millimetro.

Vado giù pedalando come quando le bici non avevano pedali e le donne avevano la coda.

A Vernetti mi fermo alla luce di un lampione per mettermi la frontale, dopo che avevo schivato per miracolo un bel pietrone in mezzo alla strada.

E mi metto addosso tutto quello che ho, non so se l'ho già detto, ma fa un freddo della malora ed io lo sento tutto.

Riparto facendo scorrere nella mia mente gelata come in un film tutti i falsopiani che mi mancano alla meta, e vedo tutte le volte che avrei dovuto scendere a spingermi avanti.

Butto i piedi sui pedali.

Minchia funzionano dinuovo!!

Diagnosi: una goccia d'acqua era riuscita ad insinuarsi nella ruotalibera ed aveva ghiacciato, bloccandola, la molla del grimaldello (!!!) in posizione sù!!

Poi, scendendo un pò di quota e riscaldandosi il mozzo per effetto dell'attrito da rotazione, la goccia d'acqua é fusa, permettendo al grimaldello (!!bis!!)di tornare a fare il suo lavoro.

Non dovete pensare che la diagnosi l'abbia fatta io: l'ha fatta il personal trainer della mia mtb.

Il quale mi ha detto, eh certo che se la usi in situazioni simili.

Mia risposta: sarà meglio che t'inventi qualcosa accioché ciò non succeda mai più, con quel che ti pago: io di certo queste situazioni-limite non intendo schivarle per niente.

Il mio tecnico dopo un minuto aveva già la soluzione in mano.

Per saperla si paga.


Data: lu12/11/07
Zona: Valle Maira
Partenza: Ponte Marmora, 945m slm
Lunghezza: km 37
Dislivello: sui 1787m
Ciclabilità: 100% dove non c'é innevamento continuo (quota 2000m), poi fate zero che é meglio; in discesa qualche tratto ved relaz
Difficoltà: il solito OCAP+++


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