Una piacevole passeggiata in Val Tanaro (ovvero il percorso dei “Sapori della Balconata di Ormea”)

Data 26/08/2018 | Categoria: Escursionismo

Scendendo la Valle Tanaro sulla statale 28, da Ormea verso Garessio, quante volte, in località Nasagò, il mio sguardo è stato attirato, sulla destra, dall'antica Torre dei Saraceni posta in vetta alla rocca strapiombante sul fiume...e quante volte mi sono ripromesso di salirvi per vedere com'è da lassù e magari saperne di più su questa storica costruzione...
Ebbene l'occasione è venuta dalla decima edizione dei “Sapori della Balconata di Ormea” che la locale sezione del CAI (in collaborazione con Slow Food, l'associazione culturale ULMETA e la Pro Loco) ha organizzato tra le borgate della frazione Barchi, ivi compresa una puntatina alla Torre dei Saraceni. Conoscendo l'accuratezza e l'attenzione che il CAI di Ormea dedica a questa manifestazione, per aver partecipato ad edizioni precedenti, con mia moglie Maria Teresa, non ci siamo fatti sfuggire l'opportunità!
Bisogna premettere che i “Sapori della Balconata” non è, a differenza di tante altre iniziative similari, solamente un pretesto per farsi una bella mangiata, bensì è una vera escursione che si snoda, per una decina di chilometri e un dislivello di circa 500 metri, tra i vecchi casolari del vallone di Barchi per conoscere la storia e la cultura di chi qui vi ha abitato, assaporando in ogni borgata cibi locali accompagnati da ottimi vini piemontesi e liguri (ivi compreso il raro Ormeasco).
C'è da dire che quest'anno la manifestazione è stata organizzata nel vallone di Barchi, ma ogni anno il CAI cambia location spostandosi in una delle tredici frazioni del comune di Ormea.
E' azzeccata anche la formula organizzativa che prevede la partenza scaglionata, ogni quarto d'ora, di un gruppetto di venti persone accompagnato da un volontario del CAI che illustra ad ogni tappa gli aspetti storici-culturali del posto e le peculiarità del cibo servito.
Il territorio di Barchi è situato nella vallata che scende dal monte Dubasso (1538m) - monte che si trova al centro della cresta dominata ad Ovest dal monte Armetta (1739m) e ad Est dal monte Galero (1708m) – con il colle di San Bartolomeo, che collega la Val Tanaro ad Alto, ed il colle del Prione che la collega a Nasino ed alla Valle Pennavaire sul versante ligure.
Si parte dalla borgata Garei, che prende il nome dalla famiglia Garelli, subito passato il ponte di corde sul Tanaro, imboccando il sentiero diretto che porta alla Torre dei Saraceni (è possibile anche un percorso più comodo, ma pù lungo, percorrendo la stradina che sale lungo il rio Barchi).
Usciti dal bosco, in cui si possono ammirare piante di castagno pluricentenarie, si arriva sotto il dirupo sul quale è abbarbicata la torre. Per raggiungerla occorre arrampicarsi per pochi metri in un canalino su facili roccette, protetti verso valle da paletti e catenelle. La vista che si gode da questa postazione ripaga abbondantemente lo sforzo per giungervi: verso Nord la vallata del Tanaro da Ormea fin quasi a Garessio sovrastata dalle cime del Pizzo d'Ormea, dell'Antoroto e del Mindino e verso Sud il verde vallone di Barchi, in cui occhieggiano le borgate che incontreremo successivamente, dominato dalle rocciose propaggini orientali del monte Armetta.
Sebbene la tradizione attribuisca la costruzione della torre alle bande di predoni saracene, è assai più verosimile collocare la realizzazione della torre in epoca tardo romana, con funzioni di avvistamento e protezione delle vie di accesso verso la Liguria. Non è escluso invece che le bande di predoni saraceni, arrivati fin qui dalla Provenza nel X secolo, abbiano utilizzato la torre come ricovero e base di partenza per le loro scorrerie.
Originariamente la torre, di forma rotonda con diametro interno di tre metri, era probabilmente più alta, era divisa in tre piani da solai in legno ed aveva un unico ingresso verso il precipizio.
La leggenda racconta di un signor Zitta che con coraggio, in una notte di tempesta, si introdusse nella torre uccidendo il guardiano. Al rientro dei barbari ad uno ad uno li gettò nel fiume sottostante, contando nel fatto che per accedere alla torre ci si doveva far aiutare da una persona all'interno.
Un altra leggenda fa risalire le tacche visibili nel lastrone di roccia che, salendo, si trova sulla destra prima del canalino, alle orme degli zoccoli lasciate dal Diavolo prima di sprofondare nel precipizio scacciato dalla fede dell'eremita che aveva costruito la piccola chiesetta (ormai completamente diroccata) di Villaretto.
La prima tappa del giro dei Sapori della Balconata è poco a monte della Torre dei Saraceni presso la borgata “I Zitti”, o Case Zitta, dal cognome della famiglia che la abitava. Abbandonata da anni, questa borgata ha ripreso vita grazie ad una famiglia tedesca che la sta ristrutturando. Qui si degustano le fazine (pane della festa arricchito con panna e cotto sulla piastra della stufa) accompagnate con bruzzu, lardo e formaggio con chicco d'uva.
Si prosegue verso Villaratu o Villaretto, altra borgata riscoperta da alcune famiglie tedesche, ove si assaggia la torta verde di Ormea con ripieno a base di patate ed erbette accompagnata dal vino Ormeasco Sciac-Trà.
Continuando su sterrate e mulattiere si raggiunge il punto più elevato dell'itinerario, poco sotto il colle del Prione, che offre una magnifica visuale sulla vallata e le cime circostanti: siamo a Case Borrino (1141m) o Burin Sovran'o, un'oasi nella foresta dove, in trent'anni di lavoro, una signora tedesca ha realizzato con gusto e rispetto dell'ambiente una “casa diffusa” cioè una sapiente ristrutturazione delle baite della borgata dove ogni casetta è un ambiente diverso: la cucina, il soggiorno, il bagno, la camera da letto... Il giardino con fiori e muretti in pietra è uno spettacolo!
Qui il menù propone la polenta di grano saraceno, il tipico piatto della Val Tanaro, preparata con patate, farina di grano tenero e di grano saraceno e condita con porri, panna e funghi, il tutto innaffiato dall'Ulmioscu di Ormea.
Ora si va in discesa su bella mulattiera che serpeggia nel bosco fino alla sterrata che ci condurrà alla borgata centrale della frazione, cioè Barchi Chiesa, ove sorge appunto la chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmine.
Anche questa borgata è stata ristrutturata (egregiamente) da famiglie tedesche che curano anche la chiesa e molti vivono ormai qui tutto l'anno.
Il nome della frazione Barchi e del rio deriva da “cabone” o “barocche” che ricordano case rurali molto semplici, indicate in passato con il termine dialettale “barco” che spesso significava anche cumuli di grano.
Qui si degusta il secondo di carne accompagnato dalle “fozze”, il tipico pane ormeese, cioè focaccine cucinate quale veloce alternativa da proporre in tavola quando mancava il pane. Ingredienti: latte, oppure panna per insaporire, farina di grano tenero e sale, con cottura sulla piastra della stufa a legna o nella cenere.
Per concludere il giro si scende a Breo, la borgata con il maggior numero di abitanti tra tutte quelle di Ormea, famosa per la preparazione della Polenta Bianca di grano saraceno in una partecipata sagra che si tiene a metà luglio..
Qui, per finire, apprezziamo i “duzi”, i dolci, cioè le paste di Ormea e un ottimo salame dolce, accompagnati da moscato naturale.
Non resta che dire: arrivederci ai “Sapori della balconata di Ormea” 2019!

Escursione effettuata il 26 agosto 2018 da Adriano e Maria Teresa
Località di partenza: borgata Garei della frazione di Barchi di Ormea 660m – Val Tanaro (CN)
Punto più elevato raggiunto: Case Borrino 1141m
Dislivello cumulato in ascesa: 536m
Sviluppo totale del percorso: 9,6 km
Tempo in movimento: 3h 30'
Difficoltà: T (EE il breve tratto finale per salire alla Torre dei Saraceni) vedi scala difficoltà

fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc


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