Colle dell’Arpione da Bergemolo (con anello involontario)

Data 29/03/2018 | Categoria: Racchette da neve

Mattina grigia e nuvolosa fin dallo start. Dopo Demonte saliamo a Bergemolo, con direzione colle dell’Arpione e cima Cialancia, ma tutt’intorno troviamo monti coperti e scarsa visibilità su tutta la valle Stura. Giornata non fredda, ma umida.
Partiamo dalla chiesetta e dall’antico olmo presso le case Lauger (1160 m), con le ciastre già nei piedi sul terreno ammantato di neve abbondante e seguiamo il percorso già tracciato, su piste non recenti di ciastre e di sci.
Superata la borgata Carter, dalle case ben restaurate continuiamo lungo la larga mulattiera bianca che attraversa il rado bosco fino al bel pianoro di Pra della Sala. Prima di arrivarci, il tempo pare migliorare, vediamo azzurro qua e là e qualche vetta spuntare intorno a noi tra le nuvole che sembrano dileguarsi. Ma poco dopo siamo circondati da fitta nebbia che ci toglie ogni visuale sul paesaggio circostante ed addirittura sulla fila dei compagni.
Seguiamo le tracce di sci che si portano sul lato dx del largo pendio, senza accorgerci che sul margine superiore del Pra della Sala girava a sinistra la mulattiera, che doveva portarci al sentiero per il colle dell’Arpione.
Ci ritroviamo così a seguire le piste ben tracciate d’un paio di sciatori, che però vanno in tutt’altra direzione rispetto alla nostra (per poi scoprire che erano saliti solo per farsi una bella discesa con gli sci!!).
Noi proseguiamo nella nebbia salendo molto al dritto, senza vedere alcunché, finché già molto in alto scompaiono le nubi e il paesaggio si apre sotto uno splendido sole: ci appare allora lontana, ad est, la cresta che dal colle dell’Arpione sale a cima Cialancia, la nostra meta: abbiamo sbagliato strada, siamo risaliti fino a quota 1850-1900 m lungo i bordi occidentali di un ripido vallone che va a finire sotto creste ventate alte sopra di noi in direzione del monte Merqua.
Decidiamo allora di invertire la marcia, perdendo quota e tagliando un canalone in cui già erano scese masse di neve svalangate dalle cornici di cresta.
Con molta attenzione, nella neve instabile e già un po’ collosa, ci portiamo fino alla ripida dorsale che discende in direzione del colle dell’Arpione, per poi superare un cucuzzolo intermedio prima di arrivare al colle (1730 m), in cui non troviamo paline indicatrici, probabilmente sepolte sotto la neve.
Qui, vista l’ora e le condizioni nevose, dopo un paio di umoristicamente drammatici sprofondamenti con incastro in buche nascoste vicino ad alberi e faticosa risalita in superficie con l’aiuto degli amici, rinunciamo a salire a Cialancia e sostiamo al tepore del sole per recuperare energie e calorie alimentari.
Poi affrontiamo nella neve molle e profonda la discesa giù nel fitto bosco di conifere, all’inizio del tutto priva di tracce ed indicazioni, solo qualche tacca qua e là, calando alla meno peggio, poi finalmente trovando linee indicative del sentiero estivo fino a giungere all’incrocio con la larga mulattiera che prosegue fino a cave di marmo abbandonate e le paline per il Pra della Sala.
Ora fuori dal bosco, su percorso meno ripido e problematico, raggiungiamo rapidamente il pianoro ed il punto dell’errore di percorso, per rientrare a Bergemolo nel bel pomeriggio che è venuto fuori, finendo persino di apprezzare la neve sempre più pesante.

Note toponomastiche e curiosità
Bergemolo e il vicino Bergemoletto (Ruà Bergémou e R. Bergémoulet) sono piccoli centri ubicati sui pianori dell’antica morena laterale dx del grande ghiacciaio occupante la vallata dove ora scende la Stura. I nomi richiamano un radicale prelatino ber- (monte) col significato di terrazzamenti elevati sul fondovalle. A Bergemolo si può vedere una bella chiesetta che risale a metà ‘600, davanti alla quale v’é una vera rarità botanica, un olmo montano (ulmus glabra) coevo, sopravvissuto alla mortale epidemia di grafiosi che ha decimato gli olmi, ma affetto (povero lui!) da vecchiaia per la quale ha di recente dovuto esser capitozzato dai 35 m. di altezza di qualche anno fa fino alla decina attuale, pur mantenendo una circonferenza gigantesca (6 m.).
Poco lontano da qui, svoltando a sin. all’ultima curva prima di Bergemolo, si va alla Madonna del Bosco (una delle 4 madonne di Demonte, formanti la sua croce protettrice: M. del Colletto, come questa dal lato orografico dx, M. del Pino e M. di Ronvello dall’altro lato) posta su un magnifico belvedere sulla vallata.
Di Bergemoletto si ricorda invece un drammatico episodio: nel 1755, anno di grande nevosità, causa di molte centinaia di morti per le valanghe sulle Alpi (oltre duecento nelle sole valli cuneesi), ben ventidue furono i decessi a Bergemoletto (sui 150 abitanti in totale), con la quasi completa distruzione del piccolo centro. Ma la ragione per la quale il suo nome rimase famoso è la sopravvivenza di tre donne sepolte dalla valanga nella loro casetta per ben 37 giorni, fino a quando i sopravvissuti tornati a fine aprile a recuperare le loro cose le sentirono gridare e le fecero poi uscire con le due caprette che ne avevano permesso la sopravvivenza. La vicenda fu poi riportata da Ignazio Somis, medico a Torino, nel 1758, in un raro volume (foto 1) con l’analisi di tutta la storia e due belle tavole, una al titolo con la scena delle tre donne e degli animali che ne accompagnarono le tragiche settimane (foto 2), l’altra con la mappa del paese e delle pendici del monte Bourel, da cui originarono le valanghe (foto 3). Da una pagina interessanti annotazioni su vegetali (genepì) ed i costumi degli abitanti (foto 4).
Borgate Lauger, Carter: prendono il nome dagli antichi proprietari, in parte di origine francese (Cartier).
Pra della Sala: il nome ricorda la zona ove si spargeva il sale per gli animali.
Colle dell’Arpione: dal diffusissimo radicale prelatino alp- si rifà al significato di pascolo di montagna, alpeggio.
Cima Cialància: dal provenzale termine molto diffuso riferentesi a località soggette a valanghe.


Escursione effettuata il 29 marzo 2018
Compagnia dell'Anello formata da: Alberto, Angelo, Franco, Gianni, José e Osvaldo
Località di partenza: Fraz. Bergemolo di Demonte 1160m – Valle Stura (CN)
Punto più elevato raggiunto: quota 1902m sul versante Nord della dorsale tra il monte Merqua ed il monte Bourel
Dislivello cumulato in ascesa: 783m
Sviluppo complessivo del percorso: 10,9 km
Tempo in movimento: 4h 20'
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)

fotocronaca

Tracciato gps


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=9477