Monte Giobert con le ciastre da Preit di Canosio

Data 14/03/2018 | Categoria: Racchette da neve

Anticipata al mercoledì la gita per schivare la pioggia in arrivo, la Compagnia dell’Anello, pur con qualche assenza per motivi sanitari, decide di salire in alta Valle Maira ove avrà la fortuna di godere una splendida giornata di sole in un incantevole paesaggio invernale.
Con obiettivo il Monte Giobert, giungiamo al Preit di Canosio, ove i parcheggi sono strapieni di auto svizzere e francesi, ormai abituali frequentatori della zona: non dimentichiamoci che uno dei più bei libri sui monti della Val Maira, mai tradotto in italiano - Antipasti und alte Wege (A. e vecchie vie) - è scritto da una coppia di svizzeri! Ci scopriamo gli unici locali e troviamo a mala pena un posto macchina prima della sbarra (m 1550).
La neve è molto abbondante (ne è calata di recente) ed il termometro è a -3°C: risaliamo in fretta la statale fino ad arrivare al primo ponticello un po’ malandato – mancano un paio di tavole - prima del Rio della Valletta. Qui con il sole che comincia a riscaldarci, ci mettiamo le ciastre e attraversiamo con attenzione la passerella, tralasciando il ponte poco a monte più in salute e la carrareccia che sale alle grange Colombero.
Prendiamo invece su al dritto in mezzo ai pendii boscosi che discendono dai pianori superiori seguendo le (mai tanto benedette!) tracce lasciate da precedenti passaggi, in sci e ciastre, nell’alta neve farinosa qua e là gelata in superficie.
Superate velocemente le grange Colombero Sottano, giungiamo dopo 40 min. a quelle C. Soprano (m 1790), ove una roulotte parcheggiata vicino ad un pilone con Madonna e Santi, fa quasi pena, sommersa com’è dalla neve.
Siamo saliti spediti, dietro ad uno “cun l’argent viv adoss”, noialtri a seguirlo “tranfiand”. Ingurgitate un po’ di calorie, dobbiamo presto ripartire per corrergli dietro.
Vediamo in sommità, al centro del vallone, a dx dell’anticima N la minuscola cima del Monte Giobert, congiunte dalla cresta sommitale, che poi prosegue verso la Rocca dell’Aquila, da cui discendono deliziosi pendii, in parte coperti da lariceti, segnati dal passaggio di sciatori.
Per fortuna ora il percorso si spiana un po’.
Superate a sin. le grange Convento entriamo nella zona denominata il Boschetto, ricca di larici abbarbicati alle ripide pendici, ove si perdono le tracce di ciastre e troviamo solo più piste di sci. La neve, molta caduta negli ultimi giorni, è profonda e polverosa, non ben sedimentata ma Jose, è lui il colpevole, non demorde e continua la rapida salita, tirando dritto fino a raggiungere la cresta intervalliva.
Finalmente prendiamo fiato buttando l’occhio dall’altra parte, sul Vallone di Marmora e salutiamo Tolosano, che ci occhieggia là in basso.
Breve tappa all’anticima Nord (m 2413), ma oramai ci siamo e non manca più tanto a raggiungere la cima del Monte Giobert (m 2439, 3 h e 10’), salito la prima volta con gli sci un bel po’ di anni fa, aprile 1979.
In vetta tira aria e dopo le procedure di rito e gli omaggi alla Rocca la Meja che ci benedice da sud e alle tante vette che ci circondano da ogni parte, decidiamo di scendere giù per il pranzo. Rinunciamo all’anello, cioè a continuare in direzione ovest per rientrare sotto il versante nord della Rocca dell’Aquila: vediamo solo tracce di sci e allora ritorniamo per il percorso di salita.
La qualità del manto nevoso peggiora man mano che perdiamo quota: l’appetito ci fa correre, ma affondiamo spesso spiacevolmente nella neve poco compatta, molle e pesante.
Finalmente arriviamo alle grange Colombero soprano quando, come dice qualcuno, le gambe andavano dove volevano…. Ma qui ci sistemiamo al sole, come re, seduti su ciò che troviamo e cerchiamo di recuperare calorie ed energie ben spremute.
La giornata si è fatta calda, i liquidi a disposizione non bastano, neanche la neve che si scioglie dal tetto, pertanto scendiamo rapidamente alla macchina in cerca di una fontana. Ma al Preit c’è scritto Acqua NON Potabile con il “non” che sembra cancellato: noi non ci fidiamo e così scendiamo al bar di fiducia di Cartignano per vincere la sete e brindare alla bella gita.

Note toponomastiche: mentre per Canosio (Chanueios) è probabile una diretta derivazione dall’attività di coltura e lavorazione della canapa, il toponimo Preit definisce in occitano luoghi prativi, come d’altronde Prazzo (Pras). Altra origine ha il termine Giobert che, così come il vicino Monte Bert, equivale ad un antroponimo, es. Giovanni Berto, Berto, forse antichi proprietari dei terreni.

Escursione effettuata il 14 marzo 2018
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Alberto, Angelo, Franco, Gianni e José
Località di partenza: Preit di Canosio 1550m – Valle Maira (CN)
Dislivello cumulato in ascesa: 917m
Sviluppo complessivo del percorso: 10,8 km
Tempo in movimento: 5h 00'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

fotocronaca
Tracciato gps


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